Valeria Fedeli

politica e sindacalista italiana (1949-)

Valeria Fedeli (Treviglio, 29 luglio 1949) è una politica e sindacalista italiana.

Valeria Fedeli

Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca
Durata mandato12 dicembre 2016 –
1º giugno 2018
Capo del governoPaolo Gentiloni
PredecessoreStefania Giannini
SuccessoreMarco Bussetti

Vicepresidente del Senato della Repubblica
Durata mandato21 marzo 2013 –
12 dicembre 2016
PresidentePietro Grasso

Senatrice della Repubblica Italiana
Durata mandato15 marzo 2013 –
12 ottobre 2022
LegislaturaXVII, XVIII
Gruppo
parlamentare
Partito Democratico
CircoscrizioneXVII: Toscana
XVIII: Campania
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico
Titolo di studio
  • Diploma (triennale) di scuola magistrale
  • Diploma (triennale) di assistente sociale
ProfessioneSindacalista

Senatrice del Partito Democratico dalla XVII legislatura, dal 21 marzo 2013 al 12 dicembre 2016 ha rivestito la carica di vicepresidente del Senato con funzioni vicarie[1] per poi essere nominata ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel governo Gentiloni.

Biografia modifica

Dopo il diploma della scuola magistrale (triennale) di abilitazione all'insegnamento nella scuola materna,[2] consegue nel 1971 il diploma di assistente sociale (triennale)[3][4]. Incomincia a lavorare come maestra di scuola dell'infanzia presso il Comune di Milano,[5] assumendo il 7º livello professionale[6]; successivamente, viene nominata delegata della FLELS (Federazione lavoratori enti locali sanità, poi confluita nella FP - Funzione Pubblica) della CGIL presso l'amministrazione comunale di Milano dal 1974 al 1979, anno in cui viene distaccata presso la segreteria milanese della FLELS-CGIL.

Nel 1982 si trasferisce a Roma per lavorare alla segreteria nazionale dei sindacato dei lavoratori del pubblico impiego, dove ricopre l'incarico di responsabile del coordinamento delle donne del pubblico impiego, e poi del settore tessile.

Nel 1994 entra a far parte della Direzione nazionale della CGIL, ricevendo l'incarico di costituire la nuova categoria del Sindacato lavoratori della comunicazione (SLC-CGIL).

Nel 1996 entra a far parte della segreteria nazionale della FILTEA-CGIL (Federazione italiana lavoratori tessili abbigliamento cuoio calzature), di cui è segretaria generale della categoria dal 2000 fino al 2010; successivamente alla fusione nella FILTEA nella FILCTEM-CGIL, ne diventa la vice-segretaria generale.

Dal 2001 al 2012 è stata presidente del sindacato tessile europeo (FSE:THC) e nel 2012 diviene vicepresidente della EIWF – European Industrial Workers Federation (Federazione europea dei lavoratori dell'industria). Poco prima di dedicarsi alla politica, viene nominata vicepresidente della Federconsumatori dal novembre 2012 al gennaio 2013.

Nel febbraio 2011[7], durante il cosiddetto scandalo Rubygate che coinvolse Silvio Berlusconi, Valeria Fedeli fu tra le fondatrici del comitato femminista Se non ora, quando?[8] per denunciare il "modello degradante ostentato da una delle massime cariche dello Stato, lesivo della dignità delle donne e delle istituzioni".

Nel 2017 le è stato attribuito alla Camera dei deputati il premio America della Fondazione Italia USA.

Nel 2018 entra a far parte del CdA della Fondazione Giovanni Agnelli[9].

Carriera politica modifica

 
Valeria Fedeli, seduta a destra, nel ruolo di presidente supplente del Senato, durante il discorso d'insediamento di Sergio Mattarella (2015)

Nel 2012 lascia il sindacato per candidarsi in parlamento e nel gennaio 2013 è capolista in Toscana del PD per il Senato della Repubblica.

Eletta senatrice nelle elezioni politiche del 2013, il 21 marzo 2013 è eletta Vicepresidente del Senato della Repubblica per il PD, con funzione vicaria in quanto ha ottenuto il maggior numero di preferenze, pari a 134 voti. Siede inoltre nella IV commissione Difesa del Senato.

Tra i vari disegni di legge presentati come primo firmatario si ricorda quello per l'istituzione di una Commissione parlamentare sul fenomeno dei femminicidi, che raccolse tra i confirmatari l'appoggio di molti esponenti di forze politiche anche di opposizione[10].

In qualità di vicepresidente vicaria, assume le funzioni di Presidente del Senato dal 14 gennaio al 3 febbraio 2015, per tutta la durata della supplenza di Pietro Grasso, chiamato temporaneamente a svolgere il ruolo di Presidente supplente della Repubblica Italiana. In questa funzione coadiuva la presidente della Camera Laura Boldrini nella conduzione dei lavori del Parlamento in seduta comune per l'elezione del Presidente della Repubblica Italiana, che porta alla presidenza Sergio Mattarella[11]. È la prima volta nella storia repubblicana che lo scranno presidenziale è presieduto da due donne in qualità rispettivamente di presidente della Camera dei Deputati e vicepresidente vicario del Senato della Repubblica.[12]

Dal 12 dicembre 2016 riveste la carica di ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca del Governo Gentiloni.[13] Fra le sue proposte nel 2018 vi furono quella del divieto di usare i cellulari nelle scuole e quella di estendere l'insegnamento della filosofia agli istituti tecnici.[14]

Alle elezioni politiche del 2018 è ricandidata al Senato della Repubblica, nel collegio uninominale di Pisa sostenuta dalla coalizione di centro-sinistra, venendo sconfitta dalla candidata del centro-destra Rosellina Sbrana.[15] Viene comunque rieletta Senatrice in virtù della candidatura nelle liste proporzionali Partito Democratico in Campania.[16]

Alle elezioni politiche del 2022 non viene ricandidata.

Polemiche e controversie modifica

 
Valeria Fedeli giura come ministro dell'istruzione il 12 dicembre 2016 davanti a Sergio Mattarella e Paolo Gentiloni

La candidatura di Valeria Fedeli alle elezioni politiche del 2013 quale capolista del Senato in Toscana del Partito Democratico venne criticata dal Movimento 5 Stelle[17], dal momento che la sindacalista all'epoca non abitava in Toscana, sebbene avesse svolto attività sindacale per il settore tessile in alcune province toscane (il marito Achille Passoni, all'epoca senatore del PD, aveva preso parte alle primarie per la scelta dei parlamentari del partito in Toscana).[18]

Con la nomina a ministro viene investita da una polemica mediatica, scaturita in seguito a dichiarazioni su Facebook di Mario Adinolfi,[3] poiché nella biografia del sito web personale aveva dichiarato di aver conseguito il diploma di laurea in scienze sociali presso la scuola per assistenti sociali di Milano (specificando l'afferenza all'Unione Nazionale per le Scuole di Assistenti Sociali) in un periodo in cui era istituito il diploma in servizio sociale,[3][19][20][21] titolo professionale riconosciuto in Italia equipollente[19][22] alla laurea ai soli fini dell'esercizio della professione di assistente sociale.[22][23][24][25]

Contestualmente, lo stesso Adinolfi, principale fautore dei family day (le manifestazioni in difesa dei valori tradizionali cattolici della famiglia[26]), manifesta anche la preoccupazione per la divulgazione della presunta ideologia gender a scuola,[3][23] in considerazione dello storico impegno di Fedeli in materia di politiche di genere, intese come politiche di uguaglianza dei diritti per uomini e donne.[27][28]

Successivamente Adinolfi contesta alla Fedeli anche di non aver conseguito il diploma di istruzione secondaria superiore, avendo conseguito il diploma[29][30] di abilitazione all'insegnamento nelle scuole materne (ora scuola per l'infanzia)[2], titolo di studio magistrale[29][31][32] istituito negli ordinamenti di studio italiani di scuole magistrali di durata triennale vigenti fino al 1997.[33]

Tale titolo di studio è riconosciuto in Italia come di istruzione secondaria superiore,[29][30] ma non consente il proseguimento degli studi universitari[29][30] (nel previgente ordinamento di studio dava accesso alla formazione per le professioni sanitarie, sociali e educative, come alle scuole per infermieri, assistenti sociali e educatori professionali).[32][34]

Vita privata modifica

È sposata con l'ex senatore del PD Achille Passoni e vive a Roma.[35]

Opere modifica

  • Il futuro è di tutti, ma è uno solo: i cambiamenti del mondo vissuti da una sindacalista pragmatica, Ediesse editore, 2011, p. 168, ISBN 978-88-230-1492-3.

Note modifica

  1. ^ senato.it - Scheda di attività di Valeria FEDELI - XVII Legislatura, su senato.it. URL consultato il 25 febbraio 2017.
  2. ^ a b Claudio Paudice, Il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli non ha il diploma di maturità (ma ha quello magistrale triennale). Nuova bufera sui social, in Huffington Post, 15 dicembre 2016.
  3. ^ a b c d Perché si parla della laurea di Valeria Fedeli, su Il Post, 14 dicembre 2016. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  4. ^ (EN) Ministra - Curriculum Vitae - Miur, su hubmiur.pubblica.istruzione.it. URL consultato il 6 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2017).
  5. ^ Curriculum Vitae istituzionale MIUR, su hubmiur.pubblica.istruzione.it. URL consultato il 17 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2017).
    «Dopo aver conseguito il diploma triennale per insegnare nella scuola materna si trasferisce a Milano, dove lavora come maestra per il Comune di Milano. In quel periodo prende il diploma di assistente sociale presso l’UNSAS.»
  6. ^ Fiorenza Sarzanini, Fedeli: «Il diploma di laurea? Una leggerezza, ma troppa aggressività», in Corriere della Sera, 14 dicembre 2016.
  7. ^ Cosa resta di Se non ora quando e perché le femministe si sono divise, in L'Espresso, 9 dicembre 2015.
  8. ^ Il comitato promotore, su senonoraquando.eu, 26 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  9. ^ Marco Cangelli, Fondazione Agnelli, Valeria Fedeli sostituisce Sergio Marchionne nel CdA, in BergamoNews, 28 agosto 2018.
  10. ^ Parlamento Italiano - Disegno di legge S. 860 - 17ª Legislatura, su senato.it. URL consultato il 16 ottobre 2015.
  11. ^ Michela Scacchioli, Mattarella eletto al Quirinale con 665 voti: "Pensiero a difficoltà e speranze dei cittadini", in Repubblica.it, 31 gennaio 2015. URL consultato il 6 febbraio 2015.
  12. ^ Per la prima volta due donne ai vertici di Camera e Senato: Valeria Fedeli presidente “temporanea” a Palazzo Madama, in Il Sole 24 ORE. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  13. ^ Sergio Mattarella, DPR 12 dicembre 2016 - Nomina dei Ministri (PDF), su governo.it, Governo della Repubblica Italiana, 12 dicembre 2016. URL consultato il 20 febbraio 2017.
  14. ^ La scuola ormai è una barzelletta: spunta la filosofia agli istituti tecnici, su ilprimatonazionale.it, 26 gennaio 2018. URL consultato il 9 settembre 2023 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2021).
  15. ^ Eligendo: Senato [Scrutini] Collegio uninominale 06 - PISA (Italia) - Senato della Repubblica - 4 marzo 2018 - Ministero dell'Interno, su Eligendo. URL consultato il 18 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2018).
  16. ^ Eligendo: Senato [Scrutini] Collegio plurinominale CAMPANIA - 01 (Italia) - Senato della Repubblica - 4 marzo 2018 - Ministero dell'Interno, su Eligendo. URL consultato il 18 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 16 marzo 2018).
  17. ^ Ernesto Ferrara, Valeria, la sindacalista 'Sì, sono paracadutata ma mi farò perdonare', in Repubblica, 9 gennaio 2013.
  18. ^ «Candidate le mogli di...». Bufera sul web, in Corriere della Sera, 10 gennaio 2013.
  19. ^ a b Antonella De Gregorio, Fedeli e il giallo della laurea: «Mente sul titolo di studio». Ultrà cattolici: «Porterà la teoria gender a scuola», in Corriere.it, 14 dicembre 2016. URL consultato il 14 dicembre 2016.
  20. ^ Bufera su Fedeli: "Bugia su laurea". Lega e FdI: "Lei a Istruzione insulto alle famiglie", in Repubblica.it, 13 dicembre 2016. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  21. ^ «Non ha la laurea», caso Fedeli. Il ministro: «Errore fatto in buona fede». URL consultato il 15 dicembre 2016.
  22. ^ a b Ordine Assistenti Sociali della Lombardia, requisiti di esercizio della professione, su w3.ordineaslombardia.it. URL consultato il 15 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  23. ^ a b Antonella De Gregorio, Fedeli e il giallo della laurea: «Mente sul titolo di studio». Ultrà cattolici: «Porterà la teoria gender a scuola», in Corriere della Sera. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  24. ^ Istruzione, il ministro è senza laurea. La verità sul diploma della Fedeli, in Affaritaliani.it. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  25. ^ Non più laurea ma diploma, la neoministra Fedeli 'aggiorna' il suo curriculum, su adnkronos.com. URL consultato il 15 dicembre 2016.
  26. ^ family day in "Lessico del XXI Secolo", su treccani.it. URL consultato il 19 agosto 2017.
  27. ^ Fedeli e il caso del curriculum. «Il suo diploma non è di laurea» - dalla rassegna stampa quotidiana - Cinemagay.it, in Cinemagay.it. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  28. ^ Dalla legge pro-gender all’Istruzione: la ministra Fedeli preoccupa le famiglie. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  29. ^ a b c d Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Dipartimento per lo sviluppo dell'istruzione, Validità dei diplomi di istruzione secondaria superiore (Nota MIUR n. 10344 del 1º luglio 2003) (PDF), 1º luglio 2003. URL consultato il 28 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016).
  30. ^ a b c SNALS - Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori Scuola, Parere del Ministero della Pubblica Istruzione circa il valore del diploma all'insegnamento nelle scuole del grado preparatorio, su snals.it. URL consultato il 17 dicembre 2016.
  31. ^ Titolo magistrale nelle scuole di grado preparatorio dà accesso all'insegnamento ma non è equiparabile a diploma, su Orizzonte Scuola, 24 dicembre 2014.
  32. ^ a b Il diploma magistrale non vale come gli altri titoli di scuola superiore, su scuola24.ilsole24ore.com, 24 dicembre 2014. URL consultato il 16 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2016).
  33. ^ Circolare Ministeriale 2 novembre 1998, n. 439, su edscuola.it.
  34. ^ Consiglio di Stato - Sezione III, Sentenza 5 dicembre 2014, n. 6034, su gildavenezia.it.
  35. ^ Claudio Bozza, «Candidate le mogli di...». Bufera sul web, in Corriere della Sera, 10 gennaio 2013. URL consultato il 7 novembre 2014.

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