Viliami Tungī Mailefihi

politico tongano

Il colonnello Viliami (Guglielmo) Tungī Mailefihi (Nukuʻalofa, 1º novembre 1888‘Uoleva, 20 luglio 1941) è stato principe consorte delle Tonga dal 1918 al 1941, come marito di Salote Tupou III, oltre che primo ministro dal 1923 alla morte.[1]

Viliami Tungī Mailefihi
Il principe consorte
Principe consorte di Tonga
Stemma
Stemma
In carica5 aprile 1918 –
20 luglio 1941
PredecessoreʻAnaseini Takipō (come regina consorte)
SuccessoreHalaevalu Mata'Aho 'Ahome'e (come regina consorte)
Altri titoliTungī (1909–1941)
NascitaFatai House, Nukuʻalofa, 1º novembre 1888
Morte‘Uoleva, 20 luglio 1941 (52 anni)
Luogo di sepolturaMala'ekula, Nukuʻalofa
DinastiaTupou
PadreTuku'aho
MadreMele Siuʻilikutapu
Consorte diSalote Tupou III
FigliTāufaʻāhau Tupou IV
Uiliami Tukuʻaho
Sione Ngū Manumataongo
ReligioneMetodismo
Viliami Tungī Mailefihi

Premier di Tonga
Durata mandato30 giugno 1923 –
20 luglio 1941
MonarcaRegina Salote Tupou III
PredecessoreTevita Tuʻivakano
SuccessoreSolomone Ula Ata

Ministro degli Affari Esteri
Durata mandato30 giugno 1923 –
20 luglio 1941
MonarcaRegina Salote Tupou III
PredecessoreTevita Tuʻivakano
SuccessoreSolomone Ula Ata

Ministro delle Terre
Durata mandato1918 –
1923
MonarcaRegina Salote Tupou III
Predecessore?
Successore?

Governatore di Vava'u
Durata mandato1912 –
1918
MonarcaRe George Tupou II
Predecessore?
Successore?

Dati generali
Partito politicoIndipendente

Biografia modifica

 
Il principe con la sua famiglia attorno al 1930.

Viliami Tungī Mailefihi nacque a Nukuʻalofa il 1º novembre 1888 ed era il figlio di Siaosi (Giorgio) Tuku'aho, che servì come primo ministro Tonga dal 1890 al 1893, e di Mele Siuʻilikutapu, entrambi appartenenti a famiglie notabili del regno. Come nipote del re George Tupou II fu principe ereditario di Tonga fino alla nascita della prima figlia del re, Salote, sua futura moglie.[2]

Tungi venne educato prima al Tupou College di Tonga, poi al Newington College di Sydney, in cui fu ammesso nel 1896, all'età di nove anni. Era uno dei sette nobili tongani che studiavano in quel periodo nel collegio.[3] Era seguace della Chiesa metodista.

Nel 1911 rappresentò il suo paese all'incoronazione di re Giorgio V del Regno Unito e della consorte Mary di Teck a Londra.

Fu scelto dal re George Tupou II per sposare la sua figlia maggiore ed erede, Salote, anche se era di dodici anni più giovane di lui. Il matrimonio ebbe luogo il 19 settembre (con cerimonia cristiana) e il 21 settembre (con cerimonia tongana) 1917.

Meno di un anno dopo, Siaosi sarebbe morto e Salote sarebbe diventata regina.

Il matrimonio fu un successo. Tungi fece molto per elevare la stima della gente verso la loro regina. Inoltre, i loro figli discendevano dalle tre principali dinastie reali di Tonga. Tungi sarebbe stato ricordato come molto generoso con tutti i suoi parenti.

La coppia reale ebbe tre figli maschi:

La sua morte, avvenuta a ‘Uoleva il 20 luglio 1941, fu un duro colpo non solo per la regina Salote ma per tutto il popolo tongano.[4][5]

Onorificenze[6] modifica

Note modifica

  1. ^ Genealogy, su members.iinet.net.au. URL consultato l'11 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2017).
  2. ^ A PRINCE OF TONGA., in The West Australian (Perth, WA : 1879 - 1954), Perth, WA, National Library of Australia, 29 marzo 1911, p. 4. URL consultato il 23 dicembre 2013.
  3. ^ Crown Prince of Tonga., in Australian Town and Country Journal (NSW : 1870 - 1907), NSW, National Library of Australia, 20 novembre 1897, p. 19. URL consultato il 23 dicembre 2013.
  4. ^ ʻOkusitino Māhina, Psychoanalysis and Tongan Poetry, in Literature and Aesthetics: the Journal of the Sydney Society of Literature and Aesthetics, vol. 13, n. 1, pp. 97–106, ISSN 1036-9368 (WC · ACNP).
  5. ^ 'I F Helu; I C Campbell; Eve Coxon, Tatau, potupotutatau and mālie: A realist reflection on the symmetry, harmony and beauty of Queen Sālote’s poetry, in Polynesian Paradox: Essays in Honour of Professor 'I. Futa Helu, Suva, Fiji, Institute of Pacific Studies, University of the South Pacific, 2005, pp. 168–83, ISBN 982-02-0371-6.
  6. ^ Royal Ark, su royalark.net.

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