Villa Castelli

comune italiano
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Villa Castelli (disambigua).

Villa Castelli è un comune italiano di 8 962 abitanti[1] della provincia di Brindisi in Puglia.

Villa Castelli
comune
Villa Castelli – Stemma
Villa Castelli – Bandiera
Villa Castelli – Veduta
Villa Castelli – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Brindisi
Amministrazione
SindacoGiovanni Barletta (lista civica Diventerà bellissima) dal 30-5-2019
Territorio
Coordinate40°35′N 17°29′E / 40.583333°N 17.483333°E40.583333; 17.483333 (Villa Castelli)
Altitudine251 m s.l.m.
Superficie35,15 km²
Abitanti8 962[1] (31-10-2023)
Densità254,96 ab./km²
FrazioniMonte Scotano, Pezza Petrosa, Antoglia, Battaglia, Sciaiani, Monte Fellone, San Barbato Lamie
Comuni confinantiGrottaglie (TA), Martina Franca (TA), Francavilla Fontana, Ceglie Messapica
Altre informazioni
Cod. postale72029
Prefisso0831
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT074020
Cod. catastaleL920
TargaBR
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanticastellani
PatronoSacro cuore di Gesù e Madonna della Fontana
Giorno festivo2 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Villa Castelli
Villa Castelli
Villa Castelli – Mappa
Villa Castelli – Mappa
Posizione del comune di Villa Castelli nella provincia di Brindisi
Sito istituzionale

Il suo territorio corrisponde alla parte sud-occidentale dell'altopiano delle Murge al confine tra il Salento e la valle d'Itria. È parte della Murgia dei trulli, del parco naturale Terra delle Gravine[3], dell'arco ionico tarantino e della soglia messapica.

Geografia fisica modifica

Territorio modifica

 
vista di Villa Castelli
 
Murgia meridionale

Il territorio comunale si estende per 34,58 km² nella la parte sud-occidentale dell'altopiano delle Murge, tra la valle d'Itria e il Salento, in una zona collinare al confine con la pianura salentina.

Il comune si trova a 30 km da Taranto a circa 45 km da Brindisi; confina con l'Isola amministrativa della città di Taranto 1 E (distanza 3 km), Grottaglie (distanza 5 km), Ceglie Messapica (8 km), Francavilla Fontana (12 km) e Martina Franca (16 km).

Orografia modifica

Buona parte del centro abitato è sito in area collinare e poggia su un orlo di scarpata, tra i colli Fellone, Scotano e Castello, che costituiscono l'85% del territorio. I colli fanno parte dell'altopiano delle Murge e come questo formati da calcare di Altamura alternato a limitate formazioni di calcari dolomitici e di depositi di sabbie calcaree poco cementate, per lo più nelle zone discendenti. Le frazioni situate in zona pianeggiante sono San Barbato Lamie e Pezza delle Monache Centrale, nelle immediate vicinanze di Grottaglie, e coprono il 15% del territorio comunale.

Speleologia modifica

Sono presenti alcune grotte naturali:[5] la grotta di Montescotano[6], la grotta di Facciasquata[7], le grotte di Barcari e di Malecantone, la grotta Cuoco, la grotta Monte Fellone[8] abitata dal Neolitico al III secolo[9] e la grotta del Sacramento.[10].

Nella grotta di Montescotano furono rinvenute numerose lucerne di età romana, che hanno fatto supporre la presenza di rituali religiosi tra il III e il II secolo a.C.

Idrografia modifica

Il corso d'acqua più importante nasce dalla sorgente sita in contrada Antoglia, nell'agro di Villa Castelli, detta Fonte Strabone, ma nota nella documentazione antica come Fonte dei Grani. La sorgente dà origine al Canale Reale che sgorga a nord della chiesa di Santa Maria dei Grani, nel territorio di Francavilla Fontana e dopo un percorso di quasi 40 km attraverso i territori dei comuni di Oria, Latiano, San Vito dei Normanni e Carovigno sfocia nell'oasi di Torre Guaceto.

Biohabitat modifica

La gravina, facente parte del parco naturale regionale Terra delle Gravine[11], costituisce il giardino botanico comunale, ricco di macchia mediterranea e di altre piante endogene.

Clima modifica

Il clima del territorio comunale è, come per il resto dell'arco ionico-tarantino e delle Murge, tipicamente mediterraneo, con inverni miti ed estati temperate. Nel mese di gennaio si registrano minimi negativi e nevicate.

Nella tabella sottostante sono riportati i valori medi che si registrano a Villa Castelli.

Mese Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno
Temperatura massima media (°C) 11,8 12,8 14,9 18,3 23,1 27,5 30,4 30,5 26,5 21,4 16,8 13,4 20,6
Temperatura minima media (°C) 4,6 4,9 6,5 8,7 12,5 16,4 19,0 19,2 16,5 12,8 9,0 6,2 11,4
Piogge (mm) 59 58 54 36 33 23 22 23 37 73 73 63 554
Umidità media (%) 77,8 76,6 75,4 72,9 70,2 65,7 61,8 63,6 70,0 76,0 78,9 78,9 72,3

Origini del nome modifica

il toponimo Castellum Caeje è documentato dall'XI secolo come territorio confinante con Ostuni, comprensivo di Ceglie Messapica e di gran parte di Villa Castelli. Nel XIV secolo la presenza di strutture di fortificate giustifica la qualifica di Castellum. Dal XVII secolo emerge nelle fonti il toponimo Monte Castelli e nel XVIII secolo li Castelli, a cui è aggiunto Villa, nel senso di borgo, già prima dell'indipendenza da Francavilla Fontana della quale era frazione.

Storia modifica

Origini modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pezza Petrosa.
 
Ceramiche risalenti al IV secolo a.C. rinvenute presso il sito archeologico di Pezza Petrosa e conservate presso il museo archeologico comunale

Sulle origini della presenza umana era stato teorizzato uno stanziamento nel territorio di gruppi di Arii e di Liguri[13]. Per la preistoria sono stati accertati almeno tre nuclei insediativi nel territorio, uno a Monte Scotano, un altro a Monte Fellone e un ultimo, più noto, a Pezza Petrosa. Nel caso di Monte Fellone, l'allevamento di cavalli risale al neolitico, fenomeno alquanto raro per il Sud Italia e quasi unico in Puglia.[14]. Il territorio presenta, inoltre, numerose specchie, in corrispondenza di confini tra i territori messapi e tarantini[15].

I ritrovamenti nella grotta di Facciasquata degli inizi degli anni settanta attestano la frequentazione umana in epoca neolitica e nell'età del bronzo. Altri ritrovamenti databili tra il II secolo a.C. e il III secolo d.C. si sono avuti presso la grotta di Montescotano, compresa una "sala delle lucerne"[16], un possibile luogo di culto romano-pagano[17].

Il sito archeologico più studiato del territorio comunale è sito in località Pezza Petrosa dove è stata rinvenuta una necropoli, costituita da oltre trenta tombe, datata al IV-III secolo a.C., con corredi funerari costituiti da reperti di ceramica decorata, statuette della dea dell'agricoltura Demetra, oggetti in bronzo, attualmente depositati in parte presso il Museo nazionale archeologico di Taranto ed in parte presso il museo civico comunale. Gli scavi hanno identificato nei pressi del sito, resti di un abitato, con possibili tracce di mura difensive in blocchi, datati a dopo la metà del IV secolo a.C. L'abitato fortificato potrebbe riferirsi ad un villaggio dei Messapi divenuto dopo la conquista da parte di Taranto un phrourion, avamposto militare, del sistema difensivo tarantino. In passato era stata ipotizzata un'identificazione dei resti archeologici con la città di Rudiae patria di Quinto Ennio[18]. Pochi metri a nord della necropoli, sono state rinvenute tracce di una cisterna di età altomedievale.

Medioevo modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Oria.
 
Moneta medievale (X secolo) raffigurante Costantino VII Porfirogenito
 
Torre Antoglia.

Nel corso del Medioevo il fortilizio, presso il quale sorgeva un piccolo casale, si trovava al limite tra i territori longobardi e bizantini, costantemente in conflitto tra loro, ed apparteneva alla gualda del feudo di Oria[19].

Nel 1055 Oria fu conquistata dai Normanni guidati dal conte Umfredo d'Altavilla ed il territorio dell'attuale Villa Castelli entrò a far parte della signoria normanna del principato di Taranto.

La presenza di opere di fortificazione nel territorio dell'attuale Villa Castelli, costruite o divenute rilevanti solo a partire dal periodo angioino e dal aragonese, spiega la qualifica di Castella[20]. A sud di Monte Castello sorgeva il casale di S. Maria dei Grani, dove successivamente si edifica la chiesa di Santa Maria dei Grani. Il casale era tenuto durante il regno di Federico II a contribuire alla manutenzione del castello di Oria[21].

Nel XIV secolo il tessuto urbano dell'odierna Villa Castelli era segmentato in piccoli nuclei insediativi tra i quali Montescotano, Montefellone, il casale che sorgeva attorno alla Torre degli Antoglietta e il nucleo di Castelli.

Età moderna modifica

 
Ritratto dell'umanista Giovanni Bernardino Bonifacio Duca di Oria
 
Arma della famiglia Ungaro

Nel 1455 Giacomo Dell'Antoglietta cedette il casale. insieme a Francavilla Fontana, a Giovanni Antonio Orsini Del Balzo in cambio di vasti possedimenti a Fragagnano[22].

Il 7 settembre del 1500 Federico d'Aragona concesse il possesso del marchesato di Oria a Roberto Bonifacio, che aggiunse col successivo acquisto del 1517 Francavilla e Casalnuovo (Manduria)[23]. Il duca di Oria Giovanni Bernardino Bonifacio, umanista italiano vicino al pensiero di Erasmo da Rotterdam venne successivamente perseguitato dall'inquisizione e costretto a rifugiarsi prima in Francia, poi in Inghilterra e infine in Prussia, muore a Danzica nel 1597.

La famiglia genovese degli Imperiali nel XVII secolo acquistò insieme alla torre dell'Antoglia anche la fortezza medievale di Monte Castelli, trasformandola in residenza estiva ed impiantando nel territorio una stazione per l'allevamento di cavalli di razza murgese[24]. Nel 1755 Michele Imperiali Juniore affida temporaneamente ad Antonio d'Arco i castelli in qualità di castellano[25]. Il duca di Monteiasi e intendente di Terra d'Otranto, Gioacchino Ungaro, economista e letterato[26], nell'anno 1793 acquistò le masserie Pezza della Corte e Antoglia, insieme alla zona dei Castelli[27]. I terreni vennero concessi in piccoli lotti ai braccianti dei paesi vicini e si andò creando un consistente nucleo abitato intorno al castello sorto sull'antica fortificazione, che fu ristrutturato ed adibito a palazzo ducale.[28]. Il 20 febbraio 1799 i cannoni presenti a Castelli furono prelevati da una truppa di 39 individui armati per organizzare la difesa antirivolzionaria di Francavilla città monarchica contraria alla Repubblica Napoletana proclamata il 23 gennaio[29].

Con l'influenza rivoluzionaria prima e napoleonica poi, l'aristocrazia perde gran parte dei suoi privilegi e nel 1808 sono approvate le Leggi eversive della feudalità da parte di Giuseppe Bonaparte. Il duca Ungaro continuò l'attività di riorganizzazione del borgo e trasformò le stalla del castello in una cappella dedicata al s. Crocefisso, che nel 1830 venne eretta in parrocchia succursale.

L'economia del borgo tra XVI e XVIII secolo si fondava prevalentemente sulla pastorizia e sull'agricoltura e ruotava intorno a masserie fortificate[30]. Fenomeno importante per le attività commerciali era la transumanza, con lo spostamento di greggi e mandrie dalla Valle d'Itria al Salento attraverso le Murge. In occasione del passaggio dei mandriani si organizzavano fiere annuali. Nel territorio comunale sono ancora presenti una serie di antichi tratturi e un noto carraro delle vacche al confin

Ottocento e Novecento modifica

 
Corso Vittorio Emanuele

Per tutta la durata del Regno di Napoli, la parte più consistente dell'odierna Villa Castelli fu territorio di pertinenza di Francavilla Fontana mentre Monte Fellone restava frazione di Martina Franca e Monte Scotano di Ceglie Messapica.

Il 12 gennaio 1818 nel territorio dei "Castelli" il prete brigante Ciro Annicchiarico, anche noto come Papa Ciro, promotore di una "Repubblica salentina" e fondatore della "setta dei decisi", una società armata in veste repubblicana e massonica[31], disarmò i fucilieri reali che si recavano ad Ostuni[32].

Il 22 maggio 1830 Villa Castelli veniva citata in una lettera del vicario generale, l'arcidiacono Giuseppe Lombardi, difatti la parrocchia, succursale della Matrice di Francavilla, costituiva l'unico caso diocesano di chiesa di campagna creata per far fronte alle esigenze spirituali di un buon numero di abitanti che si erano stabiliti nel territorio tra Ceglie e Francavilla sino a diventare un vero centro urbano[33].

Nel 1871 un padre cappuccino nominato parroco presentò richiesta presso la provincia di Terra d'Otranto del passaggio della frazione di Villa Castelli dal comune di Francavilla Fontana a quello di Grottaglie[34].

Nel censimento del 1871 si contano 116 fuochi. La struttura economica del territorio in età post-unitaria si fonda su produzioni agricole e manifatturiere, difatti è costituito quasi totalmente da contadini (piccoli proprietari e braccianti) e da filatrici.[35]

Le richieste per la formazione di un comune indipendente partirono dal 1919 con la formazione di un apposito comitato, con alla guida i "Democratici e Liberali". Gli scontri verbali durante le sedute del consiglio comunale di Francavilla diventarono sempre più accesi. In seguito alla delibera della Camera dei deputati del Regno d'Italia in data 25 maggio del 1923 partì ufficialmente l'iter per l'autonomia comunale. La tensione con il capoluogo Francavilla culminò con manifestazioni di piazza del giorno della Pasquetta del 1925. I residenti di Monte Fellone e di Specchia Tarantina[36], oggi frazioni del comune di Martina Franca, e di Mannara, frazione che tuttora segna il confine con Grottaglie permisero di raggiungere la quota di 4000 votanti. L'istituzione del nuovo comune fu ufficializzata nel 1926 con la consegna dello stemma araldico comunale[37]. Fu nominato primo amministratore il Podestà Cav. Raffaele Ostillio di Taranto.

Il 17 luglio del 1980[38], durante una manifestazione contro il caporalato, i caporali dopo ripetute minacce di morte[39] tentarono di investire i lavoratori e i sindacalisti di Villa Castelli[40] e il 21 luglio otto caporali armati di pistola aggredirono i sindacalisti della CGIL e assaltarono la sede locale del sindacato[41].

Simboli modifica

«D'azzurro, al castello torricellato di due e merlato, d'argento, murato, aperto e finestrato, di nero, posto a sinistra dello scudo e terrazzato di verde, addestrato da un albero di olivo, al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone, concesso con regio decreto del 20 novembre 1930, è costituito da un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Castello modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Villa Castelli.
 
Il castello, attuale palazzo municipale
 
Il castello, foto d'epoca

La più antica torre di età medievale è attribuibile al processo di fortificazione del feudo sottoposto al controllo di Oria, promosso dalla famiglia Dell'Antoglietta (che al tempo portava il nome di de Nantoil o de Nanteuil) dal 1307. Il castello domina dall'alto dell'ultimo colle delle Murge la pianura salentina. Si tratta di una residenza castellana in tufo è stata più volte rimaneggiata[42]. La torre è stata ristrutturata, ampliata ed adibita a fortificazione nel 1450 dal principe Giovanni Antonio Orsini Del Balzo. Passò quindi al marchese di Oria Giovanni Bernardino Bonifacio, nel XV secolo. Nel XVIII secolo la famiglia Imperiali acquistò la fortificazione, caduta in stato di abbandono già nel XVI secolo, trasformandola in residenza estiva e impiantando un allevamento di cavalli di razza murgese. Con il passaggio alla famiglia Ungaro la fortificazione fu adibita a palazzo ducale. In seguito il castello venne affidato al castellano Antonio d'Arco.[43]. Sono ancora visibili caratteristiche di età tardo-medievale e rinascimentale. Conservò sino alla fine del XVIII secolo le merlature ed i cannoni, successivamente rimossi. Nel 1822 parte delle scuderie fu utilizzata per la realizzazione di una cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso. Nel 1830 la chiesa venne elevata a parrocchia e consacrata dal vescovo di Oria. Nel corso del Novecento l'edificio è stato adibito a caserma ed a scuola. Parzialmente ristrutturato è oggi sede del municipio[44], della galleria d'arte comunale e del museo archeologico municipale. Una piccola porzione della struttura è di proprietà privata, mentre la parrocchia detiene un'ala del castello in fase di restauro. La facciata settentrionale è stata più volte rimaneggiata, mentre quella meridionale conserva, totalmente inglobato nel complesso architettonico, l'antico mastio, oggi sede della Sala del Consiglio.

Monumento ai caduti modifica

In piazza Municipio sul lato frontale del castello è posto un monumento in stile liberty, raffigurante Nike dea della Vittoria, in memoria dei concittadini caduti al fronte durante la prima guerra mondiale.

Torre Antoglia modifica

Si tratta di una torre merlata del XIV secolo protetta da alte mura di corte. Venne costruita dalla famiglia feudataria dei de Nanteuil, il cui ramo in Puglia prese poi il nome di dell'Antoglietta[45], come parte del complesso sistema difensivo di Oria e Francavilla Fontana. La torre venne ampliata nel corso del XVIII secolo con la costruzione di stalle indipendenti, di una porta nuova, di una villa rustica e di una masseria.

Chiesa dell'Immacolata modifica

 
Chiesa dell'Immacolata

Eretta nel 1823 e dedicata a santa Filomena di Roma, si colloca lungo corso Vittorio Emanuele II[46]. Con l'istituzione del dogma dell'Immacolata Concezione di Maria, proclamato da papa Pio IX nel 1854, nacque nel 1893 anche a Villa Castelli, la confraternita dell'Immacolata, alla quale si aggiunsero il terz'ordine Francescano e l'istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù. La chiesa venne acquistata dai confratelli nel 1894 e donata alla diocesi di Oria. Nel 1896 erano presenti un unico altare e tre statue dedicate a san Francesco d'Assisi, santa Filomena di Roma e santa Maria Immacolata. Nel 1917 la cappella laterale fu dedicata a sant'Antonio da Padova con la costruzione di un ulteriore altare e la collocazione di una statua del santo di Padova.

L'edificio è costruito in muratura in pietra calcarea. La chiesa è dotata di portale unico dominato da un rosone circolare e di un campanile a vela sormontato da un timpano. La pianta è a croce latina, con un'unica navata coperta da volte a crociera. Le caratteristiche architettoniche nel complesso richiamano lo stile delle chiese delle Murge e della Valle d'Itria.

Chiesa s. Vincenzo de Paoli modifica

 
Chiesa di San Vincenzo de' Paoli

I lavori per la Chiesa Nuova iniziano nel 1898 la costruzione viene realizzata attraverso donazioni private con un forte contributo di tre razionali a cui si sommano piccole cifre offerte dal resto della popolazione e lavoro volontario. La costruzione risentì di notevoli ritardi e si registrarono una serie di disavanzi di fondi. Progettata dall'ingegnere Luca di Castri in stile eclettico e intitolata a san Vincenzo de Paoli nel 1938[47].

L'elevato è costruito in tufo e in pietra di mazzaro, con ornamenti in pietra bianca. La facciata è scompartita da contrafforti, che seguono la divisione interna in tre navate, ed è dotata di tre portali. Nella parte alta al centro è un rosone affiancato da trifore. La pianta è a croce latina, con tre navate, quella centrale e il transetto coperte da una volta a botte, mentre volte a crociera coprono le navate laterali, poggiando su piloni cruciformi[48]. Il campanile è inserito sul lato orientale con cuspide accentuata e richiama le forme del gotico. La cupola è rivestita in mattonelle policrome.

 
Corso Vittorio, foto d'epoca

Chiesa del Crocefisso modifica

È la più antica struttura religiosa del centro abitato. Nel 1822 parte delle scuderie fu utilizzata per la realizzazione di una cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso. Nel 1830 la chiesa venne elevata a parrocchia e consacrata dal vescovo della Diocesi di Oria. L'ala del castello che la circonda venne concessa all'uso dal duca Carlo Ungaro all'arcidiocesi di Taranto in cambio della celebrazione delle messe in suffragio dei suoi antenati nella cattedrale di San Cataldo. Nel periodo di attività contava oltre all'altare maggiore altri cinque altari[49] e dieci statue[50]. La chiesa misura 21x10,5 m. ed è dotata di due piccole cappelle ed una sagrestia. Attualmente chiusa al culto, ospita sporadicamente attività socio-culturali.

Santuario del Calvario modifica

 
santuario del calvario

Ai piedi del Montecalvario, sul quale sorge il palazzo ducale, è presente un santuario che ospita una statua del Cristo nel sepolcro.

Gravina modifica

 
vecchi trulli di una volta a Villa Castelli
 
Gravina e Viadotto dell'Impero

Il comune è attraversato da una gravina[51] parte del Parco naturale Terra delle Gravine, oggetto di continui lavori di rivalutazione e recupero a partire dal 1990 al 2010 e area protetta dal 2005. Oggi costituisce il giardino botanico comunale. Al centro della gravina, sul versante occidentale, si trova un frantoio ipogeo, il frantoio del ducale risalente al XVIII secolo e realizzato nelle grotte della gravina.

Viadotto dell'Impero modifica

Negli anni trenta la gravina venne superata da un ponte a nove arcate in pietra, realizzato da maestranze locali. L'obiettivo era quello di aprire un nuovo fronte di urbanizzazione per il comune. La zona di espansione Lizzito viene subito dotata di una scuola elementare e di una caserma.

Borgo dei trulli modifica

 
il borgo originario, in alto il castello

Sino agli inizi del 900, sul modello di Alberobello, il centro abitato di Villa Castelli era costituito prevalentemente da trulli. Il Borgo dei Trulli, di cui oggi restano poche costruzioni e gli altri trulli furono purtroppo demoliti per dar spazio a moderne case e palazzine, stessa analogia ma in minoranza anche ad Alberobello, si sviluppava in Via Masaniello (oggi Via delle Rose) e Largo Chiesa Vecchia, a questi si aggiungeva un secondo nucleo in via della Rupe tarpea a ridosso della gravina e un terzo a nord nel Rione Belvedere in via Alfieri e via Seneca. L'assetto urbanistico, sino ai primi del Novecento, è totalmente diverso dall'attuale. Corso Vittorio Emanuele e Piazza Municipio erano zona agricola e il borgo si arroccava sul Monte Castello.

Costruzioni rurali modifica

 
una specchia a Monte Scotano

Sono presenti alcune cappelle rupestri[52] e numerose cappelle votive costruite sul ciglio delle strade[53], per lo più erette tra l'inizio dell'Ottocento e gli inizi del secolo successivo.

Si conservano inoltre alcune specchie, tra cui la "specchia Puledri" e la "specchia Facciasquata".

Masserie modifica

Nel territorio si trovano numerose masserie, alcune delle quali fortificate:

  • "Antoglia" Torre medievale del XIV secolo.
  • "Fallacchia", che conserva tracce delle originarie strutture difensive. Qui venne ambientata l'opera teatrale Niccu Furcedda dello scrittore settecentesco Girolamo Bax[54].
  • "Sciaiani Piccola", risalente al XVIII secolo e trasformata in agriturismo: si tratta di un aggregato di trulli e pagliai che ruotano intorno ad una struttura leggermente più grande. In cima ad alcuni dei trulli della masseria sono presenti pinnacoli a stella di David.
  • "Puledri", ampliata nel XVIII secolo[55], prevalentemente attiva in passato nell'ambito dell'allevamento di cavalli.
  • "Montescotano" nei pressi dell'omonimo colle, i cui terreni sono citati in atti notarili del XVII secolo relativi a Ceglie Messapica[56]
  • Altre masserie fortificate di "Abate Carlo", "Carnevale", San Barbato, "Renna", "Tagliavanti" e "Sant'Eramo".
  • Masseria Sciaiani Piccola e Grande.
 
Necropoli di Pezza Petrosa

Orologi modifica

 
Meridiana sovrastante edicola votiva
  • Torre dell'orologio risalente ai primi del Novecento e inglobata nella facciata del palazzo municipale
  • Torre dell'orologio risalente ai primi del Novecento, inglobata nella facciata della scuola elementare in piazza Ostillio.
  • Meridiane di fattura ottocentesca, la più nota è sita in via Fratelli Bandiera.

Siti archeologici modifica

  • La necropoli di Pezza Petrosa a circa 2 km dal centro, sulla strada provinciale Villa Castelli - Grottaglie.
  • La sala delle lucerne è in località Monte Scotano a circa 1,5 km dal centro sulla strada provinciale Villa Castelli - Ceglie Messapica
  • Necropoli di Pezza le Monache circa 1,5 km dal centro sulla strada provinciale Villa Castelli - Grottaglie.
  • La grotta di Monte Fellone è nell'omonima località a circa 5 km dal centro sulla strada provinciale Villa Castelli - Martina Franca

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[57]

Etnie e minoranze straniere modifica

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2014 la popolazione non italiana residente era di 293 persone (119 maschi e 174 femmine), pari al 3,16% della popolazione residente. Le nazionalità maggiormente rappresentate e la percentuale sul totale della popolazione residente erano:

Religioni modifica

 
Festa patronale, epigrafe commemorativa

La religione più diffusa è il cristianesimo di confessione cattolica, Villa Castelli rientra nella giurisdizione episcopale della diocesi di Oria. Nel 1847 viene nominato il primo parroco, mentre un vicario curato è documentato dal 1830, con l'introduzione dei registri parrocchiali.

È inoltre presente una chiesa delle Assemblee di Dio in Italia, di orientamento evangelico-pentecostale.

Dialetti modifica

Il dialetto castellano rientra nei dialetti apulo-baresi tipici della Valle d'Itria e della Murgia, con notevoli influenze del dialetto ostunese, cegliese, del dialetto barese e del dialetto tarantino. Caratteristiche tipiche sono: il richiamo a forme volgari dello spagnolo e del francese di età moderna (esempio della vicinanza al francese è la "ǝ"[58]).Nel 2005, con il patrocinio dell'Amministrazione Provinciale di Brindisi, è stato pubblicato il "Vocabolario del dialetto di Villa Castelli", a cura di Angelo Giuseppe Chirulli.

Tradizioni modifica

  • Pizzica

La pizzica è un'antica tradizione locale[59], di cui viene riconosciuto il valore culturale[60]. Diffusa in passato anche nella sua variante a scherma che, danzata con un'arma, simulava il duello. Nella variante tarantata costituiva il principale accompagnamento del rito etnocoreutico del tarantismo[61]. Il maggiore esponente della pizzica di Villa Castelli è il cantore-pastore Vito Nigro.

  • Festa patronale

La festa patronale si svolge il 2 ottobre a cui di solito si aggiunge un concerto nella serata del 3 ottobre.

Il 1º ottobre si svolge la 'fiera del bestiame', nel rione Belvedere, ed in serata si svolge un concerto bandistico in Piazza Municipio.

Musei modifica

 
Museo civico, ceramiche risalenti al IV secolo a.C.
  • Il Museo civico comunale, realizzato dopo la ristrutturazione di un'ala del castello, conserva principalmente di reperti archeologici risalenti al IV secolo a.C.
  • La Galleria d'arte municipale è stata realizzata all'interno del castello e ospita una collezione di tele prevalentemente del XX secolo.
  • Il Museo industriale idroelettrico, in contrada Centrale, conserva intatte le strumentazioni e le turbine della vecchia centrale idroelettrica di Villa Castelli.[62]

Centro di educazione ambientale modifica

Costruito nei pressi della gravina, è stato concepito come luogo di educazione al rispetto delle risorse naturali e all'approfondimento delle conoscenze relative alla biodiversità dell'ecosistema mediterraneo in collaborazione con il comune di Grottaglie e con Legambiente. Attualmente ospita al suo interno la biblioteca comunale, che conta circa 2000 volumi, che attualmente non prevede orari di apertura al pubblico.

Centro Don Tonino Bello modifica

Aperto nel 2009 presso l'ex macello comunale, è una struttura di accoglienza e cura delle donne violate[63].

 
Strada Pasquale Romano - Villa Castelli (Brindisi)

Enogastronomia modifica

 
purciddhuzzi

La cucina castellana è basata su pietanze della tradizione contadina della cucina pugliese.[64]

Piatti e prodotti tipici modifica

Vino e olio modifica

A Villa Castelli non sono presenti colture uva da vino, le cantine locali vinificano uve provenienti dai territori circostanti.

Cultura modifica

Cinema modifica

  • Vituccio - terra e canti, documentario sociale, regia di Matteo Greco, produzione: big Sur - Apulia Film Commission 2009.[senza fonte]
  • Pietro Alò la follia degli onesti, documentario sociale, regia di Francesco Lopez, produzione: Oz film 2007.[senza fonte]

Economia modifica

L'economia di Villa Castelli è prevalentemente basata sul settore primario, in particolare sull'olivicoltura e di alberi da frutto, specialmente mandorli. Al tradizionale allevamento di cavalli di razza murgese, presente dal XVII secolo ma ormai quasi del tutto abbandonato si aggiunge nelle masserie l'allevamento di ovini e caprini. Nel settore artigianale si perpetua la tradizionale costruzione di muratura a secco e dei trulli.

Nell'industria prevalgono gli oleifici e gli stabilimenti vinicoli. Per la produzione di elettricità a Villa Castelli si trovano un consistente impianto eolico installato in contrada Renna, a cui si aggiunge la centrale idroelettrica in contrada Battaglia. Questa fa parte dell'Acquedotto Pugliese, è posta al terminale del Canale Principale e all'inizio del Grande Sifone Leccese ed è stata aperta nel 1939, disponendo di due turbine Francis da 975 kW ciascuna. Ha funzionato fino al 1971 quando l'entrata in esercizio dell'Acquedotto del Pertusillo ridusse le portate idriche, ma nel 2009 è rientrata in servizio venendo alimentata da una turbina Pelton a 3 getti con potenza di 450 kW.[71]

Eventi modifica

  • Fiera, 1º ottobre, in rione Belvedere.
  • Rievocazione della Milano-Taranto (luglio).

Infrastrutture e trasporti modifica

Collegamenti stradali modifica

Trasporti pubblici modifica

Amministrazione modifica

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
30 luglio 1985 26 luglio 1990 Giuseppe Nigro Democrazia Cristiana Sindaco [72]
26 luglio 1990 28 dicembre 1994 Alessandro Neglia Partito Popolare Italiano, Democrazia Cristiana Sindaco [72]
25 gennaio 1995 24 aprile 1995 Clara Minerva Comm. pref. [72]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Vitantonio Caliandro lista civica Sindaco [72]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Vitantonio Caliandro lista civica Sindaco [72]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Francesco Nigro lista civica Sindaco [72]
8 giugno 2009 28 maggio 2014 Francesco Nigro lista civica Sindaco [72]
10 febbraio 2010 23 settembre 2009 Francesco Nigro lista civica Sindaco [72]
23 settembre 2009 10 febbraio 2010 Maria Antonietta Olivieri Comm. pref. [72]
10 febbraio 2010 28 maggio 2014 Francesco Nigro lista civica Sindaco [72]
28 maggio 2014 30 maggio 2019 Vitantonio Caliandro lista civica Sindaco [72]
30 maggio 2019 in carica Giovanni Barletta lista civica Sindaco [72]

Gemellaggi modifica

Sport modifica

A Villa Castelli sono presenti varie società sportive, in particolare il Villa Castelli Calcio, militante in Prima Categoria nella stagione 2023/2024. Inoltre si aggiunge un’altra disciplina sportiva molto praticata e molto amata ovvero il ciclismo rappresentata dal Team Bike Villa Castelli ASD. È presente anche una palestra di arti marziali praticata dall'ASD Team Fighters Villa Castelli che nel maggio 2021 si è classificata 1ª in Puglia e 7° in Italia su 100 palestre nei campionati italiani di kickboxing della Federkombat Italia.

Note modifica

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ legge regionale 20/12/2005
  4. ^ Classificazione sismica dei comuni italiani (a cura della Protezione Civile) (PDF), su protezionecivile.it. URL consultato il 25 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2010).
  5. ^ Catasto delle cavità naturali della Puglia- a cura della Federazione Speleologica Pugliese, su fspuglia.it. URL consultato l'8 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2022).
  6. ^ S. Laddomada, "L'attività del gruppo speleologico martinese nella Murgia", in Murgia Sotterranea. Bollettino del Gruppo speleologico martinese, 2, .
  7. ^ S. Laddomada, "Le grotte del territorio di Villa Castelli", in Paese,1,3, 1985.
  8. ^ F. Rittatore Vonwiller, "La grotta di Monte Fellone", in La Veneranda Anticaglia, Milano 1965
  9. ^ A. Soffredi, "La seconda campagna di scavi nella Grotta di Monte Fellone", in La veneranda Anticaglia, Milano 1966.
  10. ^ L. Morleo, Cenni geologici su Villa Castelli, opuscolo della direzione didattica della scuola elementare statale di Villa Castelli
  11. ^ Parco naturale Terre delle Gravine, istituito con la legge regionale n.18 del 20 dicembre 2005
  12. ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it. URL consultato il 25 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
  13. ^ C. Cafforio, Prehistoria di Rudiae Tarantina, Taranto 1938
  14. ^ Augusto Azzaroli, An early history of horsemanship, Brill, Leiden 1985, p. 129.
  15. ^ G. Neglia, Il fenomeno delle cinte di Specchie nella penisola salentina, Edizioni Adriatica, Bari, 1970.
  16. ^ D. Coppola, La grotta cultuale di Monte Scotano ed i resti dell'insediamento antico, in Murgia Sotterranea, n. 1, 1979.
  17. ^ S. Laddomada, L'attività del gruppo speleologico martinese nella Murgia, in Murgia Sotterranea, Bollettino del Gruppo Speleologico Martinese, Anno II, Martina Franca; S. Laddomada, Le grotte del territorio di Villa Castelli, in Paese, Villa Castelli, I, n. 3, 1985.
  18. ^ L'identificazione del sito di Pezza Petrosa con Rudiae risale agli anni trenta: Ciro Cafforio, Preistoria di Rudiae tarantina, Taranto, 1938, ed è stata recentemente riproposta: P. Scialpi, I Mirandoni, edizioni Pugliesi, Bari, 2005.
  19. ^ G. Musca (a cura di), Uomo e ambiente nel Mezzogiorno normanno-svevo, atti delle ottave Giornate normanno-sveve, Bari, 20-23 ottobre 1987, Dedalo ed., Bari 1989, p. 33.
  20. ^ R. Licinio, Castelli medievali, dai Normanni a Federico II e Carlo I d'Angiò, Dedalo editrice, Bari, 1994.
  21. ^ B. Ligorio, Federico II. Ebrei, castelli e ordini monastici in Puglia nella prima metà del XIII secolo, prefazione di S. Bernardi, Artebaria, Martina Franca, 2011, p. 57.
  22. ^ Primaldo Coco, Villa Castelli, vicende feudali e comunali di Villa Castelli, in Giornale d'Italia, a. 41 u. 130.
  23. ^ P. Palumbo, Storia, op. cit., p. 75.
  24. ^ L. Morleo, Breve storia di Villa Castelli, opuscolo della direzione didattica della scuola elementare statale di Villa Castelli.
  25. ^ P. Palumbo, Storia di Francavilla città in terra d'Otranto, Tip. Salentina, Lecce, 1870, doc. I, pp. 511-513.
  26. ^ G. Ungaro, Raccolta di memorie agrarie, politiche, economiche, legali riguardanti particolarmente il Regno di Napoli, Gaetano Raimondi, Napoli, 1813.
  27. ^ R. Biondi, Villa Castelli. Dalle proprietà degli Ungaro si sviluppa il paese, in Riflessioni. Umanesimo della pietra, Martina Franca, 1987.
  28. ^ R. Biondi, Villa Castelli: dal feudo al comune. Le grandi trasformazioni agrarie del duca Gioacchino Ungaro, in Riflessioni. Umanesimo della Pietra, Martina Franca, 1988.
  29. ^ P. Palumbo, Storia di Francavilla città in terra d'Otranto, Tip. Salentina, Lecce, 1870, p. 628.
  30. ^ Tra queste la masseria di "Fallacchia", nella quale venne ambientata un'opera teatrale settecentesca di Girolamo Bax (G. Bax, Nniccu Furcedda. Farsa pastorale del XVIII secolo in vernacolo salentino, Olschki editore, Firenze, 1964).
  31. ^ R. Church, Brigantaggio e società segrete nelle Puglie, Firenze, 1899 p. 51.
  32. ^ R. Quaranta, Don Ciro Annicchiarico, Edizioni del Grifo, Lecce, 2005.
  33. ^ C. Turrisi, La Diocesi di Oria nell'Ottocento, Università Gregoriana Editrice, Roma, 1978, p. 113.
  34. ^ A. Coco, Francavilla Fontana nella luce della storia, Congedo Editore, Galatina, 1988.
  35. ^ N. Cavallo, Odonomastica di Villa Castelli, la Tipografia, Torchiarolo, 2008.
  36. ^ L. Morleo, Dall'autonomia alla costruzione della chiesa, opuscolo della direzione didattica della scuola elementare statale di Villa Castelli.
  37. ^ Regio decreto dell'11 febbraio 1926, n. 308, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 3 marzo dello stesso anno, firmato da Vittorio Emanuele III
  38. ^ G. Ruotolo, La quarta mafia storie di mafia in Puglia, Napoli, 1994.
  39. ^ Oggi, settimanale di politica, attualità e cultura, Volume 36, 1980.
  40. ^ Gazzetta del Mezzogiorno, 18 luglio 1980
  41. ^ L'Unità, 8 agosto 1980; Avanti!, 8 agosto 1980; Il Giorno, 24 luglio 1980; Il Quotidiano di Brindisi, 3 agosto 1980; La Gazzetta del Mezzogiorno, 9 agosto 1980.
  42. ^ R. De Vita, Castelli, torri ed opere fortificate di Puglia, Adda, Bari 2001
  43. ^ A. P. Coco, Francavilla Fontana nella luce della storia, Congedo editore (ristampa), Galatina 1988, p.128
  44. ^ R. Biondi, Tabula Viarum di Villa Castelli
  45. ^ R.Biondi, Masserie del Sud, Villa Castelli 1997
  46. ^ P. Scialpi, I Mirmidoni e Villa Castelli, op. cit. p.131, 132
  47. ^ Guida storico artistica delle province di Lecce, Brindisi, Taranto, ed. Quotidiano di Lecce, 1997, pp.204-205.
  48. ^ Le misure esterne sono 28,05 m di larghezza (21,50 sulla facciata, pari alla sua altezza) e 38,13 m di lunghezza. L'altezza è di 33 m all'estradosso del lanternino e di 34,25 m all'estradosso del campanile.
  49. ^ Altari del Sacramento, del Crocefisso, di Francesco De Geronimo, della Madonna della Fontana e di santa Maria Immacolata
  50. ^ Sacro Cuore di Gesù, santa Maria Addolorata, due dedicate alla Madonna della Fontana, Madonna dei Fiori, san Giuseppe, san Gioacchino, san Francesco d'Assisi, san Vincenzo de Paoli, san Francesco di Geronimo, ed un antico Crocefisso.
  51. ^ S. Stoppa, Valle d'Itria un ponte tra Adriatico e Ionio, Touring Club Editore, 2005, p.131
  52. ^ "Cappella Vecchia", "Nuova", "dell'Antoglia", "di Pezza la Corte", "di San Cataldo", "della Madonna delle Grazie".
  53. ^ P. Scialpi, La fede fatta pietra a Villa Castelli, Edizioni Pugliesi, 2008
  54. ^ G. Bax, Nniccu Furcedda. Farsa pastorale del XVIII secolo in vernacolo salentino
  55. ^ . Sull'architrave della finestra centrale del piano superiore è incisa la data 1797
  56. ^ Archivio di Stato di Brindisi, notai di Ceglie Messapica, notaio Antonio Ligorio, atti da a.1654 - a.1564.
  57. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  58. ^ ditterio tratto da: A.G. Chirulli, "La saggezza antica dei dittèri popolari", ed. svi.pi onlus, Villa Castelli 2001
  59. ^ M. D'Elia, Canti popolari di Villa Castelli, Brindisi 1976
  60. ^ Delibera C.C. Villa Castelli n. 5/2011
  61. ^ M. Salvi G. Caramia, La pizzica nascosta: l'organetto nella musica e nei canti tradizionali di Villa Castelli, Calimera 2008
  62. ^ Rai Tre, TGR, 10 aprile 2010, edizione delle 14.
  63. ^ Quotidiano di Brindisi, 30 aprile 2009
  64. ^ Il sito che elenca i prodotti tipici dei comuni della Puglia, su tipicipuglia.it. URL consultato il 25 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2009).
  65. ^ L. Sada, Puglia in bocca, Edizioni Vespro, 1977
  66. ^ L. Sada, Cucina pugliese di poveri, Edizione del Centro Librario di Bari, 1974
  67. ^ L. Sada, Spaghetti e compagni, Biblioteca De la Taberna, 1982
  68. ^ si preparano facendo essiccare i fichi al sole, poi vengono scottati in acqua bollente e conservati in sacchi di tele con foglie di alloro, L. Sada, La cucina pugliese, Edizione Newton-Compton, 1994
  69. ^ Descrizione e preparazione delle cartellate, su tipicipuglia.it. URL consultato il 12 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2012).
  70. ^ Regolamento CE n. 1263/96
  71. ^ Mini/micro idroelettrico: quali possibilità? (PDF), su festivalacqua.org, 13 maggio 2019. URL consultato il 18 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2020).
  72. ^ a b c d e f g h i j k l http://amministratori.interno.it/
  73. ^ Città di Novara, delibera nº168 del 05-04-2006

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Puglia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Puglia