Visione fotopica
La visione fotopica [composto di φῶς (phaos/phōs), in greco antico «luce» e del tema greco ὀπ- (op-) «vedere»] è la visione diurna (detta anche visione a colori), dovuta unicamente all'attività dei coni della retina, e usata principalmente in presenza della luce del Sole.
Caratteristiche modifica
Il tipico livello di illuminazione ambientale, in cui è attiva esclusivamente la visione fotopica, è compreso tra quello della massima luce solare di mezzodì e quello più basso, appena dopo il tramonto (o prima dell'alba); con il limite superiore medio di 3200 Cd/m2, oltre il quale avviene uno sconforto per la potentissima luce del Sole (> 120 mila Cd/m2), ed il limite inferiore medio intorno a 10-20 Cd/m2, della tipica luce indiretta di inizio del crepuscolo serale (o della fine di quello matuttino). A livelli inferiori, la visione fotopica si mescola alla visione scotopica (nella visione mesopica) per tutto il crepuscolo e fino a livelli di 0,01 Cd/m2 (entrando nella notte fonda, dalla fine del crepuscolo astronomico), ma con variazioni individuali anche più ampie, fino a ~ 0,001 Cd/m2 per gli occhi più sensibili (vedi Tabella).
Negli esseri umani, la visione fotopica che consente la percezione dei colori, tramite i tre differenti tipi di coni retinici, ognuno maggiormente sensibile ad una stretta banda di frequenze, attribuibile al giallo, al verde e al indaco (o spesso indicata come rosso, verde e blu-violetto, o anche RGB), con un bilanciamento d'intensità luminosa adatto a percepire la luce bianca d'insieme (quella tipica del Sole, anche se giallognola), e potendo discriminare più di 1 milione di sfumature dei colori.
Si tratta del tipo di visione che si ha quando il livello d'illuminazione è "normale" (luce diurna), ovvero con livelli d'illuminamento compresi tra 0,01 lux fino a 100.000 lux,[1] e consente di rilevare differenze cromatiche. La visione a bassi livelli d'illuminamento (luce notturna) è la visione scotopica, mentre quella a livelli intermedi (luce crepuscolare) è la visione mesopica (vedi Tabella).
Tipo di visione | Illuminamento minimo | Illuminamento massimo |
---|---|---|
(lux) | (lux) | |
Scotopica | ||
Mesopica | ||
Fotopica |
La lunghezza d'onda della luce visibile nell'aria varia indicativamente da 380 a 750 nm[2] (dove le lunghezze d'onda corrispondenti in altri mezzi, come l'acqua, diminuiscono proporzionalmente all'indice di rifrazione), ma questi limiti non sono definiti in modo netto, e possono variare da individuo a individuo. In condizioni ottimali, la percezione visiva umana può ritenersi estesa tra 310 nm (ultravioletto) e 1100 nm (vicino infrarosso). L'occhio umano presenta una sensibilità massima, in visione diurna (fotopica), attorno alla lunghezza d'onda di 555 nm (frequenza di 540 THz)[3][4] ed è corrispondente a un colore descritto come verde brillante o gialloverde; mentre in visione notturna (scotopica), la dominante cromatica si sposta intorno a 510 nm (590 THz), coincidente a un colore verde-azzurro (che però di notte non viene percepito, dato che la visione scotopica è acromatica).
Colore | Lunghezza d'onda (nm) | Frequenza (THz) |
---|---|---|
Violetto | 380-450 | 670-790 |
Blu | 450-485 | 620-670 |
Ciano | 485–500 | 600–620 |
Verde | 520-565 | 530-600 |
Giallo | 565-590 | 510-530 |
Arancione | 590-625 | 480-510 |
Rosso | 625-750 | 400-480 |
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Note modifica
- ^ Ugo Vacca, Sicurezza in galleria ferroviaria: studio e progettazione di un sistema innovativo di illuminazione a sorgenti LED (PDF), su thesis.unipd.it, p. 38. URL consultato il 15 novembre 2023.
- ^ Luce, occhio, visione (PDF), su unirc.it. URL consultato il 5 novembre 2023.
- ^ La luce visibile (PDF), su online.scuola.zanichelli.it. URL consultato il 15 novembre 2023.
- ^ Le grandezze fotometriche (PDF), su Treccani.it.