William Marshall (attore)

attore statunitense (1924-2003)

William Marshall, conosciuto anche come William H. Marshall, all'anagrafe William Horace Marshall (Gary, 19 agosto 1924Los Angeles, 11 giugno 2003), è stato un attore e regista statunitense.

William Marshall

È noto principalmente per aver recitato nei panni del protagonista nel film blaxploitation del 1972 Blacula e nel sequel Scream Blacula Scream (1973).

Biografia modifica

Marshall nacque a Gary, nell'Indiana,[1] figlio di Thelma Edwards e del dentista Vereen Marshall.[2] Frequentò l'Università di New York come studente d'arte, ma successivamente si orientò verso una carriera di attore teatrale all'Actors Studio, all'American Theatre Wing, e con Sanford Meisner alla Neighborhood Playhouse.[3]

Debuttò a Broadway nel 1944 in Carmen Jones. Tra le sue altre partecipazioni in produzioni teatrali di Broadway, si fece notare anche come interprete shakespeariano sia negli Stati Uniti che in Europa, soprattutto nel ruolo di Otello, e venendo definito da Harold Hobson di The Sunday Times di Londra "il miglior Otello dei nostri tempi".[4]

Nei primi anni cinquanta, Marshall recitò per breve tempo nella serie poliziesca Harlem Detective. Lo show fu cancellato quando Marshall venne accusato di essere un comunista durante le indagini dell'House Committee on Unamerican Activities (HUAC).[5] Nonostante l'inserimento del suo nome nella lista nera per sospetto comunismo, Marshall continuò ad apparire sia al cinema che in televisione.

La carriera di Marshall al cinema iniziò nel 1952 quando partecipò al film La rivolta di Haiti (Lydia Bailey) nel ruolo di un leader Haitiano. Seguì poi la parte del gladiatore Glycon nel film del 1954 I gladiatori. La sua imponente statura fisica (era alto 1.96) gli favoriva ruoli di azione in questa prima parte di carriera.

Nel 1962, recitò nella serie televisiva britannica Gioco pericoloso, e in un episodio della serie Bonanza dove interpretò "Thomas Bowers", un cantante d'opera girovago. Nel 1964 lavorò in Organizzazione U.N.C.L.E., e nel 1968 fu il Dr. Richard Daystrom nell'episodio Il computer che uccide di Star Trek. Lo stesso anno recitò nel film Lo strangolatore di Boston con Tony Curtis. Sempre nel 1968, Marshall interpretò Otello in un musical jazz a Los Angeles, Catch My Soul, con Jerry Lee Lewis nel ruolo di Iago.[6] Ancora nel 1968 interpretò il ruolo del Narratore nell'opera Oedipus Rex di Igor Stravinskij alla Lyric Opera di Chicago diretta da Gian Pietro Calasso e Luigi Squarzina.

Nel 1969, recitò nel ruolo di Amalek in una puntata di Quel selvaggio West. Il suo ruolo più celebre al cinema arrivò nel 1972 grazie all'interpretazione del tormentato vampiro del titolo nel film Blacula, oggi ritenuto un cult movie del genere blaxploitation.

Dal 1987 al 1990 interpreta il personaggio di The King of Cartoons nella serie televisiva comica ideata e condotta da Paul Reubens nei panni di Pee-wee Herman, Pee-wee's Playhouse.

Marshall muore l'11 giugno 2003, a causa di complicazioni dovute alla malattia di Alzheimer e al diabete, dei quali soffriva da anni. Al suo funerale sono presenti Sidney Poitier, Ivan Dixon, Paul Winfield e Marla Gibbs.[7]

Filmografia parziale modifica

Attore modifica

Cinema modifica

Televisione modifica

Doppiatore modifica

Note modifica

  1. ^ Simone M. Sebastian, William Marshall, 78, Stage, screen actor starred in `Blacula', in Chicago Tribune, 22 giugno 2003.
  2. ^ William Marshall Biography (1924-2003), su filmreference.com, 1º luglio 2015.
  3. ^ Associated Press, William Marshall Biography (1924-2003), su CNN, 17 giugno 2003 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2003).
  4. ^ William Marshall, 'Blacula' actor, succumbs at 78., in Jet magazine, 30 giugno 2003. URL consultato il 1º luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  5. ^ David Caute, The Great Fear: The Anti-Communist Purge Under Truman and Eisenhower, Touchstone, 1º maggio 1979, ISBN 978-0-671-24848-2. URL consultato il 1º luglio 2015.
  6. ^ Robert Christgau, Any Old Way You Choose It, Cooper Square Press, giugno 2000, ISBN 978-0-8154-1041-6. URL consultato il 1º luglio 2015.
  7. ^ N/A, in eXo News, 9 luglio 2003.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN100920637 · ISNI (EN0000 0000 8346 2016 · LCCN (ENn88145157 · GND (DE1089855761 · BNE (ESXX1541046 (data) · BNF (FRcb14000552b (data) · J9U (ENHE987007316918305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n88145157