Statue del Redentore per il Giubileo del 1900
Le statue del Redentore per il Giubileo del 1900 sono venti sculture, cappelle e croci edificate su altrettante vette di monti italiani, a cavallo fra i secoli XIX e XX in omaggio a Gesù Redentore e su iniziativa di papa Leone XIII.
StoriaModifica
Alla fine del XIX secolo, papa Leone XIII propose la costruzione di venti monumenti per un grandioso omaggio a Dio[1], da edificarsi su altrettanti monti nelle diverse regioni italiane. L'idea fu subito accolta dalle diverse diocesi che crearono un comitato per la decisione delle venti località dove dovevano essere situati i monumenti, arrivando a stipulare più mappe dei siti.
II 5 settembre 1896, nell'ultima seduta generale del XIV Congresso cattolico italiano radunato in Fiesole, veniva annunciata l'iniziativa, già approvata e benedetta da Papa Leone XIII, per rendere omaggio a Gesù Cristo Redentore. Si formava il Comitato locale romano per l'omaggio a Gesù Cristo Redentore, presieduto dal comm. Filippo Tolli, che aveva in diverse diocesi italiane dei corrispondenti, attraverso i quali portare ad esecuzione pratica l'idea che, fra tante, fu la prescelta dal Comitato romano: consacrare 19 monti di diverse regioni italiane con la costruzione di altrettanti monumenti a Gesù Cristo Redentore. Successivamente i monti furono portati a 20 con l'aggiunta del monte Capreo nei pressi di Carpineto città natale di papa Gioacchino Pecci (Leone XIII).
Nel 1900 vennero murati nella porta santa della basilica di San Pietro[2] i venti mattoni provenienti dai rispettivi comitati locali, ed una pergamena esplicativa.
I venti monti indicati dal Comitato centrale erano i seguenti[3]:
- Mombarone, Piemonte settentrionale;
- Monviso, Piemonte meridionale;
- Monte Giarolo Piemonte ,Sud orientale
- Monte Saccarello, Liguria;
- Monte Guglielmo, Lombardia;
- Matajur, Veneto;
- Monte Cimone, Emilia-Romagna;
- Corno alle Scale, Toscana settentrionale;
- Monte Amiata, Toscana meridionale (vedi croce del Monte Amiata);
- Monte Vettore, Umbria e Marche settentrionali;
- Monte Cimino, Viterbese;
- Monte Guadagnolo, Regione Romana;
- Gran Sasso d'Italia, Abruzzo settentrionale;
- Majella, Abruzzo meridionale;
- Monte Altino, Lazio Maranola comune di Formia nel parco naturale dei monti Auronci;
- Monte Acero, Campania interna;
- Martina Franca, Puglia;
- Montalto, nell'Aspromonte, Calabria;
- Monte San Giuliano, Sicilia (vedi Monumento al Redentore (Caltanissetta));
- Monte Ortobene, Sardegna (vedi Statua del Redentore (Nuoro));
- Monte Capreo, Lazio[4].
Alcuni monumenti furono però realizzati solo in parte, o dopo tempo, come quelli sui monti Vettore e Cimino[2].
L'8 luglio 1899 il comitato spediva ai corrispondenti diocesani la seguente circolare:
"Illustrissimo e Reverendissimo Signore, |
Galleria d'immaginiModifica
Monumento sul monte San Giuliano a Caltanissetta (Sicilia)
- Monumento sul monte Cimone (Emilia-Romagna)
- Monumento sul monte Acero (diocesi di Telese o Cerreto)
Monumento sulla spalla meridionale del Monte Altino (Lazio)
- Monumento sul Monviso (Piemonte)
- Monumento sul monte Saccarello (Liguria-Piemonte)