Statuto di Kilkenny

Lo Statuto di Kilkenny fu una serie di trentacinque articoli emanati a Kilkenny nel 1367[1], con l'intento di frenare l'allarmante declino della dominazione Hiberno-Normanna sull'Irlanda.

Origine degli Statuti modifica

Dalla metà del XIII secolo, la presenza degli Hiberno-Normanni in Irlanda era progressivamente minacciata dal sorgere di potenti sovrani indigeni. Dal 1360 molti Hiberno-Normanni avevano adottato leggi, costumi e lingua irlandesi, al punto di essere tacciati di essere diventati "più Irlandesi degli Irlandesi (Hiberniores Hibernis ipsis)." L'esempio più noto fu quello dei de Burgh e della Guerra Civile dei Burke (1333 -1338) che portò alla disgregazione dei possedimenti del Ducato di Ulster in tre signorie separate, due delle quali si mostrarono apertamente ribelli alla corona.

Molte delle conquiste territoriali delle famiglie Hiberno-Normanne come i de Bermingham, i Butler, i FitzGerald[2] e i le Poer vennero ottenute in quel periodo se non interamente perse a favore dei sovrani e dei signori irlandesi, prima soggette a loro e poi interamente portate nella sfera d'influenza irlandese. Simili avvenimenti costituirono una perdita per la colonia che non poteva più essere sopportata dalla corona. Per questo motivo il parlamento tenutosi a Kilkenny nel 1367 emanò degli statuti che avrebbero dovuto aiutare a stroncare la minaccia. Kilkenny si trovava nel territorio inglese del Pale.

 
Lionello Plantageneto, I duca di Clarence, e fautore principale degli Statuti di Kilkenny
 
L'Irlanda nel XIV secolo. Kilkenny si trova tra Carlow e Waterford. Gli Ui Néill occupavano parte dell'Ulster, nel nord-est dell'isola. Le colonie inglesi occupavano quasi tutto il territorio.

Fautore degli statuti fu Lionello Plantageneto, I duca di Clarence e IV conte dell'Ulster per diritto ereditario di sua moglie - Elisabetta de Burgh, quarta Contessa dell'Ulster. Nel 1361, era stato inviato in Irlanda da Edoardo III per recuperare le sue terre nell'Ulster e fermare l'ondata di irlandesi che si stabilivano nelle colonie normanne. Poiché a Lionello spettavano di diritto gli enormi possedimenti dei de Burgh (comprendenti ampie zone dell'Ulster, il Connacht e il Munster) egli aveva tutto l'interesse a ripristinare il dominio degli Hiberno-Normanni.

Gli statuti erano un tentativo di prevenire la mescolanza tra le due nationes, irlandese e inglese, e riaffermare tra gli inglesi la loro vera cultura originaria.

A questo si aggiungevano anche le minacce militari alla presenza anglo-normanna in Irlanda, come la fallita invasione scozzese di Edward Bruce, fratello di Robert Bruce, nel 1315. Tale aggressione era stata difesa e quindi appoggiata dal capo irlandese Domhnall Ó Néill, il quale aveva scritto una rimostranza a papa Giovanni XXII, dicendo di

«Per gli inglesi che abitano la nostra terra, che chiamano se stessi di "metà nazione", e che sono così diversi nel carattere dagli inglesi dell'Inghilterra e dalle altre nazioni da poter essere definiti non un popolo di medio livello ma di massima perfidia»

La Legislazione modifica

La sezione di apertura degli statuti riassume la situazione in questo modo:

«Dall'epoca della conquista dell'Irlanda, e per molto tempo dopo, gli Inglesi di suddetta terra usavano parlare in lingua Inglese, usavano modi di cavalcare e di vestirsi Inglesi, ed erano governati, sia loro che i loro sudditi chiamati Betaghes, secondo la legge Inglese. Tuttavia ora molti inglesi di suddetta terra, dimenticando la lingua Inglese, gli usi e costumi e le leggi Inglesi, vivono e si governano secondo gli usi e i costumi dei nemici Irlandesi e usano la loro lingua; ed hanno stipulato matrimoni ed alleanze tra loro e i suddetti nemici Irlandesi; dacché la detta terra, e il sovrano popolo d'Inghilterra e la lealtà dovuta al sovrano, e le leggi Inglesi tutte sono decadute e perdute.»

La legislazione si preoccupava soprattutto di definire che cosa fosse inglese e che cosa fosse irlandese, in modo da impedire la "media natio" che tanto il regno inglese temeva, nonostante fosse ormai una realtà massiccia. Bisogna sottolineare, infatti, che lo Statuto non si rivolgeva ai nativi, ma agli inglesi e in special modo ai lord anglo-normanni[3].

Quando gli statuti si rivolgono agli irlandesi è per sottolineare la sfiducia e il sospetto dei coloni nei loro confronti. Per esempio, nella sezione 15 si intimida ai bardi irlandesi che giungono nei territori inglesi, sospettandoli di essere

«agenti che vengono tra gli inglesi per spiare i loro segreti, i loro piani e la politica degli inglesi, cosa da cui è derivato spesso grande male»

Lo Statuto II sottolineava come fosse profonda la decadenza dell'influenza Inglese sulla colonia, e il modo in cui combatterla:

«È anche stabilito che nessuna alleanza tramite matrimonio, adozione di figli, concubinaggio o per amore, e in nessuna altra maniera, debba da ora in poi essere stipulata tra gli Inglesi e gli Irlandesi; e che nessun Inglese, in tempo di pace o di guerra, doni o venda a un Irlandese cavalli o armi, e se qualcuno oserà farlo, verrà giudicato e condannato a morte come traditore del nostro sovrano.»

Altri statuti ordinavano e stabilivano che

  • Ogni Inglese faccia uso della lingua Inglese, e riceva un nome Inglese, abbandonando completamente l'uso dei nomi Irlandesi; e che ogni Inglese faccia uso dei costumi, dell'abbigliamento e del modo di cavalcare e di comportarsi secondo la sua origine[4]
  • Che nessun Inglese che da ora in poi abbia una qualche disputa con un altro Inglese la sottoponga alla legge Marcia o alle Leggi Brehon[5]
  • Che nessun Irlandese della nazione d'Irlanda sia ammesso in una cattedrale o chiesa collegiata per provvigione, collazione o per presentazione di altra persona, e che non sia ammesso a godere di alcun beneficio della Santa Chiesa tra gli Inglesi di questa terra[6]

Fallimento degli Statuti modifica

Tali misure vennero emanate troppo tardi ed erano insufficienti. Uomini come il Duca di Clarence e i suoi luogotenenti nativi non avevano né le finanze né le risorse per attuarle. Così vennero fatti degli accordi accomodanti con i sovrani ed i signori irlandesi - come il pagamento della cosiddetta "Rendita Nera" alle dinastie degli O Morda, dei Mac Murrough, degli Ua Conchobhair Falighe per prevenire scorribande e saccheggi - poiché la colonia non aveva altra scelta per sopravvivere.

Lionello fu costretto ad abbandonare l'Irlanda l'anno successivo, e gli Hiberno-Normanni d'Irlanda continuarono nel loro lungo declino[7]. Solo all'alba del XVII secolo il processo si sarebbe arrestato anche se ad un prezzo molto alto.

Note modifica

  1. ^ The Statute of Kilkenny, su libraryireland.com.
  2. ^ Letteralmente "figlio di Gerald", da qui il cognome irlandese Fitzgerald
  3. ^ Eleanor Hull, A History of Ireland.
  4. ^ art.2, A Statute of the Fortieth Year of King Edward III, su celt.ucc.ie.
  5. ^ art.3, A Statute of the Fortieth Year of King Edward III, su celt.ucc.ie.
  6. ^ A Statute of the Fortieth Year of King Edward III.
  7. ^ Brendan Bradshaw, The Irish Constitutional Revolution of the Sixteenth Century, 0521222060, 9780521222068 Cambridge University Press 1979.

Bibliografia modifica

  • Henry Fitz-Patrick Berry, Statutes and ordinances and acts of the Parliament of Ireland. King John to Henry V. Stature rolls of the Parliament of Ireland, Dublin, 1907
  • Eleanor Hull, A History of Ireland, 1931
  • Domhnall Ó Néill, Edmond Curtis (trad.), Remonstrance of Irish Chiefs to Pope John XXII, 1317/2008
  • G. J. Hand, The forgotten statutes of Kilkenny: A brief survey, in Irish Jurist 1 (2)
  • Katherine Simms, Gaelicization in Medieval Ireland: An Encyclopedia, Routledge 2005
  • James Muldonn, Medieval notions of difference in Lang and Berel, Race and racism in theory and practice, Rowman and Littlefild, 2000
  • The Statutes of Kilkenny, in Encyclopedia of Irish History and Culture, 1st ed. Thompson Gale 2004

Collegamenti esterni modifica

  Portale Irlanda: accedi alle voci di Wikipedia che parlano dell'Irlanda