Stile moresco

stile architettonico
Disambiguazione – Se stai cercando uno stile dell'Eclettismo (arte), vedi stile neomoresco.

Per stile moresco si intende un tipo di arte islamica sviluppatasi tra la fine dell'XI secolo e la fine del XV nell'area del Mediterraneo occidentale, in particolare Spagna (al-Andalus) e Maghreb. Tale stile nacque dalle reciproche influenze artistiche siriaco-musulmane, giunte a Cordova grazie agli Omayyadi, stemperate nell'austerità delle arti e culture berbero-musulmane tipiche delle dinastie africane degli Almoravidi e degli Almohadi con venature di culture classiche romane e visigotiche dell'Andalusia.

Alcázar di Siviglia, Siviglia (1364)

Il nome deriva dal termine "Moros" con cui si indicavano in Spagna gli invasori musulmani di provenienza nordafricana (detti anche "Mori").[1]

Dal punto di vista architettonico, lo stile moresco si caratterizza per le sue linee severe ed essenziali, dalle chiare volumetrie e semplici piante. Comune è l'uso di cupole formate da archi intrecciati, di ornati ricchi e raffinati realizzati in stucco o gesso modellato o dipinto e dorato, di mosaici in ceramica, di bassissimi rilievi scolpiti e motivi geometrici o vegetali, di sobrie decorazioni architettoniche. Caratterizzante lo stile moresco è anche l'uso intenso di ceramiche a lustro (prodotte dai "mori" presenti in Spagna), solitamente decorate con raffinati disegni e colorate principalmente in blu e oro. Altro tratto caratteristico è l'uso costante del capitello, che prende spunto da un modello romano.

Volgarmente si dice "moresco" lo stile di abitazioni genericamente tinte di bianco a calce, con intonaco grezzo, coperture poco squadrate, inserti di ceramiche colorate.

NoteModifica

  1. ^ Moresco, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 13 aprile 2013.
    «morésco agg. [dallo spagn. morisco, der. di moro «moro1»] (pl. m. -chi)»

Collegamenti esterniModifica

  • Stile moresco, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 13 aprile 2013.