Sultanato di Pasai
Sultanato Pasai | |
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Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | Samudera Darussalam |
Lingue ufficiali | Malese |
Capitale | Pasai |
Politica | |
Forma di Stato | Monarchia |
Capo di Stato | Malik ul Salih (1267–1297) Zainal Abidin IV (1514–1517) |
Nascita | 1267 con Malik ul Salih |
Causa | Incoronazione del primo sultano |
Fine | 1521 con Zainal Abidin IV |
Causa | Invasione dei portoghesi |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Sud-est asiatico |
Territorio originale | Indonesia |
Economia | |
Valuta | Monete Dirham |
Religione e società | |
Religione di Stato | Islam sunnita |
Mappa di Pasai, odierna Lhokseumawe di Sumatra, provincia di Aceh. | |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Srivijaya |
Succeduto da | ![]() ![]() |
Ora parte di | ![]() |
Il Samudera Pasai, noto anche come Samudera, Pasai, Samudera Darussalam o Pacem, fu un regno portuale islamico della costa settentrionale di Sumatra esistito dal XIII al XVI secolo. Si crede che il regno fosse fondato da Merah Silu, che si convertì in seguito all'Islam e adottò il nome di Malik ul Salih nell'anno 1267 d.C.
VI sono poche prove che consentono uno studio storico del regno.[1]
EtimologiaModifica
In base al Hikayat Raja-raja Pasai, 'Samudera' potrebbe essere forse derivade dal termine Semudera ([səmudəra]), ossia "grossa formica".[2] Tale nome fu dato da Merah Silu quando scoprì una formica grande come un gatto mentre stava cacciando su un'"altitudine".[2] Eventualmente, il posto divenne la fondazione di uno stato, il cui nome adottato fu appunto "Semudera".[2]
È teorizzato anche "Samudera" che derivasse da Samudra, che vuol dire "oceano" in sanscrita e Tamil.
La letteratura sopra citata indica anche l'origine del nome "Pasai", che proviene da Si-Pasai, il cane da caccia del Sultano Malik al Salleh, che divenne Merah Silu dopo essersi convertito all'Islam.[2][3] La leggenda narra che il sultano Malik al Salleh, mentre si trovava a caccia con un cane, avesse incontrato un cervo che non ebbe paura del cane, ed anzi gli abbaiò addosso. Stupito, il sultano lo ritenne un buon segno per fondare un nuovo stato per il figlio, il sultano Malik Al Tahir.[3] Il cane morì dopo che lo stato fu fondato.[3] Malik al Salleh lo seppellì lì e arrivò a dare il nome al luogo di sepoltura.[3]
Nel XIV secolo, il viaggiatore italiano Odorico da Pordenone usò il nome Sumoltra per Samudra, e, come conseguenza, gli scrittori europei usarono forme simili del nome per riferirsi alla stessa isola di Sumatra.[4][5]
StoriaModifica
Pasai esportò la sua cultura, e soprattutto la sua lingua — una forma primitiva di malese scritta nell'alfabeto Jawi — a un certo numero di isole of islands; in seguito, tale lingua divenne la lingua franca tra i commercianti delle odierne Indonesia e Malesia.
I musulmani provenienti dall'Arabia de dall'India commerciavano in Indonesia e Cine per molti secoli. Una lapide nella Giava orientale porta una data corrispondente al 1082. Tuttavia, una prova sostanziale dell'Islam in Indonesia apparve per la prima volta nella parte settentrionale del Sumatra alla fine del XIII secolo, dove esistevano due regni islamici commerciali, ovvero quello di Pasai e quello di Peureulak, o Perlak. Una tomba reale del 1297 a Samudra è iscritta interamente in lingua araba. Nel XV secolo, si verificò uno sviluppo di molti regni portuali, tutti dominati da principi islamici locali, dalla costa nord id Giava a oriente fino a Ternate e Tidore nelle Isole Molucche. Marco Polo vi trascorse cinque mesi, e menzionò Ferlec, Basma e Samara (Samudera) nelle sue storie, in quello che sarebbe stato chiamato Il Milione. Un altro famoso viaggiatore, Ibn Battuta, un viaggiatore marocchino, durante il suo viaggio in Cina trascorse 15 giorni a Samudera.
La fondazione dei primi centri islamici in Indonesia era probabilmente il risultato di varie circostante commerciali. Nel XIII secolo, il crollo di Srivijaya portò dei commercianti stranieri ai porti di Sumatra, nel golfo del Bengala, al sicuro dai covi dei pirati all'estremo meridionale dello stretto di Malacca. Il Sumatra settentrionale aveva un entroterra ricco in oro e foreste, oltre che di pepe, che veniva coltivato all'inizio del XV secolo, e fu accessibile a tutti i mercanti dell'arcipelago che volevano incontrare le navi dall'Oceano Indiano.
Nel 1345, Ibn Battuta visitò Samudra Pasai, dove scrisse nel suo viaggio che il sovrano di quel regno era un islamico e un pio, che fece i suoi doveri religiosi con non poco zelo. Il madh'hab che osservava era l'Imam Al-Shafi‘i. A quel tempo, Samudera Pasai era il confine del Dār al-Islām, perché nessun territorio ad est era governato da un sovrano islamico. Ibn Battuta lodò la gentilezza e l'ospitalità dimostrata dal sultano di Samudera Pasai; lì vi rimase per circa due settimane nella città di mura di legno come ospite del sultano. Trascorse le due settimane, il sultano gli diede una quantità di scorte sufficienti per viaggiare in Cina, dove ci arrivò con una delle giunche del sultano..[7]
Alla fine del XIV, Samudra-Pasai era diventato un fiorente centro commerciale, dando il via a sua volta, nel XV secolo, a un periodo di splendore al porto di Malacca, meglio protetto, nella costa sudovest della penisola malese. Il regno di Majapahit, però, attaccò e saccheggiò il palazzo nel mezzo del XIV secolo.
Il potere economico e politico di Pasai dipendeva quasi interamente dagli stranieri. Probabilmente, i commercianti e insegnanti islamici parteciparono alla sua amministrazione fin dall'inizio, ed erano in grado di introdurre delle pratiche religiose come per sentirsi a casa. Le prime rive islamiche in Indonesia, soprattutto Pasai, erano in un certo senso delle creazioni genuine dell'Islam, che comandavano la lealtà della popolazione locale e incoraggiavano le attività scolastiche. In modo simile, nuovi regni portuali si formarono nella costa settentrionale di Giava. Tomé Pires, autore del Suma Oriental, scrivendo poco dopo il 1511 sulle oscure origini etniche dei fondatori di Cheribon, Demak, Japara, e Gresik. Questi stati costieri servirono come punti di commercio con India e Cina, e soprattutto con Malacca, un importatore del riso giavanese. I sovrani di Malacca, nonostante la loro origine prestigiosa che risale al Srivijaya, accettà l'Islam precisamente per attrarre commercianti islamici e giavanesi nel loro porto.
I portoghesi occuparono Pasai nel 1521, 10 anni dopo la loro conquista di Malacca. Grazie ai portoghesi, il luogo divenne noto in Europe come "Pacem".[8] In seguito, il Sultanato di Aceh avrebbe preso il controllo di Pasai.
Lista dei sovraniModifica
La seguente è la lista dei sovrani che dominarono il Sultanato di Samudera Pasai:-[9]
No | Periodo | Sultano / Gelar | Note ed eventi storici importanti |
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1 | 1267–1297 | Sultano Malikussaleh (Meurah Silu) | Fondatore del Samudra Pasai |
2 | 1297–1326 | Sultano Al-Malik azh-Zhahir I / Muhammad I | Introdusse le monete d'oro |
3 | 1326 – 133? | Sultano Ahmad I | Attaccò il regno di Karang Baru, a Tamiang |
4 | 133? – 1349 | Sultano Al-Malik azh-Zhahir II | Fu visitato da Ibnu Batutah |
5 | 1349–1406 | Sultano Zainal Abidin I | Il suo regno fu attaccato da Majapahit |
6 | 1406–1428 | Ratu Nahrasyiyah | Il suo regno segna l'età doro di Samudra Pasai |
7 | 1428–1438 | Sultano Zainal Abidin II | |
8 | 1438–1462 | Sultano Shalahuddin | |
9 | 1462–1464 | Sultano Ahmad II | |
10 | 1464–1466 | Sultano Abu Zaid Ahmad III | |
11 | 1466–1466 | Sultano Ahmad IV | |
12 | 1466–1468 | Sultano Mahmud | |
13 | 1468–1474 | Sultano Zainal Abidin III | Fu rovesciato dal fratello |
14 | 1474–1495 | Sultano Muhammad Syah II | |
15 | 1495–1495 | Sultano Al-Kamil | |
16 | 1495–1506 | Sultano Adlullah | |
17 | 1506–1507 | Sultano Muhammad Syah III | Noto per aver avuto due tombe |
18 | 1507–1509 | Sultano Abdullah | |
19 | 1509–1514 | Sultano Ahmad V | Presa di Malacca (1511) |
20 | 1514–1517 | Sultano Zainal Abidin IV |
NoteModifica
- ^ Ricklefs, M.C. 1991. A History of Modern Indonesia since c.1300. 2nd Edition, Stanford: Stanford University Press, p. 15. ISBN 0-333-57690-X
- ^ a b c d J. P. Mead, A Romanized Version of the Hikayat Raja-Raja Pasai, in Journal of the Straits Branch of the Royal Asiatic Society, n. 66, 1º gennaio 1914, p. 9, JSTOR 41561000.
- ^ a b c d J. P. Mead, A Romanized Version of the Hikayat Raja-Raja Pasai, in Journal of the Straits Branch of the Royal Asiatic Society, n. 66, 1º gennaio 1914, p. 17, JSTOR 41561000.
- ^ Sir Henry Yule (a cura di), Cathay and the Way Thither: Being a Collection of Medieval Notices of China, Issue 36, pp. 86-87.
- ^ William Marsden, History of Sumatra, containing an account of the government (etc.), 1811, pp. 4-10.
- ^ Justine Vaisutis, Indonesia, Lonely Planet, January 2007, pp. 419–, ISBN 978-1-74104-435-5.
- ^ Ibn Battuta's Trip: Chapter 9 Through the Straits of Malacca to China 1345 – 1346, in The Travels of Ibn Battuta A Virtual Tour with the 14th Century Traveler, Berkeley.edu. URL consultato il 14 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2013).
- ^ Journal of the Malaysian Branch of the Royal Asiatic Society, Volume 33, Parts 1–4. Quote: "The Portuguese knew Pasai as Pacem."
- ^ Taqiyuddin Muhammad, Daulah Shalihiyyah Di Sumatera, CISAH, 2011, pp. 115-186.