Supersaurus vivianae

genere di animali della famiglia Diplodocidae

Supersaurus (il cui nome significa "lucertola super") è un genere estinto di dinosauro sauropode diplodocide vissuto nel Giurassico superiore, circa 153 milioni di anni fa (Titoniano) in quella che oggi è la Formazione Morrison, in Colorado, e forse anche dalla Formazione Lourinhã, in Portogallo, con la possibile specie S. lourinhanensis.[1] I fossili di questo animale furono scoperti dalla paleontologa Vivian Jones a Delta, Colorado, nel 1972.[2]

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Supersaurus
Scheletro ricostruito di S. vivianae
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Sauropsida
Superordine Dinosauria
Ordine Saurischia
Sottordine † Sauropodomorpha
Clade † Neosauropoda
Famiglia † Diplodocidae
Sottofamiglia † Diplodocinae
Genere Supersaurus
Jensen, 1985
Nomenclatura binomiale
† Supersaurus vivianae
James Jensen, 1985
Sinonimi
  • Dystylosaurus edwini
    Jensen, 1985
  • Ultrasauros macintoshi
    (Jensen, 1985) Olshevsky, 1991 [formalmente Ultrasaurus]
  • Dinheirosaurus?
    Bonaparte & Mateus, 1999

Descrizione modifica

 
Dimensioni di Supersaurus (arancione), comparato ad altri sauropodi ad un uomo

Il Supersaurus è uno dei più grandi dinosauri conosciuti, e al contrario di molti altri è conosciuto per resti fossili ben conservati, che dimostrerebbero che l'animale poteva essere lungo 33-34 metri fino ad oltre i 40 (108/112 - 131 piedi), per un peso di 35-40 tonnellate.[3] La possibile specie portoghese, S. lourinhanensis invece era più piccola raggiungendo una lunghezza approssimativa di 25 metri (82 piedi).[4]

I primi campioni descritti di Supersaurus erano costituiti da singole ossa, che suggerivano la presenza di un grande diplodocide. Una grande vertebra cervicale, proveniente dalla stessa cava fu poi assegnata a Supersaurus, indicando che il collo dell'animale era eccezionalmente allungato. Questa vertebra misura 1.380 millimetri ed è la vertebra cervicale conosciuta più lunga del regno animale.[5]

L'assegnazione al genere Supersaurus di campioni più completi, come l'esemplare WDC DMJ-021, suggerisce che l'animale era molto simile nella struttura e nell'anatomia al ben noto Apatosaurus. Tuttavia, rispetto a quest'ultimo il Supersaurus era meno robusto e possedeva particolari vertebre cervicali allungate, detenendo quindi uno dei più lunghi colli tra i sauropodi noti.[3]

Classificazione modifica

La maggior parte degli studi sulle relazioni filogenetiche dei diplodocidae ha diviso la famiglia in due sottogruppi principali: i Diplodocinae (contenente i diplodocidi più strettamente legati a Diplodocus che ad Apatosaurus) e gli Apatosaurinae (contenente i diplodocidae più strettamente legati ad Apatosaurus che a Diplodocus). Originariamente, si pensava che il Supersaurus fosse strettamente legato al diplodocide Barosaurus anch'esso dotato di un lungo collo, e quindi classificato come un membro della sottofamiglia dei Diplodocinae, tuttavia, con l'assegnazione del più completo esemplare WDC DMJ-021, successivi studi hanno provato che il Supersaurus fosse un parente stretto di Apatosaurus, facente quindi parte del gruppo degli Apatosaurinae.[3] Alcuni studi successivi hanno però messo in dubbio questo paradigma. Uno studio completo sulle relazioni tra i diplodocoidi, pubblicato da Whitlock nel 2011, ha provato che lo stesso Apatosaurus non potesse formare la base dell'albero genealogico di diplodocidae, e altri "apatosaurini", tra cui Supersaurus, sono stati considerati più strettamente imparentati con Diplodocus (rendendoli quindi diplodocinae).[6]

 
Olotipo di Supersaurus, una scapulocoracoide (BYU 9025)

Nel 2015, un nuovo studio a livello filogenetico sostenne che il diplodocidae Dinheirosaurus lourinhanensis dovesse essere raggruppato con Supersaurus. Lo studio ritiene che il Dinheirosaurus rappresenterebbe una nuova specie di Supersaurus, creando la specie Supersaurus lourinhanensis.[2]


Diplodocidae

Amphicoelias altus

Apatosaurinae

Specie senza nome

Apatosaurus ajax

Apatosaurus louisae

Brontosaurus excelsus

Brontosaurus yahnahpin

Brontosaurus parvus

Diplodocinae

Specie senza nome

Tornieria africana

Supersaurus lourinhanensis

Supersaurus vivianae

Leinkupal laticauda

Galeamopus hayi

Diplodocus carnegii

Diplodocus hallorum

Kaatedocus siberi

Barosaurus lentus

Storia della scoperta modifica

 
Dettaglio della testa e del collo dell'esemplare WDC DMJ-021, soprannominato 'Jimbo', al Wyoming Dinosaur Center

I resti fossili originali di Supersaurus sono stati scoperti nel Dry Mesa Quarry, nel 1972. Questi resti erano molto poveri e si componevano principalmente di un cingolo scapolare, un ischio e una vertebra caudale. Sulla base di questi limitati resti fossili, il paleontologo James A. Jensen descritto il genere Supersaurus, designando la scapulocoracoide BYU 9025 (originariamente etichettata come BYU 5500) come l'olotipo del genere. Questo cingolo scapolare era lungo circa 2,4 metri (8 piedi), da un'estremità all'altra. Il campione era già stato descritto informalmente come "Supersaurus", già nel 1973,[7] ma non fu ufficialmente descritto e nominato fino a dieci anni dopo, nel 1985.

Il paleontologo Jack McIntosh, specializzato in sauropodi, ritenne che l'esemplare BYU di Supersaurus potesse in realtà appartenere ad una grande specie di Barosaurus. Tuttavia alla fine constatò anche lui che il Supersaurus fosse un genere a sé stante valido.[8]

Nel 1996, è stato ritrovato un nuovo esemplare, classificato come WDC DMJ-021 e soprannominato 'Jimbo', molto più completo ritrovato nella Contea di Converse, Wyoming, per poi essere assegnato a Supersaurus solo nel 2007. L'esemplare rappresenta circa il 30% dello scheletro completo dell'animale. Attualmente i fossili sono esposte presso il Wyoming Dinosaur Center. È stato anche fatto un confronto tra WDC DMJ-021 e altri campioni precedentemente assegnati a Supersaurus, al fine di contribuire a decidere quale materiale dal Dry Mesa Cava apparteneva al genere. Tra il materiale indicato vi è una serie di vertebre caudali e un'ulna che potrebbe appartenere a qualche altro diplodocide.[3]

Il Supersaurus è presente nella zona stratigrafica 5 della Formazione Morrison, e risalente al Titoniano.[9]

Ultrasauros modifica

 
James A. Jensen con una ricostruzione scheletrica della gamba di Ultrasauros

Jensen, già autore della descrizione dell'esemplare olotipo di Supersaurus, nello stesso periodo segnalò la scoperta di un altro sauropode gigantesco, che in seguito sarebbe stato chiamato "Ultrasaurus" macintoshi[10] (in seguito ribattezzato Ultrasauros macintoshi). L'olotipo (il campione utilizzato per definire una nuova specie) di Ultrasauros, era un osso dorsale (vertebra dorsale, etichettata BYU 9044), che pare provenisse da un esemplare di Supersaurus. Difatti in realtà, probabilmente, il fossile apparteneva ad un esemplare di Supersaurus, scoperto nella medesima cava, nel 1972. Pertanto, l'Ultrasauros è diventato un sinonimo junior di Supersaurus, che essendo stato nominato per primo mantiene quindi la priorità, mentre il nome Ultrasauros è stato abbandonato.[11]

Altre ossa, ritrovate nella medesima cava e originariamente assegnate ad Ultrasauros, come un cingolo scapolare (scapulocoracoide BYU 9462), in realtà appartenevano al genere Brachiosaurus, probabilmente un grosso esemplare di Brachiosaurus altithorax.[11] Queste ossa indicherebbero un grande esemplare, sebbene rientri nelle dimensioni massime, e un po' più grande del "Brachiosaurus" brancai (oggi Giraffatitan brancai) montato al Museum für Naturkunde, di Berlino. Gli esemplari più grandi di Brachiosaurus sono conosciuti dai Letti Tendaguru, in Tanzania, Africa orientale.

 
Vertebra dorsale BYU 9044, l'olotipo di Ultrasauros, ora assegnato a Supersaurus, al Museum of Ancient Vita

Originariamente, queste ossa combinate di Supersaurus e Brachiosaurus si credeva rappresentassero un singolo dinosauro con una lunghezza stimata a circa 25-30 metri (da 80 a 100 piedi), 8 metri (25 piedi) di altezza al garrese, 15 metri (50 piedi) di altezza totale, per un peso di forse 70 tonnellate (75 tonnellate corte). Al momento, le stime di massa variava fino a 180 tonnellate,[12], che lo mise nella stessa categoria di peso con la balenottera azzurra e l'altrettanto problematico Bruhathkayosaurus matleyi.

La denominazione del chimerico Ultrasauros ha una storia molto complicata. L' Ultrasaurus (con la finale "u") è stata la scelta originale, ed è stato ampiamente utilizzato dai media dopo la scoperta del 1979. Tuttavia, il nome di una nuova specie deve essere pubblicato con una descrizione per diventare ufficiale.

Prima che Jim Jensen pubblicasse la sua scoperta nel 1985, un altro paleontologo, Kim Haang Mook, utilizzò il nome Ultrasaurus in una pubblicazione del 1983 per descrivere quello che credeva fosse un dinosauro gigante nella Corea del Sud. Sebbene in realtà il genere coreano fosse un dinosauro molto più piccolo di quello descritto da Jensen, Kim pensava che i fossili rappresentassero un animale simile e gigantesco, confondendo però un omero con un'ulna. Mentre la logica di denominazione non era corretta, l'Ultrasaurus del ritrovamento di Kim soddisfaceva i requisiti per la denominazione e divenne un genere legittimo e a sé stante, anche se dubbio. Così, a causa di ciò Jensen non poté pubblicare il suo "Ultrasaurus" fino al 1985, in quanto il nome di Kim manteneva la priorità ufficiale del nome, e Jensen fu costretto a scegliere un nuovo nome (in termini tecnici, la scelta originale era "preoccupato" dal sauropode di Kim). Nel 1991, su suo suggerimento, George Olshevsky cambiò una lettera del nome, e rinominando il dinosauro di Jensen, Ultrasauros, con la "o" finale.

 
Pelvio BYU 130185, attualmente assegnato a Supersaurus, al Museo di Vita antica-Thanksgiving Point.

Quando si è scoperto che il nuovo nome rappresentava due specie distinte, e già note, il nome Ultrasauros è diventato un sinonimo junior di Supersaurus. Dal momento che le ossa del Brachiosaurus sono state utilizzate solo come riferimento secondario per la nuova specie, Ultrasauros non è un sinonimo junior per Brachiosaurus. Dal momento che Supersaurus è stato nominato per primo, il nome Ultrasauros è stato scartato a favore di Supersaurus.

Sinonimi supplementari modifica

Un altro dinosauro diplodocidae ritrovato nei pressi dell'originaria cava di Supersaurus, anch'esso conosciuto da una vertebra dorsale (olotipo BYU 5750), è stato nominato Dystylosaurus edwini, ed è ora considerato come un esemplare di Supersaurus vivianae. Quindi, Dystylosaurus è diventato anche un sinonimo junior di Supersaurus.[13]

Paleoecologia modifica

 
L'habitat del Brontosaurus comprendeva, vaste pianure erbose semi aride, in un ambiente molto simile a quello della moderna Tasmania.

Tutti i resti fossili di Supersaurus, sono stati recuperati nella famosa Formazione Morrison, una formazione geologica che comprende una breve sequenza di superficie marina e una di sedimenti alluvionali che, secondo la datazione radiometrica, è compresa tra 156,3 e i 146,8 milioni di anni fa,[14][15] il che la colloca dal tardo Oxfordiano, il Kimmeridgiano e all'inizio del Titoniano, durante il periodo Giurassico. L'habitat di questa formazione doveva avere un clima semi-arido con una stagione secca e una umida. Il Bacino Morrison, la zona dove vivevano i dinosauri, si estendeva dal New Mexico all'Alberta e all'Saskatchewan, e si è formata quando i precursori della Front Range delle Montagne Rocciose iniziavano a spingere l'una verso l'altra ad ovest. I depositi dei fiumi che scorrevano lungo queste montagne in formazione hanno creato dei bacini di drenaggio, che hanno poi dato origine a vari torrenti, fiumi, laghi, canali fluviali, pianure paludose e pianure alluvionali.[16] Questa formazione è simile in età e per fauna alla Formazione Lourinha in Portogallo, da cui proverrebbe la presunta specie S. lourinhanensis.[17]

La Formazione Morrison era un ambiente densamente popolato da diverse specie di animali, e gran parte della fauna erbivora era composta da sauropodi, come il Supersaurus.[18] L'habitat del Brontosaurus era abitato anche da feroci predatori come i teropodi Ceratosaurus, Ornitholestes, Torvosaurus, Saurophaganax e il famoso e comune Allosaurus. La fauna erbivora comprendeva anche i giganteschi sauropodi Apatosaurus, Brontosaurus, Brachiosaurus, Camarasaurus e Diplodocus, e gli ornitischi Camptosaurus, Dryosaurus e Stegosaurus.[19] L’Allosaurus era il predatore all'apice della formazione, rappresentando da solo il 70-75% dei resti di teropodi scoperti.[20] Altri vertebrati che abitavano questi luoghi, erano un gran varietà di pesci spinati, rane, salamandre, tartarughe, rhynchocephalia, lucertole, crocodylomorphi terrestri e acquatici e diverse specie di pterosauri. Nei fiumi erano presenti una gran varietà di conchiglie bivalve e lumache d'acqua. La flora di quell'habitat era composta prevalentemente da alghe verdi, funghi, muschi, equisetum, cycadi, ginkgo e le diverse famiglie di conifere. L'ambiente variava in base alla disponibilità di acqua: lungo i fiumi si addensavano grandi foreste con pavimenti di felci arboree e felci, mentre nell'entroterra dominavano le savane con radi alberi di Araucaria e le conifere Brachyphyllum.[21]

Le formazioni del Giurassico del Portogallo, dove è stata ritrovata la specie S. lourinhanensis hanno una fauna molto simile alla Formazione Morrison, ma hanno una forte influenza marina. Molti dei dinosauri della Formazione Morrison sono gli stessi generi visti nelle rocce portoghesi (soprattutto Allosaurus, Ceratosaurus, Torvosaurus e Stegosaurus), oppure son delle controparti europee dei generi americani, come il Lusotitan, il Draconyx e il Miragaia.[22]

Note modifica

  1. ^ Turner, C.E. and Peterson, F., (1999). "Biostratigraphy of dinosaurs in the Upper Jurassic Morrison Formation of the Western Interior, U.S.A." Pp. 77–114 in Gillette, D.D. (ed.), Vertebrate Paleontology in Utah. Utah Geological Survey Miscellaneous Publication 99-1.
  2. ^ a b Tschopp, E., Mateus O., & Benson R. B. J. (2015). A specimen-level phylogenetic analysis and taxonomic revision of Diplodocidae (Dinosauria, Sauropoda). PeerJ. 3, e857., 4
  3. ^ a b c d David M. Lovelace, Hartman, Scott A. e Wahl, William R., Morphology of a specimen of Supersaurus (Dinosauria, Sauropoda) from the Morrison Formation of Wyoming, and a re-evaluation of diplodocid phylogeny, in Arquivos do Museu Nacional, vol. 65, n. 4, 2007, pp. 527–544.
  4. ^ O. Mateus, Paleontological Collections of the Museum of Lourinhã (Portugal) (PDF), in J.M. Brandao, P.M. Callapez, O. Mateus e P. Castro (a cura di), Colecções e museus de Geologia: missão e gestão, Universidade de Coimbra e Centro de Estudos e Filosofia da História da Ciência Coimbra, 2010, pp. 121–126.
  5. ^ Mathew J. Wedel, Cifelli, R.L. e Sanders, R.K., Sauroposeidon proteles, a new sauropod from the Early Cretaceous of Oklahoma (PDF), in Journal of Vertebrate Paleontology, vol. 20, n. 1, marzo 2000, pp. 109–114, DOI:10.1671/0272-4634(2000)020[0109:SPANSF]2.0.CO;2.
  6. ^ Whitlock, J.A. (2011). "A phylogenetic analysis of Diplodocoidea (Saurischia: Sauropoda)." Zoological Journal of the Linnean Society, Article first published online: 12 Jan 2011. DOI10.1111/j.1096-3642.2010.00665.x
  7. ^ George, J. 1973. Supersaurus. The biggest brute ever. Denver Post, Empire Magazine. May 13, 1973. (condensed in: Reader's Digest, Jun. 1973: 51-56.)
  8. ^ John S. McIntosh, The genus Barosaurus Marsh (Sauropoda, Diplodocidae), in Tidwell, Virginia e Carpenter, Ken (a cura di), Thunder-lizards: The Sauropod Dinosaurs, Bloomington, Indiana University Press, 2005, pp. 38–77, ISBN 0-253-34542-1.
  9. ^ Foster, J. (2007). "Appendix." Jurassic West: The Dinosaurs of the Morrison Formation and Their World. Indiana University Press. pp. 327-329.
  10. ^ Jensen, J.A. (1985). "Three new sauropod dinosaurs from the Upper Jurassic of Colorado." Great Basin Naturalist, 45: 697-709.
  11. ^ a b Curtice, B., Stadtman, K., and Curtice, L. (1996) "A re-assessment of Ultrasauros macintoshi (Jensen, 1985)." Pp. 87-95 in M. Morales (ed.), The Continental Jurassic: Transactions of the Continental Jurassic Symposium, Museum of Northern Arizona Bulletin number 60.
  12. ^ McGowan, C. (1991). Dinosaurs, Spitfires and Sea Dragons. Harvard University Press, Cambridge, MA
  13. ^ B. Curtice e Stadtman, K., The demise of Dystylosaurus edwini and a revision of Supersaurus vivianae, in McCord, R.D. e Boaz, D. (a cura di), Western Association of Vertebrate Paleontologists and Southwest Paleontological Symposium - Proceedings 2001, Mesa Southwest Museum Bulletin, vol. 8, 2001, pp. 33–40.
  14. ^ K.C. Trujillo, Chamberlain, K.R. e Strickland, A., Oxfordian U/Pb ages from SHRIMP analysis for the Upper Jurassic Morrison Formation of southeastern Wyoming with implications for biostratigraphic correlations, in Geological Society of America Abstracts with Programs, vol. 38, n. 6, 2006, p. 7.
  15. ^ S.A. Bilbey, Cleveland-Lloyd Dinosaur Quarry - age, stratigraphy and depositional environments, in Carpenter, K.; Chure, D.; and Kirkland, J.I. (eds.) (a cura di), The Morrison Formation: An Interdisciplinary Study, Modern Geology 22, Taylor and Francis Group, 1998, pp. 87–120, ISSN 0026-7775 (WC · ACNP).
  16. ^ Dale A. Russell, An Odyssey in Time: Dinosaurs of North America, Minocqua, Wisconsin, NorthWord Press, 1989, pp. 64–70, ISBN 978-1-55971-038-1.
  17. ^ Octávio Mateus, Jurassic dinosaurs from the Morrison Formation (USA), the Lourinhã and Alcobaça Formations (Portugal), and the Tendaguru Beds (Tanzania): A comparison, in Foster, John R.; and Lucas, Spencer G. (eds.) (a cura di), Paleontology and Geology of the Upper Jurassic Morrison Formation, New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin, 36, Albuquerque, New Mexico, New Mexico Museum of Natural History and Science, 2006, pp. 223–231.
  18. ^ John Foster, Jurassic West: The Dinosaurs of the Morrison Formation and Their World, Indiana University Press, 2007, pp. 273–329, ISBN 978-0-253-34870-8.
  19. ^ Daniel J. Chure, Litwin, Ron, Hasiotis, Stephen T., Evanoff, Emmett e Carpenter, Kenneth, The fauna and flora of the Morrison Formation: 2006, in Foster, John R.; and Lucas, Spencer G. (eds.) (a cura di), Paleontology and Geology of the Upper Jurassic Morrison Formation, New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin, 36, Albuquerque, New Mexico, New Mexico Museum of Natural History and Science, 2006, pp. 233–248.
  20. ^ John R. Foster, Paleoecological Analysis of the Vertebrate Fauna of the Morrison Formation (Upper Jurassic), Rocky Mountain Region, U.S.A., New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin, 23, Albuquerque, New Mexico, New Mexico Museum of Natural History and Science, 2003, p. 29.
  21. ^ Kenneth Carpenter, Biggest of the big: a critical re-evaluation of the mega-sauropod Amphicoelias fragillimus, in Foster, John R.; and Lucas, Spencer G. (eds.) (a cura di), Paleontology and Geology of the Upper Jurassic Morrison Formation, New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin, 36, Albuquerque, New Mexico, New Mexico Museum of Natural History and Science, 2006, pp. 131–138.
  22. ^ Octávio Mateus, Jurassic dinosaurs from the Morrison Formation (USA), the Lourinhã and Alcobaça Formations (Portugal), and the Tendaguru Beds (Tanzania): A comparison, in Foster, John R. e Lucas, Spencer G. (a cura di), Paleontology and Geology of the Upper Jurassic Morrison Formation, New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin, 36, Albuquerque, New Mexico, New Mexico Museum of Natural History and Science, 2006, pp. 223–231.

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