Swinging London
Questa voce o sezione sull'argomento sociologia non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
Swinging London è un termine che viene genericamente applicato a un insieme di tendenze e dinamiche culturali che si svilupparono in Gran Bretagna (e a Londra in particolare) negli anni 1960.

Gran parte di questo fenomeno vide la gioventù orientarsi verso il nuovo e il moderno, e risultò in una rivoluzione culturale nel Regno Unito. Fu un periodo di ottimismo e di edonismo, come furono gli anni 1960 per gran parte del mondo occidentale.
ContestoModifica
Il termine (dall'inglese to swing – "oscillare" o "dondolare") venne coniato in un articolo sul TIME del 15 aprile 1966, ma veniva usato già in precedenza per indicare qualcosa che dondola, oscilla, nella fattispecie, seguendo la moda del momento.[1]
Riguardò soprattutto la musica pop del periodo, quando gli artisti del Regno Unito dominavano l'industria discografica mondiale, ma anche la moda, la fotografia, il cinema e le arti (pop art, ecc.). I suoi simboli principali furono i Beatles e i Rolling Stones, seguiti poi dagli Who, nonché la moda delle minigonne. Uno dei catalizzatori di questo fenomeno fu il recupero dell'economia del Regno Unito dopo il periodo di austerità e razionamenti del secondo dopoguerra, che durò per gran parte degli anni 1950.
Nel cinemaModifica
Blow-Up, il film del 1966 di Michelangelo Antonioni, illustra il gusto dell'epoca. Un altro film, decisamente più leggero, ambientato nella Swinging London è Absolute Beginners (1986), diretto da Julien Temple, tratto dall'omonimo romanzo di Colin MacInnes (intitolato Principianti assoluti nell'edizione italiana). Un documentario fortemente rappresentativo del periodo è Tonite Let's All Make Love in London di Peter Whitehead.
Nella musicaModifica
Gruppi come Beatles e Rolling Stones avevano già avviato il fenomeno della cosiddetta British invasion che proseguì con gruppi come Who, Small Faces, Yardbirds, Troggs, Action e Creation, simboli della controcultura musicale del periodo. La musica e la moda sono strettamente collegate tra loro, dunque lo stile di questo movimento entra a pieno titolo nelle vetrine di Carnaby Street e King's Road. Anche la televisione si accorge ben presto di queste band, che apparivano in programmi giovanili come Ready Steady Go! indossando gli abiti di moda in quel periodo e invogliando anche i loro fan a vestirsi come loro. La moda e la musica andavano di pari passo, "stile" era la parola d'ordine.
Nell'arteModifica
NoteModifica
- ^ (EN) 'The Youngest Legend in History': Cultures of Consumption and the Mythologies of Swinging London, IngentaConnect.com.
BibliografiaModifica
- (EN) Tom Salter, Carnaby Street, Margaret and Jack Hobbs, 1970, ISBN 0-85138-009-3.
- (EN) Jeff Nuttall, Bomb culture, MacGibbon & Kee, 1968, ISBN 0-261-62617-5.
- (EN) Bernard Levin, The Pendulum Years, Jonathan Cape, 1970, ISBN 0-224-61963-2.
- (EN) George Melly, Revolt into Style, Penguin Books, 1970, ISBN 0-7139-0166-7.
- (EN) Dominic Sandbrook, White heat: A history of Britain in the swinging sixties, Little, Brown, 2006, ISBN 0-316-72452-1.
- (EN) Dominic Sandbrook, Never had it so good: A history of Britain from Suez to the Beatles, Little, Brown, 2005, ISBN 0-316-86083-2.