La sterpazzola (Sylvia communis) è un uccello della famiglia dei Silvidi appartenente al genere dei Sylvia.[1]

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Sterpazzola
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Oscines
Infraordine Passerida
Superfamiglia Sylvioidea
Famiglia Sylviidae
Genere Sylvia
Specie S. communis
Nomenclatura binomiale
Sylvia communis
Latham, 1787
Sterpazzola in Nederlandsche Vogelen, vol. 2 (1789)

Descrizione modifica

Le sterpazzole hanno dimensioni che vanno dai 13 ai 18 cm di lunghezza e pesano dai 12 ai 17 g. La parte superiore del corpo è bruno-grigiastra, le ali sono di un colore rubicondo e la parte inferiore è color latte. La gola ha una chiazza biancastra, attorno agli occhi si trova un anello biancastro. Le gambe sono beige. La coda è relativamente lunga. Il maschio ha un ciuffo grigio e la femmina uno marrone. Possono arrivare a otto anni di vita. Il richiamo è di solito un fed fed o un void void.

Ambiente modifica

Si trova in tutta Europa fuorché nel nord della Scandinavia. È un uccello migratore dai lunghi tragitti ed ha il suo quartier generale nell'Africa sub-sahariana. La sterpazzola vive in luoghi con arbusti e piante spinose.

Nutrimento modifica

La sterpazzola si nutre di insetti, invertebrati, bacche, ragni e larve.

Riproduzione modifica

 
Uovo di Cuculus canorus canorus in un nido di Sylvia communis Museo di Tolosa

La maturità sessuale si raggiunge dopo il primo anno di vita. I nidi sono costruiti dalle femmine con fili d'erba, peli, radici e sono ben nascosti tra le stoppie a poca altezza dal terreno. Le femmine depongono da 4 a 5 uova e il tempo di cova va da 11 a 12 giorni; i partner si danno il cambio nel covare. I piccoli, nudi, restano nel nido per 12 - 13 giorni. Spesso nel nido della sterpazzola si trovano anche uova di cuculo.

Note modifica

  1. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Sylviidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato l'8 maggio 2014.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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