Teatro critico universale

Il Teatro critico universale, o Discorsi diversi in tutti i tipi di argomenti per deludere errori comuni, (nello spagnolo originale, Teatro crítico universal, o Discursos varios en todo género de materias para desengaño de errores comunes) è una vasta raccolta di saggi scritti del poligrafo spagnolo Benito Jerónimo Feijoo e pubblicati dal 1726 al 1740.[1]

Ritratto di Benito Jerónimo Feijoo, Retratos de Españoles Ilustres, 1791.

Consiste di centodiciotto saggi che trattano un enorme numero di soggetti diversi: filologia, fisica, matematica, scienze naturali, medicina, astronomia, geografia, economia, diritto, religione, politica, filosofia, letteratura, eccetera. Fu uno dei lavori più pubblicizzati e controversi del Settecento, raggiungendo la figura di oltre 600 000 copie vendute, e tradotto, quasi sempre parzialmente, in inglese, francese, italiano,[2] tedesco e portoghese.

L'obiettivo di Feijoo è stato enunciato nel titolo, cercando di correggere vecchie superstizioni, pregiudizi e costumi. Feijoo mostra, d'altra parte, l'opinione di una parte significativa dei suoi critici, uno stile semplice, a volte brillante, influenzato della prosa francese. Il Teatro è una delle opere d'arte più rappresentative dell'Illuminismo, nella Spagna dei Borbone del XVIII secolo.[3]

Note modifica

  1. ^ Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana, tomo XXIII, página 1159. Madrid: Espasa Calpe, 1924.
  2. ^ Teatro critico universale, ossia Ragionamenti in ogni genere di materia. Tradotto dallo spagnuolo nell'idioma italiano dall'abbate D. Antonio Eligio Martínez. Genova, 1777-1782, 8 vols.
  3. ^ Ferrarin, A. R., Diccionario Literario Bompiani de obras y personajes de todos los tiempos y todos los países, tomo X. página 41. Barcelona: Hora, 1992.