Temisto (astronomia)
Temisto (Θεμιστώ in lingua greca), o Giove XVIII, è un satellite naturale minore del pianeta Giove.
Temisto (Giove XVIII) | |
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Immagini di riscoperta di Temisto riprese dal telescopio UH88 dell'Università delle Hawaii nel novembre 2000. | |
Satellite di | Giove |
Scoperta | 30 settembre 1975 |
Scopritori | Charles Kowal Elizabeth Roemer |
Parametri orbitali | |
(all'epoca J2000) | |
Semiasse maggiore | 7 391 650 km |
Perigiovio | 5 909 000 km |
Apogiovio | 8 874 300 km |
Circonf. orbitale | 45 972 400 km |
Periodo orbitale | 129,82761 giorni (0,3554 anni) |
Velocità orbitale |
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Inclinazione sull'eclittica | 45,81° |
Inclinazione rispetto all'equat. di Giove | 13,865° |
Eccentricità | 0,2006 |
Dati fisici | |
Diametro medio | ~8 km |
Superficie | ~2 × 108 m² |
Volume | ~2,7 × 1011 m³ |
Massa | 6,89 × 1014 kg
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Densità media | 2,6 × 103 kg/m³ |
Acceleraz. di gravità in superficie | ~0,0029 m/s² |
Velocità di fuga | ~4,8 m/s |
Temperatura superficiale |
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Pressione atm. | nulla |
Albedo | 0,04 |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 21 |
Scoperta
modificaTemisto fu individuato per la prima volta da Charles Kowal e Elizabeth Roemer il 30 settembre 1975,[1] e al momento della scoperta ricevette la designazione provvisoria S/1975 J 1. Non fu tuttavia possibile effettuare sufficienti osservazioni per stabilirne l'orbita, e si persero le tracce dell'oggetto.
Nel 2000 Scott Sheppard, David Jewitt, Yanga Fernández e Eugene Magnier scoprirono quello che sembrava un nuovo satellite di Giove, che ricevette la designazione provvisoria S/2000 J 1. Ben presto si comprese che si trattava dello stesso corpo celeste del 1975.[2] Queste osservazioni furono subito correlate con altre effettuate il 6 agosto 2000 da parte di un gruppo composto da Brett J. Gladman, John J. Kavelaars, Jean-Marc Petit, Hans Scholl, Matthew J. Holman, Brian G. Marsden, Philip D. Nicholson e Joseph A. Burns, che erano state comunicate al Minor Planet Center, ma non pubblicate in una IAU Circular (IAUC).[3]
Denominazione
modificaNell'ottobre 2002, l'Unione Astronomica Internazionale (IAU) gli ha assegnato la denominazione ufficiale che fa riferimento a Temisto,[4] che nella mitologia greca era figlia di Inaco e aveva avuto dei figli da Zeus.
Parametri orbitali
modificaL'orbita di Temisto è insolita, perché il satellite orbita isolatamente quasi a metà strada tra il gruppo dei satelliti medicei e il gruppo di Imalia, composto da satelliti irregolari in moto progrado attorno al gigante gassoso.
Caratteristiche fisiche
modificaTemisto ha un diametro di circa 8 km (assumendo un'albedo di 0,04).[5] Anche se il telescopio spaziale NEOWISE non ha potuto calcolare il valore esatto dell'albedo a causa del ristretto periodo di osservazione,[6] è noto che il suo indice di colore è B−V=0,83, V−R=0,46 e V−I=0,94.[7]
Note
modifica- ^ Brian G. Marsden, IAUC 2845: Probable New Satellite of Jupiter, su cbat.eps.harvard.edu, International Astronomical Union Central Bureau for Astronomical Telegrams, 3 ottobre 1975.
- ^ Brian G. Marsden, IAUC 7525: S/1975 J 1 = S/2000 J 1, su cbat.eps.harvard.edu, International Astronomical Union Central Bureau for Astronomical Telegrams, 25 novembre 2000.
- ^ MPEC 2000-Y16: S/1975 J 1 = S/2000 J 1, S/1999 J 1, su minorplanetcenter.org, International Astronomical Union Minor Planet Center, 19 dicembre 2000.
- ^ Daniel W. E. Green, IAUC 7998: Satellites of Jupiter, su cbat.eps.harvard.edu, International Astronomical Union, 22 ottobre 2002.
- ^ Sheppard, S. S.; Jewitt, D. C.; An abundant population of small irregular satellites around Jupiter, Nature, 423 (May 15, 2003), pp. 261–263
- ^ T. Grav, J. M. Bauer, A. K. Mainzer, J. R. Masiero, C. R. Nugent e R. M. Cutri, NEOWISE: Observations of the Irregular Satellites of Jupiter and Saturn (PDF), in The Astrophysical Journal, vol. 809, n. 1, agosto 2015, p. 9, Bibcode:2015ApJ...809....3G, DOI:10.1088/0004-637X/809/1/3, arXiv:1505.07820, 3.
- ^ Tommy Grav, Holman, M. J., Gladman, B. J. e Aksnes, K., Photometric survey of the irregular satellites, in Icarus, vol. 166, n. 1, 2003, pp. 33–45, Bibcode:2003Icar..166...33G, DOI:10.1016/j.icarus.2003.07.005, arXiv:astro-ph/0301016.
Altri progetti
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