Teopompo (re di Sparta)
(GRC)
«τὸν Θεοπόμπου τοῦ βασιλέως ἐπαινούντων λόγον, ὅς, εἰπόντος τινὸς σώζεσθαι τὴν Σπάρτην διὰ τοὺς βασιλεῖς ἀρχικοὺς γεγονότας, ‘μᾶλλον,’ εἶπε, ‘διὰ τοὺς πολίτας πειθαρχικοὺς’.» |
(IT)
«A un tale che asseriva: "Sparta si regge perché i suoi re sanno comandare", "Dì piuttosto perché i suoi cittadini sanno ubbidire", rispose Teopompo.» |
(Plutarco, Vita di Licurgo, 30, 3, traduzione di Carlo Carena, Mondadori 1984) |
Teopompo | |
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Re Euripontide di Sparta | |
In carica | VIII secolo a.C. |
Predecessore | Nicandro |
Successore | Anassandrida I |
Nome completo | Θεόπομπος |
Nascita | Sparta, VIII secolo a.C. |
Morte | 675 a.C. circa |
Casa reale | Euripontidi |
Padre | Nicandro |
Figli | Anassandrida I |
Teopompo (in greco antico: Θεόπομπος, Theòpompos; Sparta, VIII secolo a.C. – 675 a.C. circa) è stato un re di Sparta della dinastia Euripontide.
BiografiaModifica
Succeduto al padre Nicandro, Teopompo condusse gli Spartani al successo nella prima guerra messenica, verso la fine dell'VIII secolo a.C.[1]: una vittoria celebrata anche dal poeta Tirteo[2].
Aristotele sostiene che sia stato Teopompo ad istituire l'eforato al tempo della prima guerra messenica.[3] Questa tradizione è confermata da Plutarco,[4] che ricorda anche un aneddoto al riguardo: quando la moglie del re lo rimproverò per aver sminuito i poteri dei re in favore dei cinque efori, che da quel momento in poi avrebbero affiancato i sovrani nel governo di Sparta, Teopompo rispose che in quel modo avrebbe reso la diarchia più duratura, perché meno assoluta e quindi meno invisa alla cittadinanza.[4]
Lo storico di Cheronea ricorda anche che l'istituzione dell'eforato fu motivato dal fatto che le guerre messeniche impegnavano entrambi i re così attivamente che i sovrani ebbero bisogno di alcuni assistenti per l'amministrazione ordinaria della città.[5]
Sempre secondo la testimonianza di Plutarco, fu Teompompo, assieme al collega[6] Polidoro, a modificare la legislazione di Licurgo, istituendo una procedura secondo la quale se, durante l'approvazione di una legge da parte dell'Apella,[7] l'assemblea avesse proposto delle modifiche alla legge stessa, i re e la Gherusia[8] avrebbero avuto facoltà di sciogliere l'assemblea, per evitare che la proposta legislativa venisse snaturata dalla volontà popolare.[9]
Morì nel 675 a.C. circa. Secondo Erodoto[10] il suo successore fu il figlio Anassandrida I, mentre secondo Pausania, dopo la morte di Teopompo il trono euripontide passò direttamente al nipote Zeussidamo.[11]
NoteModifica
- ^ Pausania, Periegesi della Grecia, III, 3, 2; IV, 6,4-5.
- ^ Tirteo, fr. 5 West.
- ^ Aristotele, V, 1313a.
- ^ a b Plutarco, Vita di Licurgo, 7.
- ^ Plutarco, Vita di Cleomene, 10.
- ^ A Sparta era in vigore un regime di diarchia, con due re di due differenti famiglie contemporaneamente in carica coi medesimi poteri esecutivi.
- ^ L'assemblea dei cittadini.
- ^ Il consiglio degli anziani.
- ^ Plutarco, Vita di Licurgo, 6.
- ^ Erodoto, Storie, VIII, 131.
- ^ Pausania, Descrizione della Grecia, III, 7, 5-6.
BibliografiaModifica
- Fonti primarie
- Erodoto, Storie.
- Pausania, Periegesi della Grecia.
- Plutarco, Vite parallele: Licurgo, Cleomene.
- Fonti secondarie
- (EN) William Smith (a cura di), Theopompus, in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, 1870.