Terremoto del Bhutan del 2009

Il terremoto del Bhutan del 2009 è stato un evento sismico di 6,1[1] magnitudo momento (Mw) verificatosi il 21 settembre 2009 alle ore 14:53 locali nella parte orientale del Bhutan. L'epicentro è stato calcolato a circa 180 chilometri a est della capitale Thimphu, nel Distretto di Mongar. Il terremoto è stato avvertito anche in Bangladesh, Tibet e India. In tutto hanno perso la vita almeno dodici persone, la maggior parte dei quali a causa del crollo della propria casa; ci sono anche stati almeno 15 feriti.[2]

Terremoto del Bhutan del 2009
Data21 settembre 2009
Ora14:53 (Bhutan Time; UTC +6)
Magnitudo Richter6,1
Magnitudo momento6,1
Profondità14 km
EpicentroGewog di Ngatshang, Distretto di Mongar
27°20′45.6″N 91°24′43.2″E / 27.346°N 91.412°E27.346; 91.412
Stati colpitiBandiera del Bhutan Bhutan
Bandiera del Bangladesh Bangladesh
Bandiera dell'India India
Vittime12 morti, 15 feriti
Mappa di localizzazione: Bhutan
Terremoto del Bhutan del 2009
Posizione dell'epicentro

Nel Bhutan sono andati distrutti monasteri buddisti, edifici pubblici e privati, tra cui almeno mille abitazioni, costringendo gli abitanti a dormire all'aperto.[2] Anche nella città indiana di Guwahati sono stati danneggiati alcuni edifici.[3]

Il terremoto è stato giudicato "uno dei maggiori disastri recenti" dal primo ministro del Bhutan, Jigme Thinley.[2]

Dopo il 21 settembre modifica

In totale ci sono state sette scosse d'assestamento[4].

La più grande è stata misurata in 5,7 gradi sulla scala Richter ed è stata avvertita in Myanmar e negli stati nord dell'India di Assam, Arunachal Pradesh, Nagaland e Manipur.

Note modifica

  1. ^ (EN) Bhutan hit by strong earthquake, in BBC News, 21 settembre 2009. URL consultato il 24 settembre 2009.
  2. ^ a b c (EN) Bhutan PM laments quake disaster, in BBC News, 23 settembre 2009. URL consultato il 24 settembre 2009.
  3. ^ Scossa in Bhutan: 3 morti, in ANSA, 21 settembre 2009. URL consultato il 24-9-2009.
  4. ^ (EN) Wasbir Hussain, Strong earthquake kills 12 in Bhutan, in The Sydney Morning Herald, 22 settembre 2009. URL consultato il 27-09-2009.