The Bells (film 1926)

film del 1926 diretto da James Young

The Bells è un film del 1926, diretto da James Young.

The Bells
Titolo originaleThe Bells
Lingua originaledidascalie inglesi
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1926
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generethriller
RegiaJames Young
SoggettoAlexandre Chatrian, Emile Erckmann, Leopold Lewis
SceneggiaturaJames Young
ProduttoreI. E. Chadwick
Casa di produzioneChadwick Pictures Corporation
FotografiaL. William O'Connell
Interpreti e personaggi

Trama modifica

Anno 1868. Mathias è il proprietario di un bar e di altre attività imprenditoriali nel villaggio pedemontano (immaginario) di Alsatia, e vuole diventare sindaco ("borgomastro"[1]): per questo motivo egli cerca di ingraziarsi la benevolenza dei notabili locali offrendo loro spesso e volentieri da bere nel proprio locale, o cedendo loro a credito (che il più delle volte non viene esatto) la farina del proprio mulino – il tutto con la contrarietà della moglie Catharina. Mathias è nello stesso tempo – e anche proprio per la sua improvvida gestione degli affari – fortemente indebitato col concittadino Jerome Frantz, che, se alla scadenza stabilita non avrà ricevuto quanto dovuto pignorerà il bar. Frantz propone a Mathias di annullare il debito se solo gli concederà la mano della figlia Annette, che però sta iniziando una storia d'amore con il neo-nominato gendarme del paese, Christian. Mathias rifiuta sdegnosamente.

Alla fiera del paese Mathias viene convinto da una chiromante a farsi leggere il futuro: la donna, dopo aver esaminato le linee della mano di lui, si ritrae inorridita e rifiuta anche il compenso. Nella stessa occasione Mathias incontra l'inquietante figura di un illusionista, detto "il mesmerista"[2]. Sotto Natale, vari clienti sono radunati, la sera, nel bar di Mathias, mentre, di fuori, una tormenta di neve sta imperversando: improvvisamente fa il suo ingresso un figuro barbuto, che saluta gli attoniti astanti con la frase "La pace sia con voi!". Dice di essere Baruch Koweski, un mercante di Varsavia, e vuole prendere riparo per qualche tempo nella locanda prima di riprendere, in carrozza, il suo viaggio notturno. Gli altri avventori, alla spicciolata, lasciano il locale. Solo Mathias e Baruch Koweski vi si trattengono, bevendo pregiati vini. Mathias nota la sacca che il mercante reca legata alla cintura: è piena di monete d'oro sonante. Quando Baruch si accommiata, Mathias, armatosi di un'ascia, lo segue, lo uccide e gli ruba il denaro. Prima di morire Baruch agita davanti a Mathias i sonagli dei cavalli.

Il giorno dopo Mathias non solo paga agevolmente il suo debito verso Frantz, ma avanza tanto del denaro rubato da considerarsi, a buona ragione, ricco. L'omicidio viene scoperto: solo, il cadavere è sparito. Di lui rimangono solo pochi capi d'abbigliamento e i campanellini dei cavalli. Christian si sta occupando del caso: egli ipotizza che il corpo sia stato incenerito in una calcara, e Mathias, in paese, è anche proprietario di alcune fornaci siffatte. Nello stesso tempo Christian chiede a (ed ottiene da) Mathias la mano della figlia Annette.

Mathias è eletto borgomastro. Ma nello stesso tempo i suoi rimorsi di coscienza lo sopraffanno, ed egli comincia a essere vittima di allucinazioni. Un altro figuro barbuto si presenta ad Alsatia, salutando con la frase "La pace sia con voi!". È Jethro Koweski, il fratello di Baruch, che ha saputo dell'assassinio del fratello: egli offre una sontuosa taglia a chi lo aiuterà a identificare l'omicida; e si fa aiutare dal mesmerista.

Annette e Christian si sposano. Durante la susseguente festa Mathias si apparta. Le campane della chiesa gli sembrano suonare come le campanelle agitate dalla sua vittima. Si addormenta e sogna di essere portato a giudizio per il suo misfatto: l'accusatore è Jerome Frantz, e il mesmerista lo ipnotizza inducendolo a confessare pubblicamente il proprio delitto, e ad ammettere di aver egli stesso incenerito il cadavere di Baruch in una delle sue fornaci. Mathias ha un bel accusare il mesmerista di stregoneria: viene condannato a morte senza appello. Quando si sveglia è visitato dal fantasma di Baruch, che lo saluta: "La pace sia con voi!". Mathias si accascia, morto.

Produzione modifica

Il film è basato sul lavoro teatrale del 1867 Le Juif Polonais ("L'ebreo polacco") di Alexandre Chatrian e Emile Erckmann. L'opera è stata tradotta in inglese nel 1871 da Leopold Lewis, ed è stata rinominata The Bells. Il lavoro è stato portato sui palcoscenici americani da Sir Henry Irving. Da Le Juif Polonais è stata tratta anche l'opera lirica omonima in tre atti di Camille Erlanger, su libretto di Henri Cain [3][4].

L'opera teatrale è stata fatta oggetto di diversi adattamenti cinematografici: un film australiano del 1911 diretto da W. J. Lincoln[5], una produzione statunitense del 1913 a regia di Oscar Apfel[6], un film americano del 1918 diretto da Ernest C. Warde[7], tutti col titolo The Bells. Sono seguite una produzione belga/britannica (Le juif polonais) del 1925 di Harry Southwell[8], e il film britannico del 1931 The Bells, con Donald Calthrop nella parte di Mathias. Harry Southwell ha girato nel 1935 in Australia un remake del suo proprio film precedente, con il titolo The Burgomeister[9].

La pellicola, per l'uscita statunitense, consisteva in 7 rulli per una lunghezza totale di 1920 metri.

Una copia della pellicola (positiva, formato 16 mm) è preservata presso la EmGee Film Library; è attestata anche l'esistenza di una copia positiva 35 mm, e di altre copie in collezioni private[10].

Spezzoni di The Bells (1926) sono stati utilizzati nei cortometraggi The Mesmerist (2003) e Light Is Calling (2004) di Bill Morrison[11][12].

Distribuzione modifica

Il film è stato distribuito negli Stati Uniti dalla Chadwick Pictures. La data di uscita, a seconda delle fonti, è indicata come il 30 luglio[13] o il 15 settembre[14] del 1926.

The Bells è stato edito in DVD nel 2000 dalla Film Preservation Associates (masterizzato da una pellicola formato 35 mm, con toning seppia), dotato di una colonna sonora di Eric Beheim, e nel 2008 dalla Alpha Video[15] (ottenuto da un VHS), con colonna sonora di Paul David Bergel; in entrambi i casi le didascalie sono inglesi e non esistono sottotitoli[16]. Precedenti edizioni in VHS sono state realizzate dalla Grapevine Video e dalla Video Yesterday[17].

Accoglienza modifica

Sul Film Daily del 31 ottobre 1926 possiamo leggere: "Interessante per gli ammiratori di Barrymore. Contiene alcune situazioni drammatiche di sicuro effetto, ma è di passo un po' lento. Barrymore padroneggia splendidamente un ruolo difficile, ottenendo il meglio dai molti momenti tesi e drammatici che il film presenta. (…) Egli è veramente la figura centrale dell'intera produzione. (…) La storia è un poco pesante, e probabilmente eccessivamente morbosa per il pubblico generale. (…) James Young: regia interessante, ma sarebbe servito uno sviluppo migliore della trama.[18]"

Note modifica

  1. ^ "Burgomaster", recita la didascalia a 1'25" del film come visionabile su (EN) The Bells, su Dailymotion. URL consultato il 6 ottobre 2021.
  2. ^ Nella didascalia a 18'41" del film in Dailymotion, citato supra.
  3. ^ (EN) Erlanger, Camille, su encyclopedia.com. URL consultato il 6 ottobre 2021.
  4. ^ (FR) Camille Erlanger, Henri Cain, P. B. Gheusi, Le juif polonais; conte populaire d'Alsace en trois actes et six tableaux d'après Erckmann-Chatrian. Poème de Henri Cain et P.B. Gheusi. Partition chant et piano réduite par l'auteur, Parigi, P. Dupont, 24 novembre 1900. URL consultato il 31 ottobre 2021.
  5. ^ (EN) Mary Bateman, W. J. Lincoln, in Cinema Papers, giugno-luglio 1980, p. 174.
  6. ^ (EN) Roy Kinnard, Horror in silent films: a filmography, 1896-1929, McFarland & Company Incorporated Pub, 29 ottobre 1995, ISBN 9780786400362. URL consultato il 31 ottobre 2021.
  7. ^ (EN) Silent Era : Progressive Silent Film List – The Bells, su Silent Era. URL consultato il 31 ottobre 2021.
  8. ^ (EN) Christopher Wardman, Troy Howarth, Tome of Terror: Horror Films of the Silent Era, Midnight Marquee Press, 2016, p. 283, ISBN 978-1936168-68-2.
  9. ^ (EN) The Bells, su australiancinema. URL consultato il 31 ottobre 2021.
  10. ^ (EN) The Bells (1926), su Silent Era, 24 giugno 2009. URL consultato il 1º novembre 2021.
  11. ^ (EN) The Mesmerist (2003) - Connections, su Internet Movie Database. URL consultato il 31 ottobre 2021.
  12. ^ (EN) Light Is Calling, su Internet Movie Database. URL consultato il 31 ottobre 2021.
  13. ^ Così in (EN) The Bells (1926) – Release Info, su Internet Movie Database. URL consultato il 1º novembre 2021.
  14. ^ Di tale parere sono (EN) The Bells (1926), su catalog.afi.com, American Film Institute. URL consultato il 1º novembre 2021. e (EN) The Bells (1926), su Silent Era, 24 giugno 2009. URL consultato il 1º novembre 2021.; entrambi i siti fanno notare che il 30 luglio è la data in cui il film ha ottenuto la licenza di proiezione per lo stato di New York
  15. ^ (EN) The Bells (Silent), su oldies.com, Alpha Video. URL consultato il 1º novembre 2021.
  16. ^ (EN) Silent Era Films on Home Video – The Bells (1926), su Silent Era. URL consultato il 1º novembre 2021.
  17. ^ (EN) The Bells (1926) – Company Credits, su Internet Movie Database. URL consultato il 1º novembre 2021.
  18. ^ (EN) The Bells, in The Film Daily, XXXVIII, n. 26, New York, 31 ottobre 1926, p. 11. URL consultato il 1º novembre 2021.

Bibliografia modifica

  • (EN) Thomas G. Aylesworth, Monsters from the Movies, Philadelphia, J.B. Lippincott Company, 1972, pp. 79, 136, ISBN 978-0397314157.
  • (EN) Bob King (a cura di), Classic Images, n. 301, Muscatine, Iowa, Lee Enterprises, luglio 2000, p. 12, ISSN 0275-8423 (WC · ACNP).
  • (EN) AA.VV., Speaking of Silents: First Ladies of the Screen, a cura di William M. Drew, Vestal, New York, The Vestal Press, 1989, p. 288, ISBN 9780911572742.
  • (EN) William K. Everson, American Silent Film, New York, Oxford University Press, 1978, p. 174, ISBN 9780195023480.
  • (EN) James L. Limbacher, Feature Films on 8mm and 16mm, New York, R.R. Bowker Company, 1974, p. 19, ISBN 978-0835204927.
  • (EN) Robert Marrero, Vintage Monster Movies, Philadelphia, J.B. Lippincott Company, 1975, p. 32, ISBN 978-0709053538.
  • (EN) Kenneth White Munden (a cura di), The American Film Institute Catalog of Motion Pictures Produced in the United States: Feature Films, 1921-1930, F2, New York, R.R. Bowker Company, 1971, p. 0343, ISBN 978-0835204408.
  • (EN) Scott Allen Nollen, Boris Karloff: A Critical Account of His Screen, Stage, Radio, Television, and Recording Work, Jefferson, North Carolina, McFarland & Company, 1991, pp. 32-33, ISBN 978-0899505800.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema