Timoteo di Mileto
Timoteo di Mileto (in greco antico: Τιμόθεος ὁ Μιλήσιος, Timótheos ho Milésios; 446 a.C. – 357 a.C.) è stato un poeta greco antico.
BiografiaModifica
Allievo di Frinide, egli fu il maggior esponente di quella tendenza che vide il prevalere dell'elemento melodico su quello letterario nei generi lirici tradizionali, come il ditirambo ed il nomos (canto monodico in onore di Apollo).
Come il suo maestro, anche Timoteo portò alcune novità nella lirica greca, come ad esempio l'utilizzo della lira ad undici corde; queste innovazioni, però, incontrarono l'opposizione dei suoi contemporanei, ma ebbero un sostenitore nell'amico Euripide che, secondo una tradizione, dissuase dal suicidio il poeta, deluso dagli insuccessi[1]. Sempre Euripide, inoltre, subì la sua influenza nelle parti corali dei suoi ultimi drammi.
OpereModifica
Della sua vasta produzione ci sono pervenuti solamente 31 frammenti, per lo più da tradizione indiretta. Sono noti, in effetti, vari titoli che testimoniano un libro di inni, un libro di ditirambi, 18 libri di nomoi, encomi e componimenti vari.
- inni (un libro): Inno ad Artemide[2];
- ditirambi (un libro): Aiace folle[3]; Elpenore[4]; Nauplio[5]; Parto di Semele[6]; Scilla[7].
- nomoi (18 libri): restano i titoli e i frammenti di Ciclope[8] e Niobe[9].
I PersianiModifica
Tuttavia, nel 1903, in una tomba del villaggio egiziano di Abusir, venne alla luce un papiro contenente circa 250 versi di un nomos intitolato I Persiani[10]. Il brano contiene una descrizione della battaglia di Salamina, evento narrato anche da Eschilo nell'omonima tragedia; vi è, però, una profonda differenza tra i due autori[11]:
«Ma, avvicinati da quel tempestoso |
(vv. 1-5 (trad. A. D'Andria)) |
Come si nota già dai primi versi conservati del papiro, alla potenza espressiva ed all'intensa partecipazione emotiva dell'antico drammaturgo fanno riscontro, in Timoteo, uno stile ricercato e ricco di metafore ed un certo patetismo nei toni, che ha talvolta persino accenti di comicità. Alla fine del brano, il poeta manifesta il proprio fastidio per la tradizione e difende le proprie innovazioni dalle critiche che gli venivano mosse:
«ed ecco! ora Timoteo apre la casa |
(vv. 230-236 (trad. A. D'Andria)) |
NoteModifica
- ^ Satiro, Vita di Euripide, 22 Arrighetti.
- ^ In Macrobio, Saturnalia, V 21; Plutarco, De superstitione, 10.
- ^ In Luciano, Armonide, 1.
- ^ In Corpus Inscriptionum Atticarum, II, 1246.
- ^ In Ateneo, VIII, 337f.
- ^ In Ateneo, VIII, 352a; Antologia Planudea, ep. VII; Dione Crisostomo, or. LXXVIII.
- ^ In Aristotele, Retorica, 1413a; Poetica, 1461b e 1434a.
- ^ In Aristotele, Poetica, 1448a; Sch. Il. IX, 219; Crisippo, Perì apophantikòn, 10.
- ^ In Ateneo, VIII, 341c; Diogene Laerzio, VII, 28; Stobeo, V, 67.
- ^ PMG 791.
- ^ Cfr. V. Strazzulla, I Persiani di Eschilo ed il nomo di Timoteo, Firenze, Principato, 1904.
BibliografiaModifica
- Fonti secondarie
- C. I. Ellingham, I Persiani di Timoteo, in J. U. Powell e A. Barber, Nuovi capitoli di storia della letteratura greca, trad. di N. Martinelli, Firenze, Sansoni, 1935, pp. 87–98.
- G. Comotti, La musica nella cultura greca e romana, Milano, EDT, 1991, pp. 37–40.
Collegamenti esterniModifica
- Timòteo (poeta), su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Opere di Timoteo di Mileto, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 262405895 · ISNI (EN) 0000 0001 2020 8341 · BAV 495/54058 · CERL cnp00396701 · Europeana agent/base/158102 · LCCN (EN) n84179678 · GND (DE) 11862279X · BNF (FR) cb120003306 (data) · J9U (EN, HE) 987007279913505171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n84179678 |
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