Tessellis

società di telecomunicazioni italiana
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Tessellis S.p.A. (precedentemente Tiscali S.p.A.) è una società di telecomunicazioni italiana, fondata nel 1998, che opera sul territorio nel settore della telefonia, sia fissa che mobile, e della banda ultralarga.

Tessellis
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Sede aziendale nel Campus Tiscali di Sa Illetta, Cagliari
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Borse valoriBorsa Italiana: TSL
ISINIT0004513666
FondazioneGennaio 1998 a Cagliari
Fondata daRenato Soru
Sede principaleCampus Tiscali
GruppoOpNet (58,60%)
ControllateTiscali Italia (100%)
Persone chiaveDavide Rota, AD
SettoreTelecomunicazioni
ProdottiTelefonia
Fatturato165,2 milioni di €[1] (2018)
Utile netto83,2 milioni di €[1] (2018)
Dipendenti1145[1] (2022)
Slogan«Love for Internet.»
Sito webwww.tessellis.it/

La società, che ha assunto il nome attuale nel 2022 dopo la fusione con Linkem, opera nel mercato della telefonia italiano attraverso Tiscali Italia, che commercializza le proprie offerte con i marchi Tiscali e Linkem.

Storia modifica

 
La sede di Tiscali a Sa Illetta

Fondazione, quotazione in Borsa ed espansione internazionale (1998-2004) modifica

Tiscali S.p.A. è stata fondata a gennaio 1998 a Cagliari, in seguito alla deregolamentazione del mercato telefonico italiano, su iniziativa dell'imprenditore sardo Renato Soru, già confondatore di Czech On Line. L'azienda deve il nome all'omonimo monte sardo, situato tra i comuni di Dorgali e Oliena (in Provincia di Nuoro), in cui sono presenti i resti di un villaggio nuragico risalente al VI-IV secolo a.C.

Nel corso del 1999 Tiscali promosse in Italia l'accesso gratuito a Internet denominato Tiscali Free Net[2]. L'iniziativa indusse i principali provider italiani a superare il modello di business basato sull'abbonamento a canone fisso (allora di circa 200 000 lire l'anno), contribuendo quindi alla diffusione di massa degli accessi alla rete. Poco dopo fu il primo internet provider italiano a lanciare il servizio di preselezione dell'operatore, e a offrire, ai soli clienti che disponevano di una connessione a Tiscali, la possibilità di telefonate gratuite ai numeri fissi italiani con un sistema basato sulla tecnologia voice over IP, grazie al software "Voispring" (poi diventato "NetPhone").

Nel 1999, Tiscali fu quotata sulla Borsa Italiana con l'ausilio di ABN AMRO Rothschild e Banca Imi, in qualità di coordinatori globali[3], con un prezzo di collocamento di 46 euro per azione; dal 2001 fino al 2003 le azioni furono negoziabili anche sulla borsa francese. Nei mesi successivi all'ingresso nei mercati azionari, durante la cosiddetta "bolla delle dot-com", le quotazioni di Tiscali in Borsa registrarono aumenti vertiginosi, raggiungendo il picco di 1197 euro per azione, a marzo 2000. L'esaltante performance azionaria permise alla società di effettuare numerose acquisizioni "contro carta", offrendo cioè proprie azioni anziché denaro contante. Dal 1999 al 2003 Tiscali acquisì numerose aziende europee, tra le quali Liberty Surf in Francia e di World Online nei Paesi Bassi, con la strategia di costituire un "provider pan-europeo" in grado di porsi come alternativa continentale alle ex aziende pubbliche di telecomunicazioni. Nel 2004 il primo riacquisto delle obbligazioni circolanti permise di ridurre l'indebitamento societario. Mentre il fondatore Soru si apprestava all'ingresso in politica, le azioni di Tiscali dimezzarono il loro valore rispetto all'ingresso in Borsa nel 1999, risentendo anche della scoppio della bolla speculativa del settore.[3]

Quella di Tiscali fu la prima quotazione in Borsa di un'azienda sarda. Le acquisizioni di altre imprese europee segnarono un altro primato nell'Unione europea, essendo il primo caso europeo di un'azienda con sede in un'area economica in crisi (classificata come zona Obiettivo 1) ad effettuare acquisizioni in altre imprese europee «trasferendo le parti più sofisticate del ciclo produttivo ed i posti di lavoro in una zona sottosviluppata».[senza fonte]

Nel 2003 Tiscali trasferì la sede legale nel Campus Tiscali, alle porte della città di Cagliari, promuovendo così la nascita di un distretto telematico sardo.[4]

Le gestioni di Huisman, Pompei e Rosso (2004-2009) modifica

Renato Soru, eletto presidente della Regione Sardegna alle elezioni di giugno 2004, nelle settimane successive lasciò la guida della società. Come amministratore delegato gli succedette il manager olandese Ruud Huisman, sotto la cui gestione la strategia aziendale cambiò radicalmente: mentre la maggior parte delle controllate estere veniva venduta, l'impresa si focalizzò solo sui mercati italiano e britannico, nei quali aveva una base-clienti abbastanza ampia da permetterle di competere con i principali operatori di quei mercati.

L'11 gennaio 2006 Tommaso Pompei succedette a Huisman nella guida della società. Nel corso del 2007 si concretizzarono la vendita del Tiscali Campus[5] e le acquisizioni dell'operatore britannico Pipex, grazie alla quale Tiscali divenne così il quarto provider internet del Regno Unito) e di Homechoice, che le permise di entrare nel mercato della IPTV. Tiscali disponeva così di una rete proprietaria in fibra ottica paneuropea (ossia che attraversa molti nodi del continente europeo) e di una rete di accesso che copre numerose centrali telefoniche (ULL). A luglio 2007, inoltre, fu raggiunto un accordo con TIM che permise a Tiscali di diventare operatore mobile virtuale.

A gennaio 2008, la situazione debitoria dell'impresa indusse il consiglio di amministrazione di Tiscali a deliberare un importante aumento di capitale sino a 150 milioni di euro. Poche settimane dopo Tommaso Pompei si dimise da amministratore delegato e al suo posto venne nominato Mario Rosso. A inizio 2009 la condizione finanziaria della società determinò forti oscillazioni nella quotazione in Borsa delle sue azioni. A marzo successivo il fondatore Renato Soru, dopo la sconfitta alle nuove elezioni regionali, rientrò nel consiglio d'amministrazione di Tiscali e ne venne annunciato anche il ritorno alla presidenza della società.[6]

Nella primavera di quello stesso anno fu annunciata la vendita di Tiscali UK (maggio 2009) a The Carphone Warehouse (che ne fece poi confluire le attività in TalkTalk). Tiscali tornava così a essere un internet service provider solo italiano. Il 23 marzo 2009 fu lanciata Tiscali Mobile per i servizi da operatore mobile virtuale.

La difficile seconda gestione Soru (2009-2015) modifica

L'annuncio di un nuovo aumento di capitale di 210 milioni di euro non risparmiò a Tiscali l'ingresso, ad agosto 2009, nella cosiddetta "black list" della Consob, con l'obbligo di informare mensilmente il mercato della propria situazione finanziaria). Il raggruppamento delle azioni ordinarie (14 settembre) fu seguito da un ulteriore aumento di capitale da circa 180 milioni di euro. Nel piano industriale 2009-2013, presentato il 12 ottobre 2009,[7][8] il 2010 era prospettato come un anno di risanamento e rilancio per Tiscali, ma si rivelò invece difficilissimo con un valore societario più che dimezzato, tra i peggiori risultati della Borsa italiana. Anche il 2011 e la prima metà del 2012 segnarono un peggioramento delle performance economiche (con la riduzione dei clienti) e finanziarie, con le azioni che a luglio 2012 segnarno il minimo storico (circa 48 milioni di euro contro i 212 del febbraio 2010).

Il 19 marzo 2013 fu lanciato istella, il motore di ricerca realizzato da Tiscali e dai fondatori di Arianna in collaborazione con l'Università degli Studi di Pisa e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.[9] Il 1º settembre l'azienda divenne partner di Katamail, facendola diventare Tiscali:Katamail.

La fusione con il gruppo Aria (2015-2022) modifica

A cavallo tra il 2015 e il 2016 Tiscali si fuse, per incorporazione, con Aria, un'azienda italiana attiva nelle telecomunicazioni con tecnologia WiMAX[10]; Riccardo Ruggiero divenne così amministratore delegato, mentre Renato Soru ne mantenne la presidenza, dalla quale si dimise pochi mesi dopo, ad aprile 2016. Grazie alla fusione con Aria, Tiscali ne acquisì la rete di accesso Fixed Wireless e la licenza da 40 MHz su frequenza 3,5 GHz “technology neutral”, possedendo così un'infrastruttura di rete end-to-end proprietaria (rete di trasporto + rete di accesso), che gli permise di fornire servizi UltraBroadBand Fixed Wireless LTE.

Nel corso dell'anno successivo, inoltre, Tiscali concluse alcune operazioni strategiche: a giugno si aggiudicò, insieme a BT Italia e Vodafone Italia, la gara Consip del sistema pubblico di connettività.[11][12]; a settembre stipulò con Huawei un contratto pluriennale di fornitura di apparati di rete per realizzare una rete di accesso proprietaria a banda ultralarga basata su tecnologia LTE TDD, con una attenzione particolare nelle aree soggette al cosiddetto divario digitale[13]; a dicembre cedette a Fastweb il ramo d'azienda Tiscali Business (comprendente i clienti top e il sistema pubblico di connettività aggiudicato in giugno da Consip) ottenendo l'accesso alla rete in fibra di Fastweb ai propri clienti privati domestici e LTE[14]; avviò, infine, un piano per l'installazione di ulteriori antenne LTE TDD.[15]

Il 6 marzo 2017 Tiscali annunciò l'accordo con Fastweb ed Enel Open Fiber per la banda ultralarga.[16].

A giugno 2018 Alex Kossuta divenne nuovo amministratore delegato.[17] Il 25 ottobre 2018 le azioni della società toccarono il minimo assoluto, venendo scambiate ad appena 0,0087 euro, sintomo della debolezza societaria nel proprio mercato di riferimento.[senza fonte] Poche settimane più tardi la società vendette a Fastweb la licenza detenuta da Aria per 40 MHz nella banda 3,5 GHz e il ramo di azienda Fixed Wireless Access.

A maggio 2019 Amsicora acquisì il 22% del capitale, cedutogli da Ict Holding, e Renato Soru tornò presidente e amministratore delegato[18]. Nello stesso mese fu rafforzata l'alleanza con Open Fiber per la diffusione in Italia dei servizi ultrabroadband in modalità Fiber To The Home (FTTH).[19]

A fine 2021 Tiscali contava 666 210 clienti di linea fissa, di cui 542 800 con linee a banda larga ADSL e Fibra, cui si aggiungevano i 258 800 clienti di Tiscali Mobile[20].

Fusione con Linkem e cambio della denominazione sociale (2022-2023) modifica

Ad agosto 2022 si è completato il processo di fusione per incorporazione tra Tiscali e Linkem, avviato a dicembre 2021,[21] che ha portato all'integrazione di Linkem Retail S.r.l. in Tiscali S.p.A. (e poi in Tiscali Italia S.p.A.), di cui al contempo Linkem S.p.A. (divenuta poi OpNet S.p.A.) è diventata azionista di maggioranza con il 58,6% delle azioni.[22]

A gennaio 2023 il nome della capogruppo è diventato Tessellis S.p.A., che continua ad operare con entrambi i marchi commerciali Tiscali e Linkem[23][24].

Identità aziendale modifica

Anni Logo Slogan Note
1998-2003
 
«The European Internet Company»

«Uno di noi»

[25][26]
2003-2009
 
«Internet with a passion.» [27]
2009-2017
 
2017-2019
 
«La libertà non si lega a nessuno» [28][29]
2019-2023
 
«On life.»

«Love for Internet.»

[30][31]
Dal 2023
 
[23]

Prodotti modifica

Oltre ai servizi di banda larga e ultralarga, di VOIP e di telefonia mobile (con Tiscali Mobile) per aziende e privati, l'azienda opera con il proprio portale Tiscali.it[32] e il motore di ricerca "Istella" ("stella", in alcuni dialetti sardi) lanciato nel 2013,[9] che dichiara di adottare una politica di tutela della privacy che non prevede la conservazione dei dati degli utenti né delle ricerche da essi effettuate.[33].

In passato ha offerto anche Tiscali TV, un servizio di trasmissione televisiva via Internet (2007-2008)[34] e Indoona, un servizio di messaggistica istantanea e per smartphone e Web (2009-2017).[35][36]

Note modifica

  1. ^ a b c Gruppo Tiscali Relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2018, su tiscali.com. URL consultato l'8 settembre 2022 (archiviato l'8 settembre 2022).
  2. ^ Giorgio Lonardi, In Rete senza abbonamento Si paga solo la telefonata, in la Repubblica, 28 gennaio 1999. URL consultato l'8 settembre 2022 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2022).
  3. ^ a b Il parco buoi, in Tiscali. Una storia tutta italiana, I tascabili (n. 263), Genova, Fratelli Frilli Editori, 3 dicembre 2012, ISBN 978-88-7563-812-2, LCCN 2012443757, OCLC 823206756. URL consultato il 15 febbraio 2020 (archiviato il 15 febbraio 2020). Ospitato su archive.is..
  4. ^ (ITEN) Marco Brandolisio, Giovanni da Pozzo, Massimo Scheurer e Michele Tadini, Cagliari e il suo contesto - Tiscali: il campus telematico quale elemento di valorizzazione delle specificità locali nella New Economy, in Aestimum, Tomo II: La valutazione come riferimento per la pianificazione: Cagliari e il suo contesto, n. 33, 2009, pp. 140-141 via = archive.is., DOI:10.13128/Aestimum-6388, ISSN 1592-6117 (WC · ACNP), OCLC 860284346. URL consultato il 15 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2020).
  5. ^ Tiscali vende la sede di Cagliari e incassa 60 milioni di euro, su Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, 16 febbraio 2007. URL consultato il 14 settembre 2022 (archiviato il 24 ottobre 2021).
  6. ^ Il 13 maggio 2009 un comunicato Tiscali afferma: "Mario Rosso si è dimesso da presidente e amministratore delegato di Tiscali Italia e il suo posto verrà preso da Renato Soru." In realtà Mario Rosso rimarrà temporaneamente presidente e amministratore delegato e Soru entrerà nel CdA.
  7. ^ [1]
  8. ^ TISCALI: SORU, DA PIANO INDUSTRIALE UTILE DI 16 MLN NEL 2013, su Adnkronos, 12 ottobre 2009. URL consultato l'8 settembre 2022 (archiviato l'8 settembre 2022).
  9. ^ a b Rosaria Amato, Istella, la nuova scommessa di Tiscali: arriva il motore di ricerca "social", su repubblica.it, la Repubblica, 19 marzo 2013. URL consultato il 9 settembre 2022 (archiviato il 30 giugno 2018).
  10. ^ Nasce la nuova Tiscali, conclusa la fusione con Aria, su Corcom.it, 23 dicembre 2015. URL consultato il 14 settembre 2022 (archiviato il 13 maggio 2021).
  11. ^ Copia archiviata, su consip.it. URL consultato il 7 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2016). SPC Consip
  12. ^ Consip e AgID: sottoscritti i contratti per la connettività e aggiudicati i primi due lotti della gara per i servizi cloud, su bitmat.it, 25 maggio 2016. URL consultato il 14 settembre 2022 (archiviato il 29 ottobre 2021).
  13. ^ mvnonews, Tiscali insieme a Huawei per il lancio di una rete LTE proprietaria, su MVNO News, 22 settembre 2016. URL consultato il 14 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2021).
  14. ^ http://finanza.lastampa.it/Notizie/0,901011/Fastweb_e_Tiscali_annunciano_un_accordo_strategico.aspx?refresh_ce
  15. ^ Tiscali: in progetto nuove antenne per la tecnologia LTE-TDD, in Mondo Mobile Web, 21 gennaio 2017. URL consultato il 14 settembre 2022 (archiviato il 30 settembre 2017).
  16. ^ mvnonews, Tiscali si rifà il look, ecco la nuova Visual Identity e Mission: portare la banda ultralarga ovunque, su MVNO News, 9 marzo 2017. URL consultato il 14 settembre 2022 (archiviato il 21 agosto 2022).
  17. ^ Alex Kossuta, su investors.tiscali.it, giugno 2018. URL consultato il 13 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2019).
  18. ^ Corriere comunicazioni, su corrierecomunicazioni.it.
  19. ^ admin, Open Fiber rilancia il progetto con Tiscali per la fibra domestica. I servizi ultrabroadband raggiungeranno 271 città, su LA NOTIZIA, 21 maggio 2019. URL consultato il 27 luglio 2020.
  20. ^ Tiscali Mobile chiude il 2021 in leggera crescita, con 258.800 clienti (+1% su base annua), su mvnonews.com, 5 aprile 2022. URL consultato il 14 settembre 2022 (archiviato il 5 giugno 2022).
  21. ^ Tiscali: avviato progetto di integrazione con ramo retail di Linkem, su Il Sole 24 Ore, 30 dicembre 2021. URL consultato il 14 settembre 2022 (archiviato il 14 settembre 2022).
  22. ^ FUSIONE LINKEM-TISCALI: NASCE IL GRUPPO LEADER IN ITALIA NELLA BANDA ULTRALARGA, su linkem.com. URL consultato il 14 settembre 2022 (archiviato il 14 settembre 2022).
  23. ^ a b Tlc: da Tiscali e Linkem svolta con il "mosaico" Tesselis.
  24. ^ Avvenuta iscrizione della denominazione sociale da Tiscali S.p.A. a Tessellis S.p.A. (PDF), su www.tessellis.it. URL consultato il 26 gennaio 2023.
  25. ^ Tiscali Riavvia il tuo pensiero. URL consultato il 25 novembre 2022.
  26. ^ Tiscali numero uno. URL consultato il 25 novembre 2022.
  27. ^ Spot Tiscali ADSL 2005. URL consultato il 25 novembre 2022.
  28. ^ Tiscali Cagliari, Tiscali Cambia Logo e immagine. Da oggi nuova Brand Identity, su Attivo SPID facilmente e velocemente anche se alle Poste non ci sono riusciti, Problemi di Energia Elettrica, Telefonia e Fibra: Ecco come Risolverli!, 6 marzo 2017. URL consultato il 25 novembre 2022.
  29. ^ Spot Tiscali Mobile (novembre 2018). URL consultato il 25 novembre 2022.
  30. ^ Stefano Zuccaro, Tiscali si tinge nuovamente di viola: aggiornato il sito ufficiale con nuovo logo e grafica, su MondoMobileWeb.it | News | Telefonia | Offerte, 28 giugno 2019. URL consultato il 25 novembre 2022.
  31. ^ Press R, Tiscali Love for Internet: nuovo spot TV con la musica di "What is Love", su MondoMobileWeb.it | News | Telefonia | Offerte, 3 novembre 2022. URL consultato il 25 novembre 2022.
  32. ^ Tiscali.it
  33. ^ Daniele Vulpi, Così Soru racconta istella: "La mia magnifica ossessione", su repubblica.it, la Repubblica, 19 marzo 2013. URL consultato il 9 settembre 2022 (archiviato il 30 giugno 2018).
  34. ^ Tiscali chiude la sua offerta di IPTV (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2018).
  35. ^ indoona, su indoona.com. URL consultato l'8 settembre 2022 (archiviato il 12 maggio 2022).
  36. ^ La piattaforma (il cui nome derivava dal sardo in d'una, tutto in una) era disponibile per iOS, Android e Windows Phone e offriva servizi di messaggistica vocale e testuale, VOIP e videochiamate; essa permetteva inoltre di accedere a blog, alle informazioni sul proprio comune, e di interagire con i propri dispositivi connessi in rete

Bibliografia modifica

  • Alfredo Franchini, Tiscali, una storia tutta italiana, Frilli Editore, 2012.

Voci correlate modifica

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