Tomasz Peta

arcivescovo cattolico polacco

Tomasz Bernard Peta (Inowrocław, 20 agosto 1951) è un arcivescovo cattolico polacco con cittadinanza kazaka, dal 17 maggio 2003 arcivescovo metropolita di Maria Santissima in Astana.

Tomasz Bernard Peta
arcivescovo della Chiesa cattolica
Mons. Peta nel 2019.
Maria Regina Pacis
 
TitoloMaria Santissima in Astana
Incarichi attualiArcivescovo metropolita di Maria Santissima in Astana (dal 2003)
Incarichi ricoperti
 
Nato20 agosto 1951 (72 anni) ad Inowrocław
Ordinato presbitero5 giugno 1976 dal cardinale Stefan Wyszyński
Nominato vescovo15 febbraio 2001 da papa Giovanni Paolo II
Consacrato vescovo19 marzo 2001 da papa Giovanni Paolo II
Elevato arcivescovo17 maggio 2003 da papa Giovanni Paolo II
 

Biografia modifica

Tomasz Bernard Peta è nato il 20 agosto 1951 ad Inowrocław, voivodato di Bydgoszcz (oggi voivodato della Cuiavia-Pomerania) ed arcidiocesi di Gniezno, nella parte centro-settentrionale della Repubblica Popolare di Polonia (oggi Repubblica di Polonia); è figlio di Helena ed Edmund Peta.

Formazione e ministero sacerdotale modifica

Dopo aver compiuto gli studi primari, ha frequentato il Liceo di educazione generale "Jan Kasprowicz" nella città natale ed ha ottenuto il diploma nel 1971. Sentendo maturare la vocazione al sacerdozio, si è iscritto al seminario maggiore di Gniezno per gli studi filosofici e biblici. Al termine del quinquennio di formazione, ha ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 5 giugno 1976 per imposizione delle mani del cardinale Stefan Wyszyński, arcivescovo metropolita di Varsavia e Gniezno; si è incardinato, ventiquattrenne, come presbitero della sede primaziale di Polonia.

In seguito ha iniziato il ministero pastorale come vicario parrocchiale in diverse parrocchie di Witkowo, della nativa Inowrocław, di Strzelno e di Bydgoszcz, iscrivendosi poi all'Accademia teologica di Varsavia e conseguendo il dottorato in teologia nel 1987. È partito come missionario per la Repubblica Socialista Sovietica Kazaka un anno prima della dissoluzione dell'Unione Sovietica ed il 21 agosto 1990 è divenuto il primo rettore della nuova parrocchia di "Maria Regina della Pace" (oggi santuario nazionale) ad Oziornoje, distretto di Tajynša; è stato anche decano della regione pastorale del Kazakistan Settentrionale, svolgendo entrambi gli uffici per otto anni. L'area era immensa e la maggior parte dei cattolici, di origine polacca, tedeschi del Kazakistan ed anche lituani, avevano sofferto più di sessant'anni di comunismo ateo, per cui ricostituire le comunità parrocchiali era una missione difficile.

Il 7 luglio 1999, con la bolla Ad aptius consulendum, papa Giovanni Paolo II ha eretto l'amministrazione apostolica di Astana ricavandone il territorio dall'amministrazione apostolica del Kazakistan dei Latini; contestualmente lo ha nominato, quarantasettenne, primo amministratore apostolico della nuova circoscrizione.

Il 5 febbraio 2001 si è recato in Vaticano per la visita ad limina apostolorum, allo scopo di discutere con il pontefice della situazione e dei problemi relativi alla sua amministrazione apostolica[1].

Ministero episcopale modifica

Dieci giorni dopo, il 15 febbraio, il papa lo ha elevato, quarantanovenne, alla dignità episcopale assegnandogli la sede titolare di Benda[2]. Come suo motto episcopale ha scelto Maria Regina Pacis, che tradotto vuol dire "Maria Regina della Pace".

Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 19 marzo successivo, nella basilica di San Pietro in Vaticano, per imposizione delle mani dello stesso pontefice, assistito dai co-consacranti cardinali Angelo Sodano, Segretario di Stato di Sua Santità, e Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i vescovi[3]; insieme a lui sono stati ordinati altri otto vescovi, tra cui anche i futuri cardinali Fernando Filoni e Marc Ouellet, P.S.S.; il 20 marzo è stato anche ricevuto in udienza dal papa[4]. Dal 22 al 25 settembre dello stesso anno ha accolto Giovanni Paolo II durante il suo viaggio apostolico in Kazakistan[5][6][7].

Il 17 maggio 2003, con la bolla In Cazakistania fidelium, il papa ha elevato l'amministrazione apostolica al rango di arcidiocesi metropolitana, che ha assunto il nome di Maria Santissima in Astana; contestualmente ne è divenuto, cinquantunenne, primo arcivescovo metropolita[8]; due giorni dopo, il 19 maggio, è stata anche istituita la Conferenza episcopale del Kazakistan, di cui è divenuto il primo presidente. Il 29 giugno successivo, giorno della solennità dei Santi Pietro e Paolo, si è recato nella basilica di San Pietro in Vaticano, dove il papa gli ha imposto il pallio, simbolo di comunione tra il metropolita e la Santa Sede. Il 26 luglio è stato anche nominato consultore della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli[9], mentre dal 23 al 24 settembre ha preso parte al Congresso interreligioso di Astana[10]. Lo stesso anno ha ottenuto anche la cittadinanza kazaka.

Il 6 maggio 2008 papa Benedetto XVI lo ha nominato membro della Congregazione per il clero[11] ed il 29 settembre ha compiuto una seconda visita ad limina al Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo[12].

Il 3 dicembre 2010 ha partecipato alla messa celebrata dal cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B., Segretario di Stato di Sua Santità, durante la sua visita pastorale in Kazakhistan (29 novembre – 4 dicembre) per la donazione delle reliquie dell'apostolo Andrea, provenienti da Amalfi in Italia, alla cattedrale della Madre del Perpetuo Soccorso ad Astana[13]; il 29 novembre le reliquie erano state donate anche alla cattedrale ortodossa dell'Assunzione nella capitale.

Il 29 marzo 2014 papa Francesco lo ha nominato consultore del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso[14] ed il 9 giugno è stato anche confermato membro della Congregazione per il clero[15]. Dal 5 al 19 ottobre successivi ha preso parte, in qualità di presidente della Conferenza episcopale kazaka, alla III assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi, svoltasi nella Città del Vaticano, con tema Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione[16].

Nel 2015 la Conferenza episcopale lo ha eletto per partecipare alla XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, svoltasi in Vaticano dal 4 al 25 ottobre successivi, con tema La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo[17]. Poco dopo ha terminato il secondo mandato come presidente dell'episcopato kazako e gli è succeduto José Luís Mumbiela Sierra, vescovo della Santissima Trinità in Almaty.

Il 2 settembre 2017 ha tenuto un discorso in occasione della celebrazione ufficiale del National Day della Santa Sede durante l'Expo 2017, con sede nella capitale kazaka e tema della Future Energy[18].

Il 1º marzo 2019 ha compiuto una terza visita ad limina in Vaticano[19].

Parla correntemente, oltre al nativo polacco, il russo, l'inglese ed il kazako.

Controversie modifica

2019 modifica

Il 10 giugno 2019 monsignor Peta, insieme ai cardinali Raymond Leo Burke e Jānis Pujats ed ai vescovi Athanasius Schneider e Jan Paweł Lenga, ha pubblicato una "Dichiarazione di verità" di 40 punti con l'intento di riaffermare l'insegnamento tradizionale della Chiesa. I vescovi hanno scritto che tale dichiarazione era necessaria in un momento di "confusione e disorientamento dottrinale quasi universali". Specifici passaggi della dichiarazione si riferiscono implicitamente a diversi scritti di papa Francesco. La dichiarazione afferma che "la religione nata dalla fede in Gesù Cristo" è "l'unica religione voluta positivamente da Dio", alludendo apparentemente al documento "Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune", firmato dal pontefice il 4 febbraio precedente ad Abu Dhabi insieme al Grande Imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyib, in cui si affermava che la "diversità delle religioni " è "voluto da Dio". In seguito alle recenti modifiche al Catechismo per opporsi alla pena capitale, la dichiarazione afferma che la Chiesa "non ha sbagliato" nell'insegnare che le autorità civili possono "esercitare legittimamente la pena capitale" quando è "veramente necessario" e per preservare il "giusto ordine delle società"[20].

2020 modifica

Tomasz Peta è anche uno dei firmatari di un appello multilingue dell'arcivescovo e nunzio apostolico Carlo Maria Viganò del 7 maggio 2020, dal titolo latino Veritas liberabit vos![21] ("La verità vi renderà liberi", Gv 8, 32), che sul sito internet della Conferenza episcopale tedesca è stato definito un "conglomerato di miti della cospirazione e pseudoscienza". L'appello espone che, con il pretesto della pandemia di COVID-19, i diritti e le libertà fondamentali di molti cittadini sarebbero stati "limitati in modo sproporzionato e ingiustificato"; la salute pubblica non deve diventare un alibi "per liberare le autorità civili dal dovere di agire con saggezza per il bene comune". Il testo esprime crescenti dubbi sull'effettivo rischio di contagio del coronavirus e denuncia la pandemia come "allarmismo" designato. Le misure di contenimento adottate hanno favorito l'ingerenza di "poteri stranieri" con gravi conseguenze sociali e politiche, secondo il testo firmato da clero cattolico, giornalisti, medici e avvocati. Ci sono forze "interessate a creare panico nella popolazione" e a promuovere "l'isolamento degli individui" per poterli manipolare e controllare meglio. Questo è "l'inquietante preludio alla creazione di un governo mondiale al di fuori di ogni controllo". Il testo è stato descritto da vari media come assurdo e le tesi espresse come teorie del complotto[22][23].

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ Le Udienze, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 5 febbraio 2001. URL consultato il 20 giugno 2021.
  2. ^ Rinunce e nomine. Elevazione alla dignità episcopale dell'Amministratore apostolico di Astana (Kazakhistan), su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 15 febbraio 2001. URL consultato il 20 giugno 2021.
  3. ^ Avviso dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 16 marzo 2001. URL consultato il 20 giugno 2021.
  4. ^ Le Udienze, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 20 marzo 2001. URL consultato il 20 giugno 2021.
  5. ^ Visita Pastorale di Sua Santità Giovanni Paolo II in Kazakhistan e Viaggio Apostolico in Armenia in occasione dei 1700 anni del Cristianesimo nel Paese (22-27 settembre 2001) - (II), su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 22 settembre 2001. URL consultato il 20 giugno 2021.
  6. ^ Visita Pastorale di Sua Santità Giovanni Paolo II in Kazakhistan e Viaggio Apostolico in Armenia in occasione dei 1700 anni del Cristianesimo nel Paese (22-27 settembre 2001) - (III), su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 23 settembre 2001. URL consultato il 20 giugno 2021.
  7. ^ Visita Pastorale di Sua Santità Giovanni Paolo II in Kazakhistan e Viaggio Apostolico in Armenia in occasione dei 1700 anni del Cristianesimo nel Paese (22-27 settembre 2001) - (VI), su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 24 settembre 2001. URL consultato il 20 giugno 2021.
  8. ^ Rinunce e nomine. Riorganizzazione delle Giurisdizioni Ecclesiastiche in Kazakhistan, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 17 maggio 2003. URL consultato il 20 giugno 2021.
  9. ^ Rinunce e nomine. Nomina di Consultori della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 26 luglio 2003. URL consultato il 20 giugno 2021.
  10. ^ Dichiarazione del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, dr. Joaquín Navarro-Valls, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 26 agosto 2003. URL consultato il 20 giugno 2021.
  11. ^ Rinunce e nomine. Nomina di Membri della Congregazione per il Clero, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 6 maggio 2008. URL consultato il 20 giugno 2021.
  12. ^ Le Udienze, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 29 settembre 2008. URL consultato il 20 giugno 2021.
  13. ^ Celebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Tarcisio Bertone nella Cattedrale cattolica di Astana in Kazakhistan e consegne delle Reliquie di S. Andrea Apostolo, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 3 dicembre 2010. URL consultato il 20 giugno 2021.
  14. ^ Rinunce e nomine. Conferma del Presidente e del Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e nomine e conferme di Membri e Consultori del medesimo Dicastero, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 29 marzo 2014. URL consultato il 20 giugno 2021.
  15. ^ Rinunce e nomine. Nomina di Membri e conferme nella Congregazione per il Clero, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 9 giugno 2014. URL consultato il 20 giugno 2021.
  16. ^ III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi (5-19 ottobre 2014): Elenco dei Partecipanti, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 9 settembre 2014. URL consultato il 20 giugno 2021.
  17. ^ XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4-25 ottobre 2015) - Elenco dei Partecipanti, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 15 settembre 2015. URL consultato il 20 giugno 2021.
  18. ^ omunicato del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 29 agosto 2017. URL consultato il 20 giugno 2021.
  19. ^ Le Udienze, su press.vatican.va, Bollettino. Sala stampa della Santa Sede, 1º marzo 2019. URL consultato il 20 giugno 2021.
  20. ^ Edward Pentin, New ‘Declaration of Truths’ Affirms Key Church Teachings, su ncregister.com, National Catholic Register, 10 giugno 2019. URL consultato il 20 giugno 2021.
  21. ^ Marco Tosatti, Viganò, la Pandemia: il Sospetto di un’Inquietante Cospirazione Criminale., su veritasliberabitvos.it, 25 marzo 2021. URL consultato il 20 giugno 2021.
  22. ^ Annette Zoch, Kirchlicher Aufruf mit Verschwörungstheorien, su sueddeutsche.de, Süddeutsche Zeitung, 9 maggio 2020. URL consultato il 20 giugno 2021.
  23. ^ Bischöfe verbreiten Verschwörungstheorien, su tagesschau.de, 9 maggio 2020. URL consultato il 20 giugno 2021.

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