La Torre Fortore è una torre costiera situata nel comune di Lesina presso la vecchia foce del fiume Fortore. Torre Fortore, una delle torri costiere più grandi del Gargano, più volte rimaneggiata, ha una pianta quadrangolare a tronco di piramide.

Torre Fortore
Torre Fortore
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
CittàMarina di Lesina (Italia)
Coordinate41°54′49.39″N 15°19′36.85″E / 41.913719°N 15.326903°E41.913719; 15.326903
Informazioni generali
TipoTorre
Inizio costruzione1519
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Torri costiere del Gargano


Torri costiere da Nord-Ovest a Sud-Est
Progetto:Torri costiere
Portale:Puglia

La costruzione di questa torre fu iniziata in seguito ad una concessione del 1485 con la cui il re Ferdinando d'Aragona conferiva a Riccardo d'Orefice la facoltà di costruire una torre a difesa del porto e della spiaggia del Fortore. La fabbrica fu iniziata però solo nel 1519. Nello stesso anno Carlo V ripeté la concessione a favore di Antonio de Francesco obbligandolo a costruire la torre entro due anni. Venuto a morte poco dopo, gli successe nella concessione il figlio Geronimo e a questi, in seguito, l'altro figlio Agostino. Nel 1560, per debiti contratti dall'ultimo successore di Agostino, la torre, terminata intorno al 1540, venne confiscata dalla Reale Corte.

L'accesso alla torre era in alto con scala di legno retrattile, in seguito sostituita da una rampa in muratura, collocata sulla parete a monte. La parete rivolta verso il mare è cieca (perché più esposta al pericolo), le due laterali sono munite solo di finestre.

In questa zona sboccava anticamente il fiume Fortore, costituito allora da un piccolo delta di due rami, i cui avanzi erano il Fiume Morto, vicino alla Torre Fortore, ed Acquarotta, vicino all'antico porto di approdo di Lesina (Italia).

I porti e i magazzini di Torre Fortore modifica

Nel 1780-90, dopo una grande piena, il fiume lasciava il suo primo sbocco e si apriva l'attuale nuova foce (Bocca Nuova). Il gran volume delle sue acque perenni, oggi ridotte a misera quantità, permetteva l'accesso a grossi battelli e lo scambio di merci e prodotti di ogni genere con i paesi limitrofi. Gli approdi della Torre Fortore e di Acquarotta, detti appunto porti, servivano a spedire mercanzie a San Severo, a Foggia, a Napoli e a Salerno. Proprio per questi scambi furono costruiti dai monaci di Ripalta dei magazzini vicino alla Torre Fortore, in parte rovinati dal terremoto del 26 luglio 1805, detto di S. Anna.

I monaci esigevano un tributo di soggiorno per le merci depositate nei magazzini e dai viandanti.

«La foce del Fortore è un caricatoio di grano con alcuni pochi magazzini. Vi è una torre di guardia, la più bella che io abbia veduto in tutto il Regno; ma restai sorpreso in vederla affidata ad un barone col diritto di esigere mezzo grano a tomolo sopra i frumenti che vi si caricano. Mi si disse che da più di un secolo quella torre fu conceduta ad un uffiziale spagnolo, il quale la vendé al principe di San Severo. Io considero la cosa e non l’accidente, onde sarà sempre vero che questo ingresso del Regno sia nelle mani di un particolare. Non ostante l’esazione, questa torre rovina per difetto di riparazioni. Non si vede alcuna munizione. I contrabbandi in questo luogo sono un effetto necessario di tali disposizioni. Le nostre antiche prammatiche si brigarono di intendervi il commercio, quandoché dovevano renderlo popolato. È degno di attenzione che la torre fu conceduta quando vi era interdetto il commercio, ed allora l’esazione doveva essere una piccola cosa; oggi che il commercio vi è libero, tale esazione si è affittata ducati 600 all’anno»

Nel 1807 i magazzini di rifornimento per le isole Tremiti di Torre Fortore furono assaliti da russi e inglesi che, varie volte respinti, non riuscirono a impedire alla piccola guarnigione di fornire i viveri allo stremato presidio tremitese, che poté ancora valorosamente resistere e costringere i nemici a togliere l'assedio. Nel 1814 i francesi posero sulla torre un semaforo in corrispondenza di Tremiti, Scampamorte, Serracapriola e Termoli. In quello stesso anno, come profugo, vi approdava il detronizzato re Gustavo IV di Svezia, che chiedeva di sbarcare, per riposarsi dalle fatiche del lungo viaggio. La guardia civica, adibita alla sorveglianza sanitaria della costa, non volle permetterlo, senza espressa autorizzazione del re di Napoli. Il re, stanco dell'attesa, ripartì prima che da Napoli giungesse l'ordine favorevole del re Gioacchino. La torre fu poi adibita a posto di guardia costiera di finanza. Sgombrata per qualche anno a causa del pericolo di crollo, venne, poi, restaurata interamente e adibita di nuovo al servizio di sorveglianza doganale per lungo tempo. Oggi è occupata dalle guardie forestali.

Bibliografia modifica

  • Alfonso Chiaromonte, Lesina, il lago e le foci. Torre Fortore e Torre Mileto
  • Ottavio Beltrano, Breve descritione del regno di Napoli, Napoli 1644, p. 306

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