Torre San Patrizio

comune italiano

Torre San Patrizio (La Torra o La Tora in dialetto fermano[4]; più modernamente La Torre) è un comune italiano di 1 950 abitanti della provincia di Fermo nelle Marche.

Torre San Patrizio
comune
Torre San Patrizio – Stemma
Torre San Patrizio – Bandiera
Torre San Patrizio – Veduta
Torre San Patrizio – Veduta
Mura di Torre San Patrizio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Marche
Provincia Fermo
Amministrazione
SindacoLuca Leoni (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate43°11′02.29″N 13°36′39.6″E / 43.183969°N 13.611°E43.183969; 13.611 (Torre San Patrizio)
Altitudine224 m s.l.m.
Superficie11,93 km²
Abitanti1 950[1] (31-8-2020)
Densità163,45 ab./km²
FrazioniSanta Maria d'Ete, San Venanzo
Comuni confinantiFermo, Monte San Pietrangeli, Monte Urano, Montegranaro, Rapagnano
Altre informazioni
Cod. postale63814
Prefisso0734
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT109040
Cod. catastaleL279
TargaFM
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 988 GG[3]
Nome abitantitorresi
Patronosan Patrizio
Giorno festivo17 marzo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Torre San Patrizio
Torre San Patrizio
Torre San Patrizio – Mappa
Torre San Patrizio – Mappa
Posizione del comune di Torre San Patrizio nella provincia di Fermo
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

Storia modifica

Il primo insediamento umano risale al periodo piceno, come testimoniato dal rinvenimento di tombe e corredi funerari risalenti al VII e VI secolo a.C. durante scavi archeologici condotti in località San Patrizio nel 1934. Altri fortuiti ritrovamenti di reperti archeologici di epoca repubblicana e imperiale fanno suppore che la Turris Patritia fosse un pagus.

Non si trovano fonti fino all'XI secolo quando in una "precaria" del luglio 1059 viene citato "et in Colle Patritio". Successivamente viene elencato tra le cose più notabili della città di Fermo già fin dall'anno 1000, con il toponimo "Collis Sancti Patritii" connettendolo con il suo patrono San Patrizio.

Nel 1229 gli homines di Torre San Patrizio vengono citati nei patti di Fermo per insubordinazione sociale.

Doveva già essersi eretto a libero comune nel 1258 quando Manfredi re di Sicilia assoggettò con proprio editto "Turris Sancti Patritii" insieme ad altri comuni al dominio fermano.

Torre San Patrizio nello scontro tra guelfi e ghibellini si schiererà con quest'ultimi. Prova dell'adesione alle istanze ghibelline è il fatto che il 25 settembre del 1301 Pietro Caetani rettore della Marca di Ancona e nipote di Papa Bonifacio VIII infliggerà al podestà di Torre San Patrizio la fortissima multa di 1000 marchi d'argento. Successivamente la ritroviamo assoggettata alle signorie fermane.

Nel dicembre del 1414 viene posta sotto assedio e occupata da Carlo I Malatesta signore di Rimini, Fano, Cesena e Fossombrone, per poi tornare il 7 giugno 1416 sotto il controllo di Lodovico Migliorati signore di Fermo.

Nel 1433 con l'arrivo nella marca fermana di Francesco Sforza e la sua investitura a signore di Fermo da parte di papa Eugenio IV anche Torre San Patrizio passa sotto il controllo del nuovo signore. Si manterrà fedele al dominio sforzesco e l'8 novembre 1443 il generale Paolo di Sangro al comando delle forze pontificie nonostante l'eroica difesa degli assediati riesce a espugnarla saccheggiandola e infine bruciandola. Nel 1445 col miglioramento del quadro militare per premiare l'eroica resistenza dei torresi lo Sforza ne fa ricostruire il castello tassando i fermani. Il generoso gesto viene ricambiato associando il leone sforzesco alla torre nello stemma cittadino.

Nel 1466 viene realizzato presso l'Oratorio della Madonna delle Rose un affresco ritraente "Madonna col Bambino in trono tra San Nicola da Tolentino e San Bernardino da Siena, in alto il Redentore benedicente" dal pittore Pierpalma da Fermo ed è una delle due sole opere firmate dell'artista. L'opera che inizialmente venne attribuita a Pietro Alemanno successivamente assegnata a Pietro Alima e ha rappresentato per anni il fulcro del corpus pittorico e stilistico di questo artista. Recentemente si è correttamente attribuita l'opera al maestro crivellesco Pierpalma da Fermo[5][6].

La seconda metà del XV secolo vede Torre San Patrizio come campo di battaglia e di scorrerie per scontri tra Fermo e Monte San Pietrangeli. Instabilità che nel 1498 verrà risolta ponendo a difesa del castello Andrea Doria conte di Urbino.

Con l'avvento di Cesare Borgia figlio naturale di Papa Alessandro VI anche Torre San Patrizio è costretta a giurargli fedeltà, tuttavia lo spirito ghibellino permane e infatti il 16 agosto 1515 in uno scontro tra le due fazioni perdono la vita ben 200 cavalieri.

Nel 1550 Torre San Patrizio viene annoverata tra i castelli di proprietà di Fermo che vi invia un podestà e un magistrato rinnovandone le cariche ogni sei mesi.

Nel 1597 padre Orazio Civalli, frate dei Minori Conventuali nel suo ruolo di Ministro provinciale dell'ordine dei Frati Conventuali delle Marche compie una visita triennale della quale stila una relazione e per "La torre di S. Patrizio" riporta "Lungo alla Foresta piccolo. Nella Chiesa vi è molta divozione per un Crocifisso che ivi è di rilievo che sta in atto moriente con una pietà miserabile"[7].

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

Architettura civile modifica

  • Mura di cinta frammentarie - Con porta d'ingresso del Sole (XV - XVI secolo) a lieve sesto acuto e beccatelli (mozza) e altra porta Marina (XIV - XV secolo) ora abbattuta.

Fonti

  • Fonte Duglio

Architettura religiosa modifica

Chiese

  • Chiesa di San Francesco (XVI secolo) - Venerato crocifisso ligneo (XV secolo), attualmente esposto dietro l’altare dell’attuale chiesa di San Francesco. In passato, su richiesta dei contadini locali, allo scopo di propiziare la pioggia, il crocifisso veniva portato nella chiesa parrocchiale di San Salvatore e venerato dalla gente del paese. La chiesa, con l’annesso convento, subì la legge di soppressione del 1810. All’interno, “Madonna addolorata e san Giovanni” – frammento di affresco 100×130 di Vincenzo Pagani e alcune tele dal XV al XVIII sec.
  • Chiesa di San Salvatore (XVIII secolo su preesistenze) - Sopra l'altare laterale di destra vi è una tela a olio che rappresenta "Madonna con Bambino, Sant'Antonio Abate e San Tommaso da Villanova" di ambito marchigiano
  • di autore settecentesco anonimo raffigurante La Madonna col Bambino al centro circondati da angeli sospesi sulle nuvole, tra l'elemosina di San Tommaso di Villanova a destra e San'Antonio abate a sinistra; l'altare laterale di sinistra estasi di Sant'Agostino e in lontananza martirio di san Bartolomeo apostolo. All'interno sono presenti anche un'acquasantiera - a fusto - bottega marchigiana del XV/ XVI sec.
  • Chiesa di San Patrizio, in precedenza dedicata San Vincenzo Ferrer eseguita da maestranze locali nel XVIII sec, di proprietà privata.
  • Chiesa di San Pietro, di origini medievali si trovava nella contrada omonima e risulta ormai diruta .

Oratori modifica

  • Madonna delle Rose - L'edificio religioso, dedicato alla Madonna delle Rose presenta un'unica navata caratterizzata dalla presenza di un affresco entro una nicchia cuspidata firmato da Pierpalma da Fermo ritraente "Madonna col Bambino in trono tra San Nicola da Tolentino e San Bernardino da Siena, in alto il Redentore benedicente" del 1466, presente un'acquasantiera a treccia romanica di proprietà della Confraternita del Santissimo Sacramento.

Conventi modifica

  • Convento di San Francesco - Su delibera del 1544, eseguita nel 1571, fu costruito il convento per venerato crocifisso ligneo ad oggi ampiamente rimaneggiato e adibito ad edificio scolastico fin dal XIX sec.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[8]


Cultura modifica

A Torre San Patrizio è ambientato "La nostra casa sull'Adriatico"[9][10] di Margaret Collier (1846-1929)[11], un vero e proprio diario (dal 1873 al 1885, con introduzione di Joyce Lussu, che fu nipote dell'autrice) in cui la scrittrice inglese racconta la sua vita nella provincia italiana all'indomani dell'Unità d'Italia. Sposatasi il 19 aprile 1873 con il colonnello romano Arturo Galletti de Cadilhac (1843 - 1912)[12], Margaret Collier e suo marito decisero di andare a vivere a Torre San Patrizio in località San Venanzo (ora chiamata "Villa Zara"). Tuttora è visibile (solo dall'esterno) la casa dove vissero Margaret e suo marito.

Al figlio della scrittrice, l'ingegnere Roberto Clemens Galletti de Cadilhac che fu pioniere nello studio della telegrafia senza fili, è dedicato il teatro comunale.

Amministrazione modifica

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
4 giugno 1985 21 maggio 1990 Dino Cognigni Democrazia Cristiana Sindaco [13]
21 maggio 1990 24 aprile 1995 Alberto Regno Partito Comunista Italiano
Partito Democratico della Sinistra
Sindaco [13]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Alberto Regno Centro-sinistra Sindaco [13]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Sauro Apolloni Lista civica Sindaco [13]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Sauro Apolloni Lista civica Sindaco [13]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Giuseppe Barbarella Lista civica Sindaco [13]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Giuseppe Barbarella Lista civica Sindaco [13]
27 maggio 2019 in carica Luca Leoni Lista civica Sindaco [13]

Gemellaggi modifica

Il comune di Torre San Patrizio è gemellato con:

  •   Kells[senza fonte]

Altre informazioni amministrative modifica

Fa parte dell'Area vasta n. 4 di Fermo, dell'Azienda sanitaria unica regionale delle Marche (A.S.U.R. Marche).

Sport modifica

La società sportiva Torrese (che sì è fusa con la squadra di calcio di Monte San Pietrangeli) ed ha formato l'ASD Monte e Torre calcio, milita nell'attuale campionato calcistico di Terza Categoria. Oltre alla Torrese è presente anche il Torre San Patrizio calcio (anch'essa in Terza Categoria) e la Torrese calcio amatori (UISP).

La società sportiva Torre Volley (pallavolo femminile) attualmente in serie B2, ha partecipato al campionato di B1 negli anni 2011-2012.

Nel paese è presente anche una società di calcio a 5, la Torrese calcio a 5, che milita in Serie C1.


Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 1990, p. 660.
  5. ^ M.MAZZALUPI, Un pittore in più (e due in meno) per il Quattrocento marchigiano, in «L’Appennino camerte», XC, 16, 16 aprile 2011, p. 9.
  6. ^ M.MAZZALUPI, Due cataloghi, la paleografia e un nome. La vera identità di un pittore marchigiano del Quattrocento, in «Ricerche di Storia dell'Arte», 107, 2012, pp. 75-87
  7. ^ Orazio Civalli, Visita triennale di F. Orazio Civalli maceratese dell'ordine de' minori conventuali ministro provinciale nella marca anconitana parte istorica ossia Memorie storiche riguardanti i diversi luoghi di essa provincia raccolte dall'autore nel tempo del suo provincialato, 1796.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Margaret Collier, La nostra casa sull'adriatico., Ancona, Il lavoro editoriale, 1997.ISBN 8876632395
  10. ^ Margaret Collier, La nostra casa sull'Adriatico. Tradizioni e superstizioni dalla Londra vittoriana a Torre San Patrizio, traduzione di Jasmina Cizmic, Giaconi Editore, 2021, pp. 158, Brossura.
  11. ^ Era figlia di Sir Robert Porret Collier, alto magistrato e Consigliere dell’Ammiragliato di “Gran Gabinetto”, più tardi divenuto Lord Monkswell, il quale, prima di entrare nella Camera Alta, era stato deputato alla Camera dei Comuni dal 1852 al 1871 per la città di Plymouth, come suo padre prima di lui. Sua madre era Lady Isabel Rose, «una dama bella e colta, che riceveva con grazia le personalità dell’epoca, scriveva libri per bambini, dipingeva i suoi piatti di ceramica e disegnava i suoi gioielli». «L’ambiente culturale dei Collier era quello liberale dei darwiniani e dei whigs, che esaltava i movimenti risorgimentali italiani e preparò a Garibaldi, quando andò a Londra nel 1864, la più clamorosa manifestazione popolare di entusiasmo mai vista in Inghilterra». La sua famiglia apparteneva all'ambiente non conformista della Londra vittoriana ed era solita ospitare nel proprio salotto intellettuali e politici progressisti, come il famoso scienziato Thomas Henry Huxley (le cui due figlie Ethel e Marion sposarono in successione John, il fratello maggiore di Margaret), Bertrand Russel, Virginia Woolf e Sir Mountstuart Grant Duff, gentiluomo scozzese al servizio della Regina, con una lunga carriera politico-diplomatica (la cui figlia Lily, accesa femminista, sposò Robert, l’altro fratello di Margaret). Suo fratello John Maler Collier (1850 - 1934), membro dell'Ordine dell'Impero Britannico, fu deputato al Parlamento inglese, scrittore e noto pittore della confraternita dei preraffaelliti (un suo autoritratto si trova nella Galleria degli Uffizi a Firenze). Margaret crebbe a contatto con una cultura raffinata e vivace. Liberale, anticlericale e femminista, amava scrivere e pubblicò su riviste letterarie inglesi diversi racconti ambientati in Italia. Nel 1873, mentre era in vacanza con la madre a Roma, conobbe l’ufficiale garibaldino Arturo Galletti de Cadilhac (1843 - 1912), di cui si innamorò perdutamente. Dopo il matrimonio andò a vivere con il marito a Torre San Patrizio, una piccola cittadina marchigiana dell’ex-Stato Pontificio, in una ex-cappellanìa chiamata San Venanzo, in cima a una collinetta da cui si godeva un favoloso panorama, dai Sibillini all’Adriatico, dal monte Conero al Gran Sasso. Raccontò la sua vita nella provincia italiana all'indomani dell'Unità d'Italia, con l’impatto tra la sua cultura metropolitana del paese all'epoca più industrializzato del mondo e quella rurale e arretrata di Torre San Patrizio, nel libro autobiografico "La nostra casa sull'Adriatico", che nel 1886 venne pubblicato con successo in Gran Bretagna. Nel 1887 pubblicò un romanzo in due volumi intitolato "Babel", anch'esso ambientato nell'allora provincia di Ascoli Piceno, a Monte San Pietrangeli. Nel 1891 pubblicò, sotto lo pseudonimo di Isabel Snow, il racconto "The School of Art". Dopo la fine del suo matrimonio con Arturo Galletti fece ritorno in Gran Bretagna, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita nel Devon, fino alla morte nel 1929. Le informazioni su Margaret Collier e Arturo Galletti de Cadilhac sono tratte dalla "Introduzione" a La nostra casa sull’Adriatico - Diario di una scrittrice inglese in Italia (1873-1885) (Ancona, Il lavoro editoriale, Terza edizione, 1997, ISBN 8876632395) della sorella di Max, Joyce Lussu, consultabile on line.
  12. ^ Figlio del generale garibaldino romano Bartolomeo (Meo) Galletti e della nobildonna di origine francese Anna de Cadilhac, detta "la bella di Roma", Arturo Galletti de Cadilhac, colonnello di artiglieria del Regio Esercito italiano, dopo il congedo in concomitanza con il matrimonio, si trasferì con la giovane moglie a Torre San Patrizio, una piccola cittadina marchigiana dell’ex-Stato Pontificio, all'epoca in provincia di Ascoli Piceno, di cui fu sindaco, poi deputato della circoscrizione per cinque legislature, dalla XVIII alla XXII (1892-1909).
  13. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/

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