Torre della Tromba

torre di Trento

La Torre della Tromba è una torre storica della città di Trento.

Torre della Tromba
La Torre della Tromba vista via Cavour
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàTrento
IndirizzoVia Cavour
Coordinate46°04′05.52″N 11°07′14.3″E / 46.0682°N 11.12064°E46.0682; 11.12064
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXII fino XX secolo
Altezza33,15 m
Realizzazione
ProprietarioComune di Trento
CommittenteFamiglia Buonmartino

Storia modifica

La costruzione fu eretta come casa-torre[1] a scopo di difesa[1] nel XII secolo dalla famiglia Buonmartino, che all'inizio del XIII secolo fece edificare un palazzo adiacente. Nel 1481[1][2][3] fu menzionata nell'atto di vendita[2], datato 7 febbraio[2], con cui il magistrato consolare[2] della città di Trento la acquistò per 370 ducati[2] dal banchiere Antonio Buonmartino[2], assieme alla "casa murata" che le era affiancata[2][3] e che divenne sede dell'allora palazzo municipale[1]. L'acquisto coincide con il processo di trasformazione della via o Contrada Larga[1] (oggi via Belenzani)[4], in funzione di un uso civico-amministrativo[1]. In seguito la torre venne ulteriormente rialzata in laterizio.[5]
Compare in un acquerello di Albrecht Dürer[1], dipinto probabilmente nel 1495[1] e scomparso durante la seconda guerra mondiale[1], e nella pianta prospettica di Giovanni Andrea Vavassore, del 1562[1][2], dove è detta Abbazia[2]. Nell'epoca della Controriforma, tra Sei e Settecento[1], la Torre della Tromba[1], assieme alla Torre di Piazza[1] (Torre Civica) e alle torri lungofiume[1], era tra le costruzioni più elevate della città, "esageratamente alte e slanciate"[1].

Il nome Torre della Tromba è attestato a partire dal 1683 (precedentemente chiamata Torre del Magistrato) [2], anno in cui

«fu abbassata di 12 piedi, privata della merlatura e coperta da un tetto a quattro spioventi.»

Nel corso del XIX secolo fu utilizzata come prigione[2][3][6] per i reati minori[2]. A tale scopo, già a partire dal Settecento[2] furono ricavate finestre quadrangolari[2] con inferriate robuste[2]. Tra il XVIII e il XIX secolo, vi furono detenuti eccezionalmente anche i prigionieri per reati maggiori (delitti) quando le carceri apposite delle due torri cittadine (Torre di Piazza e Torre Vanga) non avevano più posto. Risalgono a tali occasioni le scritte e pitture parietali, di colore rossastro, realizzate durante periodi di detenzione più lunghi usando i mattoni sgretolati del soffitto. Le scritte, in particolare, sono un fenomeno molto raro, dato che i detenuti per delitti erano in genere di bassa estrazione sociale e dunque analfabeti; a Trento, tuttavia, che all'epoca era parte dell'Impero austriaco, il sistema scolastico teresiano rese possibile un'alfabetizzazione più diffusa, testimoniata appunto dal fatto che i detenuti erano in grado di scrivere il proprio nome e la data di nascita, dopo aver presumibilmente imparato a leggere e a distinguere le lettere grazie ai libri di preghiere.
Fino al 1914, una scala in legno esterna alla torre dava accesso alle celle delle prigioni, che fu eliminata e sostituita da una interna in cemento. L'edificio non fu più utilizzato come prigione e le porte, seppure tuttora presenti, divennero finestre aumentando sensibilmente la luminosità degli ambienti, fino a quel momento delle celle molto buie.
Sulla terrazza sommitale della torre è posta la sirena municipale[2], che, dopo il bombardamento della Portela del 1943, suona ogni giorno alle 11:57 per ricordare l'attacco delle forze alleate su Trento. Nel 2000 il comune eseguì alcuni lavori di ristrutturazione all'esterno e all'interno ma non è più possibile accedervi per problemi di sicurezza.[7][8]

Descrizione modifica

La torre ha una pianta trapezoidale di 5,50 × 7,70 m e misura all'incirca 33,15 m in altezza con la merlatura[2] (32,10 m senza quest'ultima[2][9]). Costruita con pietre a vista[2], fu rialzata più volte, circostanza ben riconoscibile dall'analisi dell'alzato in quanto presenta diverse fasi di costruzione.

La prima risale al XII secolo e si distingue dagli altri periodi dal bugnato di rosso ammonitico utilizzato e successivamente fu rialzata di un metro e mezzo circa.

Nel XIII secolo il lato settentrionale e quello orientale furono inglobati in un palazzo con il quale facevano angolo. Di quest'opera rimangono poche tracce. Ben visibili sono invece i conci bianchi del rialzamento eseguito nello stesso periodo.

Probabilmente nel XIV secolo, dopo essere stata parzialmente demolita, la torre venne nuovamente rialzata e conclusa con una merlatura a gradini. Tale fase è ben riconoscibile dal differente materiale edilizio: pietre e laterizio[9].

Altri lavori furono eseguiti in laterizio tra XVII e il XVIII secolo nei quali la torre raggiunse l'altezza attuale. Nel 1913-1914[2] fu completata con una terrazza "panoramica" ed una merlatura a coda di rondine in calcare bianco[2] ancora presente.[10]

Dalla terrazza si ha una vista panoramica dei monti atesini[2] e della città[2], tranne il settore urbano meridionale, corrispondente al quartiere di epoca medievale Borgo Nuovo[1], posto sulla via per Verona[1].

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Renato Bocchi e Carlo Oradini, Le città nella storia d'Italia, Roma-Bari, Editori Laterza, 1989.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w Aldo Gorfer, Trento Città del Concilio. Ambiente, storia e arte di Trento e dintorni, Gardolo, Edizioni Arca, 1995.
  3. ^ a b c Pancheri, Il Concilio a Trento: i luoghi e la memoria, a cura di Roberto, Trento, Comune di Trento, 2008.
  4. ^ Lamberto Cesarini Sforza, Piazze e strade di Trento., a cura di Elio Fox, Trento, Edizioni U.C.T., 1991, p. 100.
  5. ^ Aldo Gorfer: Trento città del Concilio p. 370
  6. ^ Quinto Antonelli, "Misera condizion di chi, e qui dentro / locco di povera gente...". Iscrizioni carcerarie nella torre di Piazza e nella torre della Tromba, in Franco Cagol, Silvano Groff, Serena Luzzi (a cura di), La torre di Piazza nella storia di Trento, Trento, Temi, 2014, p. 281.
  7. ^ Torre della Tromba, su comune.trento.it. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  8. ^ Moira Pederzolli: Torre della Tromba p. 244
  9. ^ a b Moira Pederzolli, Torre della Tromba, in Elisa Possenti, Giorgia Gentilini, Walter Landi, Michela Cunaccia (a cura di), Apsat 5. Castra, castelli e domus murate., Mantova, SAP Società Archeologica s.r.l., 2013, p. 244.
  10. ^ Moira Pederzolli: Torre della Tromba pp. 244–246

Bibliografia modifica

  • Aldo Gorfer: Trento città del Concilio, Arca, Lavis 2003, ISBN 978-88-88203-10-2
  • Moira Pederzolli: Torre della Tromba. in: Elisa Possenti, Giorgia Gentilini, Walter Landi, Michela Cunaccia (a.c.): APSAT 5. Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo. Schede 2. SAP Società Archeologica srl., Mantova 2013, ISBN 978-88-87115-80-2

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