Toyota Auris

autovettura del 2007 prodotta dalla Toyota

La Toyota Auris è un modello di automobile costruito dalla casa automobilistica giapponese Toyota, appartenente al segmento delle compatte a due volumi tre o cinque porte e sostituisce nella gamma la Toyota Corolla da febbraio 2007 al 28 agosto 2018 quando, dopo aver presentato gli esterni della terza serie della vettura al Salone dell'automobile di Ginevra dello stesso anno, la casa decide con un contrordine di voler abbandonare definitivamente il nome "Auris" usato nel Vecchio Continente per passare al nome "Corolla" già usato nel resto del mondo e anche in Europa sino al 2007.[2]

Toyota Auris
Descrizione generale
CostruttoreBandiera del Giappone Toyota
Tipo principaleBerlina 2 volumi
Altre versioniStation wagon
Produzionedal 2007 al 2018
Sostituisce laToyota Corolla E120
Sostituita daToyota Corolla E210
Euro NCAP (2006[1])5 stelle
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezza4220 mm
Larghezza1760 mm
Altezza1520 mm
Passo2600 mm
Massada 1200 a 1470 kg
Altro
Stessa famigliaLexus CT
Toyota Blade
Toyota Corolla E140
Scion iM
Auto similiAlfa Romeo 147
Citroën C4
Fiat Bravo
Ford Focus
Lancia Delta (2008)
Kia Cee'd
Opel Astra
Peugeot 307
Volkswagen Golf
NoteDati riferiti all'Auris 1ª serie (2007)

Prima generazione (E150, 2007-2012) modifica

Profilo e contesto modifica

A metà anni 2000, in Europa, le vendite della Toyota Corolla E120, dopo un primo periodo abbastanza buono, iniziarono vertiginosamente a crollare. Per questo motivo, la filiale europea del marchio giapponese, decise, intorno al 2005, di studiare la progettazione di un modello completamente rinnovato e più efficiente rispetto al suo predecessore, che a causa dell'agguerrita concorrenza di modelli più avanzati come la Ford Focus, la Volkswagen Golf, la Renault Mégane e la Citroën C4, era considerato ormai troppo vecchio e obsoleto. Fu scelto così il nome Auris, un termine che deriva dalla parola latina aurum, che significa oro, segno della maggiore innovazione che avrebbe dovuto fornire al suo interno. Infatti, il modello, presentato al Motor Show di Parigi nel settembre 2006, venne lanciato per la prima volta ad inizio 2007, iniziò a riscuotere grande successo di vendite, tanto che la Toyota decise di commercializzarlo anche in alcuni mercati mondiali, come in Giappone, dove fu venduto insieme alla Toyota Blade, senza creare concorrenza alla nuova serie della Corolla, lanciata sempre nello stesso periodo. In gran parte di questi mercati fu usato il nome originale della vettura, tranne che nei principali mercati dell'Oceania dove fu prodotta con la vecchia denominazione di "Corolla".

La piattaforma è completamente nuova rispetto alla Corolla e adotta sospensioni anteriori MacPherson e al retrotreno il classico schema a ruote interconnesse per le motorizzazioni meno potenti mentre per i 2,2 litri Diesel sono disponibili i bracci multipli (schema Multilink). In Giappone è disponibile anche la versione a quattro ruote motrici e le varianti sportive equipaggiate con un motore 2.4 16V da 170 cavalli e un 3.5 V6 da 275 cavalli a trazione integrale e cambio automatico a 6 rapporti.

Restyling 2010 modifica

 
Auris restyling del 2011.

Nei primi mesi del 2010 è commercializzato il nuovo modello della Auris, rivisto in alcuni dettagli del frontale, reso più sportivo dai fari fumé, da una nuova mascherina e da un paraurti dal nuovo design, e dalla coda, dotata di nuovi fanali e paraurti. Da segnalare l'ingresso nella gamma Auris della versione ibrida HSD.[3]

Allestimenti modifica

Nel mercato italiano i livelli di allestimento sono due (Base e Sol) per tutte le motorizzazioni, escluso il 2.2 D-Cat che ne ha solo una. Il 1.6, il 1.4 D-4D e il 2.0 D-4D hanno due versioni Sol con cambio automatico; una a tre porte e l'altra a cinque. In totale ci sono 20 modelli.

Sicurezza modifica

La Auris ha preso 35 punti su 37 nei crash test dell'Euro NCAP grazie alla completa dotazione di serie, comprendente: 9 airbag (ma considerando, come quasi tutte le altre case automobilistiche fanno, che gli airbag a tendina sono 2 in totale gli airbag sono 7), struttura dell'abitacolo indeformabile, pretensionatori delle cinture di sicurezza su tutti i sedili, e sedili Whiplash Injury Lessening (WIL), ovvero disegnati in modo che in caso di tamponamento riducano le lesioni al collo e il colpo di frusta con poggiatesta attivi[1].

Ha conseguito ottimi risultati anche nel crash test frontale del NasvaNCAP (6 stelle su 6 sia per il guidatore che per il passeggero).

Per la sicurezza attiva in tutte le versioni sono presenti: ABS con EBD e BAS, ESP (controllo elettronico della stabilità) e TSC (controllo elettronico della trazione). La carreggiata anteriore è ampia per il segmento: 1525 mm. Anche la carreggiata posteriore è di 1525 mm.

Motorizzazioni modifica

Modello Disponibilità Motore Cilindrata
(cm³)
Potenza massima
kW (CV)
Coppia massima
N·m/rpm
Emissioni CO2
(g/km)
Velocità max
(km/h)
Acceler.
0–100 km/h
Consumo medio
(km/l)
Versioni a benzina
1.3 Dual VVT-I dal 2009 4 cilindri in linea, benzina 1329 73 (99) 132/3800 135 (136 Sol) 175 13"1 17,2
1.6 Valvematic 1598 97 (132) 160/4400 153 195 10" 15,2
1.6 Valvematic M-MT 146 11"9 15,9
Versioni a gasolio
1.4 D-4D dall'esordio 4 cilindri in linea, Diesel 1364 66 (90) 205/1800-2800 127 (128 Sol) 175 11"9 20,8
1.4 D-4D M-MT 190/1800 130 14"7 20,4
2.0 D-4D 1998 93 (126) 310/1600-2400 138 195 10"3 19,2
2.2 D-CAT dall'esordio al 2009 2230 130 (177) 400/2000 164 210 8"1 14,7
Versioni ibride
1.8 HSD Hybrid dal 2010 al 2012 Ibrido 1798 73 (99) 142/4000 89 180 11" 25,6
dal 2013 87 10" 27

NB: tutti i motori della Auris sono dotati di distribuzione a catena, che riduce i costi di manutenzione per i tagliandi rispetto a una distribuzione a cinghia.

Seconda generazione (E180, 2012-2018) modifica

 
Auris II serie del 2015.

La seconda serie della Auris è stata lanciata al Salone dell'automobile di Parigi del 2012 ed è completamente diversa dalla vecchia serie.

Causa insuccesso commerciale, la variante 3 porte non è stata riproposta, ma dal 2013 la Toyota ritorna nel segmento delle station wagon medie lanciando la Auris Touring Sports, variante SW della Auris E180.

 
Posteriore di una Auris II serie del 2013.

Diversamente, la variante ibrida è rimasta in commercio ed è disponibile in tutte e 2 le carrozzerie: dalla fine del 2012 è disponibile in versione 5 porte, mentre dalla fine del 2013 la Auris Hybrid è disponibile anche come station wagon.

A differenza della precedente generazione, la Auris E180, dal 2014 viene venduta anche in Nord America, prima come Scion iM fino al 2016, poi come Toyota Corolla iM dal 2016 al 2018.

Nel 2015 arriva un restyling estetico che cambia la mascherina e i paraurti, dando maggiore personalità e fluidità alla vettura, e vengono inoltre modificati anche gli interni con plastiche migliorate e nuovi dettagli (nuovo sistema multimediale, nuovi tessuti e ambienti interni). Arrivano delle novità anche per quanto riguarda le motorizzazioni: c'è un nuovo motore turbocompresso ad iniezione diretta di benzina, un 1200 cm³ da 116 CV chiamato internamente 8NR-FTS[4] e un inedito 1.6 D-4D a gasolio da 112 CV, motore di derivazione BMW che aveva esordito poco prima dalla Toyota Verso. Quest'ultimo motore sostituisce il 2.0 D-4D usato in precedenza mentre il 1.2 turbobenzina sostituisce sia il 1.3 da 99 CV sia il 1.6 da 132 CV disponibili in precedenza, il tutto nell'ottica del downsizing.

Dal mese di gennaio del 2018 sul mercato italiano viene commercializzata, per entrambe le carrozzerie, la sola versione ibrida (la più venduta della gamma) in seguito alla volontà del costruttore di eliminare le motorizzazioni a gasolio dal mercato italiano.

La seconda serie è stata sottoposta ai crash test dell'Euro NCAP nel 2013 con il risultato di 5 stelle[5].

Note modifica

  1. ^ a b Test Euro NCAP del 2006, su euroncap.com. URL consultato il 20 novembre 2016.
  2. ^ Addio Toyota Auris, bentornata Corolla | Motor1.com Italia, in Motor1.com. URL consultato il 28 agosto 2018.
  3. ^ Toyota Auris 2010, in OmniAuto.it. URL consultato il 2 maggio 2017.
  4. ^ Toyota Auris 2015: più stile e nuovi motori. URL consultato il 2 maggio 2017.
  5. ^ Test Euro NCAP del 2013, su euroncap.com. URL consultato il 20 novembre 2016.

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