Traforo del Gran Sasso

Tunnel autostradale in Abruzzo

Il traforo del Gran Sasso è un tunnel autostradale, costituito da due canne, ciascuna a due corsie e a senso unico di circolazione, che attraversa l'Appennino abruzzese passando sotto il massiccio del Gran Sasso, in Abruzzo. Fa parte dell'autostrada A24 Roma-L'Aquila-Teramo che collega Roma al mare Adriatico passando per L'Aquila e Teramo ed è utilizzato anche come via di accesso ai laboratori sotterranei dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, i quali sono i più grandi laboratori sotterranei del mondo.

Traforo del Gran Sasso
L'autostrada A24 a ridosso del traforo con Pizzo Cefalone (versante aquilano)
TipoTunnel
StatoBandiera dell'Italia Italia
Localizzazione  Abruzzo
Coordinate42°25′03″N 13°31′23″E / 42.4175°N 13.523056°E42.4175; 13.523056
GestoreANAS
PortaliAssergi; San Gabriele-Colledara
Lunghezza10,173 km
AttraversaGran Sasso
Nº di canne2
Nº di corsie2
Inizio dei lavori14 novembre 1968
Apertura1º dicembre 1984
Mappa
Mappa del tunnel
Mappa del tunnel

Descrizione modifica

Lunga 10 km, è la terza galleria stradale per lunghezza in Italia dopo il traforo stradale del Frejus e il tunnel del Monte Bianco, e il più lungo traforo stradale realizzato interamente su territorio italiano; è inoltre la più lunga galleria stradale a due canne d'Europa.[1]

Storia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Autostrada A24 (Italia).
 
La visuale nel versante teramano prima del traforo da Teramo verso L'Aquila

La storia del traforo è legata a quella dell'autostrada A24 la cui concezione risale agli anni sessanta quando venne costituita un'apposita società per azioni[2]. Nel 1963 venne approvata la costruzione del collegamento Roma-Giulianova attraverso L'Aquila e Teramo che prevedeva sin dal principio la realizzazione di una galleria stradale sotto il massiccio del Gran Sasso[3].

I lavori cominciarono il 14 novembre 1968 e si protrassero per 25 anni con numerosi incidenti, che complessivamente costarono la vita a 11 persone[4], ed un costo totale che arrivò a sfiorare i 1700 miliardi di lire (ad oggi 2017, sarebbero 887 milioni di euro) a fronte degli 80 miliardi inizialmente previsti[3]. Nel 1975 i lavori furono sospesi per la crisi economica e ripresero solo nel 1982 ed il 1º dicembre 1984, con una cerimonia ufficiale presieduta dall'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi, venne inaugurata a corsia unica per senso di marcia la galleria in direzione Teramo tra gli svincoli di Assergi e Colledara[3].

Nel 1982 era inoltre cominciata la costruzione dei laboratori sotterranei dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare fortemente voluta dal fisico Antonino Zichichi la cui realizzazione procedette parallela alla costruzione della seconda galleria in direzione L'Aquila: i laboratori, appositamente situati alla quota dell'autostrada A24, a circa 1000 metri di profondità sotto il massiccio del Gran Sasso, avrebbero goduto, in questo modo, di un funzionale accesso direttamente dall'arteria stradale tramite uno svincolo sotterraneo[3].

La seconda canna del traforo, e quindi i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, vennero aperti nel 1993.

Tragedie durante la costruzione modifica

 
L'ingresso al traforo dal lato di Assergi visto dalla sommità di Campo Imperatore
 
La medaglia commemorativa per la costruzione del traforo

Il 15 settembre 1970, durante l'esecuzione dei lavori di scavo, la grande talpa escavatrice bucò l'enorme serbatoio sotterraneo di acqua presente nelle viscere della montagna.

Gli ambienti montani caratterizzati da rocce calcaree lasciano penetrare l'acqua sui rilievi, per farla riemergere molto più a valle. Lo stesso ghiacciaio del Calderone ha sempre agito da cisterna di compensazione: l'acqua di fusione del ghiacciaio, infatti, contribuisce ad alimentare sia il bacino idrografico del Fosso San Nicola sia la circolazione sotterranea che avviene in profondità nella montagna.

Quando la "talpa" bucò il serbatoio sotterraneo, alto 600 m, un getto di acqua e fango dalla pressione di circa MPa travolse ogni cosa. La parte bassa della città di Assergi fu allagata, costringendo a un'evacuazione, e il corso di molte sorgenti fu compromesso.

Complessivamente nella realizzazione dell'opera, costata negli anni settanta 2.000 miliardi di lire, persero la vita 11 persone, il livello della falda acquifera si abbassò di 600 m e la portata delle sorgenti del Rio Arno e del Chiarino fu quasi dimezzata.

Nella tabella vengono riportati i dati approssimati per difetto (altre stime[5] delineano un quadro della situazione ancora più fosco) relativi alla riduzione di portata delle sorgenti, causata dall'abbassamento della falda.

Diminuzione della portata delle sorgenti:
Sorgente Portata
Valle Fredda −95%
Ruzzo −70%
Sopra Casale S. Nicola −70%
Rio Arno −40%
Chiarino −40%
Mortaio d'Angri −40%
Vitello d'Oro −40%
Tempera −25%
Vetoio −25%
Tirino −10%
Aterno −10%

Il rischio chiusura del 2019 modifica

Secondo un comunicato del gestore Strada dei Parchi[6], il traforo del Gran Sasso doveva essere interdetto al traffico in entrambi i sensi di marcia dal 19 maggio 2019 per un tempo indeterminato. Alla base di questa decisione ci sarebbe stata l'inchiesta che la Procura della Repubblica di Teramo sta effettuando nei confronti del gestore, coinvolgendo allo stesso tempo anche l'Istituto nazionale di fisica nucleare e la società di gestione idrica locale, per un presunto inquinamento delle falde acquifere nei pressi del Gran Sasso.[7][8] Tutto ciò poteva portare dei danni per la circolazione, visto che il traforo si trova sulla A24, importante collegamento autostradale dalla costa centrale adriatica verso la costa tirrenica. Dai danni della chiusura potevano essere colpiti anche i lavoratori e ricercatori del locale Istituto nazionale di fisica nucleare, il quale accesso ai Laboratori nazionali del Gran Sasso si effettua dal traforo, compromettendo anche le ricerche in corso. La questione ha indotto le istituzioni e gli enti locali a scongiurare la chiusura del traforo. Il 16 maggio 2019, il gestore Strada dei Parchi ha deciso di revocare la chiusura del traforo stesso[9].

Attualità modifica

Ad oltre 60 anni dal suo concepimento e 40 dalla sua realizzazione, l'opera ha mostrato tutto il suo potenziale mettendo in collegamento l'Adriatico con il Tirreno nel punto più stretto dell'Italia Centrale. È l'unica via di comunicazione autostradale insieme alla gemella A25 nell'Appennino Centrale.

Note modifica

  1. ^ The world's largest road tunnels, su lotsberg.net. URL consultato il 31 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2012).
  2. ^ La Società Autostrada Roma-Civitavecchia, dal 1961 Società Autostrade Romane S.p.A. quindi Società Autostrade Romane ed Abruzzesi (1965) ed infine Strada dei Parchi S.p.A.
  3. ^ a b c d Gran Sasso: un tunnel dimezzato (PDF) [collegamento interrotto], su fiaccola.it. URL consultato il 31 ottobre 2010.
  4. ^ Gran Sasso, così nacque il traforo più lungo d'Europa | Strada dei Parchi, su Strada dei Parchi. URL consultato il 2 aprile 2016.
  5. ^ Articolo su abruzzoweb.it Archiviato il 7 giugno 2006 in Internet Archive.
  6. ^ Traforo del Gran Sasso: chiusura rinviata al 19 maggio, su Strada dei Parchi, 30 aprile 2019. URL consultato il 4 maggio 2019.
  7. ^ Traforo del Gran Sasso, possibile chiusura il 19 maggio - Mondo Auto - Automoto, su FormulaPassion.it, 2 maggio 2019. URL consultato il 4 maggio 2019.
  8. ^ L'Aquila, il traforo del Gran Sasso chiude: 30 giorni per evitare l'isolamento, su Il Capoluogo, 19 aprile 2019. URL consultato il 4 maggio 2019.
  9. ^ Strada dei parchi, revocata la chiusura del traforo Gran Sasso, su Repubblica.it, 16 maggio 2019. URL consultato il 16 maggio 2019.

Voci correlate modifica

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