Trecenta

comune italiano

Trecenta (Tresenta in veneto, Tarsenta in dialetto ferrarese) è un comune italiano di 2 533 abitanti della provincia di Rovigo in Veneto, situato ad ovest del capoluogo.

Trecenta
comune
Trecenta – Stemma
Trecenta – Bandiera
Trecenta – Veduta
Trecenta – Veduta
Torre civica
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Rovigo
Amministrazione
SindacoAnna Gotti (lista civica) dal 15-5-2023
Territorio
Coordinate45°02′N 11°27′E
Altitudine11 m s.l.m.
Superficie35,08 km²
Abitanti2 533[1] (30-6-2022)
Densità72,21 ab./km²
FrazioniPissatola, Sariano
Comuni confinantiBadia Polesine, Bagnolo di Po, Canda, Ceneselli, Giacciano con Baruchella, Salara
Altre informazioni
Cod. postale45027
Prefisso0425
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT029047
Cod. catastaleL359
TargaRO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 355 GG[3]
Nome abitantitrecentani
Patronosan Giorgio Martire
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Trecenta
Trecenta
Trecenta – Mappa
Trecenta – Mappa
Posizione del comune di Trecenta nella provincia di Rovigo
Sito istituzionale
 
Mappa di Trecenta del 1683

Trecenta risale ai tempi dei Romani, che nel 163 a.C. la strapparono agli Etruschi per stabilirvi, con nome di Annejanum, un accampamento militare a 130 (Centum Triginta) miglia romane da Rimini. Per la sua posizione strategica, Trecenta fu saccheggiata dalle principali tribù barbare fra il 263 e il 774, quando passò sotto il Papato.

Nel 1017 Richelda, moglie di Bonifacio IV di Toscana, donò il paese all'Abbazia di Nonantola. Fu poi feudo del vescovo di Ferrara, dal quale passò agli Estensi[4].

Dal 1208 al 1799 fu dominata dagli Este e poi dalla Chiesa; sotto la loro amministrazione furono bonificate le paludi che circondavano il paese (qualcuno fa risalire l'origine del nome a "Terra esenta" dall'acqua). Le invasioni ripresero nel 1701, fino al 1796 con l'arrivo di Napoleone. Dopo il congresso di Vienna del 1815 nel paese sorse una sottovendita della Carboneria, con ritrovo presso Villa Trebbi. Nel 1866, dopo la terza guerra d'indipendenza italiana Trecenta entrò a far parte del Regno d'Italia. Nel 1878 fu chiamato dall'Amministrazione Comunale il medico recanatese Nicola Badaloni che tanto si adoperò per il riscatto dei braccianti, soprattutto dopo l'alluvione dell'Adige del 1882. Nicola Badaloni, con la collaborazione di Gino Piva, fu padre del socialismo rodigino. L'entusiasmo politico e sindacale di Piva fu così contagioso che il primo sciopero del 1894 rimase memorabile tra i braccianti del Polesine, tanto da essere ricordato in un canto popolare del tempo:

Evviva Gino Piva / che col suo bel parlare / tutta la provincia / ha fatto ribellare.

Nel 1928 il comune ha incluso nel suo territorio parte del comune soppresso di Crocetta.

Dopo l'alluvione del 1882 seguì un flusso migratorio verso il Sudamerica. La storia si ripeté nel 1951 quando, dopo l'alluvione del Po del 14 novembre 1951, il paese vide via via ridursi gli abitanti a meno di 3000.

Il 20 maggio 1948, durante uno sciopero, venne ucciso dai carabinieri il bracciante comunista Evelino Tosarello mentre altri due manifestanti sono feriti gravemente.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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  • Chiesa di San Giorgio: eretta nella località chiamata una volta Pieve, fu costruita nel XVII su disegno di Santini. È una delle chiese più ampie e armoniose della provincia e rientra nell'architettura barocca ferrarese del Settecento. Al suo interno sono conservate tre tele attribuite a Carlo Bononi e un dipinto del Bastarolo raffigurante Sant'Eligio vescovo in adorazione di Cristo crocifisso[5].
  • Oratorio della Beata Vergine della Consolazione detto di Santa Chiara.
  • Chiesa di San Maurelio nella frazione di Sariano, con affreschi del 1300 attribuiti alla scuola del Giotto, e altri datati dal 1400 e 1500. Nell'abside, pala attribuita al Guercino con l'immagine di San Maurelio.
  • Chiesa di San Girolamo Sacerdote e Dottore della Chiesa (fraz. di Pissatola). Fonte battesimale con opere a rilievo di Gino Bombonato (1959).[6]

Architetture civili

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Palazzo Pepoli.
  • Palazzo Pepoli, detto "el Palazzòn". Esistente già dal Medioevo come complesso difensivo a quattro torri, fu possedimento dei Contrari e poi ereditato dai Pepoli alla fine del XVI secolo. L'edificio si può definire il più interessante fra i palazzi nobiliari della zona e i moduli di architettura richiamano quelli tipici emiliani. L'interno presenta un grande salone centrale con soffitto a volte e un suggestivo ballatoio con ringhiera lignea. Oggi Villa Pepoli viene impiegata a livello locale e polesano per iniziative culturali.
  • Villa Trebbi - Villa della Carboneria. Attualmente sede municipale, la sua costruzione risale alla seconda metà del Settecento, a cura della famiglia Trebbi. Fu acquistata dal comune nel 1875 e modificata e adattata alle nuove esigenze negli anni successivi. Villa Trebbi va ricordata per la storia della carboneria polesana.
  • Torre Civica. Innalzata nel 1888, la torre serviva, con l'ex campana della chiesa di Bagnolo, a chiamare a raccolta i consiglieri del comune. Oggi rimane solo una piccola campana simbolica e l'edificio è adibito a sede di polizia locale, biblioteca comunale e sale per convegni e corsi.
  • Casa Pepoli, detta comunemente "Il Castello", nella frazione di Sariano.
  • Corte Gaspera, sulla sponta settentrionale dell'omonimo gorgo.
  • Colonna della Libertà. Realizzata in epoca napoleonica, durante la Restaurazione fu privata della statua allegorica. Nel 1936 venne posta una nuova statua della Libertà, opera dello scultore sarianese Emilio Fantini.[7]
  • Monumento a San Giorgio, eretto nel 1926 e arricchito sulla sommità dalla statua eseguita dallo scultore Carlo Lorenzetti già nel 1905.[8] nella piazza antistante l'omonima chiesa parrocchiale.
  • Monumento ai Caduti, ripristinato nel 1956 con statua in bronzo realizzata da Giuseppe Minozzi.[9]
  • Ostello della gioventù
  • Monumento a Luigi Masetti

Pioniere del cicloturismo, a cavallo di fine'800, compì imprese memorabili con una delle prime biciclette moderne recandosi ad esempio negli USA in bici dove fu ricevuto dal presidente degli Stati Uniti o nel nord Europa fino al circolo polare artico.

Aree naturali

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Gorghi di Trecenta.
 
Gorgo della Sposa

I gorghi di Trecenta sono un complesso di zone umide testimonianza delle alluvioni antiche, situate in depressioni del terreno. Questi piccoli laghetti hanno dato vita a un ambiente particolarmente ricco di vegetazione e fauna lacustre. Sono in tutto otto:

  • Gorgo Bianco
  • Gorgo Bottazza
  • Gorgo Gàspera
  • Gorgo Magon
  • Gorgo Zùcolo
  • Gorgo Màgherino
  • Gorgo della Sposa (il più grande dei territori di Rovigo e Ferrara, diviso in due bacini)
  • Gorgo Malopera, a Pissatola

Nel 1930 venne interrato il Gorgo dell'Osteria, vicino a Palazzo Pepoli.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[10]

Cultura

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Economia

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L'economia del comune è sempre stata essenzialmente agricola. Attualmente è sede dell'importante ospedale "San Luca" derivante dalla chiusura di quattro precedenti piccoli ospedali dell'Alto Polesine (Badia Polesine, Lendinara, Castelmassa e Trecenta), unificati in questo più grande e moderno ospedale, costruito alla fine del XX secolo.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1994 1998 Massimo Ghisellini Partito Popolare Italiano Sindaco
1998 2002 Filippo Zebini Lista civica Sindaco
2002 2007 Gianpietro Pizzo Lista civica Sindaco
2007 2012 Antonio Laruccia Lista civica (centro-destra) Sindaco
2012 2013 Antonio Laruccia Lista civica Casa comune (centro-destra) Sindaco
2013 2018 Antonio Laruccia Lista civica Casa comune (centro-destra) Sindaco
2018 2023 Antonio Laruccia Lista civica Casa comune (centro-destra) Sindaco
2023 in carica Anna Gotti Lista civica Progetto comune (centro-destra) Sindaco
  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Luoghi storici d'Italia - pubblicazione a cura della rivista Storia Illustrata - p. 1106 - Arnoldo Mondadori editore (1972).
  5. ^ Chiesa Arcipretale di San Giorgio Martire, su regione.veneto.it. URL consultato il 17 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2017).
  6. ^ Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, pp. 208-209, 212
  7. ^ Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, pp. 168-169
  8. ^ Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, pp. 175, 179
  9. ^ Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, pp. 167, 200
  10. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Bibliografia

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  • AA.VV., Il Veneto paese per paese, Firenze, Bonechi, 2000, ISBN 88-476-0006-5.
  • Cristino Sartorelli, Notizie Storiche su Trecenta, 1940.
  • Vittorio Tomasin, Trecenta (1944-1945). Note sulla presenza e sull'attività partigiana, in “Studi Polesani”(1986), nn.21-23, pp. 179–200.
  • Vittorio Tomasin, Lo sciopero bracciantile del maggio 1948 e l'uccisione di Evelino Tosarello, in “Studi Polesani” (1987), nn.24-26, pp. 149–182.
  • Dario Nicoli (a cura di), ATLANTE POLESANO. Dizionario alfabetico dei 51 comuni della provincia di Rovigo,Il Resto del Carlino, 1993, p. 114.
  • Michelangelo Caberletti, Pepoli e Bentivoglio nella terra di Trecenta. Storia della possidenza fondiaria e degli edifici più insigni, Grafiche FM, Bergantino 2007, pp. 206.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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