Trexenta
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Trexenta subregione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | Sud Sardegna |
Territorio | |
Coordinate | 39°37′44.4″N 9°09′00″E / 39.629°N 9.15°E |
Superficie | 412,4 km² |
Abitanti | |
Comuni | Barrali, Gesico, Guamaggiore, Guasila, Mandas, Ortacesus, Pimentel, Samatzai, Sant'Andrea Frius, San Basilio, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala, Suelli |
Divisioni confinanti | Sarcidano, Marmilla, Campidano di Cagliari, Parteòlla, Sarrabus-Gerrei, Ogliastra, Barbagia di Seùlo |
Altre informazioni | |
Lingue | italiano, sardo |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
La Trexenta[1] è una regione storica della Sardegna, situata nella parte settentrionale della provincia del Sud Sardegna. Comprende 14 comuni.
Geografia fisicaModifica
TerritorioModifica
Si estende su una superficie di circa 412,4 km² di un più vasto territorio prevalentemente collinare nella parte orientale e più pianeggiante verso ovest.
Origini del nomeModifica
Il toponimo Trexenta potrebbe derivare dal plurale neutro latino "trecenta", a indicare forse qualche misura agricola (per esempio trecenta iugera, equivalente a circa 75 ettari, o a qualche altra misura maggiore) o l'esistenza di trecento entità (per esempio granai, aziende agricole, fortezze o altro). Il nome Trexenta ricorda i trenta o trecento villaggi che la leggenda dice la popolassero nei tempi antichi e della maggior parte dei quali si è perso anche il nome, ma di molti dei quali restano testimonianze, fino alla grande crisi demografica del 1300, quando diversi centri furono effettivamente abbandonati. Quelli che oggi rimangono presentano il tipico aspetto dei centri agricoli del Sud della Sardegna.[2] Da uno studio toponomastico, fatto nel territorio di Sant'Andrea Frius, risulta una forte presenza colonica romana organizzata in "topia". Questo termine latino neutro pl. si ritrova infatti in toponimi come "topia meliora" (trasformatosi per etimologia popolare in "tupp''e sa mallòra") o in "tuppellocas" (in territorio di Senorbì) riconducibile a "topia lucana", o in "tuppezzonia" riconducibile a "topia ausonia". Pertanto si può ipotizzare che "Trexenta" faccia riferimento al numero delle "topia" esistite nella regione.
StoriaModifica
I più antichi insediamenti nella regione risalgono alla preistoria[3], ne è testimonianza il nuraghe Piscu di Suelli[4].
Nel Medioevo la curatoria di Trexenta faceva parte del regno di Calari, uno dei giudicati della Sardegna.
EconomiaModifica
ComuniModifica
Comprende i comuni di:
- Barrali,
- Gesico,
- Guamaggiore,
- Guasila,
- Mandas,
- Ortacesus,
- Pimentel,
- Samatzai
- Sant'Andrea Frius
- Selegas,
- Senorbì
- Siurgus Donigala,
- Suelli
e i centri minori:
NoteModifica
- ^ Giulio Angioni, voce Trexenta in Dizionario storico-geografico dei comuni della Sardegna, S-Z, (a cura di Manlio Brigaglia e Salvatore Tola), Sassari, Delfino, 2009
- ^ Antioco Piseddu, Senorbì: note per una storia e in particolare Giulio Angioni, la voce Trexenta cit., ora anche in Giulio Angioni, Il dito alzato, Palermo, Sellerio, 2012, pp. 171-173
- ^ Silvestro Ghiani, La Trexenta antica, Comune di Guasila, 2000
- ^ Il nuraghe Piscu, su sardegnacultura.it.
BibliografiaModifica
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007.