Trietilenetetramina
Trietilenetetramina | |
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Nome IUPAC | |
N'-[2-(2-amminoetilammino)etil]etan-1,2-diammina | |
Nomi alternativi | |
trientina | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C6H18N4 |
Massa molecolare (u) | 146,23392 |
Aspetto | liquido giallognolo, viscoso, igroscopico, dall'odore caratteristico |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 203-950-6 |
PubChem | 5565 |
DrugBank | DB06824 |
SMILES | C(CNCCNCCN)N |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 0,9818g/cm3 a 20 °C |
Indice di rifrazione | 1,4971 a 20 °C |
Temperatura di fusione | 12 °C |
Temperatura di ebollizione | 266-267 °C a 760 mmHG |
Tensione di vapore (Pa) a 289,15 K | 4,12·10−04 mmHg |
Indicazioni di sicurezza | |
Temperatura di autoignizione | 338 °C |
Simboli di rischio chimico | |
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Consigli P | 271 - 284 - 280 - 270 - 410+403 |
La trietilenetetramina, o trientina, usata come cloridrato, è un chelante del rame utilizzato, in modo simile alla penicillamina, nel trattamento della malattia di Wilson in associazione a regime dietetico a basso contenuto di rame e ad elevato contenuto proteico. Il farmaco viene generalmente impiegato nei pazienti che non tollerano la penicillamina.
Il valore della DL50 orale nel ratto è di 2,5 g/kg (riferito alla base).
La trientina cloridrato viene somministrata per os, preferibilmente a stomaco vuoto. La dose iniziale è compresa tra 750 e 1250 mg/die in 2-4 somministrazioni frazionate; se necessario la dose può essere poi incrementata fino a 2 g/die. Nei bambini il dosaggio iniziale è di 500–750 mg/die, da aumentare fino a un massimo di 1,5 g/die.
La trientina cloridrato può causare carenza di ferro. In un paziente che precedentemente aveva reagito alla penicillamina, l'assunzione di trientina ha provocato la ricomparsa di sintomi di lupus eritematoso sistemico.
La trientina cloridrato va somministrata con cautela in caso di cirrosi epatica. Se durante la terapia si rendono necessari supplementi di ferro, questi devono essere somministrati a distanza di almeno 2 ore dalla trientina.
La trientina cloridrato deve essere conservata sotto gas inerte, in recipienti chiusi ermeticamente, al riparo dalla luce e a temperature comprese tra 2 e 8 °C.
Nel 2009, P. Anzenbacher, Jr., e M. A. Palacios alla Bowling Green State University (OH) hanno usato la trietilentetrammina come reagente in un "attoreatore" costruito da nanofibre di poliuretano elettrofilate (un attolitro [aL] è pari a 10−15 litri). Le fibre dopate con la tetramina combinate con altre dopate con cloruro di dansile e riscaldate hanno prodotto una dansileamide fluorescente in scala di zeptomole (10−21 mol). Un reattore di 5 aL contiene circa solo 1500 molecole.[1]
NoteModifica
- ^ Rachel Petkewich, Attoreactors From Nanofibers, in Chemical & Engineering News, 09/03/2009.
BibliografiaModifica
H. Harderset et al., Arzneimittel-Forsch. 30, 254, 1980; J.M. Walshe, Prog. Clin. Biol. Res. 34, 271, 1979; J.M. Walshe, Lancet 1, 643, 1982; M.W. Stavinoha, R.D. Soloway, Drugs 39, 814, 1990; R.M. Tankanow et al., Clin. Pharm. 10, 839, 1991.
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