Ugo Giavitto

militare italiano distintosi nella seconda guerra mondiale

Ugo Giavitto (Tarcento, 13 agosto 1920[1]Mali Topojanit, 2 gennaio 1941) è stato un militare italiano distintosi nella seconda guerra mondiale.

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria, gli è dedicata la caserma omonima nella sua città natale Tarcento, già sede del 28º Reggimento artiglieria da campagna semovente "Livorno".

Arruolatosi volontario negli alpini, fu promosso sergente nel marzo 1939. Nell'ottobre successivo fu trasferito al battaglione "Val Tagliamento", che fu dapprima inviato in Albania e poi coinvolto nei combattimenti sul fronte greco-albanese. Cadde alla testa della 278ª compagnia sul massiccio del Mali Topojanit, dopo essere rimasto il più alto in grado e aver preso il comando del suo reparto.
Gli venne così conferita la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Onorificenze modifica

Nel 1941 fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare[2] alla memoria, con la seguente motivazione:

«Comandato presso una base arretrata insistentemente chiedeva ed otteneva di raggiungere il proprio reparto in linea ove più volte assolveva volontariamente arditi compiti di esplorazione. Accortosi che una casa adibita al ricovero di alcuni feriti della sua compagnia era stata colpita da tiro dei mortai avversari, si precipitava sul luogo riuscendo a trarre in salvo i militari. Successivamente alla testa di un plotone si lanciava al contrassalto di una munita quota e dopo una cruenta lotta a colpi di bombe a mano contribuiva validamente alla riconquista della posizione. Nei violenti combattimenti del giorno seguente, caduto ferito l’unico ufficiale superstite della compagnia ne assumeva il comando ed animando i dipendenti resisteva tenacemente all’impeto di forze soverchianti. Gravemente ferito ad una coscia rifiutava ogni soccorso per non lasciare il reparto duramente impegnato, e dopo sommaria medicazione riprendeva la lotta resa più cruenta dai ripetuti attacchi nemici. Caduti i serventi di una mitragliatrice raggiungeva l’arma rimasta inoperosa e da solo assicurava la continuità del fuoco, falciando con tiri precisi i reparti avversari avanzanti in massa. Colpito nuovamente ad un braccio rimaneva ancora al suo posto a sparare finché una raffica di mitragliatrice lo abbatteva sull’arma che aveva impiegata con tanto ardore.»
— Mali Topojanit (Fronte greco), 2 gennaio 1941.

Note modifica

  1. ^ https://www.anaudine.it/sezione/chi-siamo/le-medaglie-doro/giavitto-ugo/.
  2. ^ Giavitto Ugo, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica. URL consultato il 2 novembre 2017.