Bombina pachypus
L'ululone appenninico o ululone italiano (Bombina pachypus (Bonaparte, 1838)) è un anfibio anuro della famiglia Bombinatoridae, endemico dell'Italia.[2]
Descrizione
modificaLa pelle è ruvida per piccole escrescenze ghiandolari. La pupilla ha forma a cuore.
La parte dorsale ha un colore piuttosto criptico, brunastro con tonalità grigie e chiazze scure di estensione molto variabile. Il ventre è giallo macchiettato di nero. Di solito, nella regione del petto, ci sono due macchie gialle separate dalle altre.
Si tratta di un anuro di piccole dimensioni che non supera i 6 cm di lunghezza.
Biologia
modificaRiproduzione
modificaDurante il periodo degli amori il maschio sviluppa cuscinetti cornei di colore nero sugli arti anteriori; vengono utilizzati per trattenere la femmina durante la copula. L'accoppiamento è di tipo lombare. La stagione riproduttiva dura circa 7 mesi (da aprile ad ottobre) ma si hanno tre massimi nei mesi di maggio, giugno e a nella seconda metà di luglio (se gli ambienti non si sono prosciugati). Questi anuri tendono a ritornare a riprodursi tutti gli anni negli stessi biotopi.
Uovo e larva
modificaLe uova, che misurano circa 2 mm, vengono deposte in un numero molto inferiore rispetto ad altri anfibi, qualche decina; le larve schiudono dopo 10-25 giorni. Il girino misura meno di 1 cm alla schiusa dell'uovo. Il colore della larva è marrone, bianco nella zona ventrale. Lo spiracolo è posta medialmente nel ventre. La metamorfosi avviene dopo 1-3 mesi, a seconda della temperatura. L'adulto neometamorfosato mostra la livrea dell'adulto, comprese le tipiche macchie gialle. La maturità sessuale non avviene prima di 3 anni.
Vocalizzazioni
modificaIl maschio, una volta selezionato il luogo idoneo per la riproduzione, attrae la femmina con un richiamo ululante (da cui il nome comune).
Distribuzione e habitat
modificaB. pachypus è un endemismo italiano: lo si ritrova a sud del Po, lungo tutta la dorsale appenninica sino alla Calabria; è assente in Sicilia, Sardegna e nelle isole minori.[1]
Si incontra soprattutto in specchi d'acqua piccoli e temporanei, talvolta minuscoli in aree aperte o in torrenti rocciosi ben assolati. È molto raro in pianura, le popolazioni più abbondanti sono in zone di collina o montagna. Raggiunge i 1900 metri di altitudine nel Parco nazionale del Pollino.
Conservazione
modificaL'ululone appenninico ha subito un drammatico declino in gran parte del suo areale da circa 10 anni. Le cause di questa rarefazione non sono note, si crede che la diffusione del fungo parassita Batrachochytrium dendrobatidis che causa la malattia nota come chitridiomicosi sia stata una delle cause determinanti[3]. Anche fattori antropici come la cementificazione e la distruzione dei luoghi di riproduzione, ad esempio con il prosciugamento dei fontanili e con la bonifica delle piccole raccolte d'acqua, sono stati determinanti nel declino di questa specie.
Anche l'abbandono delle pratiche agro-silvo-pastorali tradizionali può aver giocato un ruolo nel declino della specie. Infatti, la mancata manutenzione di fontanili e pozze di irrigazione all'interno di aree aperte può aver causato una crescita della vegetazione nelle aree vicine ai siti riproduttivi e un eccessivo ombreggiamento rendendo il sito non più idoneo alla riproduzione della specie (Canessa et al, 2013).
Attualmente le popolazioni in condizioni migliori sono quelle calabresi[1].
Tassonomia
modificaSebbene sia considerato un endemismo italiano, secondo alcuni autori, in base ad analisi genetiche effettuate sul DNA mitocondriale, volte a risolvere il problema dei rapporti filogenetici tra le diverse specie del genere Bombina, B. pachypus può essere sinonimo di B. variegata.[2][4]
La review tassonomica della Societas Europaea Herpetologica (Speybroeck et al, 2020) propone il mantenimento del rango sottospecifico (Bombina variegata pachypus).
Note
modifica- ^ a b c (EN) Andreone, F., Corti, C., Sindaco, R., Romano, A., Giachi, F., Vanni, S. & Delfino, G. 2009, Bombina pachypus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
- ^ a b (EN) Frost D.R. et al., Bombina pachypus, in Amphibian Species of the World: an Online Reference. Version 6.0, New York, American Museum of Natural History, 2014. URL consultato il 16 febbraio 2018.
- ^ *Lanza B., Andreone F., Bologna M.A., Corti C., Razzetti E. Amphibia, Calderini, 2007
- ^ (EN) Pabijan, M., A. Wandycz, S. Hofman, K. Węcek, M. Piwczyński, and J. M. Szymura, Complete mitochondrial genomes resolve phylogenetic relationships within Bombina (Anura: Bombinatoridae), in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 69, 2013, pp. 63-74.
Bibliografia
modifica- Canessa S., Oneto F., Ottonello D., Arillo A. & Salvidio S. (2013). Land abandonment may reduce disturbance and affect the breeding sites of an Endangered amphibian in northern Italy. Oryx, 47: 280-287.
- Canestrelli D., Zampiglia M., Bisconti R. & Nascetti G. (2014). Proposta di intervento per la conservazione ed il recupero delle popolazioni di ululone appenninico Bombina pachypus in Italia peninsulare. Dipartimento DEB Università degli Studi della Tuscia e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Roma Fiacchini D. (2007). Bombina pachypus (Amphibia, Bombinatoridae) nelle Marche: aspetti corologici, ecologici e conservazionistici. Biogeographia, 28: 603-610.
- Lanza B., Andreone F., Bologna M.A., Corti C., Razzetti E. Amphibia, Calderini, 2007
- Speybroeck J., Beukema W., Christophe D., Uwe F., Jablonski D., Lymberakis P., Martinez-Solano I., Razzetti E., Vamberger M., Vences M., Vörös J., Pierre-André C. (2020). Species list of the European herpetofauna - 2020 update by the Taxonomic Committee of the Societas Europaea Herpetologica. Amphibia-Reptilia. 41. 139-189. 10.1163/15685381-bja10010.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bombina pachypus
- Wikispecies contiene informazioni su Bombina pachypus
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Bombina pachypus AmphibiaWeb