Università degli Studi di Napoli Federico II

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L'Università degli Studi di Napoli Federico II (in acronimo UniNa) è un'università statale italiana fondata nel 1224, tra le più antiche del mondo.

Università degli Studi di Napoli Federico II
Sede centrale
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Città Napoli
Altre sediAvellino, Benevento, Portici, Bacoli
Dati generali
SoprannomeUniNa
MottoAd Scientiarum Haustum et Seminarium Doctrinarum
Fondazione1224
FondatoreFederico II di Svevia
TipoStatale
Scuole4
Dipartimenti26
RettoreMatteo Lorito[1]
DirettoreAlessandro Buttà
Studenti93 280 (2020)[2]
Dipendenti5 717 (2020)
Colori     blu
AffiliazioniUNIMED
SportCUS Napoli
Mappa di localizzazione
Map
Sito web e Sito web

Fondata il 5 giugno 1224[4] dall'Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia Federico II di Svevia, è la principale accademia napoletana.[5] Celebre per essere la più antica università fondata attraverso un provvedimento statale, è ritenuta la più antica università statale del mondo.[6][7][8]

Secondo il ranking CWUR (Center for World University Rankings), si conferma nel 2022-2023 al 6º posto tra gli atenei italiani e al 235º posto su 20.531 nel ranking mondiale.[9][10][11]

Le tasse universitarie variano a seconda del livello di studi, del corso scelto e della condizione familiare attraverso il documento ISEE.[12]

Storia Modifica

La nascita Modifica

L'erezione dello Studium venne decretata dall'imperatore Federico II di Svevia il 5 giugno (il 5 luglio secondo talune fonti) 1224 tramite una lettera circolare (generalis lictera) inviata da Siracusa.[13] Poiché fu creata per volere stesso dell'imperatore, l'Università di Napoli è considerata in assoluto la prima università laica in Europa di tipo statale (non fondata, cioè, da corporazioni o associazioni di intellettuali, o di studenti ma in forza di un provvedimento sovrano).[8]

Due furono i motivi principali che spinsero l'imperatore all'edificazione dello Studium: in primo luogo la formazione esclusiva del personale amministrativo e burocratico della curia regis (la classe dirigente del regno) e quindi la preparazione dei giuristi che avrebbero aiutato il sovrano nella definizione dell'ordinamento statale e nell'esecuzione delle leggi; in secondo luogo agevolare i propri sudditi nella formazione culturale, evitando loro inutili e costosi viaggi all'estero.

La scelta della sede cadde su Napoli per motivi non solo culturali (la città aveva una lunga tradizione in merito, legata alla figura di Virgilio, che viene richiamata esplicitamente in un documento dell'epoca), ma anche geografici ed economici (i traffici via mare, il clima mite e la posizione strategica all'interno del Regno furono, in un certo modo, determinanti).[14] Per l'organizzazione dello Studium ci si avvalse dell'opera di due eminenti giuristi campani: Pier delle Vigne e Taddeo da Sessa.[15]

Dal XIII al XVI secolo Modifica

Inizialmente gli studi furono indirizzati verso il diritto[16] (fondamentale per la formazione dei giuristi), le arti liberali, la medicina e la teologia: quest'ultima, rispetto alle altre materie, venne insegnata presso sedi religiose, in particolare nel convento di San Domenico Maggiore, dove insegnò dal 1271 al 1274 Tommaso d'Aquino. Durante il periodo angioino (1265-1443) la struttura e l'organizzazione dell'Università restano sostanzialmente immutate.

Dal XVI al XIX secolo Modifica

A partire dal 1616 la sede universitaria fu posta nel Palazzo dei Regi Studi (ora sede del Museo Archeologico Nazionale di Napoli), edificio un tempo caserma della cavalleria, ristrutturato appositamente ad opera dell'architetto Giulio Cesare Fontana per ordine di don Pedro Fernández de Castro, conte di Lemos e viceré di Napoli.

Durante il Seicento l'Università visse, al pari degli altri atenei europei, un lungo periodo di decadenza, cosicché a Napoli cominciarono a sorgere scuole private e collegi ecclesiastici, che a poco a poco si affiancarono ad essa togliendole spazio. Solo a partire dal Settecento, prima con gli Asburgo e poi con i Borbone, l'ateneo ricevette una grande spinta in senso positivo da parte delle autorità: è in questo periodo che il filosofo Giambattista Vico insegnò nell'Università partenopea. Le maggiori novità di quegli anni furono la creazione nel 1735 della cattedra di Astronomia e nel 1754 della prima cattedra di meccanica e di commercio, ovvero di Economia politica, del mondo, la prima affidata a Pietro di Martino e la seconda ad Antonio Genovesi).[17][18]

Nel 1777 la sede fu trasferita nel Convento del Salvatore, dove prima risiedeva il Collegio Massimo dei Gesuiti, in seguito alla dissoluzione e all'espulsione dell'ordine religioso per volere di re Ferdinando IV di Borbone.[18] Per tutta la seconda metà del XVIII secolo, l'ateneo divenne il fulcro della cultura del regno borbonico, anche perché vi furono molti docenti (tra cui Antonio Genovesi) che vissero appieno nell'ambiente illuministico. Da lì partì quel movimento di intellettuali che diede vita ai moti del 1799 e alla (breve) esistenza della Repubblica Partenopea.

Anche durante il decennio francese (1806-1815) ci furono opere di modernizzazione in campo culturale. Anzitutto l'Università visse un cambiamento radicale: fu articolata in cinque facoltà (Lettere e Filosofia, Matematica e Fisica, Medicina, Giurisprudenza, Teologia); fu istituita la prima cattedra italiana di Zoologia;[19] furono collegati all'ateneo e diretti da professori universitari l'osservatorio astronomico, l'orto botanico e i musei di mineralogia e zoologia.[18] Nonostante ciò, le scuole private ritornarono in auge, divenendo la struttura portante dell'istruzione nell'Italia meridionale dalla Restaurazione sino all'Unità d'Italia. Per tale motivo, l'Università di Napoli subì delle gravi conseguenze nel momento in cui, dopo la nascita del Regno d'Italia, dovette uniformarsi alla legge Casati, rivelando forti disparità rispetto alle altre sedi italiane, proprio a causa della numerosità di istituti privati concorrenti. Per merito di leggi specifiche, volte a standardizzare le Università italiane, come il decreto legge del 30 maggio 1875 (emanato da Ruggiero Bonghi) e il Regolamento del 1876 (emanato da Michele Coppino), l'ateneo partenopeo riuscì ad abbattere tali diversità, già evidenziate nel 1860 dal direttore generale della Pubblica Istruzione Francesco De Sanctis, che contribuì energicamente al suo ammodernamento.

Nonostante la popolazione studentesca si moltiplicasse, portandola al terzo posto in Europa, dopo Berlino e Vienna, gli edifici a disposizione dell'Università erano carenti e talvolta non adeguati (difatti la maggior parte di essi erano ex conventi riconvertiti). Nel 1884, dopo una violenta epidemia di colera, essendo la struttura del Convento del Salvatore ormai inadeguata, l'Università fu spostata, grazie ad iniziative di rinnovamento urbano, nella nuova sede di Corso Umberto I, dove tuttora risiede.

XX e XXI secolo Modifica

A cavallo tra Ottocento e Novecento il prestigio dell'Università di Napoli aumentò, in particolare in ambito scientifico: nel campo della genetica fu pioniera, con la nascita della prima cattedra in Italia. Nuove difficoltà di carattere edilizio ed organizzativo afflissero l'ateneo sia durante il ventennio fascista sia durante la Seconda guerra mondiale: la sede centrale fu incendiata dai tedeschi il 12 settembre 1943; laboratori e gabinetti scientifici furono requisiti dagli alleati.

Nel dopoguerra, in seguito all'evoluzione moderna del modello universitario in generale, l'Università degli Studi di Napoli divenne il secondo ateneo più importante d'Italia per numero di iscritti, secondo soltanto alla Sapienza di Roma.

Il 7 settembre 1987 assunse l'attuale denominazione Università degli Studi di Napoli Federico II in previsione dell'istituzione, nel 1991, per suo scorporo, della Seconda Università degli Studi di Napoli.

Sedi Modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sedi dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

L'Università degli Studi di Napoli Federico II possiede un patrimonio architettonico molto vasto, frutto di acquisizioni avvenute nel corso dei secoli.[20][21] Ove non specificato, il comune di appartenenza è quello di Napoli.

  • Sede centrale (Palazzo dell'Università degli Studi di Napoli Federico II):
    La sede centrale dell'ateneo federiciano si erge lungo corso Umberto I, ad angolo con via Mezzocannone, al civico 40. L'edificio è in stile neobarocco e venne eretto durante il Risanamento, tra il 1897 ed il 1908, su progetto degli architetti Pierpaolo Quaglia e Guglielmo Melisurgo. La sede centrale, come è comunemente e diffusamente chiamata in ambito universitario, sorge a ridosso del complesso universitario originario (che dal 1777 aveva trovato posto presso la Casa del Salvatore, ormai non più dei gesuiti). Tuttavia la nuova costruzione non venne isolata dal complesso retrostante in quanto gli architetti si premurarono di metterla in collegamento con le sedi preesistenti alle sue spalle tramite il cosiddetto Scalone della Minerva, che si origina nel cortile del Palazzo dell'Università e termina nel cortile gesuitico, superando un dislivello di più di 7 m. La sede ospita gli uffici della direzione centrale, appunto, dell'ateneo (Rettorato, Senato Accademico, Economato, etc) e il Dipartimento di Giurisprudenza. È anche la sede secondaria del Dipartimento di Studi Umanistici.
  • Policlinico – Complesso di Cappella dei Cangiani (Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II):
    Il Complesso di Cappella Cangiani, così chiamato in quanto situato in contrada Cappella Cangiani a Rione Alto (Municipalità V), si estende su una superficie di 441.000 m² su cui insistono 21 edifici per una superficie coperta di 57.086 m² (e una superficie complessiva dei piani di 257.118 m²). L'ingresso principale al complesso ospedaliero universitario è sito in via Pansini; altri tre ingressi secondari sono usufruibili in determinati giorni e orari. La mobilità all'interno del vasto complesso è assicurata da un servizio di mini-bus gratuito che mette in comunicazione l'ingresso principale con i vari padiglioni. Hanno qui sede il Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, il Dipartimento di Farmacia, il Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche, il Dipartimento di Neuroscienze e Scienze Riproduttive ed Odontostomatologiche, il Dipartimento di Sanità Pubblica, il Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate e il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali.
  • Complesso di "Porta di Massa" (Complesso di San Pietro Martire):
    La sede di San Pietro Martire, soprannominata "Porta di Massa", in quanto situata in Via Porta di Massa, 1. Ha qui sede il Dipartimento di Studi Umanistici, che comprende i corsi di laurea di Lettere Moderne, Lingue, culture e letterature e Filosofia.
  • Complesso di Monte Sant'Angelo: sede dei dipartimenti di area scientifica ed economica, è situato in Via Vicinale Cupa Cintia, 21.
  • Complesso Scampia: sede dedicata principalmente ai dipartimenti di medicina e chirurgia con il Corso di laurea di Scienze della nutrizione umana.[22] È situato in Viale della Resistenza, Napoli. L'edificio possiede 5 piani, con una superficie totale di 15.000 metri quadrati, con 48 aule per 330 posti a sedere, laboratori, studi medici, uffici e servizi alla didattica, consultori, ambulatori e un'aula magna.
  • Complesso Santi Marcellino e Festo: sede del Dipartimento di Scienze politiche, è situato in Via Leopoldo Rodinò, al civico 22/a.
  • Palazzo Orsini di Gravina: sede secondaria del Dipartimento di Architettura, è situato in via Monteoliveto 3.
  • Palazzo Latilla: sede secondaria del Dipartimento di Architettura, è situato in Via Tarsia, 31.
  • Palazzo Santi Demetrio e Bonifacio: aula magna del Dipartimento di Architettura, è situato in Piazzetta Teodoro Monticelli, 6.
  • Edificio ex politecnico: è situato in Via Mezzocannone, 16.
 
Edificio ex Politecnico
  • Edificio del Salvatore: sede del CLA (Centro Linguistico di Ateneo) sito al quinto piano e del Dipartimento di Giurisprudenza, è situato in Via Mezzocannone, 4-8.
  • Palazzo Iniziativa Marina: sede del Dipartimento di Giurisprudenza, del corso di laurea di Scienze storiche del Dipartimento di Studi umanistici e del Centro Interdipartimentale di Studi per la Magna Grecia, è situato in via Nuova Marina, 33.
  • Palazzo Pecoraro-Albani: sede del Dipartimento di Giurisprudenza, è situato in Via Porta di Massa, 32
  • Palazzo della Facoltà d'Ingegneria, situato in Piazzale Tecchio.
  • Palazzo della Facoltà di economia e commercio
  • Complesso di San Giovanni a Teduccio: sede della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, è situato in Corso Nicolangelo Protopisani, 70.
  • Edificio via Claudio: sede del Dipartimento di Ingegneria, situato in via Claudio, 21.
  • Edificio via Nuova Agnano: sede del Dipartimento di Ingegneria, situato Via Nuova Agnano, 30-38.
  • Complesso Collegio Medico (vecchio policlinico): situato in Piazza S. Andrea delle Dame, 1-2-3
  • Complesso di Santa Patrizia: situato in Via Armanni 3-4-5.
  • Complesso di Piazza Miraglia ed Edificio della Croce di Lucca: situati in Piazza Miraglia 1-2.
  • Ex Poligono di tiro: situato in Via Campegna
  • Edifici veterinari (Complesso di Santa Maria degli Angeli alle Croci) sede del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, sono situati in Via Federico Delpino, 1 e Via S. Maria degli Angeli alle Croci, 28.

Sedi di Portici Modifica

  • Reggia di Portici: sede della Facoltà di Agraria e del Centro MUSA - Musei delle Scienze Agrarie, situato in Via Università, 100 (Portici).
  • Palazzo Mascabruno: una delle sedi della Facoltà di Agraria, situato in Via Università, 48‐50‐52 (Portici).

Altre strutture Modifica

 
Complesso di Sant'Antoniello a Port'Alba

Struttura Modifica

L'ateneo federiciano è costituito da scuole a cui aderiscono più dipartimenti sulla base di criteri di affinità culturale, didattica, scientifica e disciplinare; esse coordinano le attività didattiche comuni fra i dipartimenti che ne fanno parte.[23] L'ateneo si fonda su quattro scuole e ventisei dipartimenti, così strutturati:

  • Scuola di medicina e chirurgia
    • Dipartimento di farmacia
    • Dipartimento di medicina clinica e chirurgia
    • Dipartimento di medicina molecolare e biotecnologie mediche
    • Dipartimento di neuroscienze e scienze riproduttive ed odontostomatologiche
    • Dipartimento di sanità pubblica
    • Dipartimento di scienze biomediche avanzate
    • Dipartimento di scienze mediche traslazionali
  • Scuola di agraria e medicina veterinaria
    • Dipartimento di agraria
    • Dipartimento di medicina veterinaria e produzioni animali
  • Scuola delle scienze umane e sociali
    • Dipartimento di economia, management, istituzioni
    • Dipartimento di giurisprudenza
    • Dipartimento di scienze economiche e statistiche
    • Dipartimento di scienze sociali
    • Dipartimento di scienze politiche
    • Dipartimento di studi umanistici
  • Scuola politecnica e delle scienze di base
    • Dipartimento di architettura
    • Dipartimento di biologia
    • Dipartimento di fisica
    • Dipartimento di ingegneria chimica, dei materiali e della produzione industriale
    • Dipartimento di ingegneria civile, edile e ambientale
    • Dipartimento di ingegneria elettrica e delle tecnologie dell'informazione
    • Dipartimento di ingegneria industriale
    • Dipartimento di matematica e applicazioni
    • Dipartimento di scienze chimiche
    • Dipartimento di scienze della terra, dell'ambiente e delle risorse
    • Dipartimento di strutture per l'ingegneria e l'architettura

Scuola Superiore Meridionale Modifica

La Scuola superiore meridionale (SSM) è l'ente di alta formazione e ricerca dell'Università. Propone corsi ordinari da affiancare al normale curriculum universitario svolto presso l'ateneo e dottorati di ricerca.

Biblioteche Modifica

Il sistema delle biblioteche dell'Università degli Studi di Napoli Federico II comprende biblioteche di Area, di Centro e di Dipartimento. Le biblioteche sono distribuite su tutto il territorio cittadino e nelle aree circostanti. Il patrimonio posseduto dalle biblioteche ammonta a oltre due milioni di volumi e a quasi 3 500 abbonamenti a periodici; per gestire una tale mole di lavoro è stato costituito nel 2009 il CAB-Centro di Ateneo per le Biblioteche (intitolato a Roberto Pettorino nel 2013), che provvede al coordinamento del sistema bibliotecario di ateneo. Il CAB eroga servizi quali l'acquisizione e accesso alle risorse elettroniche, gestione e sviluppo dei cataloghi online per le risorse bibliografiche dell'ateneo, gestione e sviluppo dell'archivio istituzionale, supporto alle biblioteche dell'ateneo, supporto alla comunità scientifica per l'accesso alle risorse bibliografiche.

Sistema museale Modifica

  • Centro musei delle scienze naturali e fisiche: Il Centro Museale venne istituito nel 1992; esso raggruppa i preesistenti musei di Mineralogia, di Zoologia, di Antropologia, di Paleontologia e, nel 2002, quello di Fisica. Il Centro occupa una superficie di circa 4000 m² all'interno dello storico Collegio del Salvatore, in via Mezzocannone, e custodisce più di 150 000 reperti provenienti da tutto il mondo. I musei del Centro operano attivamente per la comunità, promuovendo mostre, convegni, seminari ed attività rivolte alle scuole, quali visite guidate, laboratori ed escursioni.
  • Centro Museale "Musei delle Scienze Agrarie":Il Centro Museale che ha sede presso la Reggia di Portici, nasce nel 2011 e comprende: l'orto botanico di Portici, il museo Botanico Orazio Comes, il museo Entomologico Filippo Silvestri, il museo Mineralogico Antonio Parascandola, il museo di Meccanica Agraria Carlo Santini, il museo Anatomo-zootecnico Tito Manlio Bettini e la Biblioteca storica dei musei. Il patrimonio del Centro è costituito da reperti, strumenti e libri scientifici (di cui i più antichi risalgono al 1500), una testimonianza della storia delle scienze e delle tecnologie agrarie dell'Italia meridionale e delle esplorazioni in terre straniere, ma anche una rappresentazione dell'evoluzione del pensiero scientifico.
  • Museo di anatomia veterinaria: L'attuale museo venne istituito nel 2000 in un'ala del Monastero di Santa Maria degli Angeli alle Croci, allora sede della Facoltà di Medicina Veterinaria. Tuttavia un primigenio museo fu predisposto nel 1861, e comprendeva una raccolta di preparati anatomici in cera, qualche scheletro e poche ossa separate, come materiale di supporto per l'insegnamento dell'anatomia veterinaria. Attualmente la collezione museale comprende essenzialmente visceri, scheletri, animali imbalsamati, reperti patologici preparati (sia a secco che in formalina) di animali appartenenti all'area geografica mediterranea.

Sport Modifica

  • L'attività sportiva d'ateneo è affidata al CUS Napoli, il centro polisportivo delle Università partenopee nato nel 1945 sulle ceneri del GUF Napoli.
  • Unina Corse, è la squadra corse dell'università; partecipa al campionato mondiale formula SAE. È suddivisa in due team, quello che si occupa di costruire una macchina spinta da un motore combustione interna e quello che si occupa di costruire una vettura elettrica.

Rettori Modifica

Regno di Napoli
  • Niccolò Verticillo (1291-?)
  • Matteo Filomarino (1310-1320?)
  • Lorenzo Pulderigo da Napoli (1351-1359)
  • Bartolomeo Prignano (1360-1362)
  • carica abolita (1806-1811)
  • Domenico Cotugno (1812-1813)
  • Felice Parrilli (1814-1815)
Regno delle due Sicilie
  • Francesco Rossi (1816-1817)
  • Felice Parrilli (1818-1819)
  • Leonado Santoro (1820-1821)
  • Gaetano Giannattasio (1822-1823)
  • Giovanni Gambale (1824-1825)
  • Teodoro Monticelli (1826-1827)
  • Nicola Ciampitti (1828_1829
  • Francesco Maria Avellino (1830-1831)
  • Francesco Rossi (1832-1833)
  • Filippo Maria Guidi (1834-1835)
  • Leonardo Santoro (1836-1837)
  • Saverio Macrì (1838-1839)
  • Francesco Saverio Apuzzo (1840-1843)
  • Michele Tenore (1844-1845
  • Gaetano Lucarelli (1846-1847
  • Andrea Ferrigni Pisone (1848-1849)
  • Michele Bianchi (1850-1851)
  • Gerardo Pugnetti (1º gennaio 1852-31 dicembre 1853)
  • Giuseppe Cua (1854-15 giugno 1854)
  • Mario Giardini (1854-1855)
  • Francesco Bruni (1856-1857)
  • Giuseppe Pietrocola (1858-1859)
Regno d'Italia
Repubblica italiana

Note Modifica

  1. ^ Matteo Lorito è il nuovo Rettore della Federico II, su unina.it. URL consultato il 5 ottobre 2020.
  2. ^ MIUR Anagrafe Nazionale Studenti, su unina.it. URL consultato il 16 dicembre 2013 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2018).
  3. ^ Conto annuale 2014 = 2016-05-24 (PDF), su unina.it. URL consultato il 24 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  4. ^ Cenni storici, su unina.it. URL consultato il 24 maggio 2016 (archiviato il 5 agosto 2016).
  5. ^ (EN) CHE ExcellenceRanking 2010, in Die Zeit. URL consultato il 16 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2011).
  6. ^ Una discussione sulla questione è in Fulvio Delle Donne, pp. 9-10.
  7. ^ Ovidio Capitani, Storia d'Italia, a cura di Giuseppe Galasso, vol. 4, Torino, UTET, 1981, p. 122, ISBN 88-02-03568-7.
  8. ^ a b Norbert Kamp, Federico II di Svevia, in Enciclopedia Federiciana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005. URL consultato il 30 luglio 2014.
  9. ^ (EN) Best Universities in Italy in 2021-2022 | CWUR, su cwur.org. URL consultato il 2 febbraio 2023.
  10. ^ (EN) Best Universities in Italy in 2022-2023 | CWUR, su cwur.org. URL consultato il 2 febbraio 2023.
  11. ^ La Federico II al 6º posto in Italia nella classifica CWUR, su unina.it.
  12. ^ (EN) Claudia Civinini, Italy: Tuition fees & cost of living, su study.eu. URL consultato il 28 aprile 2022.
  13. ^ Il problema della data è approfonditamente trattato in Fulvio Delle Donne, p. 85.
  14. ^ Fulvio Delle Donne, pp. 11-18.
  15. ^ Università di Napoli, su simone.it, Edizioni Giuridiche Simone (archiviato il 22 dicembre 2015).
  16. ^ Particolarmente importante fu la scuola di diritto civile, soprattutto la feudistica, che ebbe risonanza europea. Cfr. Anna Maria Rao, L’Università degli studi di Napoli “Federico II”. URL consultato il 15 dicembre 2015 (archiviato il 22 dicembre 2015).
  17. ^ Gennaro De Crescenzo, Cinquantadue primati del Regno delle Due Sicilie, su vocedimegaride.it. URL consultato il 16 dicembre 2015 (archiviato il 16 settembre 2015).
  18. ^ a b c Anna Maria Rao, L’Università degli studi di Napoli Federico II. URL consultato il 16 dicembre 2015 (archiviato il 22 dicembre 2015).
  19. ^ Quella istituita nella R. Università di Napoli, con R. Decreto del 31 ottobre 1806 n. 474 (cfr. Pietro Battaglini, Storia della Zoologia Napoletana, Napoli, Fridericiana Editrice, 2008, p. 32), fu la prima cattedra in Italia di Zoologia in senso stretto (autonoma) (cfr. 67° Congresso Nazionale Unione Zoologica Italiana. Congresso UZI nel bicentenario della nascita di Zoologia a Napoli (12-15 Settembre 2006), su uzionlus.it. e Giovanni Chieffi, Duecento anni dall'istituzione a Napoli della prima cattedra di zoologia in Italia (1806-2006) (PDF), in Rend. Acc. Sc. Fis. e Mat. Soc. R. Napoli, LXXIV (IV), Napoli, Liguori Editore, 2007, pp. 11-19). Quella istituita nella R. Università di Torino nel 1802, ed assegnata a Michele Spirito Giorna, non era di Zoologia in senso stretto ma di Zoologia e Anatomia comparata (cfr. Pietro Passerin D’Entrèves e Claudia Palestrini, Unione Zoologica Italiana e Société Zoologique de France, Legami storico-scientifici tra zoologi francesi e piemontesi (PDF), Second Joint Meeting of Société Zoologique de France and Unione Zoologica Italiana, Torino, Department of Life Sciences and Systems Biology ‐ University of Torino, 18-23 Settembre 2017, p. 9). La prima cattedra di Zoologia in senso stretto nell’Università di Torino fu istituita il 31 marzo 1815 da Vittorio Emanuele Re di Sardegna, ecc., ecc. con il Regio Biglietto diretto al Magistrato della Riforma, portante lo stabilimento delle cattedre di Mineralogia, e di Zoologia con nomina dei rispettivi Professori n. 253 (cfr. Raccolta degli atti del governo di S.M. il re di Sardegna dall'anno 1814 a tutto il 1832, II (dal 1º gennaio a tutto dicembre 1815), Torino, Tip. Pignetti e Carena, 1842, p. 822).
  20. ^ Alisio Giancarlo, Il patrimonio architettonico dell'Ateneo Fridericiano, a cura di Arturo Fratta, Napoli, Arte Tipografica Editrice, 2004, ISBN 88-87375-60-7.
  21. ^ UniNa, Patrimonio immobiliare dell'ateneo (PDF), su unina.it. URL consultato il 16 dicembre 2015 (archiviato il 22 dicembre 2015).
  22. ^ Nuova sede per la Facoltà di Medicina a Scampia, su unina.it. URL consultato il 4 febbraio 2023.
  23. ^ Statuto dell'Università: Titolo IV. art.30, su unina.it. URL consultato il 16 dicembre 2015 (archiviato il 22 dicembre 2015).
  24. ^ a b Oreste Forte, Commemorazione di Agostino Oglialoro-Todaro, in Bollettino della Società dei naturalisti in Napoli, II, vol. 16, anno XXXVIII (1924), vol. 36, Napoli, Officina Cromo Tipografica "Aldina", 10 gennaio 1925, p. 109. URL consultato il 26 giugno 2021.

Bibliografia Modifica

  • AA.VV., Breve Notizia della R.Università di Napoli per l'Esposizione Universale di Vienna nel 1873, Napoli, Stamperia del Fibreno, 1873.
  • AA.VV., L'Università di Napoli incendiata dai tedeschi: 12 settembre 1943, Napoli, Gaetano Machiaroli Editore, 1977.
  • AA.VV., Storia dell'Università di Napoli, Napoli, Riccardo Ricciardi Editore, 1924.
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  • Ascione Imma, Seminarium doctrinarum: l'Università di Napoli nei documenti del '700 (1690-1734), Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1997.
  • Cammisa Francesco, L'Università di Napoli nella seconda metà del '700. Documenti e profili delle riforme, Napoli, Jovene, 2001, ISBN 88-243-1390-6.
  • Capo Lidia, Federico II e lo Studium di Napoli, in Studi sul Medioevo per Girolamo Arnaldi, Roma, Gaspari Editore, 2001, pp. 25-54.
  • Cilento Nicola, La cultura e gli inizi dello Studio, in Storia di Napoli, VI, Napoli, 1980, pp. 312-320.
  • De Bonis Luigi, Gli studenti dell'università di Napoli e la legge Bonghi, Napoli, D'Ambra Editore, 1875.
  • De Frede Carlo, Studi e documenti per la storia dell'Università degli Studi di Napoli, Napoli, L'Arte Tipografica, 1960.
  • Delle Donne Fulvio, «Per scientiarum haustum et seminarium doctrinarum». Storia dello Studium di Napoli in età sveva, Bari, Mario Adda Editore, 2010.
  • Fratta Arturo, I musei scientifici dell'Università di Napoli Federico II, Napoli, Fridericiana Editrice Universitaria, 1999.
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