UnoAErre è la più importante azienda orafa di Arezzo, città che costituisce uno dei poli italiani dell'oreficeria insieme a Valenza e Vicenza.

UnoAErre
Logo
Logo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1926 a Arezzo
Fondata da
  • Leopoldo Gori
  • Carlo Zucchi
Sede principaleArezzo
Persone chiave
Settoremetallurgia
Prodottigioielleria, oreficeria, argenteria
Fatturato244.796.365 [1] (2021)
Dipendenti306 (2023)
Sito webwww.unoaerre.it

Storia modifica

La UnoAErre è fondata il 15 marzo 1926 ad Arezzo da Carlo Zucchi, artigiano e proprietario di un piccolo negozio di oreficeria ereditato dal padre, e da Leopoldo Gori, rappresentante. I due danno vita alla Gori & Zucchi con i primi laboratori nell'antico centro storico di Arezzo. Il 2 aprile 1934 viene attribuita alla società la numerazione obbligatoria da imprimere su tutti i prodotti e come azienda orafa della provincia di Arezzo ottiene la 1AR. Tale sigla, scritta per esteso, diverrà a tutti gli effetti il marchio e la denominazione della società.

I due fondatori hanno l'intuizione, che poi si rivelerà un successo, di portare i metodi di produzione industriali nel settore orafo, permettendo una riduzione del costo della manifattura sul prodotto finito.

Il periodo di maggior produzione e sviluppo si ha negli anni Sessanta, quando l'azienda arriva ad impiegare fino a 1.500 persone. Negli anni Settanta da una costola della società nasce Chimet per il recupero dei residui dei materiali.

L'azienda va in difficoltà alla fine degli anni Novanta. Nel 1999 un fondo di private equity della Deutsche Bank, Morgan Grenfell, rileva la maggioranza del capitale.[2] Esce nel 2007 quando la famiglia Zucchi ritorna, con il sostegno delle banche, ad essere proprietaria della società[3] che continua però ad avere i conti in rosso.[2][4] Nel novembre 2010 viene presentata in tribunale domanda di concordato preventivo; su richiesta delle banche creditrici (Mps e Intesa Sanpaolo) alla guida viene posto Sergio Squarcialupi, "patron" di Chimet e già amministratore delegato al vertice dell'azienda negli anni Novanta. Nel 2011 è completato il trasferimento in un nuovo stabilimento alla periferia di Arezzo (il terzo trasferimento della storia della società).

Nel 2012 la società, che ha preso il nome di UnoAerre Industries, viene ceduta all'asta dai liquidatori alla famiglia Squarcialupi.[5]

Museo modifica

Nella sede dell'azienda è stato allestito un museo: Museo Aziendale Gori & Zucchi con una sezione di "archeologia industriale orafa" (macchinari d'epoca) e un'esposizione dei principali gioielli che hanno segnato la produzione dell'azienda, compresi quelli realizzati in collaborazione con alcuni importanti artisti come Salvatore Fiume, Pietro Cascella, Salvador Dalí o Giò Pomodoro.[6][7]

Note modifica

  1. ^ UNOAERRE INDUSTRIES S.P.A., Fatturato, Dipendenti, PEC e Telefono, su www.ufficiocamerale.it. URL consultato il 4 febbraio 2023.
  2. ^ a b Per Unoaerre si annuncia cambio di proprietà, su ilsole24ore.com, 8 agosto 2010. URL consultato il 6 dicembre 2018.
  3. ^ Zucchi torna indietro e si ricompra UnoAerre, su pambianconews.com, 11 luglio 2007. URL consultato il 5 dicembre 2018.
  4. ^ Allarme UnoAerre, perdite record e mercato in crisi, su lanazione.it, 17 giugno 2010. URL consultato il 6 dicembre 2018.
  5. ^ Salva la Unoaerre, Squarcialupi è il nuovo proprietario, su preziosamagazine.com, 3 aprile 2012. URL consultato il 6 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2018).
  6. ^ libro pagina 244
  7. ^ ministero beni culturali

Bibliografia modifica

  • Tiziana Nocentini, Nascita ed evoluzione del distretto orafo aretino, Edifir, 2010 ISBN 978 8879705004
  • Giuliano Centrodi, Novant'anni preziosi. UnoAerre, Petruzzi Editore, 2016 ISBN 978 8889797501

Collegamenti esterni modifica

  Portale Aziende: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di aziende