Ursula K. Le Guin

scrittrice e glottoteta statunitense (1929-2018)
(Reindirizzamento da Ursula Le Guin)

Ursula Kroeber Le Guin, meglio conosciuta come Ursula K. Le Guin (Berkeley, 21 ottobre 1929Portland, 22 gennaio 2018), è stata una scrittrice e glottoteta statunitense, autrice di fantascienza e di fantasy.

Ursula K. Le Guin nel 2009

Ha vinto otto premi Hugo, sei premi Nebula e ventiquattro premi Locus[1] - i massimi riconoscimenti della letteratura fantastica - ed è considerata una delle principali autrici di fantascienza. La profondità e attualità dei suoi temi, che spaziano dal femminismo all'utopia e al pacifismo, hanno reso i suoi romanzi noti e apprezzati ben oltre il tradizionale circolo di lettori di genere. Tra le sue opere si ricordano in particolare La mano sinistra delle tenebre (1969), I reietti dell'altro pianeta (1974) e il Ciclo di Earthsea (1968-2001).

Biografia modifica

Ursula Kroeber era figlia dell'antropologo Alfred Kroeber, studioso della University della California - Berkeley, e della scrittrice Theodora Kracaw.[2]

Ursula e i suoi tre fratelli, Clifton, Theodore e Karl Kroeber,[3] furono incoraggiati a leggere sotto l'influenza dei genitori e delle loro amicizie, tra cui gruppi di Nativi Americani e J. Robert Oppenheimer, che in seguito divenne il parziale modello per l'eroe ne I reietti dell'altro pianeta.[2] Le Guin affermò che, in retrospettiva, era grata per la sua educazione.[2] In questo ambiente stimolante Le Guin nutrì il suo interesse per la letteratura; scrisse la sua prima storia fantasy a nove anni e inviò alla rivista Amazing Stories il suo primo racconto di fantascienza quando aveva undici anni, il racconto fu rifiutato e Le Guin non presentò altri racconti fino ai 21 anni.[2][4][5] Con la famiglia durante l'anno accademico viveva a Berkeley, ma passava le estati a "Kishamish" presso la Napa Valley, così descritto[6]:

(EN)

«An old, tumble-down ranch ... [and] a gathering place for scientists, writers, students, and California Indians. Even though I didn't pay much attention, I heard a lot of interesting, grown-up conversation.»

(IT)

«Un vecchio ranch fatiscente ... [e] un punto d'incontro per scienziati, scrittori, studenti e Indiani della California. Anche se non ci prestavo grande attenzione, ascoltai molte interessanti conversazioni da adulti.»

Le Guin si interessava di biologia e poesia, ma aveva difficoltà con la matematica.[7] Frequentò la Berkeley High School. Ottenne un Bachelor of Arts in letteratura rinascimentale francese e italiana presso il Radcliffe College nel 1951, e un Master of Arts in letteratura italiana e francese presso la Columbia University nel 1952. Poco più tardi, Le Guin iniziò a lavorare al Ph.D. e grazie al programma Fulbright poté continuare i suoi studi in Francia dal 1953 al 1954.[2]

Nel 1953, mentre viaggiava verso la Francia a bordo della Queen Mary, Le Guin conobbe il suo futuro marito, lo storico Charles Le Guin.[8] Si sposarono l'anno seguente a Parigi. Dopo il matrimonio, Le Guin decise di non proseguire il Dottorato di Ricerca sul poeta Jean Lemaire de Belges.[7]

La coppia tornò negli Stati Uniti per permettere a Charles di concludere il suo Ph.D. alla Emory University.[9] In questo periodo, Ursula lavorò come segretaria e insegnò francese a livello universitario. La loro prima figlia, Elisabeth, nacque nel 1957 a Moscow (Idaho), dove Charles insegnava. Nel 1958 si trasferirono a Portland,[8] dove nacque la figlia Caroline nel 1959 e dove continuarono a vivere.[10] Nel 1964, nacque il terzo figlio Theodore.[2]

La ricezione delle sue opere in Italia fu promossa da Riccardo Valla, in qualità di curatore delle collane dell'editore Nord, presso cui uscirono numerosi titoli a partire dagli anni Settanta. Oltre a tradurre egli stesso diversi romanzi, Valla divenne amico di penna dell'autrice.[11]

Le Guin morì il 22 gennaio 2018 nella sua casa a Portland; il figliò dichiarò che le sue condizioni di salute erano gravi da diversi mesi. Il suo necrologio sul New York Times[12] la ricordò con queste parole:

(EN)

«The immensely popular author who brought literary depth and a tough-minded feminist sensibility to science fiction and fantasy with books like The Left Hand of Darkness and the Earthsea series.»

(IT)

«L'autrice immensamente popolare che portò profondità letteraria e una tenace sensibilità femminista alla fantascienza e al fantasy con libri come La mano sinistra delle tenebre e il ciclo di Earthsea.»

Attività letteraria modifica

 
Il padre di Ursula, Alfred Kroeber, insieme a Ishi, l'ultimo esponente della popolazione Yahi (1911).

Le Guin cominciò a interessarsi alla letteratura molto presto. All'età di undici anni propose la sua prima storia alla rivista Astounding Science Fiction, ma non fu pubblicata.[13]

Dal 1951 al 1961 scrisse cinque romanzi, tutti rifiutati dalle case editrici perché considerati inaccessibili.[7] In questo periodo scrisse anche poesie, tra cui Wild Angels (1975).[7]

Le sue prime opere, che furono in parte riadattate in Orsinian Tales e Malafrena, erano storie realistiche ambientate nel paese immaginario di Orsinia. Alla ricerca di un modo per esprimere i suoi interessi, tornò alla passione per la fantascienza; all'inizio degli anni '60 i suoi lavori cominciarono ad essere pubblicati regolarmente. Uno degli Orsinian Tales fu pubblicato nell'estate del 1961 da The Western Humanities Review e altre tre storie apparirono nel 1962 e nel 1963 su Fantastic Stories of Imagination, un mensile diretto da Cele Goldsmith. Goldsmith era curatrice anche di Amazing Stories, che pubblicò due racconti di Le Guin nel 1964, inclusa la prima storia del ciclo hainita. [14][15]

Nel 1964 vennero pubblicati i racconti La parola dello scioglimento e La legge dei nomi, i primi del ciclo fantasy di Earthsea, che comprende cinque romanzi e sette racconti. I primi tre romanzi furono Il mago di Earthsea (1968), Le tombe di Atuan (1970) e La spiaggia più lontana (1972), talvolta denominati la Trilogia di Earthsea, perché furono seguiti solo diversi anni più tardi da L'isola del drago (1990), Leggende di Earthsea (2001), una raccolta di racconti, e I venti di Earthsea (2001).

Le Guin ottenne un ampio riconoscimento per il romanzo La mano sinistra delle tenebre, che vinse i premi Hugo e Nebula nel 1970. Il romanzo successivo I reietti dell'altro pianeta la resero la prima persona a vincere sia il premio Hugo che il premio Nebula per il Miglior Romanzo due volte per gli stessi due libri.[16]

Le Guin si occupò in seguito anche di cinema: contribuì a The Lathe of Heaven, film basato sul suo omonimo romanzo. Nel 1985 collaborò con il compositore David Bedford per il libretto di Rigel 9.

Nel 1983 fu invitata al Mills College di Oakland a pronunciare un discorso alla cerimonia di laurea degli studenti[17]. Il discorso, intitolato "A Left-Handed Commencement Address", fu inserito al no. 82 della lista dei 100 migliori Discorsi del XX secolo di American Rhetoric[18] ed è incluso nella sua raccolta di saggi Danzando al confine del mondo.[19]

Nel 1984, Le Guin fece parte, insieme a Ken Kesey e William Stafford, del gruppo che fondò l'Oregon Institute of Literary Arts, ora conosciuto come Literary Arts, a Portland.[20]

Nel dicembre del 2009, Le Guin si ritirò dalla Authors Guild, la più grande e più antica associazione di scrittori negli Stati Uniti, per protestare contro il sostegno a Google Libri, il progetto di digitalizzazione di libri creato da Google. Nella lettera alla Authors Guild scrisse[21][22]:

(EN)

«You decided to deal with the devil. There are principles involved, above all the whole concept of copyright; and these you have seen fit to abandon to a corporation, on their terms, without a struggle.»

(IT)

«Avete stretto un patto con il diavolo. Ci sono dei principi coinvolti, soprattutto l'intero concetto di copyright; e sono questi che vi è sembrato opportuno abbandonare a una corporation, alle loro condizioni, senza lottare.»

Fonti di ispirazione modifica

 
Le Guin e Harlan Ellison a Portland nel 1984.

Le Guin subì l'influenza di svariati autori fantasy, compreso J. R. R. Tolkien; di autori di fantascienza, come Philip K. Dick (che era suo compagno di classe alla scuola superiore, anche se non si frequentarono);[23][24][25] di figure centrali nella letteratura occidentale quali Lev Tolstoj, Virgilio e le sorelle Brontë; di scrittrici femministe tra cui Virginia Woolf; di classici della letteratura per l'infanzia come Alice nel Paese della Meraviglie, Il vento tra i salici, Il libro della giungla; della mitologia norrena; nonché di libri appartenenti alle tradizioni orientali come il Tao Te Ching.[26][27][28][29][30]

Quando le furono chieste le sue fonti di ispirazione, rispose così:

(EN)

«Once I learned to read, I read everything. I read all the famous fantasies – Alice in Wonderland, and Wind in the Willows, and Kipling. I adored Kipling's Jungle Book. And then when I got older I found Lord Dunsany. He opened up a whole new world – the world of pure fantasy. And... Worm Ouroboros. Again, pure fantasy. Very, very fattening. And then my brother and I blundered into science fiction when I was 11 or 12. Early Asimov, things like that. But that didn't have too much effect on me. It wasn't until I came back to science fiction and discovered Sturgeon – but particularly Cordwainer Smith. ... I read the story "Alpha Ralpha Boulevard", and it just made me go, "Wow! This stuff is so beautiful, and so strange, and I want to do something like that."»

(IT)

«Appena imparai a leggere, lessi di tutto. Lessi tutti i fantasy famosi – Alice nel Paese delle Meraviglie, e Il vento tra i salici, e Kipling. Adorai Il libro della giungla di Kipling. E poi quando fui più grande scoprii Lord Dunsany. Mi aprì un intero nuovo mondo – il mondo del fantasy puro. E... Il serpente Ouroboros. Ancora, puro fantasy. Mi ha molto, molto arricchita. E poi mio fratello ed io ci addentrammo nella fantascienza quando avevo 11 o 12 anni. All'inizio Asimov, roba del genere. Ma non ebbe troppo effetto su di me. Fu solo quando tornai alla fantascienza e scoprii Sturgeon – ma soprattutto Cordwainer Smith. ... Lessi il racconto "Alpha Ralpha Boulevard", e mi fece solo pensare, "Wow! Questa roba è così bella, e così strana, e voglio fare qualcosa di simile."»

A metà degli anni '50 lesse Il Signore degli Anelli di Tolkien, che ebbe un enorme impatto su di lei. Ma piuttosto che spingerla a seguire le orme di Tolkien, questa lettura le dimostrò le possibilità del genere fantasy.[32]

Temi modifica

Le Guin sfruttò la flessibilità creativa della fantascienza e del fantasy per esplorare i temi delle identità e delle strutture sociali. In questo modo, il ricorso a discipline quali sociologia, antropologia e psicologia portò alcuni critici a includere le sue opere nella categoria della fantascienza soft.[33] Lei si oppose a questa classificazione, sostenendo che il termine sia divisivo e implichi un'idea ristretta di quanto costituisce una forma valida di fantascienza.[13] Le tematiche dell'anarchismo e dell'ambientalismo riaffiorano inoltre lungo tutta l'opera di Le Guin.[34][35]

Nel 2014 Le Guin parlò a proposito del fascino di immaginare possibili futuri nella fantascienza:

(EN)

«Anything at all can be said to happen [in the future] without fear of contradiction from a native. The future is a safe, sterile laboratory for trying out ideas in, a means of thinking about reality, a method.[36]»

(IT)

«Si può dire che davvero qualunque cosa può succedere [nel futuro] senza paura di essere contraddetto da chi ci nascerà. Il futuro è un laboratorio sicuro, sterile per sperimentare le idee, un mezzo per riflettere sulla realtà, un metodo.»

Sociologia, antropologia, psicologia modifica

Conoscendo profondamente le prospettive delle scienze sociali circa l'identità e la società, Le Guin decide razze e generi a ragion veduta. La maggior parte dei suoi personaggi sono persone di colore, una scelta fatta per rispecchiare la maggioranza non bianca dell'umanità (motivo a cui attribuisce la scarsità di personaggi illustrati sulle copertine dei suoi libri).[37] La sua scrittura ricorre spesso a culture aliene - umane ma non terrestri - per esaminare le caratteristiche strutturali della società e della cultura umana, nonché del loro impatto sull'individuo.

L'evidente tematica dell'interazione culturale è molto probabilmente radicata nel fatto che Le Guin crebbe in una famiglia di antropologi impegnata nel caso di Ishi - un nativo americano considerato "l'ultimo indiano selvaggio" - e nelle sue relazioni con il mondo degli uomini bianchi. Il padre di Le Guin era il direttore del University of California Museum of Anthropology, dove Ishi fu studiato e lavorò come assistente ricercatore. Sua madre scrisse il bestseller Ishi in Two Worlds. Tali elementi si ripresentano in molte storie di Le Guin – da Il pianeta dell'esilio, a Città delle illusioni, da Il mondo della foresta a I reietti dell'altro pianeta.[37]

La scrittura di Le Guin fa un notevole uso di azioni ordinarie, allo scopo di chiarire come le attività quotidiane inseriscano gli individui in un contesto di relazioni con il mondo fisico e con il prossimo. Per esempio, l'impegno dei protagonisti negli affari comuni, come badar agli animali, curare l'orto e fare i lavori di casa, è centrale nel romanzo L'isola del drago. Pure i temi della psicologia junghiana sono fondamentali nella sua produzione.[38]

Un altro esempio è il Ciclo dell'Ecumene, una serie di romanzi che comprende una vasta raccolta di società, composte di varie specie umane che vivono per lo più in isolamento l'una dall'altra. La mano sinistra delle tenebre, I reietti dell'altro pianeta, La salvezza di Aka trattano tutti le conseguenze di contatti tra mondi e culture differenti. L'impatto sociale e culturale dell'arrivo di emissari dell'Ecumene su pianeti remoti e lo shock culturale che gli emissari provano costituiscono temi importanti ne La mano sinistra delle tenebre. Le concezioni di Le Guin sono state in seguito prese in prestito da molti famosi autori, che citarono a loro volta sue invenzioni come l'ansible, un dispositivo di comunicazione.[39] La mano sinistra delle tenebre esplora in particolar modo le conseguenze sociali, culturali e personali dell'identità sessuale attraverso la narrazione dell'incontro con una razza androgina.[40] Oltre all'ermafroditismo, Le Guin si concentra sull'abbattimento delle norme sulla sessualità e sul ruolo di genere. Il racconto Solitudine segue una ragazza, più temeraria di suo fratello maggiore, che si avventura in un mondo dominato da donne forti, territoriali. In Paradisi perduti, i passeggeri di una nave spaziale alla ricerca di un nuovo mondo da colonizzare sono salvati da una viaggiatrice interstellare, un ruolo tipicamente riservato agli uomini.[41]

Ambientalismo modifica

 
Ursula Le Guin firma un libro nel 2013.

Le Guin considera l'attuale sistema sociopolitico americano problematico per la salute e la vita della natura, dell'umanità e del loro rapporto.[42] Questa idea ricorre in molte opere di Le Guin, specialmente ne La mano sinistra delle tenebre, Il mondo della foresta, I reietti dell'altro pianeta, L'occhio dell'airone, Sempre la valle, Le ragazze bufalo. Tutte questi libri vertono sull'organizzazione sociopolitica e sui sistemi di valori di utopie e distopie.[42] Oltre alla produzione di romanzi, Il libro Out Here: Poems and Images from Steens Mountain Country, scritto in collaborazione con l'artista Roger Dorband, è un'evidente dichiarazione ambientalista dedicata alla bellezza dell'Oregon.[43] Le Guin scrisse anche numerose poesie e saggi sul Monte Sant'Elena in seguito all'eruzione del 1980.[44] Questi scritti esplorano i racconti e le discussioni dei locali dovuti all'eruzione, in unione alla prospettiva di Le Guin che vide l'evento dalla sua casa di Portland, oltre alla sue varie visite sul sito.[45]

Anarchismo e Taoismo modifica

Le concezioni di Le Guin verso l'anarchismo erano strettamente collegate alla sua fede nel Taoismo.[46]

(EN)

«Taoism and Anarchism fit together in some very interesting ways and I've been a Taoist ever since I learned what it was»

(IT)

«Il taoismo e l'anarchismo si armonizzano in modi molto interessanti e sono una taoista sin da quando scoprii che cosa fosse.»

Prendeva parte a numerose marce delle pace e benché non si dichiarasse esplicitamente anarchica, era convinta che la democrazia fosse buona, ma non l'unico modo per ottenere giustizia ed equità.[8] Le Guin disse: "I reietti dell'altro pianeta è un romanzo utopistico anarchico. Le sue idee derivano dalla tradizione anarchica pacifista – Kropotkin ecc. Così come fecero certe idee della cosiddetta controcultura degli anni sessanta e settanta".[47] Di fatto la sua produzione influenzò lo sviluppo di un nuovo pensiero anarchico postmoderno.[48]

Adattamenti cinematografici modifica

Nei primi anni ottanta, il regista Hayao Miyazaki chiese a Le Guin il permesso di creare un adattamento cinematografico in forma di cartone animato del ciclo di Earthsea. Tuttavia Le Guin, che non conosceva il lavoro del regista e in generale il mondo dei cartoni animati, decise di rifiutare. Molti anni più tardi, dopo aver visto Il mio vicino Totoro, riconsiderò la sua decisione: il terzo e quarto libro del ciclo di Earthsea vennero usati come base per il film d’animazione I racconti di Terramare del 2006. Il film, tuttavia, venne girato dal figlio di Hayao, Gorō Miyazaki, e Le Guin non ne fu soddisfatta.[49]

Nel 2004 fu prodotta da SciFi Channel una miniserie per la TV dal titolo La leggenda di Earthsea (Earthsea). Anche in questo caso l'adattamento non fu apprezzato da Le Guin.

Opere modifica

Per ogni testo si indica la prima edizione nell'originale inglese e l'eventuale prima traduzione in lingua italiana.

Ciclo di Terramare modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ciclo di Earthsea.

Esalogia principale modifica

  1. Il mago di Terramare o Il mago (A Wizard of Earthsea), Parnassus Press, 1968. Trad. Roberta Rambelli, Fantacollana 27, Editrice Nord, 1979.
  2. Le tombe di Atuan (The Tombs of Atuan), Atheneum, 1971. Trad. Roberta Rambelli, Fantacollana 32, Editrice Nord, 1980.
  3. La spiaggia più lontana o Il signore dei draghi (The Farthest Shore), Atheneum, 1972. Trad. Roberta Rambelli, Fantacollana 37, Editrice Nord, 1981.
  4. L'isola del drago o Tehanu (Tehanu), Atheneum, 1990. Trad. Riccardo Valla, La Gaja Scienza 366, Longanesi & C., 1992.
  5. Leggende di Earthsea o Leggende di Terramare (Tales from Earthsea), Harcourt, 2001. Trad. Piero Anselmi, Fantasy Urania 2ª serie n. 5, Arnoldo Mondadori Editore, luglio 2004. Raccolta di due romanzi brevi, tre racconti e un saggio:
    • Il trovatore (The Finder), inedito.
    • "Diamante e Rosascura" ("Darkrose and Diamond"), prima edizione nella rivista The Magazine of Fantasy and Science Fiction di ottobre-novembre 1999.
    • "Le ossa della terra" ("The Bones of the Earth"), inedito.
    • "Nell'alta palude" ("On the High Marsh"), inedito.
    • Libellula (Dragonfly), prima edizione nell'antologia Legends, a cura di Robert Silverberg, Tor Books, 1998; trad. Francesco Di Foggia in Legends. Primo Volume, I Libri della Mezzanotte 8, Sperling & Kupfer, 2001.
    • «Una descrizione di Terramare» («A Description of Earthsea»), inedito.
  6. I venti di Terramare (The Other Wind), Harcourt, 2001. Trad. Piero Anselmi, Fantasy Urania 2ª serie n. 4, Arnoldo Mondadori Editore, marzo 2004.

Racconti modifica

Appartengono al ciclo di Terramare anche quattro racconti autoconclusivi originariamente composti da Le Guin per riviste o antologie:

La prima edizione integrale del Ciclo di Terramare è stata la raccolta The Books of Earthsea: The Complete Illustrated Edition, illustrato da Charles Vess, Saga Press e Gollancz, 2018; trad. Ilva Tron, Oscar Draghi, Arnoldo Mondadori Editore, 2020. Tale omnibus riunisce assieme i sei volumi principali e vi aggiunge come appendice i quattro racconti minori.

Ciclo dell'Ecumene o Ciclo hainita modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ciclo dell'Ecumene.

Romanzi modifica

Racconti modifica

Appartengono al ciclo dell'Ecumene anche dodici racconti autoconclusivi originariamente composti da Le Guin per riviste o antologie e da lei distribuiti su tre diverse raccolte:

La prima edizione integrale del Ciclo dell'Ecumene è stata la raccolta Hainish Novels & Stories (2 voll.), The Library of America 296 e 297, 2017. Tale edizione inframmezza i dodici racconti autoconclusivi agli otto romanzi, seguendo l'ordine cronologico di composizione.

Orsinia modifica

Dilogia composta inizialmente da un romanzo unitario e un volume di testi brevi.

  1. Orsinian Tales, Harper & Row, 1976. Raccolta di undici racconti:
  2. Malafrena, G. P. Putnam's Sons, 1979.

Successivamente l'autrice ha espanso il ciclo con due ulteriori racconti, stilisticamente diversi dal nucleo originario:

La prima edizione a riunire assieme il romanzo e tutti i tredici racconti è stata il volume omnibus The Complete Orsinia: Malafrena / Stories and Songs, The Library of America 281, 2016; tale raccolta comprende anche un inserto di quattro poesie inedite.

Annals of the Western Shore modifica

  1. I doni (Gifts), Harcourt, 2004. Trad. Riccardo Valla, Narrativa Nord 249, Editrice Nord, 2006.
  2. Voices, Harcourt, 2006.
  3. Powers, Harcourt, 2007.

La prima edizione integrale della trilogia è stata il volume omnibus Annals of the Western Shore, The Library of America 335, 2020.

Romanzi autoconclusivi modifica

Sono elencati sia i romanzi veri e propri (novel) sia i romanzi brevi (novella).

Raccolte di racconti modifica

Narrativa per l'infanzia modifica

Ciclo dei Gattivolanti modifica

Quattro racconti illustrati da S. D. Schindler e pubblicati come chapbook.

La casa editrice Puffin ha riunito il ciclo negli omnibus Tales of the Catwings (volumi 1 e 2, 1999) e More Tales of the Catwings (volumi 3 e 4, 2000).

Romanzi autoconclusivi modifica

Saggistica modifica

Poesia modifica

Premi modifica

Note modifica

  1. ^ (EN) Ursula K. Le Guin Awards, su sfadb.com. URL consultato il 3 marzo 2024.
  2. ^ a b c d e f Charlotte Spivack, Ursula K. Le Guin, Boston, Twayne Publishers, 1984, ISBN 0-8057-7393-2.
  3. ^ Theodora Kroeber, Alfred Kroeber: A Personal Configuration, Berkeley, University of California Press, 1970, ISBN 9780520037205.
  4. ^ (EN) Ursula K. Le Guin, The Language of the Night: Essays on Fantasy and Science Fiction, Ultramarine Publishing, 1979, ISBN 978-0-399-50482-2. URL consultato il 27 agosto 2023.
  5. ^ (EN) Ursula K. Le Guin, Dreams Must Explain Themselves and Other Essays, 1972-2004, Gollancz, 2018, ISBN 978-1-4732-0594-9. URL consultato il 27 agosto 2023.
  6. ^ Thomson Gale, Le Guin, Ursula K. 1929–, su Encyclopedia.com, 2006. URL consultato il 5 novembre 2016 (archiviato il 5 novembre 2016).
  7. ^ a b c d Suzanne Elizabeth Reid, Presenting Ursula Le Guin, New York, Twayne, 1997, ISBN 0-8057-4609-9.
  8. ^ a b c Jeff Baker, Northwest Writers at Work: Ursula K. Le Guin is 80 and taking on Google, su oregonlive.com, Oregon Live, 27 febbraio 2010. URL consultato l'11 agosto 2015 (archiviato il 13 agosto 2015).
    «She met Charles Le Guin, a historian, on the Queen Mary when they were on Fulbright Fellowships in 1953 and married him in Paris a few months later. They moved to Portland, Oregon, in 1958 when Charles Le Guin began teaching history at Portland State University and raised three children in the house with a view of Mount St. Helens.»
  9. ^ (EN) Charles Alfred Le Guin, The first Girondin ministry, March–June 1792: a revolutionary experiment, Emory University, 1956, OCLC 22129038.
  10. ^ Julie Phillips, 80! Memories and Reflections on Ursula K. Le Guin, a cura di Karen Joy Fowler e Debbie Notkin, Seattle, Aqueduct Press, 2010, p. 175.
  11. ^ Giulia Iannuzzi, Un laboratorio di fantastici libri. Riccardo Valla intellettuale, editore, traduttore. Con un’appendice di lettere inedite a cura di Luca G. Manenti, Chieti, Solfanelli, 2019, p. 93102.
  12. ^ Gerald Jonas, Ursula K. Le Guin, Acclaimed for Her Fantasy Fiction, Is Dead at 88, in The New York Times, New York, The New York Times Company, 23 gennaio 2018. URL consultato il 23 gennaio 2018.
  13. ^ a b Steve Lafrenier, Ursula K. Le Guin [interview], su vice.com, Vice (vice.com), dicembre 2008. URL consultato il 22 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2011).
  14. ^ Ursula K. Le Guin, su Internet Speculative Fiction Database (ISFDB). URL consultato il 24 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2013).
  15. ^ "Hainish – Series Bibliography", su Internet Speculative Fiction Database (ISFDB). URL consultato il 14 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2012).
  16. ^ Carl Freedman (a cura di), Conversations with Ursula K. Le Guin, First, Jackson, University Press of Mississippi, 2008, p. xxiii.
    «The Dispossessed wins Hugo and Nebula awards, making Le Guin the first writer ever twice to win both awards simultaneously.»
  17. ^ Ursula K. Le Guin, A Left-Handed Commencement Address, su American Rhetoric. URL consultato il 27 ottobre 2015 (archiviato il 29 ottobre 2015).
  18. ^ Michael E. Eidenmuller, Top 100 Speeches of the 20th Century by Rank, su American Rhetoric, 13 febbraio 2009. URL consultato il 27 ottobre 2015 (archiviato il 27 ottobre 2015).
  19. ^ Ursula K. Le Guin, Dancing at the Edge of the World, New York, Grove Press, 1989, p. v, ISBN 0-8021-3529-3. URL consultato il 20 maggio 2018.
  20. ^ Oregon Book Awards & Fellowship from Literary Arts, Portland, su literary-arts.org. URL consultato il 9 settembre 2014 (archiviato l'11 settembre 2014).
  21. ^ Alison Flood, Le Guin accuses Authors Guild of 'deal with the devil', in The Guardian, London, 24 dicembre 2009. URL consultato il 27 maggio 2010 (archiviato l'8 maggio 2014).
    «Ursula K Le Guin has resigned from the writers' organisation in protest at settlement with Google over digitisation.»
  22. ^ Ursula K. Le Guin, My letter of resignation from the Authors Guild, su ursulakleguin.com, 18 dicembre 2009. URL consultato il 10 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2012).
  23. ^ John Wray, Interviews: Ursula K. Le Guin, The Art of Fiction No. 221, su The Paris Review. URL consultato l'11 novembre 2014 (archiviato l'11 novembre 2014).
  24. ^ Ursula K. Le Guin: Still Battling the Powers That Be, su Wired, 25 luglio 2014. URL consultato l'11 novembre 2014 (archiviato l'11 novembre 2014).
  25. ^ Ryan Britt, Ursula K. Le Guin Encourages Stealing, Went to High School With Philip K. Dick, su Tor.com, 1º ottobre 2013. URL consultato l'11 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2014).
  26. ^ Scott Timberg, Ursula K. Le Guin's work still resonates with readers, in Los Angeles Times, 10 maggio 2009. URL consultato il 5 giugno 2012 (archiviato il 7 marzo 2012).
  27. ^ Carlo Rotella, The Genre Artist, in The New York Times, 19 luglio 2009 (archiviato l'8 maggio 2017).
  28. ^ Ursula K. Le Guin, On Prospero's Island, su Book View Café, 4 gennaio 2011 (archiviato il 30 giugno 2016).
  29. ^ A Wizard of Earthsea: Reader's Guide – About the Author, su The Big Read. National Endowment for the Arts (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2012).
  30. ^ (EN) Daniel Newell, The "Mother Tongue" in a World of Sons – Language and Power in The Earthsea Cycle, Liberty University School of Communication, maggio 2010. URL consultato il 19 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2013).
  31. ^ Mark Wilson, Interview: Ursula K. Le Guin, su About.com Sci-Fi / Fantasy (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2012).
  32. ^   "Ursula Le Guin discusses Lord of the Rings", su YouTube. (audio/video).
  33. ^ Charlotte Spivack, 'Only in Dying, Life': The Dynamics of Old Age in the Fiction of Ursula Le Guin, in Modern Language Studies, vol. 14, n. 3, 1984, pp. 43-53, DOI:10.2307/3194540, JSTOR 3194540.
  34. ^ (EN) Why It Matters that Ursula K. Le Guin Was an Anarchist, su CrimethInc.. URL consultato il 23 giugno 2018.
  35. ^ (EN) Michael Berry, Climate Visionary Ursula K. Le Guin, su Sierra. URL consultato il 23 giugno 2018.
  36. ^ Eileen Gunn, How America's Leading SF Authors Are Shaping Your Future, in Smithsonian Magazine, maggio 2014.
  37. ^ a b Faith L. Justice, Ursula K. Le Guin, in Salon, 23 gennaio 2001. URL consultato il 22 aprile 2010 (archiviato il 3 novembre 2012).
  38. ^ Rochelle, W. (2001) Communities of the Heart: the Rhetoric of Myth in the Fiction of Ursula K. Le Guin. Liverpool: Liverpool University Press.
  39. ^ Michael Quinion, Ansible, in World Wide Words (archiviato l'8 luglio 2012).
  40. ^ Marilyn Strathern, Gender as It Might Be: A Review Article, in RAIN, n. 28, 1978, pp. 4-7, DOI:10.2307/3031802, JSTOR 3031802.
  41. ^ Ursula K. Le Guin, The birthday of the world and other stories, 1st, New York, HarperCollins, 2002, ISBN 0-06-050906-6, OCLC 47642973.
  42. ^ a b Elizabeth McDowell, Power and Environmentalism in Recent Writings by Barbara Kingsolver, Ursula K. Le Guin, Alica Walker, and Terry Tempest Williams, Eugene, OR, University of Oregon, 1992.
  43. ^ (EN) Nonfiction review: 'Out Here' by Roger Dorband and Ursula K. Le Guin, Oregon Live. URL consultato il 29 marzo 2018.
  44. ^ Ursula Le Guin, In the Red Zone, Northridge, CA, Lord John Press, 1983, ISBN 0-935716-21-1.
  45. ^ Ursula Le Guin, Coming Back to the Lady, in Charles Goodrich (a cura di), In the Blast Zone: Catastrophe and Renewal on Mt. St. Helens, Corvallis, OR, Oregon State University Press, 2008, ISBN 978-0-87071-198-5.
  46. ^ Dmae Roberts, Ursula K. Le Guin: 'Out Here', in KBOO: Stage and Studio. URL consultato l'8 novembre 2013 (archiviato il 27 marzo 2018).
  47. ^ Chronicles of Earthsea: Edited Transcript of Le Guin's Online Q&A, in The Guardian, 9 febbraio 2004. URL consultato il 10 novembre 2013 (archiviato il 2 ottobre 2013).
  48. ^ Lewis Call, Postmodern Anarchism in the Novels of Ursula K. Le Guin, in The Anarchist Library. URL consultato il 25 novembre 2013 (archiviato il 30 settembre 2013).
  49. ^ Gedo Senki, su ursulakleguin.com. URL consultato l'8 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2013).
  50. ^ a b c I primi tre romanzi del Ciclo hainita sono spesso ristampati assieme entro il volume triplo Worlds of Exile and Illusion (prima edizione Orb, 1996).
  51. ^ (EN) Albo d'oro, su sas.rochester.edu. URL consultato il 3 ottobre 2020.
  52. ^ (EN) Sito ufficiale del premio con albo d'oro, su sfcenter.ku.edu. URL consultato il 5 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2012).

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN101734435 · ISNI (EN0000 0001 2145 7729 · SBN CFIV006470 · Europeana agent/base/60296 · LCCN (ENn78095474 · GND (DE118923382 · BNE (ESXX927978 (data) · BNF (FRcb11911659m (data) · J9U (ENHE987007296343005171 · NSK (HR000001206 · NDL (ENJA00447081 · CONOR.SI (SL5337699 · WorldCat Identities (ENlccn-n78095474