The Jarvik-7 Artificial Heart

Il cuore artificiale è un dispositivo impiantato nel corpo umano allo scopo di sostituire il cuore biologico originale. È diverso da una pompa cardiaca, che è un dispositivo esterno utilizzato per sostituire le funzionalità sia del cuore che dei polmoni; infatti la pompa cardiaca non necessita di essere connessa ad entrambi i sistemi circolatori. Inoltre, la pompa cardiaca è adatta ad un utilizzo per solo poche ore, mentre per il cuore artificiale il record attuale è di un utilizzo di 17 mesi.

La sostituzione artificiale di un cuore organico di mammifero (generalmente umano) è tuttora uno degli obiettivi (Holy Grails) più ambiti della medicina moderna. Nonostante il cuore sia concettualmente un organo semplice (sostanzialmente un muscolo che funziona come una pompa), esso incorpora delle complessità non banali che ne impediscono l'emulazione diretta utilizzando materiali sintetici e un'alimentazione elettrica. L'ovvio beneficio di un cuore artificiale ben funzionante sarebbe quello di diminuire le necessità di trapianti cardiaci visto che la richiesta di donatori di cuore (così come quella di qualsiasi altro organo) è sempre di molto superiore alla reale disponibilità.

Winchell cedette il brevetto a Jarvik e ai suoi colleghi. I primi tentativi che precedettero quello di Robert Jarvik con il suo Jarvik-7 furono deludenti: i pazienti* morirono nel giro di qualche ora o giorno e/o soffrirono di massicci problemi di rigetto. I modelli di Jarvik basati maggiormente sul cuore umano destarono più sensazione, ma anche i suoi pazienti morirono. Il suo primo paziente del Jarvik-7, un dentista 61enne in pensione, Barney Clark, sopravvisse per 112 giorni dopo il trapianto avvenuto il 2 dicembre 1982 presso l'Università dello Utah. Un altro problema è che un cuore artificiale necessita di una alimentazione elettrica esterna, come ad esempio una batteria indossata dal paziente all'altezza della cintola; fino ad oggi nessun modello di cuore artificiale è stato in grado di utilizzare l'energia biologica naturale del corpo umano.

Il 2 luglio 2001 Robert Tools subì il primo trapianto con un cuore artificiale completamente autonomo al Jewish Hospital di Louisville nel Kentucky. È denominato "cuore sostitutivo impiantabile AbioCor". Tom Christerson sopravvisse per 17 mesi dopo il suo trapianto di cuore artificiale, il che costituisce il record attuale.

La maggior parte dei medici è sicura che con una migliore conoscenza del cuore ed i continui progressi dell'ingegneria delle protesi, dell'informatica, dell'elettronica, della tecnologia delle batterie, delle celle a combustibile, ecc., un cuore artificiale utilizzabile senza problemi sarà prima o poi una realtà del ventunesimo secolo.

Il cuore artificiale nella fiction modifica

Nell'universo immaginifico di Star Trek, il Capitano Jean-Luc Picard ha subito un trapianto di cuore artificiale nel 2327. Joseph Sisko, padre di Benjamin Sisko, aveva vari organi artificiali, tra cui una nuova aorta, che gli venne impiantata nel 2372.

Nella serie di fantascienza britannica Space: 1999 c'è un personaggio, Victor Bergman (interpretato da Barry Morse) che aveva un cuore artificiale. Egli era in grado di modificare la velocità del battito cardiaco con un dispositivo che indossava al polso.