Utente:Daĉjo/sabbionaia9

Baccalà alla vicentina esposto nella vetrina di una gastronomia cittadina assieme ad altre specialità della cucina locale. Lo stoccafisso con cui viene preparato questo prelibato piatto venne importato in Triveneto dalle coste della Norvegia nel XV secolo da navigatori veneziani

La Vicenca laberdano estas klasika plado de Vicenca kukaĵo bazata je sekigita gado.

Recepto estas elsendata el generacio al generacio kaj preskaŭ ĉiaj familioj uzas unu aŭ plurajn variantojn, ĝenerale ĵaluze protektatajn.

Laberdano devas esti je bonega kvalito; oni konsideras la plej bonan tiun nomatan "Araneo"n, kiu venas el Lofoten insuloj en Norvegio. Oni devas bani ĝin dum tri tagoj en fluanta akvo por ke moliĝu, poste oni devas pisti, purigi, faruni kaj kuiri ĝin malaltfajre en argila poteto, kovratan de lakto kaj oleo egalkvantope. Oni servas ĝin kun abunda flava maizkaĉo.

Ekde dua duono de dudeka jarcento la Frataĵo de la laberdano (itale, Confraternita del Bacalà), asocio de restoraciistoj kaj bonmanĝuloj, promociis tiun antikvan pladon respektante la originalan recepton.

Historio modifica

L'uso di essicare il merluzzo (Gadus morrhua) per conservarlo è antichissimo: vi sono documenti che attestano questa pratica nei Mari del Nord sin dai tempi di Carlo Magno (secolo IX).

La Confraternita del Bacalà riporta una leggenda secondo la quale "Si racconta che, nel 1269, i vicentini che tentavano l'assalto al castello di Montebello, difeso dai veronesi, alle guardie che gridavano altolà, rispondessero: oh, che bello, noi portiamo polenta e baccalà. E subito i veronesi, golosi, spalancarono il portone...".

Lo stoccafisso sarebbe stato introdotto nel Triveneto dai veneziani, che erano grandi navigatori e portavano in patria ogni novità. La più diffusa versione dei fatti sostiene che nel 1432 la spedizione agli ordini del capitano veneziano Pietro Querini naufragò in Norvegia, sulle coste delle Isole Lofoten. Rientrando a casa il Querini portò lo stoccafisso che in tutto il veneto è chiamato baccalà (mentre il baccalà nel resto d'Italia indica un merluzzo conservato sotto sale). I veneti videro nello stoccafisso un'allettante alternativa al pesce fresco, costoso e facilmente deperibile. Nacque allora la tradizione di consumare questo piatto secondo varie ricette, tra le quali il bacalà alla vicentina.