Per pittura olandese del Secolo d'oro si intende la pittura coeva al cosiddetto Secolo d'oro olandese, un periodo storico grossomodo corrispondente al XVII secolo e che si fa iniziare dagli ultimi stadi della Guerra degli ottant'anni, con cui i Paesi Bassi settentrionali si resero indipendenti. Sebbene la pittura olandese del Secolo d'oro si collochi nel periodo più ampio della pittura barocca europea, di cui spesso ne condivide le caratteristiche, essa manca perlopiù dell'idealizzazione e dell'amore per il fasto tipici del Barocco, incluso quello delle vicine Fiandre spagnole. La maggior parte dei dipinti di quest'epoca, inclusi quelli per cui questo periodo è maggiormente conosciuto, riflette le tradizioni di ricco realismo ereditate dalla pittura olandese tardo medioevale.

Il contesto storico modifica

Durante il Secolo d'oro olandese la nuova Repubblica fu in Europa la nazione più prospera, e davanti alle altre per commercio, scienze ed arti. Le province settentrionali dei Paesi Bassi che avevano formato il nuovo stato erano state, fino ad allora, tradizionalmente centri artistici meno importanti rispetto alle città delle Fiandre a sud. Ma i rivolgimenti e gli spostamenti su larga scala della popolazione a causa della guerra, assieme al taglio netto con le vecchie tradizioni monarchiche e cattoliche, furono le condizioni che costrinsero l'arte olandese a reinventarsi totalmente(: operazione in cui riuscì in gran parte).

Le altre arti modifica

La scultura del periodo è minima, e si trova perlopiù destinata ai monumenti funebri e agli edifici pubblici. Le sculture decorative per la casa sono infatti sostituite dall'argenteria e dalle ceramiche. La ceramica dipinta di Delft, soprattutto le piastrelle, erano a buon mercato e comuni, e l'argenteria in stile auricolare fu apprezzata anche nel resto d'Europa. In conclusione, tranne queste eccezioni, gli sforzi artistici del periodo ruotano intorno alla pittura e alla stampa.

I generi modifica

Una caratteristica di questo periodo è la proliferazione di distinti generi di pittura, al cui interno di uno solo fra questi ognuno degli artisti concentrava maggiormente i suoi lavori. Il pieno sviluppo di questa specializzazione è riscontrabile dai tardi anni venti del '600, e il periodo da allora fino all'invasione francese del 1672 è il cuore della pittura del Secolo d'oro.

Si nota in questo periodo, specialmente a confronto della pittura europea precedente, il numero esiguo di dipinti religiosi. Il calvinismo olandese vietò la pittura religiosa nelle chiese, e sebbene dipinti su soggetti biblici erano accettabili nelle case private, ne furono comunque prodotti relativamente pochi. Gli altri tradizionali generi di pittura, quello a sfondo storico e la ritrattistica, furono sì presenti, ma il periodo è maggiormente noto per un'ampia varietà di altri generi, a loro volta divisi in numerose categorie specifiche, quali scene di pittura contadina, panorami, paesaggi urbani, paesaggi con animali, dipinti marittimi, dipinti di fiori e nature morte di vario tipo. Lo sviluppo di molti di questi generi di pittura fu decisamente influenzato dagli artisti olandesi del XVII secolo.

L'ampiamente diffusa teoria sulla gerarchia dei generi pittorici, secondo la quale alcuni erano ritenuti più prestigiosi di altri, condusse molti pittori a voler produrre dipinti su materiale storico, ma che erano tra i più difficili da vendere, come persino Rembrandt scoprì. Molti furono così costretti a produrre ritratti o scene di genere, i quali potevano essere venduti molto più facilmente. In ordine decrescente di importanza, le categorie di questa gerarchia dei generi possono essere così scandite:

  • pittura a sfondo storico
  • ritrattistica
  • pittura di genere
  • paesaggi
  • nature morte

I pittori olandesi si concentrarono pesantemente sulle categorie "inferiori", ma non per questo abbandonarono il concetto di gerarchia fra generi. La maggior parte dei dipinti erano relativamente piccoli, essendo i quadri di larghe dimensioni comunemente destinati ai ritratti di gruppo. Difficilmente si riscontrano in questo periodo affreschi parietali: quando in un edificio pubblico si aveva uno spazio libero sui muri da dedicare alla decorazione, si preferiva ricorrere a tele incorniciate. Per la maggior precisione che il legno consentiva, molti pittori continuarono ad utilizzare panneli di legno, anche se la maggior parte del resto dell'Europa occidentale li aveva già abbandonati da qualche tempo. Alcuni usarono anche piastre di rame, di solito riciclate dai processi di stampa. A loro volta il numero di dipinti del Secolo d'oro che sono giunti a noi è stato ridotto dal riutilizzo che ne è stato fatto dagli artisti successivi del XVIII e XIX: era infatti per costoro più conveniente acquistare a basso prezzo quadri di questo periodo che comprare delle tele incorniciate nuove. Quindi molti dei dipinti sono stati coperti da pitture successive.

Il mondo dell'arte modifica

I visitatori stranieri si stupivano dell'eccezionale quantità di arte prodotta, e delle ampie fiere dove molti dei dipinti venivano venduti: solamente nei venti anni successivi al 1640, si stima approssimativamente che vennero prodotti circa 1,3 milioni di dipinti olandesi. Il volume di questa produzione indica che i prezzi erano discretamente bassi, eccetto che per gli artisti più conosciuti: come anche nei periodi successivi, c'era un ripido scalino per i pittori più alla moda. Quelli senza una grande reputazione presso i loro contemporanei, o che erano usciti fuori moda (sorte che capitò persino a quelli che oggi ricordiamo come i maggiori, come Vermeer, Hals e Rembrandt), ebbero serie difficoltà a guadagnarsi da vivere, e morirono poveri: molti artisti avevano altri lavori, e potevano abbandonare l'arte completamente. In particolare l'invasione francese del 1672 (il Rampjaar, ovvero l'"anno del disastro") comportò fra i suoi danni una severa depressione nel mercato dell'arte, che non ritornò mai ai suoi precedenti fasti.

La diffusione dei dipinti era molto estesa in tutti gli strati della popolazione, così come testimonia anche un viaggiatore inglese nel 1640. C'erano, in pratica per la prima volta, molti mercanti d'arte, fra cui anche alcuni significativi artisti come Vermeer e suo padre, Jan van Goyen e Willem Kalf. Hendrick van Uylenburgh, che vendeva le opera di Rembrandt, fu assieme a suo figlio Gerrit fra i più importanti. I paesaggi erano le opere senza commissione che si vendevano più facilmente, e i loro pittori erano i "soldati semplici nell'Armata dell'Arte" secondo Samuel van Hoogstraten.

L'abilità tecnica dei pittori olandesi era generalmente molto alta, essendo fra loro ancora in uso il vecchio sistema medievale della formazione di ogni pittore mediante apprendistato presso un maestro. Tipicamente le botteghe erano più piccole che nelle Fiandre o in Italia, con solo uno o due apprendisti alla volta, essendo il numero spesso regolato dalle norme della gilda. Infatti la turbolenza dei primi anni della Repubblica, con artisti sfollati provenienti dal meridione verso nord, assieme alla perdita di committenti tradizionali quali la Chiesa e le corti aristocratiche, condusse alla rinascita delle gilde degli artisti, spesso chiamate ancora gilde di san Luca. In molti casi quest'ultime attrassero gli artisti sganciando se stesse dai vecchi raggruppamenti medievali, secondo cui i pittori condividevano la stessa gilda assieme ad altri mestieri, come per esempio quello dei pittori di decorazioni casalinghe. Alcune nuove gilde furono così create durante quest'epoca: ad Amsterdam nel 1579, ad Haarlem nel 1590, e a Gouda, Rotterdam, Utrecht e Delft tra il 1609 e il 1611. Le autorità di Leiden, invece, a causa di una sfiducia nei confronti delle gilde, non ne permisero la formazione di una se non nel 1648.

Più tardi nel secolo cominciò a divenire chiaro a tutti i coinvolti che il vecchio concetto di una gilda che regolasse sia la formazione che le vendite non stava più funzionando adeguatamente, e gradualmente le gilde vennero rimpiazzate dalle accademie, il cui incarico era spesso solo quello di occuparsi della formazione dei nuovi artisti. L'Aia, con la sua corte, fu un primo esempio, nel qual caso gli artisti nel 1656 si divisero in due gruppi con la fondazione della Confrerie Pictura. Con l'ovvia eccezione dei ritratti, sempre più dipinti olandesi vennero prodotti per essere destinati alla vendita in generale, senza alcuna committenza, a differenza di ciò che accadeva nelle altre nazioni: una delle molte caratteristiche attraverso le quali il mercato dell'arte olandese segnò la via del futuro.

Ci furono molte dinastie di artisti, e molti sposarono le figlie dei loro maestri o di altri artisti. Molti pittori provenivano da famiglie benestanti, che pagavano per il loro apprendistato, e spesso (they married into property). Rembrandt e Jan Steen furono entrambi iscritti per un periodo presso l'università di Leiden. Alcune città erano conosciute per un determinato stile e specifici soggetti, ma Amsterdam fu il centro artistico più grande a causa della propria ampia ricchezza.

Gli artisti olandesi erano sorprendentemente poco interessati alla teoria artistica, in confronto a quelli di molte altre nazioni, e meno interessati a discutere della propria arte; inoltre, sembra che anche in generale ci fosse molto meno interesse alla teoria dell'arte rispetto a quanto avveniva in Italia, sia fra i circoli intellettuali che fra il più ampio pubblico. Siccome la quasi totalità delle commissioni e delle vendite era privata, e tra individui borghesi i cui resoconti non sono stati conservati, proprio queste commissioni e vendite sono meno documentate che altrove. Ma l'arte olandese era fonte di orgoglio nazionale, e i maggiori biografi sono cruciali riserve di informazioni. Tra costoro ci sono Karel van Mander (Het Schilderboek, 1604), che essenzialemnte copre il secolo a lui precedente, e Arnold Houbraken (De groote schouburgh der Nederlantsche kontschilders en schilderessen - "Il Grande Teatro dei Pittori Olandesi", 1718-21). Entrambi seguirono, e anzi per certi versi superarono, l'esempio del Vasari nell'includeere un grano numero di brevi biografie degli artisti - oltre 500 nel caso di Houbraken - ed entrambi sono considerate generalmente accurati sui fatti che raccontano. L'artista tedesco Joachim von Sandrart (1606-1688) lavorò per vari periodi in Olanda, e il suo Deutsche Akademie copre nello stesso stile molti degli artisti olandesi che conobbe. Maestro di Houbraken, e discepolo di Rembrandt, fu Samuel van Hoogstraten (1627-1678), la cui Zichtbare wereld e il Inleyding tot de Hooge Schoole der Schilderkonst (1678) contengono più nozioni critiche che informazioni biografiche, e sono fra i più importanti trattati sulla pittura del periodo. Come altri lavori olandesi sulla teoria dell'arte, essi espongono molti luoghi comuni della teoria artistica rinascimentale e non riflettono interamente la contemporanea arte olandese, spesso infatti concentrandosi sulla pittura a sfondo storico.

La pittura a sfondo storico modifica

Questa categoria comprende non solo i dipinti che raccontavano determinati eventi storici del passato, ma anche i dipinti che mostravano scene di ambito biblico, mitologico, letterario e allegorico. I fatti storici più recenti essenzialmente cadevano fuori da questa categoria, e anzi venivano trattati in maniera realista, combinando il genere del ritratto con paesaggi naturali, marittimi o cittadini. Ampie scene drammatiche a carattere storico o biblico furono prodotte in minor numero di quanto accadeva negli altri paesi, in quanto non c'era un mercato locale per l'arte destinata alle chiese, e poche case aristocratiche talmente ampie da poter essere riempite. Oltre a questo, la popolazione protestanza delle città più grandi furono esposte a degli usi decisamente ipocriti delle allegorie manieriste ad opera della propaganda asburgica durante la rivolta olandese, e ciò produsse una forte reazione a favore del realismo e una diffidenza verso la retorica del visualmente grandioso. La pittura a sfondo storico divenne una "minoranza", sebbene questo fu compensato da un appassionato interesse nelle versioni a stampa di carattere storico.

Più che negli altri tipi di pittura, i pittori di storia olandesi continuarono ad essere influenzati dalla pittura italiana. Stampe e copie dei capolavori italiani circolavano, e influenzarono alcuni schemi compositivi. La crescente abilità olandese nel raffigurare la luce fu portata a livello tale da sopportare il confronto con gli stili importati dall'Italia, specialmente quello di Caravaggio. Alcuni stessi pittori olandesi viaggiarono perfino in Italia, sebbene questa pratica fosse per loro meno comune di quanto lo fosse per i loro colleghi fiamminghi, come può essere visto dalla lista dei membri del circolo Bentvueghels a Roma.

Nella prima parte del secolo molti manieristi nordici, che avevano formato il loro stile nel secolo precedente, continuarono la loro opera, nel caso di Abraham Bloemaert e Joachim Wtewael fino agli anni trenta del Seicento. Molti dipinti a sfondo storico erano in scala ridotta, e i pittori olandesi come Pieter Lastman, il maestro di Rembrandt, e Jan e Jacob Pynas, furono influenzati dallo stile del pittore tedesco (con sede a Roma) Adam Elsheimer tanto quanto da quello di Caravaggio (entrambi morti nel 1610). Confrontando le loro opera con quelle delle pittura barocca a sfondo storico delle altre nazioni, questi pittori condividono nonostante tutto la caratteristica enfasi olandese sul realismo e sull'immediatezza narrativa, e sono per questo conosciuti come "prerembrandtiani", in quanto gli stesi primi dipinti di Rembrandt seguono proprio il loro stile.

Il caravaggismo di Utrecht include un gruppo di artisti che produssero sia pittura a sfondo storico che generalmente larghe scene secondo lo stile italiano, spesso facendo un massiccio uso della tecnica del chiaroscuro. Utrecht, prima della rivolta una delle città più importanti del nuovo territorio olandese, era una insolita città olandese, con ancora circa il 40% della popolazione ancora cattolica a metà del secolo, e in proporzione persino maggiore se si vogliono considerare solo le élites cittadine, che includevano molta nobiltà di campagna e altra piccola nobiltà con le loro case nella città stessa. Gli artisti di spicco furono Hendrick ter Brugghen, Gerard van Honthorst e Dirck van Baburen, e la scuola stessa fu attiva fin circa al 1630, sebbene van Honthorst proseguì con successo la sua carriera fino agli anni '50 del Seicento come pittore di corte, in uno stile più classicheggiante, presso le corti inglesi, olandesi e danesi.

Rembrandt iniziò la sua carriera come un pittore di storia, prima di trovare un successo economico come ritrattista, e non abbandonò mai le sue ambizioni in questo ambito. Un gran numero dei suoi schizzi sono narrazioni di scene religiose, e la storia della sua ultima commissione, La cospirazione di Claudio Civile (1661), illustra sia la sua dedizione a questa forma artistica sia le difficoltà che egli rinvenne nel trovare un pubblico. Alcuni artisti, molti suoi stessi discepoli, tentarono con qualche successo di continuare il suo stile del tutto particolare: Govaert Flinck fu quello che riscosse più successo. Un altro di questi fu Gerard de Lairesse (1640-1711), prima di cadere pesantemente sotto l'influenza del classicismo francese, e di divenirne il principale propagatore olandese sia come artista che come teorico.

La nudità era effettivamente il privilegio del pittore storico, e per questo molti ritrattisti titolarono i loro nudi occasionali (quasi sempre di donna) con dei nomi di stile classico, come per esempio fece lo stesso Rembrandt. A causa della loro disinibita suggestività, i pittori di genere raramente infatti rivelavano qualcosa di più di un'ampia scollatura o di un tratto di coscia, e usualmente lo facevano quando dipingevano prostitute o contadini "italiani".

La ritrattistica modifica

Scene di vita quotidiana modifica

Paesaggi naturali e cittadini modifica

Pittura marittima modifica

Nature morte modifica

Paesaggi esotici modifica

Influenza successiva modifica