Storia di Teramo BIS modifica

«- Roberto Grandini: Ora ditemi, quando questa nostra Patria ebbe principio, e forma di città. - Giulio de' Fabricii: Già potrei dire aver udito da uomini giudiziosi e di conto, questa città essere più antica di Roma, e che dalli Troiani, che vennero con Antenore fosse edificata, ma non potendo ciò provare con autentiche scritture, ed avendovi Io promesso raccontare le cose, che si possono mettere in vero, per questo il lascio di dire.»

Origine del nome Teramo modifica

  • I Fenici la chiamarono Petrut (o Pretut), che significa "Luogo isolato circondato dalle acque"; da Petrut derivò Pretut e quindi Pretutio o Pretuzio;
  • In epoca romana si chiamò Interamnia, denominzione in uso fino al VI secolo d.C.;
  • Durante il Medioevo, dal VI al XII secolo, fu chiamata Aprutium (Castrum aprutiense);
  • Infine Teramum o Teramo, dalla seconda metà del XII secolo fino ai giorni nostri
    • Non ha trovato credito, invece, la teoria secondo la quale il nome Teramo sarebbe derivato da Thermae, con relazione quindi alla pur accertata presenza di importanti terme in varie zone della città, e che faceva riferimento sia all’aspirazione “Theramum” riscontrabile in alcuni codici sia all'uso del dialetto locale che contrae in “Terme” la pronuncia del nome di Teramo. Tale interpretazione trova origine nell'erudito del '500 Principio Fabricii.
  • Vedi anche il Testo già inserito nella voce Teramo: Origine del nome Teramo

Epoca preromana: dal secolo VIII al secolo V a.C. modifica

Teramo ha origini antichissime. Un insediamento del I millennio a.C. e delle costruzioni d'epoca italica del III-II secolo a.C. sono stati oggetto di recentissimi scavi. Le tracce più antiche si riferiscono alla perifeeria della città, nel quartiere Madonna della Cona, dove fu rinvenuta, tra l'altro, una sepoltura con pugnale e alabarda. Allo sviluppo dell'antico insediamento sembra abbiano contribuito gli Etruschi e anche i Fenici che avrebbero fondato un emporio commerciale.

In quest'epoca erano già sorte Castrum Truentinum (Martinsicuro-Colonnella); Palma Picena (Tortoreto) Castrum Novum (Giulianova). Erano già state edificate le Necropoli di Atri, Civitella del Tronto e Montorio al Vomano.

I Pretuzi e l'agro pretuziano modifica

Secondo lo scrittore romano Sesto Giulio Frontino l'antica Petrut o Pretut crebbe in dimensioni e importanza fino a divenire la capitale del Praetutium e conciliabulum dei Pretuzi.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Pretuzi.

Epoca romana: dal secolo V a.C. al secolo V d.C. modifica

  • 295 aC. Nella Battaglia di Sentino i Romani sconfisseroo la Confederazione italica (Sanniti, Etruschi, Umbri e Galli). Con questa battaglia ebbe termine la Terza guerra sannitica.
  • 290 aC. Il territorio Sabino e il territorio Pretuzio furono occupati militarmente dalle legioni comandate dal Console Manio Curio Dentato.

Alla città venne dato il nome latino di Interamnia Praetuttiorum, secondo alcuni "semplice traduzione" del toponimo "Petrut".

Nel contesto della dominazione romana, in un primo tempo il Pretuzio è acquisito alla Tribù Velina.

Quinta Regio: il Piceno modifica

In epoca Augustea, Interamnia fu ricompresa nella Quinta regione: il Piceno (la VI regione era l'Umbria e la IV era il Sannio). Il territorio dell'attuale provincia era diviso, da sud a nord, in Ager Hatrianus, Ager Praetutianus, Ager Palmense.

In questa epoca dunque Interamnia fu:

  • Conciliabulum: luogo di riunione e di mercato (cfr Frontino);
  • Praefectura iure dicundo;
  • Municipium, dopo la Guerra Sociale;
  • Colonia sillana. Perse in quest'epoca lo statuto di Municipio, ad opera di Silla per la sua partecipazione alla Guerra Sociale (91-88 a.C.), e lo riacquisì in seguito per volontà di Cesare;

Nel periodo romano la città conobbe un periodo molto florido, come testimoniano le rovine dell'Anfiteatro, del Teatro e delle Terme, ecc. Il cardo (l'attuale Corso De Michetti) l'attraversava in tutta la sua lunghezza, da largo Madonna delle Grazie e Piazza Martiri della Libertà. Un fossato delimitava questa estremità (ovest).

Raggiunse il suo massimo splendore sotto Adriano. Ricordano Interamnia gli storici Tolomeo, Tito Livio e Plinio;

I Goti e i Bizantini (V-VI secolo) modifica

Nell'anno 410 va registrata una prima distruzione di Teramo effettuata da parte dei Visigoti di Alarico I. Molto incerte tuttavia le notizie relative a questi anni: si presume che la presenza dei Goti nel territorio di Interamnia si sia protratta fino a circa il 552-554. Dopo la fine della guerra gotica, nel 553, si passò sotto il dominio dei Bizantini. Teramo fu ricompresa nel Marchesato di Fermo, soggetto all'Esarcato greco di Ravenna. La città era governata da un Conte che dipendeva dal Marchesato di Fermo.

I Longobardi in Italia e in Abruzzo modifica

Tra il 568 e il 572 i Longobardi occuparono la maggior parte dell'Italia settentrionale e centrale mentre persistevano porzioni di territorio ancora nelle mani dei Bizantini. Sicuramente in questa data l'Abruzzo fu almeno parzialmente occupato ma sono contrastanti le opinioni per quanto riguarda l'occupazione longobarda del Castrum aprutiense, per il quale manca una attendibile documentazione. All'anno 598 risale la pace tra i longobardi di Spoleto ed il papa.

La lettera di San Gregorio a Passivo (VI secolo) mostra che la città di Teramo (Castrum Aprutiense) faceva parte del Marchesato di Fermo (che si stendeva tra i fiumi Musone e Aterno/Pescara) e che aveva a capo un conte (all’epoca era Anio, Comes Castri Aprutiensis) che governava sulle città minori e sui luoghi fortificati; il Conte (Comes) era sottoposto all'autorità di un duca o marchese (che risiedeva appunto a Fermo).

Tra il 740 e il 763 quindi, il Marchesato di Fermo (e con esso anche la Contea aprutina che ne fa parte) è sottomesso al Ducato di Spoleto, parte del ”Gastaldato di Aprutium”: uno dei sette gastaldati nei quali i Longobardi suddivisero l'Abruzzo, con a capo un Comes castri Aprutiensis.

Vicende della Contea di Apruzio (sec. VI – sec. XIII) modifica

«La contea aprutina o latinamente de Aprutio, che noi qui tradurremo in Apruzio, o di Teramo, come oggi si direbbe, fu assai importante nell’alto medio evo ed anzi, allo staccarsi che fece nella metà del secolo XII dal ducato di Spoleto, apparve nel celebre catalogo de’ feudi normanni la più vasta del novello regno. … [Essa] forma l’anello di congiunzione tra il novello regno di Napoli e il vecchio Piceno, di cui sino allora dai tempi preromani sempre avea parte…»

La Contea di Apruzio formatasi nel VI secolo resterà in essere fino al secolo XIII quando il suo territorio entrerà a far parte del Regno di Napoli.

Elenco dei Conti aprutini dal VI al XIII secolo

La seguente serie dei Conti di Apruzio si basa sulla ricostruzione e sulle ricerche di Francesco Savini e fanno rifeirmento al volume La Contea di Aprutio, Roma, 1905

  • Anio (o Anione), 598, citato in una lettera di papa Gregorio, appare isolato rispetto agli altri Conti aprutini conosciuti, la cui serie inizia nell’anno 891. Secondo la ricostruzione di Savini certamente il Conte Anio (o Anione) non appartiene alla famiglia De Apruzio
  • Lodoino, padre del seguente Adelberto, a. 891. Savini lo considera il capostipite della casa De Aprutio;
  • Adelberto, anni 891-894
  • Manfredi, a. 926
  • Lupo (o Lupone), figlio del precedente Manfredi, a. 931
  • Attone I, anni 976, 989, 990
  • Attone II, figlio del precedente, citato in uno stesso atto (976) nel quale appare Attone I;
  • Attone III, figlio del precedente Attone II e nipote di Attone I, citato in uno stesso atto (990) nel quale appaiono Attone I e II;
  • Attone IV, forse figlio del precedente, a.1056;
  • Gerardo, posto da papa Vittore e reggere le contee di Ascoli e di Apruzio, a.1057;
  • Ugo Malmozzetto, che nel 1078 ottiene da Roberto il Guiscardo l’investitura a conte di Apruzio, di Penne e di Chieti; muore nel 1097;
  • Attone V, figlio forse di Attone IV, la sua presenza si desume da documenti del 1101, 1108 e 1116;
  • Enrico, forse primogenito de precedente Attone V; documentato nel 1122;
  • Matteo, fratello del precedente, figura nello stesso documento del 1122; era già morto nel 1150;
  • Roberto I, fratello dei due precedenti; come loro è citato nel documento del 1122; documentato anche nel 1140 e 1148; si oppose a Roberto di Loretello ed era in carica al tempo dell’incendio della città (1153-1155 circa);
  • Guglielmo, socio nella Contea di Apruzio; intorno al 1140, con il fratello Roberto, “giura protezione e difesa alla chiesa aprutina”; citato nel catalogo normanno del 1161; mostra avere la stessa dignità del fratello;
  • Attone VI, socio nella Conte di Apruzio; quinto fratello dei precedenti; secondo Savini è erroneamente citato come “Antonio” in un documento del 1120; dimorò in Terrasanta per un anno nell’ospedale dei cavalieri gerosolimitani ma non è certo che sia stato un crociato;
  • Tancredi, sesto e ultimo fratello dei precedenti; citato nel documento del 1122;
  • Rinaldo I, conte di Apruzio; erede e forse figlio di Roberto I; citato tra il 1170 e il 1193 nella cronaca di Carpineto; muore poco dopo il 1195;
  • Monaldo, conte di Apruzio, figlio del precedente Rinaldo I; partecipò alla guerra del 1229 contro Federico II; morì, forse in esilio, intorno al 1252
  • Rinaldo II, di Apruzio, conte di Loreto; figlio naturale del conte Monaldo; documento del 1252 che gi conferisce l’eredità di Rinaldo I; non fu conte di Apruzio ma conte di Loreto e capitano di Atri;
  • Roberto II, figlio di Monaldo; rinunciò alla contea aprutina ed ebbe in cambio da Carlo I d’Angiò una pensione annua di venti once d’oro; dei suoi figli non si conosce il nome;
  • Il nome dei De Apruzio si ritrova in Ortona, legato a Porzia de Apruzio, forse discendente di Roberto II, maritata a un Rozzi di Campli (1570); dal matrimonio nacque Lucentina; ancora a Ortona, il Brunetti cita una innominata gentildonna discendente dai De Apruzio, vissuta intorno al 1640;

Secolo XI (1001-1100) modifica

 
L'Italia meridionale nel 1112

Secolo XII (1101-1200) modifica

  • 1129 Teramo era sottoposta ai Normanni del Ducato di Puglia.
  • 1140 A questa data Teramo entrò a far parte dei domini di Ruggero, primo re delle Due Sicilie, che rimase sul trono dal 1112 al 1154.
 
Regno di Sicilia nel 1154

Eventi del 1153 modifica

  • 1153 (circa) [1] al tempo del Vescovo Guido II e del conte Roberto di Aprutio, Teramo fu distrutta dalle armate normanne di Roberto di Loretello; della città rimasero in piedi solo:
    • in piazza S. Anna la torre, detta appunto bruciata;
    • parte dell'Antica Cattedrale (Santa Maria Aprutiensis) costruita nel VI secolo;
    • in via Stazio Casa Francese e qualche muro della chiesa di Santa Maria a Bitetto;
    • in via Anfiteatro casa Di Raimondo-Narcisi;
    • secondo Savini, anche la chiesa di San Benedetto (oggi dei Cappuccini);
Il vescovo Guido II è frattanto a Castel San Flaviano, l'odierna Giulianova, che poi volle ricompensare per l'ospitalità ricostruendo la chiesa di Santa Maria Mare[2]
  • 1153 (post). (forse 1155 o 1156) Il Vescovo Guido II, ottenne dal nuovo Re Guglielmo I la supremazia sulla città di Teramo ed il permesso di ricostruirla;
  • 1153 un non meglio identificato Teodino, (secondo quanto rivela una lapide scoperta dal Savini) fece edificare chiesa e convento di Sant'Angelo delle Donne, poi denominato della Madonna delle Grazie, protettrice oggi della città di Teramo;

Secolo XIII (1201-1300) detto Periodo di libertà modifica

  • 1207 Il vescovo Sasso volle compensare i teramani per aver ricostruito le mura concedendo loro il diritto di essere amministrati da un Podestà. Questi doveva però giurare nelle mani del vescovo ed era scelto da una persona di fiducia del vescovo stesso;
  • 1207‑1292: al tempo del governo podestarile la città attraversò un periodo abbastanza prospero di vita municipale e cominciò ad avanzare nello sviluppo edilizio;
  • 1227 si costruisce la Chiesa di S. Francesco, detta oggi di S. Antonio;
  • 1233-1234 per volontà di Federico II di Svevia (Costituzioni di Melfi), il territorio del regno fu diviso in NOVE GIUSTIZIERATI e Teramo fu compreso nel Giustizierato d'Abruzzo, che faceva capo a Sulmona;
  • Dopo la morte di Federico II (1250) gli Ascolani assediarono Teramo, ne distrussero le mura e abbatterono le porte, molti furono i prigionieri. L'azione fu istigata dal Cardinale Pietro Capoccio, legato di papa Innocenzo IV;
  • 1268 fine del dominio degli Svevi ed inizio di quello Angioino;
  • 1270 il castello di Morricone, che apparteneva al seguace di Corradino, Berardo di Morricone, passa a Teramo;
  • Il 5 ottobre 1273 Carlo I d'Angiò sancì col diploma di Alife la suddivisione dell'Abruzzo, considerato un distretto troppo esteso per essere ben amministrato e difeso, trovandosi all'estremo limite settentrionale del regno. Si preferì seguire un confine naturale, il corso del fiume Pescara, determinando a nord il Giustizierato d'Abruzzo Ulteriore (Ultra flumine Piscaria) ed a sud il Giustizierato d'Abruzzo Citeriore (Citra flumine Piscaria);
  • 1276 Il numero degli abitanti di Teramo è valòutato in circa 7500 anime, (1500 focolari), come riportato in una sentenza del 6 febbraio del giustiziere d'abruzzo Guglielmo di Haubenviller;
  • Tra il 1294 ed il 1300 si fortificano il municipio e le case dei Melatini e degli Antonelli;

Secolo XIV (1301-1400) modifica

  • Durante il dominio angioino Teramo conobbe un periodo di splendore; i signori della diocesi aprutina, i vescovi Rainaldo Acquaviva, Niccolò degli Arcioni (1317), Stefano da Teramo (1335) e Pietro di Valle (1366), ricostruirono la città, che acquisì castelli, villaggi e, soprattutto, grandi privilegi concessi dai sovrani, con i quali si costruirono chiese, conventi e palazzi; è in quest'epoca che il risveglio edilizio teramano si accentuò in maggiore misura. Più che alle abitazioni private, le mire dei magistrati e dei cittadini furono rivolte agli edifici pubblici di carattere civico e religioso, tanto nell'ambito della terra vecchia che in quello della terra nuova;
  • del 1309 è la costruzione della torre campanaria di S. Antonio a Teramo;
  • sin dal 1323 un benemerito cittadino, Bartolomeo di Zalfone, ricostruiva ed ampliava l’Ospedale che si disse di S. Antonio Abate.
  • nel 1327 la Loggia Comunale risulta già costruita; nello stesso anno veniva edificta la Chiesa di San Domenico;
  • nel 1332 il vescovo Niccolò degli Arcioni ingrandiva la Cattedrale dal lato occidentale, con l’aggiunta di tre navate in stile gotico, sistemava ad oriente la facciata del vecchio Duomo col magnifico portale di Adeodato romano;
  • probabilmente dallo stesso artefice faceva ornare di graziose logge il Palazzo Vescovile;
  • Si dava infine sicurezza alla città vecchia, munendola di un castello, che fu detto la Cittadella e di cui si trova la prima menzione appunto nel secolo decimoquarto;
  • 1348
    • al termine della pestilenza viene eretta la chiesa della Madonna della Misericordia;
  • 1362 da un documento notarile si ricava la rima notizia relativa alla Chiesa di S. Benedetto, detta poi dei Cappuccini, secondo Savini edificata rima del 1153; in quello stesso anno risulta gi eidificata la chiesa di Sant'Agostino;
  • Nel 1372 fu costruita la casa della famiglia di Melatino;
  • Tutte queste Chiese, meno quella della Misericordia, ebbero annesso un convento con vasti orti all'intorno;
  • 1363 guerra tra Teramo e Campli per il dominio sulla montagna di Melatino;
  • 1380 si verifica in città un disastroso terremoto;
  • 1383 Antonello De Valle è il primo signore di Teramo;
  • Veniva fondato inoltre nel 1384 il Convento delle Benedettine di S. Giovanni;
  • con l'annessione al Regno Normanno, - scrive Savorini - che fu poi, attraverso varie vicende, il Regno delle Due Sicilie, Teramo divenne città di confine, vera Porta Regni;
  • scrive il Muzii

«a quei tempi questa città era la più cara tenuta da tutte le città e luoghi di Apruzzo; si per essere posta nell'entrata del Regno; sì anco per essere in sè stessa forte secondo il combattere di quei tempi ed anco per esservi una ben munita fortezza detta per più proprio nome la Cittadella»

Triste privilegio, però, che determinò per la nostra città un continuo travaglio il quale ebbe termine soltanto dopo il 1860, con la unificazione d'Italia.

Secolo XV (1401-1500) modifica

Francesco Savini identifica gli anni tra il 1388 e il 1507 come "Epoca delle fazioni e delle Signorie".

  • 1400-1401 Inizio delle lotte tra i De Melatino (Roberto) e i De Valle
  • Nei primi anni del 1400 viene ucciso il tiranno Antonello De Valle. Il suo castello, ubicato nei pressi dell'attuale piazza Garibaldi, fu demolito a furor di popolo. Del castello del tiranno, della vita sfarzosa che questi conduceva, delle grandiose naumachie riferisce ampiamente il Muzii nella sua storia. I resti del castello sono ben visibili nel sotto passaggio di piazza Garibaldi;
  • 1410 circa. Su committenza degli agostiniani, il pittore veneziano Jacobello del Fiore dipinge il Polittico, alla cui base raffigura una veduta di Teramo che, per quanto si conosce, è la più antica esistente;
  • 1420-24 per conto della regina Giovanna II, Braccio da Montone è signore di Teramo, riporta un poco di ordine nella città. (Giacinto Pannella nella sua Guida illustrata di Teramo afferma 1421-1424)
  • 1440 in un momento di calma il Parlamento teramano lavorò agli Statuti cittadini, che il canonico della Cattedrale Giacomo di Bartolomeo di Leonardo da Teramo trascrisse con cura amorevole.
  • Teramo dal 1436 al 1442 fu governata da Francesco Sforza, la città si caratterizza come Città comunale (precisare circostanze) (Pannella nella sua Guida afferma che Francesco Sforza soggiornò a Teramo dal 1438 al 1443)
  • Dal 1433 al 1448 Nicola da Guardiagrele realizza il Paliotto per il Duomo di Teramo
  • Nel giugno del 1442 il regno di Napoli cade nelle mani degli spagnoli Aragonesi, nell'agosto dello stesso anno 1442 entra a L'Aquila Alfonso V d'Aragona che, nel novembre 1443, abbandonato l'assedio di Ascoli se ne venne in Teramo a scacciarvi i presidii Sforzeschi
  • Rapporto tra Teramo e Giosia Acquaviva
  • 1456: forti scosse di terremoto si verificarono negli Apruzzi, specialmente il Citeriore. La prima scossa avvenne nella notte tra il 4 e 5 il dicembre e altre ne seguirono nei giorni successivi. In Teramo (scrive lo storico Muzio Muzj), ... caddero molte case, colla morte di dugento e più persone.
  • 1458: morte di Alfonso V d'Aragona: confermati i privilegi delle città demaniali: Lanciano, Teramo, Chieti

La Teramo del vescovo Campano: lettera del 19 marzo 1465 modifica

Giovanni Antonio Campano, nativo di Cavelli, fu Vescovo di Teramo dal 1463 al 1477. Fu un importante letterato, conosciuto e apprezzato in tutta Italia. In una delle sue lettere, quella inviata al cardinale Ammannati il 19 marzo del 1465 si dilunga nella descrizione della città di Teramo. Il documento è la fonte di moltissime notizie sullo stato della città in quegli anni e per questo motivo, Campano, è considerato in qualche modo ilprimo storico di Teramo e precede di oltre cent'anni il libro del Muzii che, da parte sua, attinge copiosamente alla lettera del Vescovo.

La lettera iniziava con la descrizione di una Teramo che

«pur esausta e svuotata da una lunga guerra, è tuttavia assai amena e bella...»

Secolo XVI (1501-1600) modifica

  • 1504. Il Regno di Napoli passa a Ferdinando il Cattolico, re di Spagna che da inizio al dominio spagnoli sull'Abruzzo e sul meridione
  • Teramo ed altre città dell'Abruzzo (Sulmona, Caramanico, Atessa, Bucchianico, Agnone e Guardiagrele) entrarono in possesso di Giovanna, figlia di Ferdinando, e dell'altra Giovanna sua figlia. Le due regine visitarono l'Abruzzo nel 1514 e Teramo ("nel mese di luglio", dice Pannella nella sua Guida di Teramo dle 1888). Nel maggio di quell'anno furono in Teramo: la loro visita è ampiamente descritta sia dal Muzii che dal Palma.
  • Alla morte di Ferdinando il regno passa a Carlo V. Alla morte delle due Regine le città in loro possesso reintrano nel Demanio. Poco dopo Teramo è venduta per 40.000 ducati al duca di Atri, Andrea Matteo Acquaviva. I Teramani, forti di una lunga esperienza di autonomia si ribellarono alla decisione e si armarono pronti a resistere all'assedio del Duca che effettivamente circondò la città nel Novembre del 1521.
  • 17-18 novembre del 1521. Si dice che nel corso della notte, atterite da una miracolosa visione della Vergine Maria e San Berardo apparsi a difesa delle mura della città, le truppe di Acquaviva tolsero l'assedio e si allontanarono. Il cosiddetto miracolo di San Berardo fu celebrato nel corso dei secoli da numerosi pittori. Tra tutti il più celebre dipinto è quello eseguito da Giuseppe Bonolis (1800-1851) nella prima metà dell'Ottocento e oggi conservato presso la Sacrestia del Duomo di Teramo.
  • 1527-1528. Una pericolosa pestilenza che colpisce l'Abruzzo, risparmia però Teramo. Come segno di ringrazimento in quello stesso anno viene eretta nella piazza "di sopra" o "delli bovi", addossata al muro occidentale del Duomo, una capella in onore di San Rocco.
  • 1530. Teramo, versando a Carlo V la somma di 40.000 riacquistò la propria autonomia.
  • 1535. Nasce a Teramo Muzio Muzii, primo storico della città. Nel 1591 pubblicò nella tipografia dei Fratelli Facii "Il Padre di fameglia", opera pedagogica scritta per il figlio Francesco. Nel 1596 iniziò a comporre la Storia di Teramo. Morì nel 1602 e fu sepolto in Duomo;
  • 1542 (settembre), Margherita d'Austria vi passò visitando i suoi Stati di Penne e di Campli.
  • 1542-1546. Si diffonde una pericolosa epidemia di febbre maligna, detta Malmazzocco. Ne riferisce lo storico Muzio Muzii nei suoi Dialoghi;
  • 1557. Nel quadro del conflitto tra la Spagna di Filippo II e Enrico II di Francia, alleato del Papa, le truppe del duca di Guisa entrarono nel Regno, conquistarono Teramo e posero l'assedio a Civitella del Tronto.
  • 1565, Catasto teramano
  • 1570 e anni seguenti: si sviluppa la cosiddetta "epidemia del Castrone" o del montone, dovuta alla pessime condizioni igieniche nelle quali si trovava la città;
  • 1583 (8 giugno). Visita di Mons. Giulio Ricci Vescovo e Principe di Teramo. In quella occasione viene ordinato di liberare dal terreno adiacente l'antico muro emergente nei pressi della Cattedrale. Da quella ricognizione inizierà a tornare alla luce l'Anfiteatro romano di Teramo.
  • 1588. Principio Fabricii, erudito teramano trasferitosi a Roma alla corte papale, pubblica il volume Delle allusioni et imprese, dedicato al pontefice Gregorio XIII. Il volume è arricchito di numerose tavole incise dall'artista dalmato Natale Bonifacio da Sebenico. Tra le decine di tavole figura anche la bellissima "Therami faustus dies" che celebra l'istituzione a Teramo della Festa della Pace.
  • 1591. I fratelli Facij impiantano a Teramo la prima tipografia e pubblicano "Il Padre di fameglia" di Muzio Muzii, primo libro a stampa pubblicato a Teramo.
  • 1596. Muzio Muzii inizia a scrivere la sua Storia di Teramo. Muzio morì poi nel 1602 lasciando il suo lavoro inedito. Dopo alcuni tentativi di pubblicazione, l'opera di Muzii sarà stampata nel 1893, a cura di Giacinto Pannella.

1562-1770 Periodo del Patriziato: il Quarantottismo modifica

Le strutture democratiche che per secoli avevano governato la città di Teramo e che negli Statuti del 1440 avevano trovato il loro riconoscimento ufficiale, furono abbandonate a vantaggio di una forma di amministrazione oligarchica che incontrò il favore dei vicerè spagnoli. Si affermò così a Teramo il cosiddetto Quarantottismo, in base al quale le sorti del Municipio furono affidate a 48 famiglie "storiche" che ressero le sorti della città fino al 1770. In quest'epoca la divisione della città in "sestieri" si trasformò in divisione in "quartieri": San Leonardo incorporò il sestiere di Sant'Antonio e Santa Maria a Bitetto quello di Santa Croce. Per ciascuno dei quattro quartieri storici (San Giorgio, Santo Spirito, San Leonardo, Santa Maria)) furono scelte 12 famiglie.

Di seguito sono elencate i capifamiglia di 41 delle 48 famiglie che componevano le 48 del Patriziato.

Le quarantotto famiglie del Patriziato teramano

Quartiere di San Giorgio

  • Bernardi Salvatore
  • Bucciarelli Giuseppe
  • Cichetti Batolomeo
  • Delfico Gio. Berardino
  • Michitelli Gio. Nicola
  • Michitelli Melchiorre
  • Michitelli Vitale
  • Montani Felice
  • Rapinii Antonio
  • Urbani Francesco Saverio

Quartiere di Santo Spirito

  • Camponeschi Francesco
  • Ciotti Berardo
  • Corradi Giorgio
  • Ercoli Francesco
  • Mariani Nicola
  • Marozzi Pasquale
  • Massei Nicola
  • Mezzucelli Giacinto
  • Montani Marino
  • Pelliccianti Berardo
  • Pelliccianti Tommaso
  • Vannemarini Michele

Quartiere di Santa Maria

  • Bernardi-Petrini Vincenzo
  • Camponeschi Giuseppe
  • Castelli Giacinto
  • Ciotti Francesco Maria
  • De Dominis Giuseppe
  • Giordani Nicola
  • Massei Ferdinando
  • Massei Marcantonio
  • Muzii Giovanni
  • Tullii Alessio
  • Urbani Domenico

Quartiere di San Leonardo

  • Cesii Francescantonio
  • Mezucelli Andrea
  • Mezucelli Francescantonio
  • Mezucelli Pietro Paolo
  • Mezucelli Nicola
  • Pompetti Marcello
  • Salamiti Domenico
  • Scimitarra Salvatore

Secolo XVII (1601-1700) modifica

  • 1622, inaugurazione della Fiera del Carmine
  • 1626, terremoto
  • 1627, terremoto
  • 1630, pestilenza propagatasi da Milano
  • 1656-1657, pestilenza progatasi dalla Sardegna
  • Catasto del 1644
  • 1684 la Regia Udienza viene concessa a Teramo, che spera di divenire capoluogo di provincia

Secolo XVIII (1701-1800) modifica

  • 1707 dopo la guerra di secessione spagnola la Casa D'Austria domina tutto il Regno delle Due Sicilie per 27 anni;
  • 1738 costruzione dell'Arco di Monsignore;
  • 1744 invasione tedesca; Nascita di Melchiorre Delfico;
  • 1749 redazione del Catasto onciario;
  • 1787, ripristino del Tribunale collegiato e istituzione del Governo centrale delle Doganelle;
  • 1791, inaugurazione del Teatro Corradi(approfondimenti);
  • 1798 per iniziativa di Vincenzo Comi esce a Teramo il primo periodico abruzzese: Il Commercio civile ..."; uscirà per un solo anno;

I francesi a Teramo: dicembre 1798 modifica

  • 11 dicembre 1798 l'esercito francese al comando del generale Rusca entra a Teramo. Qui i Francesi e i Cisalpini si abbandonano a saccheggi, devastazioni e requisizioni, istituendo un governo provvisorio detto Municipalià formato da un presidente e da assessori. Nei paesi invece vengono istituite le Edilità. Otto giorni dopo l'arrivo degli invasori, i contadini, i montanari ed altri, alcuni dei quali avevano fatto parte del disciolto esercito del Micheroux, entrano in Teramo e ne cacciano, con l'aiuto delle sassate degli abitanti - ivi comprese le donne della zona della Misericordia , il presidio francese. La città in mano alla plebe inferocita subisce devastazioni. Furono bruciate numerose case e vengono perdute, per incendio o per saccheggio, preziose collezioni private di libri e di monete, la Storia del Tullj e numerosi documenti importanti per la ricostruzione storica della vita aprutina nei secoli passati. Fu arsa anche la casa dell'abate Berardo Quartapelle dopo il saccheggio del suo laboratorio nel quale conduceva esperimenti. Egli si salvò rifugiandosi in un locale nascosto in una casa attigua. Pianse per tutto quel saccheggio e rassegnato riprese la via dell'esilio (Giacinto Pannella, L'abate Quartapelle e la coltura in Teramo, Napoli, stab. tip. del cav. Antonio Morano, 1887, citaz. pp. 196-198). L'intervento del vescovo Pirelli e di cittadini responsabili come Gio. Bernardino Delfico, frena la teppaglia. Settecento Francesi, al comando dell'ufficiale Charlot, da Montorio si dirige a Teramo accampandosi nel sobborgo occidentale della Cona. Dopo una breve scaramuccia nei pressi delle mura di Porta San Giorgio rientarano in città e uccisero quattro cittadini rei di aver rubato loro un cannone. Rompono tutte le campane della città tranne le due maggiori, perchè erano state fatte suonare a martello. Nei villaggi e in montagna si rifugiano gli insorgenti fedeli ai Borboni, figli del vecchio brigantaggio e padri del nuovo. Da questo momento prenderanno forza il prete De Donatis che si faceva chiamare il generale de' Colli, don Emidio Cocchi di Tizzano che iniziazioa persino a riscuotere tributi in nome del Re, ai quali si aggiungeranno i fratelli Fontana.
  • 1800 (2 maggio), i fratelli Fontana, briganti divenuti padroni di Teramo, si prendono la libertà di convocare il parlamento generale, il sindaco, gli eletti, il giudice civile e un tribunale provvisorio.

Secolo XIX (1801-1900) modifica

  • 1801, con la sconfitta degli Austriaci seguito dalla Pace di Lunéville stipulata il 9 febbraio 1801 e con la sconfitta delle truppe napoletane di Ferdinando che conducono all'arministizio di Foligno e al successivo trattato di Firenze del 28 marzo 1801, i Francesi mantennero i territori già in loro dominio. All'annuncio della pace tra i belligeranti la città di Teramo esplode con grandiose feste, con fuochi d'artificio, corse di cavalli, lancio di palloni aerostatici, feste da ballo anche ufficiali e un solenne Te Deum.
  • 1802, carestia che provova numerosi decessi;
  • 1803, per alleviare la disoccupazione gli amministratori teramani decidono avviare i lavori di riempimento del fossato fuori Porta San Giorgio per creare un viale di passeggio (quella che è oggi il Viale dei Tigli);

Occupazione francese 1806-1914 modifica

  • 1806
    • 15 marzo, Napoleone sconfisse re Ferdinando I di Borbone e nominò re di Napoli suo fratello maggiore Giuseppe. Teramo pagò le spese per i festeggiamenti in onore dei nuovi padroni.
    • 2 agosto venne abolita la feudalità. Qualche gionrno dopo furono istituiti quattro tribunali straordinari per giudicare i delitti contro la pubblica sicurezza. La regione fu divisa in province ulteriormente divise in distretti con a capo rispettivamente governi provinciali e distrettuali. Le vecchie università furono sostituite con decurionati. Il terriorio aprutino fino a Pescara costituiva l'Apruzzo Ulteriore I. Alla Guardia Civica si sostituì la Legione Provinciale;
  • 1807 (21 e 22 maggio), fu festeggiato Giuseppe Napoleone Bonaparte in visita a Teramo alloggiando nel palazzo vescovile. Per l'occasione Carlo Forti ed Eugenio Michitelli progettarono le scenografie per la festa del giuramento della città al nuovo Re in visita alla città. Alla Legione Provinciale isituita nel 1806 si sostituì la Legione Civica Provonciale;
  • 1809
    • Catasto "napoleonico";
    • Teramo ebbe la sua prima Ricevitoria Generale che la rese fiscalmente autonoma da Penne;
  • 1811 - impianto a Teramo del primo sistema di pubblica illuminazione, con il metodo detto "a riverberi" (approfondimento); nel 1888 gli verrà affiancata una serie di lampioni a petrolio. I lampioni a riverberi, poi alimentati "a lucillina", resterranno in funzione fino all'avvento della luce elettrica, nell'anno 1901;
  • 1812 - viene istituio a Teramo il Collegio per studenti al quale in seguito venne aggiunto il Convitto;
  • 1812-1826 sotto la direzione dell'ingegnere Carlo Forti, viene demolito l'intero tratto delle mura, tra porta San Giorgio e Porta Romana; allo stesso Carlo Forti si deve l'idea di innalzare al posto della porta di San Giorgio le due colonne, poi denominate "Due di coppe", che furono demolite circa cent'anni dopo, intorno al 1926, per facilitare la circolazione automobilistica;
  • 1813, il comune di Teramo viene diviso da Miano ma viene annesso il terriorio di Forcella e Magnanella con Gesso e Colle Caruno;
  • 1814 insurrezione contro Gioacchino Murat domata dalle truppe di Florestano Pepe

Ritorno dei Borboni modifica

  • 1815
    • la città torna nel Regno di Napoli;
    • inizia la costruzione della strada rotabile Teramo-Giulianova;

Governo costituzionale del 1820-1821 modifica

  • 1820-1821 nove mesi di governo costituzionale. La città e la provincia sono nelle mani dell'Intendente, il dignitario carbonaro Nicola Lucenti. Si fermano in Teramo le truppe comandate dal generale Guglielmo Pepe;

Epoca della Restaurazione: 1821-1860 modifica

  • 1822
    • inizio della costruzione del Ponte a catena sul Tordino inaugurato aperto al traffico nel 1827;
    • si predicano in Teramo e provincia le Missioni dei sacerdoti dell'ordine del Preziosissimo sangue di N.S. Gesù Cristo, guidati da Gaspare del Bufalo, proclamato poi Santo dalla Chiesa cattolica. Le missioni vengono chiamte con lo scopo specifico di chiamare conversione gli uomini di quella che fu dichiarata la provincia più carbonara dell'intero Regno di Napoli;
  • 1831, fu demolita, dopo opportuni permessi, la piccola chiesa di S. Maria degli Angeli, con il relativo romitorio, fuori Porta San Giorgio, perchè - come racconta Niccola Palma - rompeva a destra la visuale fra l'interno e l'esterno stradone ossia fra i due viali paralleli degli attuali viali dei Tigli. L'area che si liberò - racconta ancora il Palma che è contemporaneo a quei lavori e che proietta verso il futuro lo sviluppo di quella zona da dedicare a parco pubblico - ha ampliato il bel largo al di sopra di Teramo: e darà impulso all'erezione di curvilinei sedili, ed alla formazione di un viale fiancheggiato da alberi (quando si voglia rincalzare il fossato, che tuttavia rimane da quella parte) verso settentrione, in simmetrica corrispondenza ai sedili da un pezzo piantati, ed al viale già assai inoltrato verso ostro (est).
  • 1832 (24 luglio) visita di Ferdinando II (che tornò a Teramo anche il 19 settembre 1844 e il 24 aprile 1847). Niccola Palma, che è un contemporaneo, descrive la cronaca dell'avvenimento citando anche il "Giornale delle due Sicile", n. 170. Alle ore 14 il Re giunse a Teramo tra due ali di folla che gridavano Viva e viva il Re, il nostro buon Re Ferdinando II. Mons. Berrettini, il quale era al suo fianco, racconta che lagrime di tenerezza caddero dagli occhi del giovane Sovrano. Quindi si recò in Duomo dove il vescovo Ricciardoni impartì la triplice benedizione. Quindi il re uscito dalla chiesa girò in carrozza scoperta per la città, compiacendosi lodarne la piana situazione, non meno che l'ampiezza e la regolarità delle strade (...) Nella sera il tempo sereno e bellissimo fe' spiccare la vaga e generale illuminazione, ornata di trasparenti. Indarno un colpo di vento avea nel dì precedente atterrate le macchinette piramidali, disposte in fila ai quattro lati dell apiazza grande, a fin di rendere la illuminazione più brillante sotto lo sguardo del Principe; che, come per incantesimo, erano state di bel nuovo innalzate (...).
  • 1833, inizio dei lavori per la costruzione di Ponte San Ferdinando progettato dall'ing. teramano Carlo Forti, i cui lavori terminarono nel 1847. Serviva per mantenere le comunicazioni cavalcabili fra Teramo e Penne. Inizio del culto di Santa Filomena. Il 1° maggio avvio della linea a mezzo diligenza tra Teramo la capitale (Napoli) via Popoli e Penne. Se ne avvantaggiava il servizio di posta. Nello stesso anno veniva proseguito lo stadone fuori Porta San Giorgio (oggi Viale Bovio)
  • 1839, inaugurazione del Camposanto nei pressi di Ponte a catene.
  • 1844 (19 settembre) 2° visita di Ferdinando II (la prima visita vi era stata il 24 luglio 1832 e la terza vi sarà il 24 aprile 1847);
  • 1847 (24 aprile) 3° visita di Ferdinando II (le altre due visite erano state nel 24 luglio 1832 e il 19 settembre 1844);

Regno d'Italia modifica

  • 1860, completamento del Ponte sul torrente Fiumicino lungo la strada Teramo-Giulianova, oggi Statale 80. Il ponte è lungo 280 m e largo 6,60 per un totale di 17 archi in muratura;
  • 1863 (21 maggio) visita del principe ereditario Umberto di Savoia;
  • 1868 si inaugura il nuovo Teatro comunale su progetto dell'ingegnere Nicola Mezucelli. Il Sipario, raffigurante "L'Incoronazione del Petrarca", è dipinto da Bernardino De Filippis-Delfico;
  • 1869, inaugurazione del Ponte di Porta Romana sul torrente Tordino. Il ponte appartiene alla importante Strada viscerale Ascoli-Teramo-Penne-Chieti oggi Statale 81. Il ponte è in muratura, a 5 luci, lungo 134 m;
  • 1875
    • si redige il primo Catasto "postunitario" dei terreni e dei fabbricati;
    • nel mese di dicembre, per iniziative di un gruppo di esponenti della Sinistra storica, Troiano Delfico, Settimio Costantini e altri, esce il primo numero del "Corriere abruzzese", la cui direzione viene affidata al giornalista romano Francesco Taffiorelli; il giornale sarà poi diretto, a partire dai primi anni del 900, da Tommaso Bruno Stoppa e uscirà fino all'avvento del fascismo;
    • Viene inaugurato il Ponte di Venacorvo (o Vena a Corvo) sulla strada viscerale Teramo-Ascoli, oggi Statale 81. Il ponte è a tre arcate e ha una lunghezza di 91,80 m. In quel periodo è il ponte più alto della Provincia. Fu costruito verso il 1875, su d'una roccia selvaggia, ai cui piedi scorre, fra i macigni, un piccolo torrente che in estate è quasi sempre asciutto. Durante la costruzione fu scoperto un tempio dedicato a Silvano, dio delle selve e delle campagne;
  • 1876
    • per iniziativa dei fratelli Giovanni e Berardo Mezucelli (quest'ultimo Canonico aprutino), esce il giornale della destra storica "La Provincia", settimanale che resterà in vita fino al 1910;
    • Alle elezioni politiche la sinistra storica conquista tutti e cinque i seggi disponibili in provincia di Teramo. Per la prima volta viene eletto come deputato di Teramo, Settimio Costantini, professore di lettere, già Sindaco e Presidente della Provincia, che verrà rieletto ininterrottamente fino all'anno della sua morte, nel 1899; sarà più volte Sottosegretario alla Pubblica Istruzione;
  • 1884 (15 luglio), inaugurazione della ferrovia Giulianova-Teramo;
  • 1886. Eugenio Cerulli, Federico Occella, Giuseppe Savini e Vittorio Savorini fondano la Rivista abruzzese di Scienze lettere ed arti, importante mensile culturale che resterà in vita fino al 1919. Nel 1893 la direzione della rivista verrà assunta da Giacinto Pannella;
  • 1888
    • giugno-luglio: si tiene a Teramo la grande Esposizione provinciale operaia, ospitata nel nuovo edifico della Scuola Normale, oggi sede della Provincia di Teramo;
    • Illuminazione a petrolio
  • 1900
    • uso della prima luce elettrica
    • (10 settembre) scossa di terremoto con epicentro Teramo e Magnitudo 5

Secolo XX (1901-2000) modifica

  • 1903 (5 gennaio) scossa di terremoto con epicentro Teramo e Magnitudo 4,4
  • 1904
    • 19 marzo 1904: viene fondato a Teramo "L'Araldo abruzzese", espressione dei cattolici aprutini. Primo direttore è il sacerdote pennese Giovanni De Caesaris.
    • Elezioni politiche del 1904: Carlo De Michetti eletto deputato di Teramo.
  • 1910
    • Elezioni politiche: nel collegio di Teramo, Antonio De Benedictis sconfigge il candidato socialista Guido Celli.
    • (13 agosto) scossa di terremoto con epicentro Teramo e Magnitudo 3,8
  • 1913, Elezioni politiche: nel collegio di Teramo, Guido Celli sconfigge Antonio De Benedictis ed è il primo deputato socialista eletto nel Collegio di Teramo;
  • 1916 (9 gennaio), scossa di terremoto con epicentro Teramo e Magnitudo 4,4
  • 1917, l'Osservatorio astronomico di Collurania viene donato allo Stato, con un beneficio anche per Teramo sul cui territorio comunale è sita l'importante struttura scientifica creata dallo scienziato teramano Vincenzo Cerulli;
  • 1926, vengono abbattute le due colonne poste ai lati di Porta San Giorgio chiamate Due di coppe. I sovrastanti vasi vengono smontati e collocati nel poco distante parco della Villa Comunale; erano state edificate poco dopo il 1812 per sostituire idealmente la demolita Porta di San Giorgio;
  • 1934 Viene completato e inaugurato il nuovo Palazzo del Convitto Nazionale con annesso Liceo-Ginnasio; nel palazzo viene ospitata anche la Biblioteca "Melchiorre Delfico"; mentre il palazzo era in costruzione era stata sistemata la piazza (già largo della Misericordia) e intitolata a Dante Alighieri; le strade che dal centro conducevano alla piazza erano state intitolate a Giosué Carducci, Giovanni Pascoli e al letterato teramano Pietro Rosati;
  • 1943
    • 25 giugno 1943, truppe tedesche giunte a Teramo si recano a Bosco Martese dove si scontreranno con gli uomini della Resistenza ivi rifugiatisi; l'episodio è ricordato come la Battaglia di Bosco Martese.
    • 1943(3 ottobre) , si verifica una forte scossa di terremoto con epicentro Teramo, Magnitudo 5, avvertita anche nei dintorni e nelle vicine Marche.
  • 1944 (17 giugno), liberazione di Teramo dagli occupanti tedeschi.
  • 1959 termina la demolizione il Teatro Comunale di Teramo
  • 1964 (9 ottobre), inaugurazione del nuovo Ponte a catena in cemento armato, in sostituzione del vecchio ponte ivi esistente.
  • 1967 (20 aprile), inaugurazione variante di Teramo (Via Po) con i relativi nuovi ponti, il Ponte San Gabriele sul Vezzola e il ponte sul Cartecchio.
  • 1968
  • 1969 L'Arco di Monsignore viene abbattuto.
  • 1975 (12 aprile), visita a Teramo del Presidente della Camera dei Deputati Sandro Pertini (in seguito diventato Presidente della Repubblica) in occasione del XXX della Liberazione dalle truppe tedesche;
  • 1977 (23 aprile), inaugurazione a Porta Reale del monumento alla Resistenza dell'artista Augusto Murer. All'inaugurazione era presente, tra gli altri il Presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti.
  • 1984 apertura tunnel del Gran Sasso, direzione Teramo.
  • 1985 (30 giugno), visita a Teramo di Papa Giovanni Paolo II.
  • 1995 apertura del secondo tunnel del Gran Sasso, direzione L'Aquila.

Secolo XXI dal 2001 in poi modifica

  • 2004 (3 aprile), si inaugura la nuova sede della Biblioteca provinciale "Melchiorre Delfico", nel ristrutturato Palazzo Delfico;
  • 2007 (8 settembre), riapertura al culto del Duomo di Teramo chiuso per alcuni anni per importanti lavori di ristrutturazione. Durante i lavori sono stati ritrovati sotto il pavimento, e resi visibili al pubblico, la cripta di San Berardo e un cunicolo che dalla cripta si dirige verso Piazza Martiri della Libertà. Sono stati inoltre osservati resti di costruzioni precedenti, sotto il pavimento, nella parte prossima all'ingresso principale.

Note modifica

  1. ^ Il sacco e la distruzione di Teramo
  2. ^ Ignazio Carlo Gavini, Storia dell'Architettura in Abruzzo, Bestetti e Tumminelli, Milano 1927-28, rist. anast. Costantini Editore, Pescara 1980, vol. I, p.20

Bibliografia modifica

  • Riccardo Cerulli, Storia illustrata di Teramo, Teramo, Edigrafital, 1970;
  • G. Cappelli e R. Faranda, Storia della Provincia di Teramo dalle origini al 1922, Tercas, Teramo, 1980;

Voci correlate modifica

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CONTROLLI modifica

  • Alla morte della regina Giovanna I d'Angiò il Regno attraversò un periodo di sbandamento durante il quale le due ricche famiglie teramane dei de Melatino (dettì Spennati perchè alla fine uscirono perdenti dal conflitto) e i De Valle (Antonelli) (detti Mazzaclocchi dall'arma da loro preferita), iniziarono un sanguinoso conflitto (1330? - 1395?) per il dominio della città, del quale approfittarono i potentissimi duchi d'Acquaviva di Atri, infatti alla fine, sedate (temporaneamente?) le discordie il Conte di S. Flaviano Antonio Acquaviva si nominò Duca d'Atri e Signore di Teramo.