Origini modifica

Le origini delle Contrade di Siena sono ancora molto incerte. Tuttavia il tempo ci ha lasciato in eredità le cronache cittadine dei secoli scorsi. Da queste cronache si evince che il Nicchio, come tutte le altre contrade, fu fondato dall'unione di altri rioni più piccoli ed antichi. Questi erano l'Abbadia Nuova di Sopra e l'Abbadia Nuova di Sotto, due compagnie militari[1]. La prima inalberava una bandiera tutta rossa con due liste bianche e due stelle, mentre la seconda aveva un'insegna sempre rossa attraversata da una lista a spino blu e bianca con due rocchi.

È certo che la contrada prese parte a numerosissime Cacce dei tori (dal 1507 al 1578) svoltesi in Piazza del Campo, vincendone ben tredici.

Pare che nel 1546 la contrada sfilò, secondo il cronista cittadino Cecchino Cartaio, con ottantotto uomini in livrea turchina e rossa che accompagnavano un carro maestoso con la forma di una conchiglia, sulla quale stava seduto il dio Nettuno con il tridente[2]. Tutti erano guidati da Claudio di Ser Domenico, in livrea rossa con ricami dorati. Il portabandiera era anch'esso vestito di rosso e portava un'insegna dello stesso colore.

Nel corso del Seicento, il Nicchio vinse tre bufalate, altre feste effettuate a Siena, per tre volte: nel 1612, nel 1632 e nel 1638. Proprio per la bufalata del 1612, la contrada condusse in Piazza del Campo un carro allegorico che raffigurava l'episodio mitologico del Trionfo d'Europa.

Il 2 luglio 1715 il Nicchio scese in piazza con la migliore comparsa. Essa consisteva in un carro a forma di capasanta al cui interno si trovavano ben trenta uomini con vesti di tela azzurra, diverse ninfe ed il dio Nettuno, che per l'occasione era a cavallo ed impugnava il tridente.

La contrada figurò anche nel 1717, quando, in onore di Violante Beatrice di Baviera, si presentò con ventisei persone vestite da divinità marine, accompagnate dalla dea Teti, che svolgevano la pesca delle perle. Altri figuranti, adiacenti al carro, erano armati ed indossavano vesti nere con coccarde turchine. La comparsa era sormontata dalla città di Siena (una donna vestita di bianco e nero) con ai piedi gli stati della Repubblica Senese ed accompagnata da amorini con oggetti marinareschi[3]. Nel 1791, la comparsa fu invece caratterizzata dalla presenza del carro che rappresentava il momento in cui Odisseo, per salvare sé stesso ed i compagni dalle sirene, turava le orecchie del proprio equipaggio con della cera.

Per via della disciplina delle comparse presentate dal Nicchio alle pubbliche feste senesi, la contrada fu distinta talvolta con il nome di La Floridissima.

 
Vincenzo Rustici, Caccia dei tori in Piazza del Campo. Dipinto realizzato sulla base della descrizione di "Cecchino Cartaio".

Il titolo modifica

La contrada del Nicchio si fregia del titolo di Nobile per diversi motivi[4]. Infatti, nel 1260, gli uomini dell'Abbadia Nuova attaccarono per primi i nemici fiorentini durante la Battaglia di Montaperti. Inoltre gli abitanti del rione mantennero per sei mesi l'esercito della Repubblica di Siena. Poi nel 1527, gli uomini di Abbadia Nuova protessero le mura cittadine impedendo ai Noveschi di penetrare all'interno della città da Porta San Viene (oggi Porta Pispini) e sventando così una possibile invasione con conseguente guerra.

Altro merito della contrada è quello di avere eretto la Fonte dei Pispini all'interno del rione, a spese dei contradaioli, per favorire l'approvvigionamento di acqua potabile in tutta la città (che non sorge intorno a nessun fiume e per trovarne uno si doveva fare molta strada fuori dalle mura).

Per tutti questi meriti la contrada già dal 1680 inserì una corona granducale nella sua bandiera. Tuttavia il titolo fu reso ufficiale solo nel 1844. La nobiltà fu ulteriormente riconosciuta al Nicchio nel 1889, dalla Consulta Araldica del Regno d'Italia, dopo la visita a Siena del re Umberto I di Savoia e della regina Margherita di Savoia, sua moglie.

Note modifica

  1. ^ Le origini della contrada, su ilpalio.siena.it.
  2. ^ Nel 1500 si usava organizzare sfilate di carri e macchine prima della corsa. Questa usanza sarebbe poi stata ridimensionata nel 1600, gettando le basi per la competizione del moderno masgalano.
  3. ^ Duccio Bruschelli, Articolo: "Palio di ieri, carri allegori anche per Violante di Baviera" (PDF), su collegiodeicapitani.it, Corriere della Sera, 2011. URL consultato il 26-8-2011.
  4. ^ Informazioni generali-nobiltà, su ilpalio.siena.it.