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Tonna galea
 
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Phylum Mollusca
Subphylum Conchifera
Classe Gastropoda
Sottoclasse Caenogastropoda
Ordine Littorinimorpha
Superfamiglia Tonnoidea
Famiglia Tonnidae
Genere Tonna
Specie T. galea
Nomenclatura binomiale
Tonna galea
(Linnaeus, 1758)
Sinonimi

vedi lista

Nomi comuni

Doglio, Elmo, Cùccele (Puglia)

Tonna galea (Linnaeus, 1758) è una specie di molluschi gasteropodi della sottoclasse Caenogastropoda, nella famiglia Tonnidae.[1] Con il nome (sinonimo) Buccinum galea è la specie tipo del genere Tonna.[2]

Etimologia modifica

L'epiteto galea deriva dalla omonima parola latina gălĕa che significa "elmo" ed indicava il copricapo utilizzato dai soldati dell'esercito romano, che era originariamente di cuoio, e piu tardi anche di metallo.[3] Il nome scientifico Dolium, usato in passato per indicare la Tonna galea, oggi considerato un sinonimo della stessa, e il nome comune Doglio, derivano entrambi dalla parola latina dolium, che indicava un recipiente di forma tondeggiante, chiamato anche orcio, giara o fusto, utilizzato dai Romani per conservare liquidi (olî, vino, ecc.).[4]

Descrizione modifica

Conchiglia abbastanza grande, di forma ovato-globosa, ventricosa, sottile. Guglia conica, formata da sei volute convesse, ben distinte, caricate esternamente di costole larghe, piatte, leggermente rialzate, separate da solchi stretti e superficiali. I vortici della guglia sono isolati da una sutura incanalata profonda. Il vortice inferiore arrotondato e molto ventricoso. L'apertura è grande, subovata, internamente colorata di rossastro e segnata da nervature trasversali corrispondenti ai solchi esterni. Il labbro destro è dilatato, ondulato, sfumato di nero o marrone scuro sul bordo. Il labbro sinistro è biancastro, disteso in un piatto molto sottile sul ventre del vortice più basso. La columella è liscia, levigata, e forma alla sinistra dell'ombelico una spessa nervatura, segnata da strie trasversali, che termina all'emarginazione della base. La superficie esterna di questa conchiglia è di un uniforme colore fulvo rossastro; tuttavia le coste sono variegate con macchie larghe o macchie irregolari marroni e bianche che sono molto notevoli. Priva di opercolo. Il piede è largo e potente come in tutte le specie di Tonna.[5]

La Tonna galea è la specie più grande del genere. Le conchiglie hanno dimensioni medie comprese tra 130 e 200 mm, ma sono stati trovati rari esemplari superiori a 230 mm e almeno un paio di esemplari sono stati documentati superiori a 300 mm.[6]

Distribuzione e habitat modifica

La specie ha una distribuzione cosmopolita. Infatti si trova su entrambe le sponde dell'Oceano Atlantico: a ovest, dalla Carolina del Nord a sud attraverso il Golfo del Messico e il Mar dei Caraibi fino al Brasile e all'Argentina; a est, si estende dal Portogallo all'Africa nord-occidentale e attraverso il Mar Mediterraneo. Questa ampia distribuzione riflette la longevità dello stadio larvale fluttuante (planctonico), che ha facilitato la dispersione attraverso l'Oceano Atlantico attraverso la Corrente del Golfo.

La Tonna galea preferisce i fondali sabbiosi o fangosi al largo, e talvolta anche le praterie di posodonia, di solito a profondità che vanno da alcuni metri fino ad oltre 100-200 m.

Sinonimi modifica

Di seguito un elenco di vari nomi scientifici che sono stati applicati a questa specie nel tempo.

  • Buccinum galea Linnaeus, 1758
  • Buccinum olearium Linnaeus, 1758
  • Cadium galea (Linnaeus, 1758)
  • Cadus galea (Linnaeus, 1758)
  • Dolium (Dolium) galea (Linnaeus, 1758)
  • Dolium (Dolium) galea antillarum (Mörch, 1877)
  • Dolium (Dolium) galea var. brasiliana (Mörch, 1877)
  • Dolium (Dolium) galea var. epidermata (de Gregorio, 1884)
  • Dolium (Dolium) galea var. spirintrorsum (de Gregorio, 1884)
  • Dolium (Dolium) galea var. tardina (de Gregorio, 1884)
  • Dolium antillarum Mörch, 1877
  • Dolium antillarum var. brasiliana Mörch, 1877
  • Dolium epidermata de Gregorio, 1884
  • Dolium galea (Linnaeus, 1758)
  • Dolium galea var. epidermata de Gregorio, 1884
  • Dolium galea var. spirintrorsa de Gregorio, 1884
  • Dolium galea var. spirintrorsum de Gregorio, 1884
  • Dolium galea var. tardina de Gregorio, 1884
  • Dolium galeatum Locard, 1886
  • Dolium modjokasriense Martin, 1899
  • Dolium tardina de Gregorio, 1884
  • Dolium tenue Menke, 1830
  • Tonna (Tonna) galea (Linnaeus, 1758)
  • Tonna (Tonna) galea brasiliana (Mörch, 1877)
  • Tonna (Tonna) galea galea (Linnaeus, 1758)
  • Tonna galea abbotti Macsotay & Campos, 2001
  • Tonna galea brasiliana (Mörch, 1877)
  • Tonna olearium (Linnaeus, 1758)

Note modifica

  1. ^ (EN) Tonna galea, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 29 agosto 2022.
  2. ^ (EN) Buccinum galea, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 29 agosto 2022.
  3. ^ Mario1952/Sandbox17, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  4. ^ Mario1952/Sandbox17, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  5. ^ Louis Charles Kiener et al., General species and iconography of recent shells, comprising the Massena Museum, the collection of Lamarck, the collection of the Museum of Natural History, and the recent discoveries of travellers, Boston, W.D. Ticknor, 1837, p. 6 (descritta come 'Dolium olearium).
  6. ^ Rick Batt, Shell of the Month - Tonna galea (Linnaeus, 1758) (Giant Tun)) (PDF), WordPress.com 2017.

Bibliografia modifica

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Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Foto di Tonna, su inaturalist.org.
  • Tonna, su gbif.org, GBIF- Global Biodiversity Information Facility. URL consultato il 29 agosto 2021.
  • ... Vermetus adansonii, su eol.org, Encyclopedia of Life.
  • ... Superfamily Rissooidea, su keys.lucidcentral.org, Key to Australian Freshwater and Terrestrial Invertebrates. URL consultato il 25 agosto 2020.
  • ... Martin Kohl, Freshwater Molluscan Shells, su mkohl1.net. URL consultato il 25 agosto 2020.
  • ... Des Beechey, Family Conidae, su seashellsofnsw.org.au. URL consultato il 4 novembre 2020.
  • Tonna, su schnecken-und-muscheln.de. URL consultato il 25 dicembre 2020.
  • Tonna Brünnich, 1771, su idscaro.net, Mediterranean Shelled Mollusca. URL consultato il 16 genneio 2021.


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Categoria:Tonnidae Categoria:Taxa classificati da Linneo

Prova di avviso modifica

La sistematica degli esseri viventi è una scienza in cui la ricerca è continua e di conseguenza la tassonomia delle specie è in evoluzione. In uno stesso tempo possono coesistere diverse classificazioni sistematiche, o queste posso susseguirsi. Il taxon quì indicato è diventato obsoleto a causa di nuove ricerche e non fa attualmente parte della sistematica di gruppo adottata da Wikipedia in lingua italiana.

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Specie di Eatonina modifica

Il genere Eatonina conta 40 specie riconosciute:[1]

  • Specie Eatonina albachiarae Perugia, 2011
  • Specie Eatonina ardeae Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina atomaria (Powell, 1933)
  • Specie Eatonina capricornea (Hedley, 1907)
  • Specie Eatonina caribaea (Faber, 2005)
  • Specie Eatonina colorata Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina condita Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina cossurae (Calcara, 1841)
  • Specie Eatonina crassicarinata (Powell, 1937)
  • Specie Eatonina dilecta (W. H. Turton, 1932)
  • Specie Eatonina fulgida (J. Adams, 1797)
  • Specie Eatonina fulvicolumella Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina fusca (d'Orbigny, 1840)
  • Specie Eatonina fuscoelongata Rolán & Hernández, 2006
  • Specie Eatonina halia (Bartsch, 1915)
  • Specie Eatonina hedleyi Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina heliciformis Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina hutchingsae Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina kitanagato H. Fukuda, Nakamura & Yamashita, 1998
  • Specie Eatonina lactea Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina laurensi Moolenbeek & Faber, 1991
  • Specie Eatonina lirata Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina lunata (Laseron, 1956)
  • Specie Eatonina maculosa Ponder, 1965
  • Specie Eatonina maickeli Rolán & Fernández-Garcés, 2015
  • Specie Eatonina martae Rolán & Templado, 1993
  • Specie Eatonina matildae Rubio & Rodriguez Babio, 1996
  • Specie Eatonina micans (Webster, 1905)
  • Specie Eatonina ochroleuca (Brusina, 1869)
  • Specie Eatonina ordofasciarum Rolán & Hernández, 2006
  • Specie Eatonina pulicaria (P. Fischer, 1873)
  • Specie Eatonina pumila (Monterosato, 1884)
  • Specie Eatonina pusilla (Thiele, 1912)
  • Specie Eatonina rubicunda Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina rubrilabiata Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina sanguinolenta Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina shirleyae Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina striata Ponder & Yoo, 1981
  • Specie Eatonina subflavescens (Iredale, 1915)
  • Specie Eatonina vermeuleni Moolenbeek, 1986

Radula modifica

Morfologia modifica

Il nastro radulare si forma nel sacco radulare, posto nella parte più interna della massa buccale. Questo nastro poggia su di un cuscinetto muscolare, detto odontoforo, responsabile della protrusione e retrazione dell'organo. Sul nastro sono situati i denti, disposti in file parallele e trasversali rispetto al nastro. I denti possono avere varie forme: in alcune specie sono stretti ed appuntiti come aghi, mentre in altre sono larghi con delle cuspidi. La cuspide centrale, di solito più grande delle altre, viene chiamata mesocono, mentre le cuspidi poste verso la parte intermedia del dente prendono il nome di endoconi e quelle poste verso il margine esterno ectoconi. Normalmente ogni fila di denti ripete precisamente il numero e la forma dei denti della fila precedente e di quella successiva. Il dente centrale di ogni fila, se presente, viene chiamato dente rachidiano. Di norma la forma e posizione dei denti di una fila è simmetrica rispetto al dente rachidiano, ovvero alla posizipone centrale. Le dimensioni dei denti solitamente diminuiscono dal centro della fila verso l'esterno. Il gruppo di denti posti vicino al dente rachidiano vengono detti denti laterali, mentree quelli posti all'estremita esterna sono chiamati denti marginali.

Tipi di radula modifica

 
Alcuni tipi di radula

In base al numero, la disposizione e la forma dei denti si distinguoo sei principali tipi di radula:[2]

  • Ripidoglossa: caratterizzata da un dente radulare grande e privo di cuspidi. I denti lareali sono solitamente 5 fiancheggiato da numerosi denti marginali lunghi e stretti a forma di falce e talvolta posti a ventaglio. E' tipica dei Neritimorpha e Vetigastropoda.
  • Docoglossa o stereoglossa : il dente radulare è assente, o se presente poco sviluppato. I denti latelali sono da 1–3 (con quello esterno dominante) e da pochi (3 al massimo) denti marginali uncinati. E' caratteristico dei Patellogastropoda (non a caso chiamati anche Docoglossa).
  • Tenioglossa: sette denti per fila. Il dente rachidiano e ai lati due marginali e un laterale per lato. É comune in gran parte dei Caenogastropoda.
  • Ptenoglossa: costituita da file di denti marginali senza il dente rachidiano. I denti sono lunghi appuntiti e falciformi. È presente negli Epitonioidea.
  • Rachiglossa o Stenoglossa: è un tipo molto semplice in cui per ogni fila di denti c'è il dente centrale ed eventualmente due denti laterali, uno per parte. Il dente rachidiano è multicuspidato ed i laterali, ove presenti, sono solitamente larghi e forniti provvisti di molte cuspidi. È tipico dei Neogastropoda, che infatti sono anche detti Stenoglossi.
  • Toxoglossa: la radula è costituita da uno o una coppia di denti marginali. Questi denti sono scanalati e molto lunghi e appuntiti, con canali da cui possono essere espulse delle neurotossine. è tipica di alcuni predatori come ad eesmpio i Conoidea (detti anche Toxoglossa).

Note modifica

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore WoRMS
  2. ^ Riccardo Giannuzzi-Savelli, La radula dei gasteropodi e le loro abitudini alimentari, in Notiziario S.I.M., vol. 5, n. 11-12, Società Italiana di Malacologia, 1987, pp. 183-202.

Vermetus modifica

Etimologia x modifica

Descrizione x modifica

I Vermetus sono dei molluschi che si presentano prevalentemente solitari o in piccoli grappoli. Gli avvolgimenti sono generalmente irregolari e la parete columellare è liscia, priva di lamine. Presentano tipicamente due vortici nucleari, di forma globosa o allungata. L'opercolo è sottile, a spirale, grande metà o meno del diametro dell'apertura. La conchiglia è per lo più ben attaccata; senza cicatrici del tubo di alimentazione. [1]

La prima descrizione del genere è attribuita alla zoologa francese Marie François Daudin,[2] che tuttavia nel suo lavoro fa riferimento ad una descrizione precedente di Michel Adanson che si riferisce al genere come Le Vermet.[3]

Il primo fossile che può qualificarsi come un vermetide è dell'età del Cretaceo superiore. Tuttavia, la conservazione non è abbastanza buona da consentire la sua accettazione incondizionata come gasteropode. Alcuni dei fossili del Basso Eocene, provenienti dal Cuisiano della Francia, sono indiscutibilmente vermetidi, poiché mostrano chiaramente le cicatrici dei tubi di alimentazione rotti caratteristici di diversi gruppi di vermetidi. L'avvolgimento di questi gusci suggerisce quello del genere Serpulorbis. Diverse specie simili si sono verificate in Europa durante il Medio e l'Alto Eocene, e ce n'erano poche sulla costa del Golfo degli Stati Uniti. Il genere ha continuato ad essere rappresentato in tutto il Terziario in Europa. All'inizio del Miocene, Petaloconchus con le sue lamelle a spirale interne, era apparso in Europa così come nell'area caraibica Dendropoma non è così facilmente riconosciuto allo stato fossile, ma Elliptovermetus, che sembra essere un suo sottogenere estinto, apparve nell'Alto Oligocene di Francia.[4]

Per quanto riguarda gli aspetti evolutivi, questi sono piuttosto difficili da stabilire, in quanto i vortici nucleari e gli opercoli sono difficili o impossibili da ottenere fossilizzati. Tuttavia qualche suggerimento sul loro modello di sviluppo può essere ottenuto osservando la gamma di forma di queste strutture nei moderni vermetidi. I vortici nucleari di alcune specie di Macrophragma (Petaloconchus) e di alcuni Serpulorbis sono quasi indistinguibili. Questo può rappresentare la forma primitiva, dalla quale la maggior parte dei gruppi si è spostata in direzioni diverse e in gradi diversi, con il Dendropoma che sembra essersi allontanato maggiormente. Lo stesso discorso si può fare anche per gli opercoli.[4]

Sono distribuiti principalmente in ambienti con acque temperate o tropicali, intercotidali e poco profonde.[5]

Pesca e uso alimentare modifica

Per secoli il buccino comune è stato utilizzato per il consumo alimentare in Europa, ed in particolare nelle isole Britanniche, lungo la costa francese e della Manica, in Belgio e nei Paesi Bassi. Nell'Inghilterra meridionale e nel Canada orientale il buccino comune è stato pescato a fini commerciali dagli anni '40. I buccini sono stati sfruttati inoltre da decenni come esche per la pesca nelle Isole Fær Øer e in Islanda. In Islanda dal 1966 sono stati effettuati esperimenti per la pesca commerciale di buccini in varie località e nella baia di Breiðafjörður.[6]

Nel Mare del Nord i buccini sono stati tradizionalmente pescati per il cibo, sia con nasse innescate lungo la costa dell'Anglia orientale e Lincolnshire, sia con speciali reti da traino dentro e intorno al mare di Wadden tedesco e olandese e nelle acque olandesi sudoccidentali. Nel Mare del Nord centrale, i buccini vengono raccolti principalmente come catture accessorie. Nel Golfo del Maine, dove i buccini erano tradizionalmente raccolti come catture accessorie accidentali della pesca dell'aragosta, è stata attivata una nuova attività di pesca commerciale che utilizza trappole per buccini appositamente progettate.[7]

L'Annuario delle statistiche della pesca della FAO riporta una crescita di produzione annuale da circa 15.852 t. nel 1995 a 17.988 t. nel 1999 nell'area nell'Atlantico nord-orientale (Belgio, Channel Is., Danimarca, Isole Faroe, Francia, Islanda, Irlanda, Isola di Man, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito).[7]

Galleria d'immagini modifica

Conus modifica

Altro modifica

Altre prove modifica

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Centri vaccinali Asl Roma 1

  • Auditorium: Moderna
  • Santa Maria della Pietà: Pfizer
  • Casa della Salute Prati-Trionfale: Pfizer 
  • Termini (gestito da Croce Rossa italiana): Astrazeneca

Centri vaccinali Asl Roma 2
 

  • Ospedale Sandro Pertini: Pfizer
  • Ospedale Sant'Eugenio: Pfizer
  • Ospedale CTO/Andrea Alesini: Pfizer
  • sede della Polizia di Stato di via Magnasco, 60 zona Tor Sapienza: Pfizer
     
  • Casa della salute Santa Caterina della Rosa in via Niccolò Forteguerri, 4: Astrazeneca
  • Presidio di via Cambellotti (angolo via Balbiani): Astrazeneca
  • Presidio in via La Spezia 30 - angolo via Monza: Astrazeneca
  • Presidio in via del Casal de Merode 8: Astrazeneca
  • Centro vaccinale Eur presso La Nuvola (Viale Europa 189): Astrazeneca

Centri vaccinali Asl Roma 3

  • Via Cilone: Pfizer
  • Via Rep. Marinare: Pfizer
  • Via Majorana: Pfizer
     
  • Lungasosta Fiumicino (gestito da Croce Rossa italiana): AstraZeneca
     
  • Ospedale Lazzaro Spallanzani, ​via Portuense 292: Moderna

Centri vaccinali Asl Roma 4

  • Ospedale Civitavecchia: Pfizer
  • Ospedale Bracciano: Pfizer
  • Fiano Romano centro anziani: Pfizer
  • Campagnano poliambulatorio: Pfizer
     
  • Caserma Cosenz Bracciano: AstraZeneca
  • Rignano Flaminio: AstraZeneca
  • Croce Rossa Santa Severa: AstraZeneca

Centri vaccinali Asl Roma 5 In tutti i centri vaccinali si somministra Pfizer, in alcuni Astrazeneca.

  • Tivoli - Palazzo Cianti: Pfizer
  • Subiaco - ospedale: Pfizer
  • Casa della salute Palombara Sabina: Pfizer
  • Mentana - via Reatina snc: Pfizer
  • Palestrina - Palaverde: Pfizer
  • Colleferro Scalo - Auditorium Fabbrica della Musica: Pfizer
     
  • Valmontone Hospital: AstraZeneca
  • IHG Guidonia: AstraZeneca
  • Terme Acquae Albule: AstraZeneca

Centri vaccinali Asl Roma 6

  • hub (ospedale dei castelli): Pfizer
  • Ospedale di Frascati: Pfizer
  • Ospedale Anzio - Nettuno: Pfizer
  • Ospedale Velletri: Pfizer
  • Ospedale Marino:  AstraZeneca
  • Anzio Villa Albani:  AstraZeneca
  • Pomezia distretto via Castelli Romani:  AstraZeneca

Ever Given modifica

 
Foto satellitare dell'incagliamento della Ever Given (24 marzo 2021)

La notizia che "Il flusso delle navi è parzialmente ripreso nella mattinata del 24 sfruttando un ramo storico del canale", è errata. Infatti la Ever Given si è messa di traverso, ostruendo totalmente il ramo del canale, (come si puo vedere dalla foto satellitare al lato) che sta a sud dei Laghi Amari, che è l'unica parte del canale a non essere stata raddoppiata nei lavori di ampliamento del canale del 2014/2015. Ad oggi 26 marzo il canale è ancora bloccato e circa 300 navi sono in attesa da ambo i lati del canale.[8]

Note modifica

  1. ^ A. M. KeenOp. citata, pag. 193.
  2. ^ Daudin, François Marie, Receuil de mémoires et de notes sur des espèces inédites ou peu connues de Mollusques, de vers et de zoophytes, Fuchs & Treuttel et Wurtz. Paris., 1800, pp. 34-35.
  3. ^ M. Adanson, Histoire Naturelle du Sénégal, Coquillages., Bauche, Parigi, 1757, pp. 160-163.
  4. ^ a b A. M. KeenOp. citata, pag. 209.
  5. ^ J.M. PoutiersOp. citata, pag. 458
  6. ^ Hildur Magnúsdóttir, The common whelk (Buccinum undatum L.): Life history traits and population structure, Faculty of Life and Environmental Sciences School of Engineering and Natural Sciences - University of Iceland, Reykjavik, 2010, p. 10.
  7. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore fao
  8. ^ Ettore Livini, L’ingorgo di Suez può durare settimane. Auto e cellulari, materie prime alle stelle, in La Repubblica, 26 marzo 2021.

Descrizione y modifica

Come negli altri membri della famiglia Strombidae i caratteri distintivi di questo genere variano più volte nel corso della sua ontogenesi. La configurazione finale avviene solo quando l'individuo raggiunge lo stadio adulto e la piena maturità sessuale. Il guscio smette di crescere di dimensioni in seguito.[1]

  1. ^ BandelOp. citata, pag. 142.