Utente:Paolo Bertinetto/sandbox1

La Valle Gesso fa parte del tratto della Catena alpina denominato Alpi Marittime ed è caratterizzata dal vasto bacino del torrente Gesso, ampiamente modellato dall’azione dei ghiacciai.
Geograficamente essa funge da “cerniera” tra i due tratti delle Marittime perpendicolari tra loro, quello orientato Est-Ovest (comprendente la Valle Vermenagna) e quello orientato Sud-Nord (comprendente la Valle Stura di Demonte).
La Valle Gesso vanta le cime più elevate delle Alpi Marittime e precisamente le due cime del Monte Argentera (Cima Sud, 3297 m., Cima Nord, 3286 m.).
Essa comprende i territori dei Comuni di Entracque e Valdieri in Provincia di Cuneo.

Geologia modifica

La Valle Gesso risulta estremamente interessante dal punto di vista geologico, sia per l’estrema varietà dei litotipi presenti, sia per i complessi rapporti che li legano tra loro.
Questo settore delle Alpi Marittime comprende il Massiccio Cristallino dell’Argentera, le sue coperture sedimentarie, aderenti e non, la Falda Subbrianzonese ed un’area che è stata, ed è tuttora, oggetto di ricerca da parte di numerosi studiosi.

Il Massiccio Cristallino dell’Argentera modifica

Con il termine Massiccio Cristallino dell’Argentera viene indicato l’insieme di un nucleo granitico-metamorfico e dei terreni sedimentari di copertura del complesso geologico di età ercinica.
Esso presenta una forma ellittica, ad asse maggiore diretto Nord Ovest – Sud Est, che caratterizza geologicamente le Alpi Marittime, occupando larghi settori delle Valli Gesso, Vermenagna e Stura, sul versante italiano, ed altrettanti su quello francese.
Nel settore orientale della Valle Gesso affiorano rocce di età molto diversa, dal Pre-Carbonifero all’Oligocene, appartenenti per lo più alla copertura sedimentaria del massiccio ed alla Falda Subbrianzonese, in parte ricoperte da una coltre eluvio-colluviale e da depositi detritici e morenici di origine quaternaria.
Il Massiccio dell’Argentera è perciò costituito da rocce eruttive e sedimentarie antiche, che hanno subito, nel corso delle ere geologiche, numerose dislocazioni, con conseguenti variazioni nelle condizioni di pressione e temperatura, tali da determinare alti gradi di metamorfismo.
I lenti movimenti di sollevamento corrispondenti all’Orogenesi Ercinica (Carbonifero) e Alpina (Oligocene) hanno portato alla luce parti della crosta continentale profonda che sono andate a formare il nucleo del massiccio cristallino. Questo affiora buona parte del territorio della Valle Gesso con un’estrema varietà di litotipi rappresentati da migmatiti (rocce derivate da processi di fusione parziale, in cui frammenti di rocce preesistenti sono inglobati in un materiale a composizione granitica), da diversi tipi di granito, da gneiss a diversa tessitura e da miloniti (rocce laminate, scure, di particolare significato tettonico). Queste ultime, infatti, si sono formate in seguito a processi di intensa macinazione tettonica sulle rocce cristalline del massiccio, e affiorano in ampie fasce, talora molto potenti, che sottolineano le aree dove sono avvenuti importanti sovrascorrimenti.

I settori marginali modifica

I settori marginali rispetto al massiccio cristallino sono invece rappresentati da rocce sedimentarie e vulcaniche più recenti, interessate solo dall’Orogenesi Alpina, che hanno avuto origine in ambiente superficiale (subaereo o subacqueo); queste rocce sono state attribuite a quattro serie, cui corrispondono diversi ambienti di sedimentazione: Delfinese, Subbrianzonese, Brianzonese e Piemontese.
La Serie Delfinese è la più esterna (verso Ovest) e rappresenta la copertura sedimentaria aderente al massiccio cristallino; le Serie Subbrianzonese e Brianzonese sono più interne, ed ancora più ad Est affiora la Serie Piemontese (calcescisti). Queste ultime sono state dislocate verso Ovest dalle spinte tangenziali durante l’Orogenesi Alpina, sovrascorrendo sulla Serie Delfinese, ma mantenendo sempre la loro sequenza originaria.
I terreni sedimentari aderenti al massiccio cristallino sono costituiti, per lo più, da quarziti arenacee, conglomerati, arenarie e argilliti, mentre quelli non aderenti sono formati sostanzialmente da calcari, dolomie, scisti ardesiaci, flysch, scisti quarzosi, intervallati da strati di carniole e gessi, che con le loro spiccate caratteristiche di plasticità hanno agito come “lubrificanti tettonici”, facilitando lo scollamento ed il ripiegamento delle unità superiori.

Geomorfologia modifica

Come conseguenza delle diverse facies litologiche affioranti e del diverso comportamento di queste in rapporto all’azione modellatrice dei ghiacciai quaternari e degli agenti esogeni, la zona presenta morfologie piuttosto varie.
In generale si possono individuare due tipi di paesaggio: il settore di alta montagna in cui affiorano le rocce cristalline e i settori a quota minore nei quali affiorano le rocce carbonatiche, sia autoctone che subbrianzonesi.
Nel primo caso le rocce del massiccio cristallino, favorite anche dalla loro giacitura verticale, danno origine a creste dentellate, incise da profonde selle e canali molto ripidi, alla cui base si accumulano abbondanti depositi detritici.
Nel secondo caso le rocce carbonatiche, interessate da numerose fratture, formano frequentemente pareti verticali e strapiombi, talora con guglie e torrioni isolati, di aspetto quasi dolomitico, alla cui base si accumulano estese falde di detrito. Localmente si possono verificare fenomeni carsici estesi.