Sottomarino Sea Owl (SS-405), della II guerra mondiale.

Il sottomarino, il quale non va assolutamente confuso con il Sommergibile pur condividendo moltissime peculiarità con questultimo, è un mezzo navale adatto a navigare prevalentemente sott'acqua, che può essere utilizzato sia per scopi bellici che scientifici, anche se il primo dei due utilizzi è il più frequente. A differenza dei sommergibili, i quali oggi giorno vengono quasi esclusivamente impiegati per scopi scientifici, lo sviluppo del sottomarino è stato portato avanti a partire dal 1850 sempre più in ambito militare, denotando al mezzo chiare caratteristiche belliche. Divenuto nel corso degli anni tra le unita più importanti che compongono una flotta militare moderna, i sottomarini hanno aumentato a partire dal ventesimo secolo continuativamente il loro significato strategico militare. Se alla fine del diciannovesimo secolo queste unità potevano vantare solamente delle dimensioni inferiori alle 200 tonnellate, le unità moderne, dotate perlopiù di alimentazione nucleare, raggiungono dimensioni considerevoli e sono capaci di ospitare fino a 170 persone oltre ad un vasto assortimento di armi. Fondamentale per il successo del sottomaino come arma in ambito militare, non fu esclusivamente lo sviluppo del siluro come arma principale, ma sopratutto il progresso tecnologico fatto a partire dai primi anni del ventesimo secolo nell'ambito della ingegneria navale. Sviluppo che si ripercosse chiaramente anche sui sommergibili e sottomarini impiegati per scopi scientifici.

Gli inizi modifica

 
Il sottomarino costruito da Horace Lawson Hunley nel 1864 U.S. Naval Historical Center.
 
I resti del CSS-Hunley recuperati nel 2005

Molte sono le similitudini che legano la disciplina della costruzione dei sottomarini con quella degli aerei pur tenendo conto che i sottomarini apparvero per la prima volta almeno una sessantina di anni prima degli aerei. I primi lavori a livello teorico sulla costruzione di un sottomarino, anche se in questo caso sarebbe probabilmente più corretto il termitne sommergibile, risalgono ancora al 1680, quando Abbè Borelli nella sua opera De Motu Animalium illustrò per la prima volta la possibilità della costruzione di un veicolo che potesse esplorare gli abissi marini. Sulla costruzione di un primo sommergibile le fonti storiche si dividono e non possono pertanto essere ritenute attendibili. Presumibilmente il primo a percorrere un breve tratto in immersione fu l'olandese Cornelius van Drebbler, che in presenza del re Johann I, percorse un breve tratto del Tamigi in immersione. Il primo a tentare di immergersi a bordo di un rundimentale sommergibile del quale si hanno testimonianze storiche certe è stato invece l'inglese John Day, che nel 1774 si immerse a bordo di un primitivo mezzo da lui stesso costruito nelle acque del porto di Plymouth. Nonostante l'entusiasmo di John Day l'impresa fallì clamorosamente. Il suo mezzo una volta immersosi nelle acque del porto non riuscirì a riemergere causando la morte di Day che divenne la prima vittima a bordo di un sommergibile. Più fortunato fu invece l'americano David Bushell che cercò per ben due volte nel 1776 e nel 1812 a bordo del sommergibile Turtle da lui stesso concepito e costruito di affondare una nave inglese nel porto di New York. Entrambe le volte Bushell riuscì a riemergere se pure alle navi nemiche non fosse riuscito ad arrecare nessun danno. Il primo ad utilizzare in modo efficace un sottomarino come arma da difesa contro un blocco navale della marina danese fu il tedesco Wilhelm Bauer, che nel 1850 costruì una primitva imbarcazione con la quale attaccò con successo una nave danese al largo del porto di Kiel. In seguito Bauer divenne famoso, non tanto per la sua storica impresa, quanto per essere stato uno dei primi tre marinai a salvarsi da un sommergibile affondato. Quando durante una immersione di prova si aprì una falla nello scafò e l'imbarcazione colò a picco, lui e i suoi due marinai di equipaggio rimasero intrappolati a bordo del loro sommergibile a 18 metri di profondità. Nonostante avessero tentato ripetutamente di aprire la botola per uscire fu sol grazie alla intuizione di Bauer che si riuscirono a salvare. La pressione che spingeva dall'esterno sulla botola non permetteva loro di aprirla, fu allora che Bauer suggerì di aspettare fino a quando la pressione all'interno dello scafo fosse la stessa come all'esterno. Ma il sommergibile più famoso del 19th secolo fu certamente il CSS Hunley, che il 17 febbraio 1864, dopo un lungo e difficile travagliato collaudo, affondò con una carica esplosiva la USS Houstonic. Da quel momento in poi i sommergibili erano entrati a fare parte dell'arsenale militare e la loro efficienza come armi da attacco e difesa fu definitivamente dimostrata. Il prezzo di tale successo fu però altissimo. Per riuscire a fare funzionare il sommergibile. Il CSS Hunley affondò ben tre volte durante delle immersioni di prova causando 23 vittime e nello stesso attacco contro il USS Houstonic anche il Hunley andò perso in seguito all'esplosione.

I primi veri sottomarini modifica

 
Progetto di un sottomarino statunitense del 1802
 
Il sottomarino di Isaac Peral del 1888.
 
USS Holland, fotografato nel 1902

Se pure la costruzione di Bauer e il successo del CSS Hunley avessero dimostrato l'efficienza dei sottomarini come arma, rimanevano ancora numerosi problemi da risolvere. Oltre alla mancanza di una arma da utilizzare in modo efficace (le cariche esplosive si erano dimostarte estremamente pericoloso anche per il sottomarino stesso) il problema principale era dato dalla totale assenza di un motore. Infatti sia il CSS Hunley che il rudimentale sommergibile di Bauer navigavano a propulsione manuale, limitando quindi fortemente autonomia e il raggio d'azione. Se pure già Robert Fulton prima della guerra di secessione avesse convinto il congresso degli stati uniti ad investire risorse nello sviluppo di un sommergibile con un motore a vapore la sua improvvisa morte causò la fine del progetto e si dovrà quindi aspettare il 1888 prima che qualcuno provi nuovamente a progettare un sommergibile dotato di un motore. Sempre grazie a Robert Fulton in Francia fu costruito il Nautilus, lungo 6 metri e largo 1,80 metri, che poteva contenere fino a 8 persone. Il Nautilus poteva sia navigare in superficie che immergersi sott'acqua per otto ore, grazie ad un serbatoio posizionato al suo interno. Nel 1801 Napoleone Bonaparte, a quel tempo Primo Console, fu entusiasta del progetto e decise di finanziarlo. Una commissione della marina francese decise di assistere una prova del nuovo sottomarino, il quale riusci ad affondare una nave nel porto di Brest, in Francia. La prova venne ritenuta comunque negativa dalla marina, a causa della poca governabilità del mezzo e della poca profondità raggiunta da esso, ponendo di fatto fine ai progetti di Fulton di costruire un sottomarina dotato di propulsione. Tale fallimento preguidicò infatti successivamente anche la possibilità di ricevere finanziamenti dal congresso statunitense, che pur avendo inizialmente approvato il progetto di Fulton esitò a più riprese a mettere a disposizione dell'inventore le risorse economiche necessarie. Il 2 ottobre 1864 fu poi presentato da Narcís Monturiol il primo sottomarino dotato di una propulsione. Il mezzo battezzato dal suo costruttore Ictíneo II era composto da uno scafo in legno rinforzato e disponeva di un motore chimico che produceva energia elettrica grazie ad una reazione chimica che forniva per un breve lasso di tempo l'energia necessaria per manovrare il mezzo. Pur rappresentando un passo in avanti rispetto ai mezzi precedenti la soluzione trovata risultava ancora insoddisfaciente. Il salto di qualità lo si ebbe infine nel 1888 grazie allo spagnolo Isaac Peral che provò ad utilizzare motori elettrici come alimentazione e costruì finalmente un sottomarino realmente efficiente, lungo più di 22 metri e che poteva raggiungere una velocità di 10,9 nodi in superficie e 6 in immersione. La soluzione trovata da Pearl pur risolvendo quasi tutti i problemi tecnici emersi fino ad allora trascurava però la possibilità di ricaricare le batterie in mare. Sprovvisto di una motore a vapore o a scoppio il sottomarino era in grado di percorrere solamente brevi tratti ed era quindi in grado di operare solamente sotto costa. Fu quindi il momento del irlandese P. Holland, che in seguito a un concorso organizzato dal governo americano per la costruzione di un sommergibile, ricevette l'incarico di progettare il primo sommergibile dotato di un motore. Il suo primo progetto, che avrebbe dovuto portare il nome di Plunger e che era dotato di un motore a vapore fu però un totale fallimento, tanto che ancora in fase di costruzione si decise di abbandonare il progetto. Ciò nonostante il tanto testardo quanto tenace irlandese non si perse d'animo e su sua propria iniziativa fece costruire un nuovo prototipo che chiamò Holland IV. Dotato di un motore a benzina per la navigazione in superficie e di uno per l'epoca modernissimo motore elettrico della Electro Dynamic Company, il Holland IV fu un successo senza precedenti. Capace di immergersi fino ad una profondità di 23 metri la piccola imbarcazione entusiasmò tanto i vertici della marina statunitensi, che fu acquistato dalla marina e messo in servizio con la sigla ufficiale SS-1. Nel frattempo l'invenzione del siluro e alcune migliorie permisero che anche questo piccolo battello delle dimensioni non superiori alle163 tonnellate potesse essere dotato di un armamento proprio che era composto da tre siluri da 45 cm e successivamente da un piccolo cannone a prua, che venne però rimosso dopo un breve periodo. In seguito anche altre marine come quella inglese e giapponese si doteranno di sommergibili simili, perlopiù evoluzioni dello stesso progetto di Holland lievemente modificate. Altri due progetti sicuramente riusciti ma che non godettero della stessa notorietà , furono il francese Narval e l svedese Hajen, entrambi costruiti a cavallo tra il 19th e il 20th secolo, furono gli unici progetti alternativi al progetto di Holland che riuscirono ad avere successo. Nonostante molte delle marine iniziassero a dotarsi di sottomarini il ruolo e l'importanza di queste unità era ancora molto discussa e molte marine, quali quella italiana ma anche quella tedesca, nonostante avessero progetti a disposizione preferirono non realizzare nessuna unità e introdurranno le loro prime unità sottomarine solo un decennio più tardi, quando ormai la prima guerra mondiale era ormai imminente.

Il periodo prima della grande Guerra modifica

 
Cannone per sommergibili sviluppato dalla ditta Krupp nel 1900

A partire dal 1900 si avrà una evoluzione rapidissima della tecnologia e ben presto unità come i battelli della classe Holland furono superati. Lo scafo goffo di questi battelli venne ben presto sostituito da scafi lunghi e idrodinamicamente più avanzati. Con le maggiori dimensione dei nuovi scafi apparve anche un nuovo tipo di armamento. Le nuove unità non furono armate solo con i costosi siluri ma ricevettero anche un cannone che poteva essere utilizzato per combattere navi mercantili o battelli con un armamento modesto. Battelli come la classe L statunitense, ma anche come la classe Golland russa ne sono testimoni. Particolarmente interessante è l'evoluzione dei sottomarini tedeschi. La Germania, che di seguito diverrà una delle maggiori nazioni costruttrici di sottomarini si dotò relativamente tradì di queste unità. Nonostante avesse già costruito dei sottomarini posamine per la Russia (classe Krab) la Kaiserliche Marine metterà in servizio il suo primo sottomarino, l'Unterseeboot 1 anche noto con il suo abbrievativo di U-1, solo nel 1906, quando le marine militari di altri paesi staranno già mettendo in servizio i loro sottomarini di seconda generazione. L'U-1 che per l'epoca era di concezione modernissima fu dotato contrariamente a quanto avvenne per la magggiore parte delle unità di quel periodo di un motore a gasolio pesante, ritenuto più affidabile rispetto ai motori a benzina. Nuovo per l'epoca fu anche il concetto di come fare operare queste unità, che non operavano in modo singolo, ma che venivano utilizzate in squadre. Se pure questa strategia potesse porre rimedio a molte debolezze dei sottomarini rispetto alle unità navali di superficie, la tecnologia non ancora matura non permetterà di mettere in atto in modo efficace questa strategia e bisognerà aspettare la seconda mondiale guerra per vedere più sottomarini attaccare in modo coordinato un bersaglio.

La grande Guerra modifica

 
U-Boothafen Kiel nel 1914

L'evoluzione dell'ultimo decennio dei sottomarini, aveva portato alla dotazione di questo mezzo da parte di molte delle marine militari, tanto che nel conflitto della prima guerra mondiale questa arma ebbe un ruolo principale. Oltre ad essere stata la causa dell'ingresso nella guerra degli Stati Uniti, i sottomarini ebbero un ruolo centrale nel tentativo da parte della Germania sopratutto, ma anche in modo limitato dell'Austria, di porre rimedio al blocco navale alleato causato dalla supremazia navale di Gran Bretagna e Stati Uniti. Tra i sottomarini divenuti famosi durante il conflitto c'e sicuramente l'U-35, che sotto il comando di quattro comandanti (Waldemar Kophamel, Ernst von Voigt, Haino von Hamburg e Lothar Arnauld de la Perière) affondò complessivamente nel corso del conflitto 224 mercantili. Complessivamente la classe della quale faceva parte l'U-35, che era nota come classe U-31 e che all'epoca era composta da 11 battelli, affondò durante l'intero conflitto oltre 1,917,146 BRT di mercantili nemici. Infine la classe del U-35 non divenne famosa solamente per l'elevato numero di navi che le unità appartenenti a questa classe riuscirono ad affondare, ma anche per avere introdotto come prima classe di sottomarini al mondo il doppio scafo, una innovazione che di seguito verrà applicata a tutte le unità a partire dalla seconda guerra mondiale. Con il blocco navale apparvero però anche nuovi tipi di unità che avevano come compito principale quello di aggirare il blocco navale alleato e rifornire Germania e Austria con materie prime provenienti dalle colonie di oltremare. Sottomarini come l'U-151 dotati di due grandi cannoni, furono utilizzati nei primi anni della grande guerra come sottomarini mercantili. Ciò nonostante queste unità dalle dimensioni enormi navigavano perlopiù in superficie e si immergevano solo se necessario in caso di pericolo. Le dimensioni notevoli di questi battelli e i due grandi cannoni che portavano con se ne limitavano fortemente le capacità di navigazione in immersione. Con l'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto persero però rapidamente di significato e negli ultimi anni del conflitto non furono più utilizzati. Ciò nonostante il concetto di sottomarino che potesse adempiere al compito di mercantile e all stesso tempo potesse anche operare come caccia mercantili venne sviluppato ancora dopo la fine della guerra per raggiungere il suo culmine a metà degli anni trenta. Importante per l'evuluzione dei sommergibili caccia mercantili furono principalemte due fattori. Come primo fatto i sommergibili in immersione erano decisamente più lenti delle navi. Risultava quindi particolarmente semplice per una nave una volta scoperta la minaccia di un sommergibile fuggire da essa. Come secondo fatto pesò in modo decisivo sia l'elevato costo dei siluri e la loro scarsa affidabilità. L'utilizzo del cannone del quale erano dotati non solo risultava meno costoso, ma permetteva di attaccare le navi in emersione potendo contare su velocità di punta più elevate. Inoltre ricaricare il cannone era molto più rapido che riamare il tubo lancia siluri. Per rendersi conto di quanto fosse diffuso l'utilizzo del cannone all'epoca basti pensare che l'U-35 in solo quattro casi utilizzo dei siluri per affondare un mercantile mentre in tutti i restanti casi fece ricorso all'utilizzo del cannone esplodendo nel corso delle sue 25 missioni più di 900 colpi.

Italia modifica

Durante tutto il conflitto l'utilizzo dei sottomarini da parte della regia marina italiana fu abbastanza limitato per una serie di ragioni. L'Italia che faceva parte degli alleati e che godeva di conseguenza di una supremazia navale rispetto al nemico, utilizzò in modo limitato questi mezzi, in quanto le navi della marina austriaca e tedesca erano relativamente poche rispetto a quelle di Inghilterra e Stati Uniti e i sottomarini all'epoca non potevano essere utilizzati per combattere altri sottomarini. I sottomarini alleati potevano quindi solo essere utilizzati come armi offensive e non potevano certamente avere un ruolo difensivo. Ciò nonostante anche l'Italia si dotò di un piccolo numero di sottomarini di modeste dimensioni. I sottomarini utilizzati facevano tutti parte della classe Medusa, che era composta da quattro unità tutte costruite tra il 1913 ed il 1914. Anche se a partire dal 1916 questi sottomarini furono affiancati da unità più moderne della classe F-1, che erano una evoluzione della classe medusa, i quattro battelli della classe medusa furono le unità principali durante l'intero periodo del conflitto. Infine, i battelli della classe Medusa pure non essendo riusciti a portare a termine operazioni rilevanti come potevano vantare le unità della classe U-31 tedesca, diedero buona prova di se, tanto che varie marine militari, tra le quali anche la marina inglese e giapponese ne ordinarono alcuni esemplari da metter in servizio.

Il periodo tra le due guerre modifica

 
HMS M2 uno dei sottomarini della classe M mentre si prepara a fare decollare un idrovolante precedentemente stivato nell'hangar del sottomarino

Al termine della prima guerra mondiale non appena la maggiore parte delle nazioni iniziò a riprendersi dalle conseguenze della guerra riavviò la progettazione e costruzione di nuovi sottomarini. Di conseguenza visto il numero costantemente crescente di unità che erano state messe in servizio fino ad allora la conferenza di Washington pose alcuni limiti sulle dimensioni e sul numero delle unità che ogni paese poteva mettere in servizio. Nonostante queste apparenti limitazioni il periodo tra il 1920 ed il 1939 fu certamente un periodo che vide un intenso sviluppo in questo settore. Numerose furono le soluzioni che si provarono ad adottare in questo periodo. Tra le idee più diffuse nelle diverse marine militari spiccava certamente quella di produrre un sottomarino in grado di competere con le unità di superficie. Queste unità, dotate oltre dei tubi lancia siluri anche di enormi obici posizionati sul ponte ed in alcuni casi dotate persino di un hangar per ospitare un velivolo assomigliavano più a delle unità di superficie che a dei sottomarini. Le dimensioni imponenti però di queste unità rendevano queste poco manovrabili e ne limitavano fortemente l'autonomia in immersione. Tra le unità più famose di questo periodo ci sono certamente l'Argonaut americano, l'X-1 inglesen, le unità della classe M sempre di fabbricazione inglese ed infine il Surcouf il quale andò distrutto nel corso della seconda guerra mondiale. Nonostante l'apparente fervore con il quale ci si dedicò alla progettazione di nuove unità il numero dei sottomarini messi in servizio rimase modesto fino alla metà degli anni trenta, quando lentamente si aumentarono il numero di unità in servizio attivo. Nonostante fosse stato proibito alla Germania di dotarsi di sottomarini durante tutto il periodo il lavoro concettuale di sviluppo fu portato avanti, tanto che quando a partire dal 1935 il regime nazzista iniziò a commissionare le prime unità di sottomarini violando di fatto le decisioni prese nella conferenza di Washington il gap accumulato dalla Germania nei confronti di altre nazioni risultava pressochè irrilevante.

La seconda Guerra Mondiale modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia dell'Atlantico (1939-1945).
 
U-3003, una unità della classe XXI fotografato a Wilhelmshaven, alla fine della guerra. Si notino le differenze con le unità ormeggiate accanto

Allo scoppiare della seconda guerra mondiale il numero delle marine che disponeva di unità sottomarine era notevolmente aumentato. Ciò nonostante la maggiore parte delle unità era rimasta sostanzialemnte uguale alle unità che operarono alla fine della grande guerra. Nonostante gli anni venti e trenta avessero visto un intenso sviluppo delle unità sottomarine, i concetti e i propositi che si erano posti la maggiore parte dei progettisti si rivelò errato. Le grandi unità sottomarine costruite durante i de decenni preenti si rivelarono avere scarse capacità di operare in immersione. Decisamente troppo ingombrati e prive di prestazioni che permettessero loro di competere con le unità di superficie, risultarono ben presto obsolete. Come già nella prima guerra mondiale il compito dei sommergibili tedeschi fu quello di interrompere il traffico di merci nell'Atlantico, ma rispetto alla prima guerra mondiale le aree nelle quali operarono i sommergibili si estesero anche al Mediterraneo e successivamente con l'entrata in guerra degli Stati Uniti dopo l'attacco di Pearl Harbour all'oceano Pacifico. Ben presto molti paesi realizzarono che il successo dei sottomarini dipendeva principalmente dalla velocità in immersione che potevano tenere queste unità e dal periodo che potevano rimanere immerse. Specialmente la marina militare tedesca relaizzò molto presto che i sottomarini emersi erano bersagli facili per ricognitori e che la navigazione con lo Snorkel poteva comunque compromettere l'occultamento dell'unità. Moltissimi furono gli sforzi che la Kriegsmarine fece per migliorare le proprie unità. A partire dal 1942 in poi si iniziò a ridurre gradualmente l'armamento in coperta. Correttamente si era notato che cannone e mitragliatrici aumentavano la resistenza idrdinamica dei sottomarini riducendo velocità di punta ed autonomia in immersione. Il progressivo smantellamento dell'armamento arrivò fino al punto che le per l'epoca modernissime unità della classe XXI erano completamente sprovviste di un cannone e erano solamete dotate di 4 mitragliatrici da 20 mm installatte in torretta. In cambio queste unità potevano vantare una velocità continuativa in immersione di 17 nodi e una autonomia di 350 miglia a 5 nodi in immersione. Curiosamente però non tutte le marine seguirono l'esempio della marina militare tedesca. In giappone ad esempio nonostante avesse testato già nei primi anni trenta unità idrodinamicamente efficienti quali ad esempio potevano essere i battelli della classe 71 capaci di percorrere alla velocità di 7 nodi un tragitto di 230 miglia, si ostinò a costruire durante tutto il periodo della seconda guerra mondiale a parte alcuni minisottomarini dalle linee idrodinamiche, unità di grandi dimensioni dalle scarse prestazioni che risultarono poco efficienti. Famosi sicuramnete sono divenute le unità STO che dotate persino di un piccolo ponte di volo erano state concepite per lanciare attacchi aerei una volta emerse al largo delle coste degli Stati Uniti.

Per quanto riguarda invece la marina militare statunitense questa utilizzò come cavallo di battaglia le unità della classe Gato che non viderò però nel corso della guerra sostanziali miglioramenti. Nonostante le discrete prestazioni di queste unità, le unità della classe Gato disponevano di una profondità di immersione modesta rispetto alle unità tedesche che potevano vantare profondità di immersione che si aggiravano intorno ai 200 metri, mentre le unità della classe gato avevano un profondità di immersione massima di 80 metri.

Il dopoguuerra modifica

Il primo sottomarino nucleare fu costruito nel 1958 con il nome di USS Nautilus (SSN-571) dalla marina degli Stati Uniti. Questo sommergibile dimostrò di avere una grandissima capacità di permanenza sott'acqua compiendo la traversata sotto i ghiacci della calotta artica, e fu il primo di un ambizioso programma nucleare legato al nome dell'ammiraglio Hyman Rickover.

Importante storia di un sottomarino è quella dell'U 234, della Kriegsmarine (la marina da guerra della Germania nazista), che portò negli Stati Uniti oltre a molti progetti delle nuove armi naziste, anche un notevole quantitativo di uranio.

A partire dagli anni della Guerra fredda furono creati sottomarini il cui scopo non era tanto di combattere sui mari, quanto di costituire basi mobili di lancio per missili nucleari. Tra questi spicca per dimensioni e numero di testate nucleari la classe di sottomarini sovietici Akula (nome NATO: Typhoon), che ad oggi sono i più grandi sottomarini mai costruiti. Le classi più moderne di sottomarini lanciamissili hanno dimensioni più contenute.

Il 23 gennaio 1963 il Trieste I riuscì ad ottenere il primato mondiale di profondità, scendendo a 11.521 metri (poi rettificato per merito di misurazioni più precise a 10.916 metri), grazie soprattutto alla resistenza del suo batiscafo.

Principio di funzionamento modifica

Il principio fisico in base al quale un sottomarino effettua le operazioni di emersione e immersione è basato sul principio di Archimede. Si hanno due tipologie di funzionamento: in assetto neutro (sott'acqua) e in assetto positivo (sulla superficie dell'acqua).

Funzionamento in assetto neutro modifica

Siccome la struttura del sottomarino ha una densità maggiore di quella dell'acqua, senza alcun accorgimento si avrebbe l'affondamento, per questo all'interno della struttura viene ricavata una camera stagna, contenente una quantità di aria sufficiente a fare in modo che la densità media di tutto il sottomarino sia pari a quella dell'acqua (cioè circa 1 t/m3). In queste condizioni si dice che il sottomarino è in assetto neutro, ovvero è sufficiente la sola forza del motore di coda perché il sottomarino si sposti nell'acqua. La direzione dello spostamento viene regolata grazie ad un sistema di piani orizzontali e verticali analoghi a quelli presenti nell'impennaggio degli aerei: al movimento del timone (piano verticale) è associato lo spostamento orizzontale, mentre al movimento di piani orizzontali posti sulla coda del sottomarino è associato lo spostamento verticale.

Funzionamento in assetto positivo modifica

All'inizio della manovra di emersione, il sottomarino si avvicina alla superficie dell'acqua, finché la parte superiore non si trova ad una altezza poco superiore del pelo libero dell'acqua. A questo punto, vengono azionate delle valvole poste sulla parte superiore della struttura del sottomarino, attraverso le quali l'aria va a riempire una camera posta in posizione intermedia tra la camera interna stagna e la struttura esterna. Per il principio di Archimede, la struttura si trova adesso in condizione di galleggiare sull'acqua, avendo una densità media minore di quella dell'acqua.

Descrizione di un sottomarino modifica

 
Un sottomarino classe Los Angeles naviga a quota periscopio
 
Il sottomarino della Classe Los Angeles (SSN-753) in emersione

I sottomarini sono caratterizzati dal fatto di poter navigare anche a grande profondità restando immersi teoricamente finché dura la carica nucleare dei reattori di bordo, cioè al massimo della loro autonomia che varia, a seconda dei tipi, da 150.000 a oltre 300.000 miglia. In pratica, i sottomarini devono ritornare in superficie molto più spesso (tra 30 e 60 giorni) e vi restano per un periodo più o meno lungo onde evitare pericolose turbe psico-fisiche dell’equipaggio. Inoltre, poiché la loro azione contro obiettivi di superficie viene condotta mediante missili, sono costruiti in modo da poter lanciare i loro ordigni anche da parecchie decine di metri di profondità.

Costruttivamente, la struttura dei sottomarini è di tipo resistente, priva di doppio scafo (presente in alcuni solo in piccole zone della prora e della poppa), in quanto sfruttano il proprio peso per scendere in profondità aiutandosi con la manovra delle casse di zavorra principali e di quelle di assetto, compenso ed emersione. Anche la vela, di norma situata verso prora, è a struttura resistente, dato che sono in grado di scendere a profondità superiori ai 400 metri.

L’architettura dello scafo è realizzata per offrire minor resistenza all’attrito con l’acqua (a goccia, a squalo) e per sopportare le elevate pressioni dell’acqua alle grandi profondità.

L’apparato motore è schematicamente costituito da un reattore nucleare ad acqua pressurizzata che cede calore, tramite un circuito separato, ai generatori di vapore, i quali alimentano le turbine (di solito due) con gruppo turboriduttore che fornisce potenze tra 20.000 e oltre 60.000 cavalli a un unico asse azionante un’elica a passo variabile e con 5-7 pale uncinate, la cui forma viene studiata per garantire la massima silenziosità possibile.

Tutti i sottomarini sono dotati di motori ibridi (Diesel elettrici) e di batterie di accumulatori ausiliari, da poter usare in caso di emergenza. Inoltre, dato il notevole pericolo per l’equipaggio dovuto alla presenza del reattore nucleare, questo viene collocato nella zona poppiera, debitamente schermato contro l’emissione di radiazioni e ulteriormente isolato dagli altri compartimenti, insieme con l’apparato motore, nei cui locali si può accedere solo con speciali tute protettive.

Dalla parte opposta si trovano tutti i compartimenti in cui può circolare l’equipaggio. Tra zona reattore e zona abitata si trovano i pozzi in cui vengono alloggiati i missili a lunga gittata, sia balistici, sia antinave, nonché le rampe per i missili mare-aria. A prora sono presenti, in alcuni tipi, tubi lanciasiluri.

Formalmente si distinguono due classi di sottomarini:

  • sottomarini d’attacco, il cui esponente più rappresentativo può essere considerato lo statunitense Los Angeles;
  • sottomarini lanciamissili, i più sofisticati e di maggiori dimensioni, potendo superare dislocamenti superiori alle 25.000 t, come i sovietici della classe Typhoon, che attualmente sono stati quasi tutti dismessi dal servizio, e quelli americani della classe Ohio.

Armamenti modifica

L'arma principale di cui sono dotati i sottomarini è il siluro, anche se ormai tutte le attuali classi di sottomarini d'attacco possono lanciare le versioni a cambiamento d'ambiente di missili antinave, come l'UGM-84 Harpoon (Sub-Harpoon).

I sottomarini nella cinematografia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Film di Sottomarini.

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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