Elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia del 2023
Stato Bandiera dell'Italia Italia
Regione   Friuli-Venezia Giulia
Data
2-3 aprile
Presidente uscente
Massimiliano Fedriga (Lega)
2018 2028

Le Elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia del 2023 si svolgeranno il 2 e 3 aprile. Saranno le tredicesime nella storia della regione, e le quinte con l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale. Contemporaneamente alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, si terranno anche quelle per l'elezioni dei consigli e dei sindaci comunali di 24 comuni, tra cui Udine e Sacile, gli unici con più di 15 000 abitanti.[1]

Legge elettorale modifica

Sistema elettorale modifica

Consiglieri da eleggere modifica

Lo Statuto speciale, come modificato con la Legge Costituzionale 7 febbraio 2013, n. 1 (Modifica dell'articolo 13 dello Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1.), prevede che il numero dei consiglieri regionali sia "determinato in ragione di uno ogni 25.000 abitanti o frazione superiori a 10.000, secondo i dati desunti dall'ultima rilevazione ufficiale dell'Istat".

L'Istituto nazionale di statistica ha confermato che l'ultimo dato ufficiale disponibile è pari a 1.194.647 abitanti. Il nuovo consiglio regionale sarà composto da 48 consiglieri, uno in meno rispetto al Consiglio eletto nel 2018, di cui 46 eletti nelle cinque circoscrizioni elettorali, in cui è suddiviso il territorio regionale, ai quali si aggiungono il candidato eletto presidente della Regione e il candidato presidente che ha ottenuto un numero di voti validi immediatamente inferiore.

Premio di maggioranza modifica

Le principali disposizioni normative applicabili alle elezioni del Presidente della Regione e del Consiglio regionale sono contenute nelle leggi regionali 18 giugno 2007, n. 17 (Determinazione della forma di governo della Regione Friuli Venezia Giulia e del sistema elettorale regionale, ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto di autonomia) e 18 dicembre 2007, n. 28 (Disciplina del procedimento per la elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale). La disciplina dei casi di incandidabilità alle cariche di Presidente della Regione e di Consigliere regionale è contenuta nella legge regionale 29 luglio 2004, n. 21 (Determinazione dei casi di ineleggibilità e incompatibilità relativi alla carica di consigliere regionale e di membro della Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 12, secondo comma, dello Statuto), e nel Decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, Capo III e Capo V.[2]

Secondo la legge elettorale viene eletto Presidente il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti validi. In merito all'attribuzione dei seggi alle singole liste, vengono ammesse alla ripartizione qualora si trovano nelle seguenti tre condizioni:

  • abbiano ottenuto almeno il 4% dei voti su base regionale;
  • abbiano ottenuto almeno l'1,5% su base regionale e faccia parte di una coalizione che abbia ottenuto almeno il 15%;
  • abbiano ottenuto in una circoscrizione pari ad almeno il 20% dei voti.

L'Ufficio centrale regionale deve verificare se la distribuzione proporzionale dei seggi soddisfa le seguenti due condizioni:

  • il gruppo di liste o la coalizione di gruppi di liste collegate al candidato eletto Presidente ha ottenuto un numero di seggi che, considerando anche il seggio già attribuito al candidato eletto Presidente, corrisponde al 60% per cento dei seggi del Consiglio, nel caso in cui il Presidente sia stato eletto con più del 45% dei voti o almeno al 55% dei seggi, nel caso in cui il Presidente sia stato eletto con una percentuale di voti pari o inferiore al 45%;
  • il gruppo o i gruppi di liste non collegati al candidato eletto Presidente hanno complessivamente ottenuto un numero di seggi che, considerando anche il seggio già attribuito al candidato Presidente primo dei non eletti, corrisponde al 40% dei seggi del Consiglio.

Nel caso in cui risulti che il gruppo di liste o la coalizione di gruppi di liste collegate candidato eletto Presidente ha ottenuto un numero di seggi inferiore al 60% o al 55%, scatta il “premio di maggioranza” che comporta l'attribuzione ai gruppi di liste di maggioranza della prescritta percentuale di seggi e l'attribuzione dei restanti seggi agli altri gruppi di liste.

Nel caso in cui dalla verifica risulti che il gruppo o i gruppi di liste non collegati al candidato eletto Presidente hanno ottenuto un numero di seggi inferiore al 40%, scatta la “garanzia per le minoranze”, che comporta l'attribuzione ai gruppi di liste di minoranza del 40% dei seggi e l'attribuzione dei restanti seggi agli altri gruppi di liste.

Seggio alla minoranza slovena modifica

Nel caso in cui un gruppo di liste espressione della minoranza slovena non abbia ottenuto almeno un seggio per effetto delle operazioni di attribuzione dei seggi, le operazioni devono essere ripetute, a condizione che il gruppo di liste:

  • abbia dichiarato, in occasione della presentazione delle candidature, il collegamento con un altro gruppo di liste della medesima coalizione;
  • abbia ottenuto una cifra elettorale regionale non inferiore all'1% dei voti validi.

Nel ripetere le operazioni di attribuzione dei seggi, l'Ufficio centrale regionale somma le cifre elettorali del gruppo di liste espressivo della minoranza slovena e del gruppo di liste con lo stesso collegato, considerando i due gruppi come un unico gruppo. Uno dei seggi così ottenuti dall'insieme costituito dai due gruppi è attribuito al gruppo espressivo della minoranza slovena.

Ripartizione in circoscrizioni modifica

Le circoscrizioni elettorali in cui è diviso il comprensorio regionale sono Udine, Trieste, Pordenone, Gorizia e Tolmezzo.[3]

Ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni
Circoscrizione Popolazione legale Seggi attribuiti
Trieste 232.601 9
Gorizia 140.143 5
Udine 456.186 17
Tolmezzo 80.550 3
Pordenone 310.811 12
Totale 1.220.291 46

A questi vanno aggiunto due seggi: uno attribuito al candidato risultato eletto come Presidente della Giunta, e uno al secondo per numero di voti.

 
Le cinque circoscrizioni.

Modalità di voto modifica

La legge prevede tre possibili modalità di espressione del voto:[2]

  • Scelta del solo candidato presidente. Si traccia un segno sul nome del candidato presidente o sul simbolo associato al nome. In questo caso il voto non si estende alle liste collegate, anche nel caso vi sia una sola lista;
  • Scelta del candidato presidente e di una lista. Si traccia un segno sul nome del candidato presidente o sul simbolo associato al nome e un segno sul simbolo della lista. Nel caso in cui si tracci solo un segno sul simbolo della lista, il voto si estende anche al candidato presidente ad essa collegato. È possibile anche effettuare il voto disgiunto tracciano un segno sul nome di un candidato presidente o sul simbolo associato al nome e un segno sul simbolo di una lista ad esso non collegata;
  • Scelta del candidato presidente, di una lista e di un candidato consigliere. Si traccia un segno sul nome del candidato presidente o sul simbolo associato al nome, un segno sul simbolo della lista e si scrive il cognome del candidato consigliere a fianco del simbolo della lista. Il candidato consigliere deve fare parte della lista. Nel caso si scriva solo il cognome del candidato consigliere, il voto si estende sia alla lista che al candidato presidente ad essa collegato.

La votazione si svolge domenica 2 aprile, dalle 7:00 alle 23:00 e lunedì 3 aprile, dalle 7:00 alle 15:00.

Il colore della scheda per le elezioni regionali è azzurro - pantone 278U.[4]

Principali avvenimenti modifica

Scelta della data modifica

La scelta della data è avvenuta con decreto del Presidente della Regione, emanato il 31 gennaio 2023.[3]

Presentazione delle candidature modifica

Il deposito deve essere effettuato dalle ore 8.00 alle ore 20.00 del trentaseiesimo giorno (25 febbraio) e dalle ore 8:00 alle ore 12:00 del trentacinquesimo giorno (26 febbraio) antecedente la data delle elezioni.[2]

Note modifica

  1. ^ Elezioni 2023, su autonomielocali.regione.fvg.it, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  2. ^ a b c Guida Elezioni Regionali 2023 (PDF), su autonomielocali.regione.fvg.it, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  3. ^ a b Decreto 016/Pres. (PDF), su autonomielocali.regione.fvg.it, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, 31 gennaio 2023. URL consultato il 26 febbraio 2023.
  4. ^ Elezioni regionali 2023, su autonomielocali.regione.fvg.it, Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia. URL consultato il 26 febbraio 2023.

Voci correlate modifica


Gran Premio del Vietnam
Sport  Automobilismo
CategoriaFormula 1
FederazioneFIA
Paese  Vietnam
LuogoHanoi Street Circuit
CadenzaAnnuale
FormulaGran Premio di Formula 1
Storia
Fondazione2022

Il Gran Premio del Vietnam (in lingua vietnamita: Giải đua Việt Nam) è una gara automobilistica di Formula 1 che vedrà la sua prima edizione nel 2020. La gara si terrà su un circuito cittadino, disegnato lungo le strade della capitale del Paese, Hanoi.[2] Sarà il terzo gran premio ospitato da una nazione del Sud-est asiatico, dopo il Gran Premio della Malesia, disputato fino al 2017, e quello di Singapore.

Storia modifica

Le prime notizie riguardanti la possibilità che la Formula 1 potesse correre in Vietnam risalgono al 2010. All'epoca venne ipotizzata la costruzione di un circuito automobilistico nella località di Nha Trang.[3]

L'idea della tenuta di una gara di Formula 1 in Vietnam venne studiata poi dall'ex patron del campionato, Bernie Ecclestone, che però decise di non insistere sul progetto, essendo già cinque le gare tenute in Asia (prima dell'uscita dal calendario del Gran Premio di Malesia). Gli insuccessi patiti nell'organizzazione di gare in Corea del Sud e India facevano inoltre temere simili difficoltà anche per la gara vietnamita.[4][5]

L'ipotesi venne rilanciata dal nuovo promotore del campionato mondiale, Liberty Media, che acquisì, nel gennaio 2017, i diritti commerciali della gara, dalla CVC Capital Partners. L'annuncio ufficiale della nascita della gara avvenne nel novembre 2018, prima novità del calendario mondiale promossa da Liberty Media. L'annuncio però riportava l'esordio per la gara alla stagione 2020, e stabiliva, come sede, Hanoi.[6][7] Secondo talune fonti gli organizzatori della gara si sarebbero assicurati la presenza pluriennale nel calendario col pagamento di circa 60 milioni di dollari.[8]

Il calendario per la stagione 2020 fissa al 5 aprile la data della tenuta della prima gara, che però restava in dubbio, per lo sviluppo, anche in Vietnam, di focolai dell'epidemia della COVID-19.[9] Il 13 marzo 2020, a poche ore dall'inizio delle prime prove libere della stagione, la FIA decide di annullare il Gran Premio d'Australia, in seguito alla decisione da parte della scuderia McLaren di non prendere parte al Gran Premio dopo che un loro componente è risultato positivo alla COVID-19.[10] Lo stesso giorno vengono ufficialmente rinviati a data da destinarsi anche il gran premio del Vietnam.[11]

Tracciato modifica

La gara si disputerà su un circuito ideato lungo le strade della capitale del Vietnam, Hanoi. Secondo i dirigenti del campionato il tracciato vietnamita può diventare esempio per i nuovi circuiti che dovessero affacciarsi nel calendario.[12]

Note modifica

  1. ^ Il Gran Premio di Russia 2021 si è disputato con la bandiera oscurata, per rispettare le restrizioni imposte dal TAS di Losanna, dopo la sentenza sul doping di Stato che ha coinvolto l'agenzia antidoping russa, (EN) F1 Schedule 2021 – Official Calendar of Grand Prix Races, su formula1.com. URL consultato il 13 marzo 2021.
  2. ^ Franco Nugnes, Consiglio Mondiale F1: deciso il calendario e il taglio dei test, su it.motorsport.com, 4 ottobre 2019. URL consultato il 9 ottobre 2019.
  3. ^ Matteo Nugnes, Anche il Vietnam vuole ospitare la Formula 1?, su it.motorsport.com, 10 ottobre 2010. URL consultato il 18 ottobre 2019.
  4. ^ (EN) Mat Coch, F1 could add Vietnam to 2020 calendar, su speedcafe.com, 9 ottobre 2018. URL consultato l'8 novembre 2018.
  5. ^ Lawrence Barretto, La Formula 1 discute di un possibile GP in Vietnam, su it.motorsport.com, 6 ottobre 2017. URL consultato il 18 ottobre 2019.
  6. ^ (EN) Vietnam to host Formula 1 Grand Prix from 2020, su formula1.com, 7 novembre 2018. URL consultato il 7 novembre 2018.
  7. ^ Jonathan Noble, Il GP del Vietnam di F1 è vicino a diventare realtà: potrebbe esordire nel 2020, su it.motorsport.com, 8 ottobre 2018. URL consultato il 18 ottobre 2019.
  8. ^ Stefano Ollanu, Carey: “GP Vietnam, mix tra gara cittadina e circuito classico”, su formulapassion.it, 17 aprile 2019. URL consultato il 18 ottobre 2019.
  9. ^ Gran Premio del Vietnam sempre più in bilico?, su autoblog.it, 13 febbraio 2020. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  10. ^ Matteo Nugnes, Ora è ufficiale: il GP d'Australia di Formula 1 è cancellato, su it.motorsport.com, 13 marzo 2020. URL consultato il 13 marzo 2020.
  11. ^ Formula 1 e coronavirus, GP Bahrain e Vietnam posticipati a data da destinarsi, su sport.sky.it, 13 marzo 2020. URL consultato il 13 marzo 2020.
  12. ^ Jonathan Noble, Il GP del Vietnam può diventare la base delle future piste di F1, su it.motorsport.com, 25 luglio 2019. URL consultato il 18 ottobre 2019.

Collegamenti esterni modifica

Il Gran Premio del Bahrein 2021 sarà la prima prova della stagione 2021 del campionato mondiale di Formula 1. La gara si terrà domenica 28 marzo sul circuito di Manama.

Vigilia modifica

Aspetti tecnici modifica

Per questo Gran Premio la Pirelli offre la scelta tra gomme di mescola C2, C3 e C4.[1]

La Federazione Internazionale dell'Automobile conferma le tre zone DRS utilizzate nel 2019 e 2020, in cui i piloti possono attivare il dispositivo mobile: la prima zona è stabilita sul rettilineo dei box, con punto per la determinazione del distacco fra piloti posto prima della curva 14; la seconda zona nel tratto compreso tra le curve 3 e 4, con detection point fissato prima della prima curva; la terza zona è stabilita tra le curve 10 e 11, con punto per determinare il distacco fra piloti posto prima della curva 9.[2]

Per la stagione 2021 la scuderia McLaren decide di abbandonare la fornitura Renault delle power unit e si accorda con la Mercedes per un contratto quadriennale, inserendo anche un'opzione di prolungamento. La McLaren utilizzò i propulsori tedeschi già in passato, tra la stagione 1995 e 2014, con i quali vinse tre titoli piloti e un mondiale costruttori. Con l'aggiunta della McLaren, la Mercedes diviene fornitrice ufficiale di tre scuderie.[3]

Aspetti sportivi modifica

La gara avrebbe dovuto essere il secondo appuntamento della stagione ma, il 12 gennaio, il Gran Premio d'Australia, originariamente previsto come gara inaugurale del campionato, a causa di problemi relativi alla pandemia di COVID-19, viene spostato a novembre. L'inizio del campionato viene perciò posticipato di una settimana col Gran Premio del Bahrein.[4] È la terza volta che questo gran premio inaugura la stagione; era accaduto infatti sia nel 2006 che nel 2010.

La Racing Point cambia denominazione ufficiale da BWT Racing Point F1 Team in Aston Martin Cognizant Formula One Team, a seguito di un'operazione decisa dall'imprenditore Lawrence Stroll, proprietario sia della scuderia che del marchio automobilistico. L'Aston Martin aveva già partecipato ad alcuni gran premi, come costruttore, tra il 1959 e il 1960.[5] Anche la Renault cambia il proprio nome ufficiale: viene infatti rinominata Alpine F1 Team.[6]

Dopo sei stagioni in Ferrari, Sebastian Vettel passa all'Aston Martin.[7] Al suo posto la scuderia ingaggia il pilota spagnolo Carlos Sainz Jr., in arrivo dalla McLaren.[7] Il team inglese, per rimpiazzarlo, mette sotto contratto Daniel Ricciardo, che abbandona la Renault.[8] In sua vece la scuderia francese ingaggia Fernando Alonso, che ritorna nella massima serie dopo due anni di assenza, dopo aver guidato l'ultima volta per la McLaren. Alonso corse nel team transalpino anche in precedenza conquistando due titoli mondiali nel 2005 e 2006.[9]

Sergio Pérez viene ingaggiato dalla Red Bull, in sostituzione di Alexander Albon,che rimane comunque come terzo pilota della squadra.[10]

La Haas sostituisce entrambi i piloti del 2020, Romain Grosjean e Kevin Magnussen. Al loro posto vengono ingaggiati due piloti proveninenti dal campionato di Formula 2 2020: il russo Nikita Mazepin e il tedesco Mick Schumacher, campione uscente della categoria minore, figlio del sette volte campione del mondo Michael Schumacher, nonché nipote di Ralf Schumacher.[11][12] Mazepin sceglie come numero di gara il 9, utilizzato l'ultima volta dallo svedese Marcus Ericsson nel Gran Premio di Abu Dhabi 2018, mentre Schumacher il 47, utilizzato per l'ultima volta dal belga Stoffel Vandoorne nel Gran Premio del Bahrein 2016.[13] Mazepin è costretto a correre da atleta neutrale per rispettare le restrizioni imposte dal TAS di Losanna dopo la sentenza sul doping di Stato che ha coinvolto l'agenzia antidoping russa.[14]

L'AlphaTauri conferma Pierre Gasly e annuncia l'ingaggio del giapponese Yuki Tsunoda, proveniente dal campionato di Formula 2 2020, al debutto nella massima categoria, il quale sostituisce Daniil Kvjat, che diventa pilota di riserva per l'Alpine.[15] Tsunoda sceglie come numero di gara il 22, utilizzato l'ultima volta da Jenson Button nel Gran Premio di Monaco 2017.[16] Si tratta del primo giapponese a correre nella massima formula dalla stagione 2014, quando Kamui Kobayashi guidò per l'ex scuderia malese Caterham. Inoltre è il primo pilota nato negli anni 2000 a prendere parte a un campionato mondiale di Formula 1.[17]

Note modifica

  1. ^ Giacomo Rauli, F1 2021: Pirelli svela le scelte di gomme per tutti e 23 i GP!, su motorsport.com, 19 febbraio 2021. URL consultato il 24 marzo 2021.
  2. ^ (EN) Formula 1 Gulf Air Bahrain Grand Prix 2021, su formula1.com. URL consultato il 24 marzo 2021.
  3. ^ Ufficiale: McLaren torna ai motori Mercedes dal 2021!, su it.motorsport.com. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  4. ^ Calendario di F1 2021: Posticipato il Gp d'Australia e torna Imola, su automotore.it, 12 gennaio 2021. URL consultato il 12 gennaio 2021.
  5. ^ Racing Point, nuovo nome dal 2021, su sport.sky.it. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  6. ^ F1: addio Renault. Dal 2021 il team si chiamerà Alpine!, su it.motorsport.com. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  7. ^ a b È ufficiale, Sebastian Vettel in Racing Point dal 2021, su agi.it. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  8. ^ Ricciardo: "La McLaren ha un enorme potenziale", su formulapassion.it, 23 novembre 2020. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  9. ^ L'annuncio ufficiale del ritorno di Alonso, su sport.sky.it. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  10. ^ Ufficiale: Red Bull sceglie Perez per il 2021, su formulapassion.it, 18 dicembre 2020. URL consultato il 18 dicembre 2020.
  11. ^ Haas: è ufficiale Nikita Mazepin come pilota 2021, su it.motorsport.com. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  12. ^ È ufficiale, Mick Schumacher alla Haas F1 nel 2021!, su gazzetta.it. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  13. ^ Marco Belloro, Schumacher: “Correrò con il 47”, su formulapassion.it, 2 dicembre 2020. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  14. ^ Simone Peluso, Doping di Stato Russia: Mazepin correrà come atleta indipendente, su formulapassion.it, 6 febbraio 2021. URL consultato il 6 febbraio 2021.
  15. ^ Matteo Senatore, Alpine, Kvyat terzo pilota, su formulapassion.it, 2 marzo 2021. URL consultato il 2 marzo 2021.
  16. ^ Tsunoda raccoglie l’eredità di Button, su formulapassion.it, 17 dicembre 2020. URL consultato il 2 marzo 2021.
  17. ^ Ufficiale: Yuki Tsunoda all'Alpha Tauri dal 2021, su sport.sky.it. URL consultato il 16 dicembre 2020.

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