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Sannita, l'admin (a piede) libero: da oggi col 30% di carognaggine in più.
Ci sono a sprazzi, visto che fra lavoro e vita reale ho sempre molte cose da fare. Se riterrete di scrivermi, abbiate pazienza se non vi rispondo subito.
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Sannita
 
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Su Wikipedia da18 anni, 2 mesi e 4 giorni
SoprannomeSannita
Informazioni sul wikipediano
Amministratore
dal 27 gennaio 2007
ProgettiProgetto:Giochi olimpici, Progetto:WikiAfrica
WikispecieWikiMercenario
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Sannita - L'admin (a piede) libero
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  Questo utente contribuisce a WikiAfrica.
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Ciao a tutti. Sono Sannita, sono iscritto su it.wiki dal 15 gennaio 2006 e sono amministratore dal 27 gennaio 2007.

Non sono uno "specialista", preferisco definirmi un "battitore libero". "Libero" di spaziare da un campo all'altro e soprattutto da un impegno all'altro.

Se vuoi sapere quanti - e quali - contributi ho fatto su tutti i progetti Wikimedia a cui sono iscritto, guarda qui e segui i link.

P.S. Da quando esiste la funzione "edit" di Pywikipedia, spesso edito come bot. Quindi, vanno conteggiati anche questi contributi. Poi c'è da considerare anche questa pagina (su Meta).

La mia autointervista

Come hai conosciuto Wikipedia?

Ho conosciuto Wikipedia per caso. Stavo facendo una ricerca sui sistemi elettorali e sono andato su Electionworld.com, un sito a cui mi rifacevo spesso. Quel giorno ho scoperto che i gestori avevano deciso di trasferire tutti i loro dati su en.wiki. Avevo sentito parlare solo una volta di Wikipedia e così ho cominciato a dare uno sguardo. Dopo una settimana circa, ero già un pesce nella rete, con tutte le conseguenze del caso...

Cos'è per te Wikipedia?

Beh, lo capisci da subito che è un progetto serio. La consapevolezza aumenta giorno dopo giorno, edit dopo edit. Così come aumenta un'altra consapevolezza, quella dell'infinita mole di lavoro che c'è da fare. Spesso contribuisci anche tu ad aumentarla, magari senza accorgertene, durante i primi mesi, quando sei ancora in fase di rodaggio. L'esperienza e i cazziatoni degli utenti "anziani" ti aiutano tanto a capire gli errori...

Chi sono i wikipediani?

I wikipediani sono esseri metà umani e metà computer, con un edit al posto del cuore. I peggiori hanno IRC al posto delle vene. :) Scherzo, sono (siamo) soggetti di tutte le età con un solo scopo: dare il nostro aiuto ai progetti Wikimedia. Questo anche se significa annullare gli altri hobby, rubare tempo allo studio e al lavoro e prendersi dei sonori "vaffanculo" dagli amici, stufi di sentirti parlare sempre e solo di Wiki.

Memento

  Se queste citazioni non dovessero bastare a capire cosa per me dovrebbe essere Wikipedia, dai un'occhiata a questa pagina.

«Attenti! Il giocattolo così si rompe! Ed è forse quello che qualcuno vuole, con mezzi sempre più provocatori, spacciati per pura e legittima critica, ricorrendo a parole che hanno un preciso significato, con un'ironia che si attirerebbe il biasimo generale. Wiki sarà assai giovane ma mi sembra che della gioventù abbia preso anche gli aspetti più immaturi, da libertari senza freno e rispetto, intrinsecamente violenti. Wiki ha certo bisogno di regole ferree, a discapito anche della libertà quando essa tracima sempre più frequentemente nell'insolenza, mascherata goffamente da battuta di spirito. Le battute mordaci si possono fare agli amici o al bar, come ho già detto altrove. Provate a farle a un estraneo!
Siamo ormai diventati inevitabilmente una struttura complessa e una forma meno elastica di coordinamento è fondamentale. Ma chi coordina dovrebbe essere contestato solo con argomentazioni, toni e parole esenti da aggressività. Siamo in un posto di lavoro. Potrà anche essere divertente, forse per qualcuno come me, ma deve essere pur sempre lavoro. Non di smanie di auto-affermazione e di visibilità da palcoscenico. E nei luoghi di lavoro vorrei proprio vedere che si azzarderebbe a rivolgersi a chi compie il servizio di coordinare con surrettizia logorrea (parlo io!!!) e con espressioni che, sempre più spesso, qualcuno (quasi sempre gli stessi, avrete notato) adotta con inesausta vena.
Sarà sbagliato senz'altro. Ma anch'io mi asterrò dal collaborare con Wiki per qualche giorno (sai che dolore, dirà qualcuno). Ma credo sia un modo come un altro di protestare per assurdità come quella che ha portato a dimissioni ottimi amministratori (a dimostrazione che non coltivavano manie da Piccolo Cesare). E dopo vedrò come, e se, qualcosa è tornato su accettabili binari. Sennò vorrà dire che un'esperienza importante sarà anche per me finita. Ci sono cose parimenti utili e importanti (e per me divertenti) da fare nella vita.»

«Sapere libero.
Ci credo, ci continuerò a lavorare in altre forme e con altri strumenti. E' la mia utopia, è un principio del figlio di un'insegnante che per fare il suo mestiere fece sacrifici che oggi parrebbero incredibili e che invece erano la norma non tanto tempo fa, quando c'erano scuole senza pareti in mezzo alla neve ed in classe si bruciavano pezzi di legno raccolti chissà dove, quando la licenza media era il discrimine fra la povera gente, fra i nonni di tanti che oggi digitano con tanta sicurezza. Oggi le scuole hanno il riscaldamento. Non so se nel frattempo sono arrivate le idee. Perché la scuola allora si faceva per aiutare a formarsi delle idee. O così almeno pensava un'insegnante che a suo figlio ha insegnato questo: che il sapere divide. Che il sapere fa star bene o fa star male. E che oggi non è distribuito, se non a chi ha i soldi per comprarlo. Ho in mente un racconto di mia madre, di un bambino che si vergognava di andare a scuola sapendo che suo padre andava a lavorare malato pur di pagargli "l'istudio". Non è il libro Cuore, non è Dickens, è una realtà comune, diffusa, normalissima, di un tempo italiano già troppo lontano. "Troppo" soltanto perché oggi non lo si conosce più. Un figlio di quel bambino, che studiò con libri regalati, con merende di beneficenza, oggi è un fisico nucleare che lavora all'estero e scrive delicate eppure intense poesie.
Sapere libero. Senza condizioni, né mediazioni, né distinguo, né prodotti di seconda scelta per i poveri. Servono a tutti molte altre delicate eppure intense poesie, e bisogna mettere chiunque in condizioni di scriverle. Sapere libero. Libertà di sapere.»

«C'è chi ha capito cos'è Wikipedia e vi partecipa in modo positivo. C'è chi non lo ha capito, o non lo vuole capire, o lo ha capito ma nondimeno vuole piegarla ai suoi scopi. Alla lunga i primi dovrebbero essere tutti amministratori, i secondi dovrebbero tutti trovarsi un altro passatempo. Sappiamo aspettare.»

«Molti contributori abbandonano? È un fenomeno del tutto fisiologico, giacché molti contributori sbagliano nelle loro aspettative: chi pensa che Wikipedia sia un'arena virtuale, un social network, un blog, un motore di ricerca, una banca dati di curricula, uno strumento di marketing, una vetrina di presentazione, ecc. deve rendersi conto, prima o poi, di essere capitato nel posto sbagliato e deve perciò allontanarsi o essere allontanato. Chi invece interpreta il progetto nel modo giusto non è cacciato e continua a collaborare senza alcun problema. Da anonimo o da registrato.»

Aforismi

«We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.»

«In a sense we have come to our nation's capital to cash a check. When the architects of our great republic wrote the magnificent words of the Constitution and the Declaration of Independence, they were signing a promissory note to which every American was to fall heir.
This note was a promise that all men, yes, black men as well as white men, would be guaranteed to the inalienable rights of life, liberty, and the pursuit of happiness.
It is obvious today that America has defaulted on this promissory note insofar as her citizens of color are concerned. Instead of honoring this sacred obligation, America has given its negro a bad check, a check that has come back marked "insufficient funds."
But we refuse to believe that the bank of justice is bankrupt. We refuse to believe that there are insufficient funds in the great vaults of opportunity of this nation. So we have come to cash this check, a check that will give us upon demand the riches of freedom and security of justice.»

«You have enemies? Good. That means you've stood up for something, sometimes in your life.»

«La democrazia non dà al popolo il governo più abile, ma fa ciò che il governo più abile è spesso impotente a creare. Essa diffonde in tutto il corpo sociale un'attività incessante, una forza sovrabbondante, una energia che, senza di lei, non esisterebbero e che, per poco che le circostanze siano favorevoli, possono produrre meraviglie. Questi sono i suoi veri benefici.»

«Non lo si ripete mai troppo: non c'è niente di più fecondo di meravigliosi risultati dell'arte di essere libero. Ma non c'è niente più duro del tirocinio della libertà. Non è la stessa cosa per il dispotismo. Il dispotismo si presenta sovente come il riparatore di tutti i mali sofferti; è il sostegno del buon diritto, la difesa degli oppressi e il fondatore dell'ordine. I popoli si addormentano in seno alla prosperità momentanea che esso fa nascere; e quando si risvegliano sono miserabili. La libertà, invece, nasce di solito in mezzo alle tempeste, si stabilisce faticosamente fra le discordie civili e, solo quando è già vecchia, se ne possono conoscere i benefici.»

«La tolleranza, ad una prima occhiata, non sembra essere un problema; non, per lo meno, nei Paesi democratici d'Europa, Nord America, Australia e Nuova Zelanda. In queste «società aperte», o quasi, dell’Occidente, tutti, o quasi tutti, sono tollerati dagli altri; e tutti, o quasi tutti, credono nella tolleranza, forse con maggior forza che nella democrazia. In effetti, credono nella tolleranza così fortemente che un grave problema ne scaturisce: non si dà forse il caso che il nostro attaccamento emotivo alla tolleranza si spinga troppo in là?
Temendo di essere intolleranti, siamo inclini ad estendere il diritto di tolleranza anche a coloro che sono intolleranti; a coloro che cercano di diffondere ideologie intolleranti: ideologie da cui discende il principio secondo il quale tutti coloro che dissentono devono essere soppressi con la forza; ideologie che si spingono all'estremo di considerare tutti i dissidenti come criminali.
Ritengo che questo sia uno dei nostri problemi più gravi, non tanto da un punto di vista teorico quanto da un punto di vista pratico. E sosterrò in questo intervento che la nostra devozione all'idea di tolleranza rischia di distruggere la libertà - e con essa la tolleranza. [...] Abbiamo non soltanto il diritto, ma il dovere di rifiutare di essere tolleranti verso coloro che cospirano per distruggere la tolleranza.»

«Meno noto è il paradosso della tolleranza: la tolleranza illimitata deve portare alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro l’attacco degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti, e la tolleranza con essi.
In questa formulazione, io non implico, per esempio, che si debbano sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall'opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni.
Ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perché può facilmente avvenire che esse non siano disposte a incontrarci a livello dell'argomentazione razionale, ma pretendano ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro seguaci di prestare ascolto all'argomentazione razionale, perché considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l'uso dei pugni o delle pistole.
Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti. Dovremmo insomma proclamare che ogni movimento che predica l'intolleranza si pone fuori legge e dovremmo considerare come crimini l'incitamento all'intolleranza e alla persecuzione, allo stesso modo che consideriamo un crimine l'incitamento all'assassinio, al ratto o al ripristino del commercio degli schiavi.»

«Tre sono le cose che più desidero al mondo. E precisamente: vivere in una Repubblica ordinata, tenere i barbari fuori dall'Italia e avere un mondo liberato dalla tirannide di questi scellerati preti. Pur tuttavia, non mi faccio molte illusioni: son desideri che non si avvereranno mai.»

«Gli altri si lamentano perché parlo troppo di me e io mi lamento perché gli altri non parlano mai di loro. Chissà chi di noi sta sbagliando?»

«D'altra parte nessuno si metterebbe al collo il cappio di un matrimonio se non fosse alquanto impazzito e nessuna donna entrerebbe nel letto di un uomo se pensasse ai dolori del parto e ai fastidi di allevare i figli. La vita, quindi, è bella solo quando non si ragiona. Altro che il numero quaternario di Pitagora!»

«Preferisco discendere da una scimmia che da un uomo di cultura che ha prostituito il sapere e l'eloquenza al servizio del pregiudizio e della falsità.»

«Tarapia tapiòco. Prematurata la supercazzola o scherziamo?»

«Scegliete la vita. Scegliete un lavoro. Scegliete una carriera. Scegliete una famiglia. Scegliete un cazzo di televisore gigante. Scegliete lavatrici, automobili, lettori cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita. Scegliete un mutuo ad interessi fissi, scegliete una prima casa. Scegliete gli amici. Scegliete una moda casual e le valigie in tinta. Scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritela con una stoffa del cazzo. Scegliete il fai-da-te e di chiedervi chi cazzo siete la domenica mattina. Scegliete di sedervi su un divano, a spappolarvi il cervello, e a distruggervi lo spirito davanti a un telequiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. E alla fine scegliete di marcire. Di tirare le cuoia in un ospizio schifoso, ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi. Scegliete il futuro. Scegliete la vita.»

«My soul is painted like the wings of butterflies
Fairy tales of yesterday will grow but never die»

«C'è una fine per tutto. E non è detto che sia sempre la morte.»

«L'IO ficcatelo nel culo.»

«Tutta una filastrocca di complimenti, gli stessi di sempre: grazie di esistere, prego di esserci.»

«Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough.»

«Ogni giorno una violazione di copyright si sveglia e sa di dover essere più veloce dell'admin.
Ogni giorno un admin si sveglia e sa di dover essere più veloce della violazione di copyright.
Non importa che tu sia violazione di copyright o admin: per tutto il resto c'è Mastercard.»

«Le tre cose che guardo in una donna? Se ha il marito, se ha il fidanzato, se ha un fratello grosso.»

«Se non puoi battere il tuo computer a scacchi, prova con il kickboxing.»

«Evita sempre di farti coinvolgere in una rissa. Se però è proprio impossibile non farsi coinvolgere, magari per difendere un amico o la fidanzata, lascia l'avversario per terra. O non tornare a casa, sennò finisco il lavoro cominciato da altri.»

«Ma magari la fine del mondo... sarebbe 'na botta de vita!»