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Disambiguazione – Se stai cercando il cavallo trottatore italiano, vedi Tornese (cavallo).

Il tornese (lira di Tours, ₶) è stato un denaro d'argento usato nella Francia medioevale, emesso per la prima volta agli inizi dell'XI secolo dall'Abbazia di San Martino a Tours in Francia.

Assieme al parisino e all'angevino fu una delle monete più importanti della Francia medievale.

Essa fu la moneta ufficiale della Francia fino alla riforma monetaria del 1789, che ne decretò la fine e la sostituzione con il franco germinale.

Circolazione monetaria modifica

Filippo II di Francia
 
+PHILIPVS•REX, croce patente TVRONVS•CIVIS, "castello di Tour".
Denier tournois

Il denier tournois fu coniato per la prima volta agli inizi dell'XI secolo, dai monaci dell'abbazia di San Martino di Tours, in Francia. Quando, con Filippo II di Francia, le contee di Angiò e di Tours nel 1203 passarono sotto il controllo diretto della corona di Francia, Filippo standardizzò l'uso della livre tournois in questi nuovi possedimenti, e gradualmente la livre tournois iniziò a prendere il posto della livre parisis (lira di Parigi) che era stata fino ad allora la moneta ufficiale della dinastia capetingia.

La livre tournois era, come tutte le altre monete che derivavano dalla monetazione carolingia, divisa in 20 sol (sou dopo il 1715), ognuno diviso in 12 denier. Tra il 1360 ed il 1641 fu coniata una moneta d'oro dal valore di una livre tournois, nota come franco. Fu battuta la prima volta durante il regno di Giovanni II di Francia, per pagare il riscatto del re che era stato fatto prigioniero dagli inglesi alla Battaglia di Poitiers, durante la guerra dei cent'anni.

Nel 1360, il Trattato di Brétigny lo rese libero previo pagamento di tre milioni di scudi d'oro (ovvero 11640 chilogrammi). Il nome deriverebbe dall'iscrizione "IOHANNES DEI GRATIA - FRANCORV[M] REX", (Giovanni per grazia di Dio re dei Francesi)[1] oppure dal fatto che era stato usato per liberare (franc in francese significa "libero") il re.[1] Altri franchi furono coniati sotto Carlo V, Enrico III ed Enrico IV, nonché da Luigi II di Fiandra.

In particolare Carlo V coniò anche un franco su cui il re era raffigurato stante e di conseguenza fu chiamato franc á pied. Il termine "franc" divenne sinonimo di livre tournois. La prima carta moneta francese, emessa negli anni 1701 - 1720, era denominata in livre tournois.[2] Questa fu l'ultima volta in cui fu usato ufficialmente il termine livre tournois; sulle banconote e monete successive fu usato solo livre dato che la livre parisis era già stata abolita nel 1667.

Moneta di conto modifica

Dato che esistevano molte monete sia interne che internazionali (con differenti pesi, titoli e qualità) che circolavano in Europa verso la fine del Medio evo e gli inizi dell'Era moderna, l'uso di un'unità di conto divenne una necessità finanziaria. Nel mondo bancario internazionale del XIII secolo le monete più usate erano il fiorino ed il ducato. In Francia la livre tournois ed il sistema basato su questa divenne lo standard monetario per l'unità di conto e continuò ad essere usato anche quando la "livre tournois" cessò di esistere come moneta vera e propria.

La livre tournois divenne l'unità di conto ufficiale per tutti i contratti stipulati in Francia per legge nel 1549, ma era una delle unità di conto standard dal XIII secolo. Nel 1577 l'unità di conto "livre tournois" fu abolita e sostituita dell'écu d'oro, che era al momento la moneta francese d'oro di maggior valore realmente in circolazione, ma nel 1602 fu scelta nuovamente la livre tournois come unità di conto. Un'unità di conto minore basata sulla livre parisis continuò ad essere utilizzata per usi minori a Parigi e nei dintorni e non fu abolita ufficialmente fino al 1667 da Luigi XIV.

Dato che le monete in Europa nel Medio Evo e agli inizi dell'Era moderna (i francesi écu, Luigi, testone d'argento, denier, double, franco; gli spagnolo doblone, pistola, real; gli italiani fiorino, ducato o zecchino; il tallero tedesco; il fiorino olandese, etc.) non avevano l'indicazione del loro valore, questo era determinato da editti reali.

In caso di necessità finanziarie il re di Francia potava svalutare la moneta. Ciò poteva essere fatto in due modi: (1) la quantità di metallo prezioso nelle nuove monete veniva ridotto mantenendo il vecchio valore in livres tournois o (2) aumentando il valore legale delle monete nazionali o straniere in circolazione. Applicando misure opposte invece la moneta poteva essere rinforzata.

Per esempio:

  • il valore di un écu d'or, la moneta francese d'oro, fu portato da 60 sol a 57 sol nel 1573.
  • per frenare l'uso crescente del real spagnolo, il suo valore ufficiale fu diminuito a 4 sol e 2 denier intorno al 1570.

I responsabili delle finanze reali dovettero fronteggiare molte difficoltà. Oltre alla speculazione, alle falsificazioni ed alla tosatura delle monete, (che era punita duramente), avevano anche il difficile problema di definire il valore delle varie monete d'oro, argento, biglione e rame, in risposta all'influenza spesso rilevante delle monete straniere ed all'apparizione di monete straniere che avevano intenzionalmente un aspetto simile. (cfr. politica monetaria e legge di Gresham).

Cronologia modifica

Nel periodo medievale la livre tournois era utilizzata da diversi principati, in particolare dalla Contea di Hainaut ed in Borgogna. Era coniata nell'abbazia di San Martino, vicino a Tours, da cui viene il nome. Nel 1203, con il passaggio dell'Angiò alla corona, sotto Filippo II di Francia, sostituisce la livre parisis come moneta di conto nei domini reali. Nel 1262, la riforma monetaria di Luigi IX estende il corso legale della livre tournois a tutto il regno.

Nel 1360 è creato il franco a cavallo dal valore di una livre tournois. Ne furono coniati 3 milioni di pezzi, necessari a pagare il riscatto di re Giovanni lI. Nel 1549, la livre tournois è decretata unità di conto per la tenuta della contabilità. questa ordinanza reale è confermata nel 1602, dopo un breve periodo, tra il 1577 ed il 1602, durante il quale la tenuta dei conti doveva essere fatta in écu.

Nel 1667, la livre tournois soppianta definitivamente la livre parisis, che continua ad essere utilizzata in qualche regione del regno. Nel 1720, dopo la bancorotta del sistema di Law, la denominazione ufficiale della livre tournois deviene la "livre". Nel 1795, il franco sostituisce la livre come unità di conto monetario.

Note modifica

  1. ^ a b Klütz: Münznamen...
  2. ^ A. Pick: "Standard Catalog..."

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica


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Filippo II di Francia (1180-1223): Denier tournois.
 
+PHILIPVS•REX , croce patente TVRONVS•CIVIS, castello tornese.
AR 0,88 g
Chinon, dopo il 954, denier
 
TVRON, busto diademato a destra +CAINONI CASTRO, croce ripiena.
AR 1,48 g
Ludovico I il Pio: denier, ca. 822-840
 
+ HLVDOVVICVS IMP, croce; punti in ogni quarto. + XPISTIANA RELIGIO, tempietto con croce sopra.
AR 1,65 g
Denaro di Carlo il Calvo
 
San Luigi dei Francesi (1226-1270): Gros tournois ca. 1266
 
Filippo IV di Francia: Maille Blanche (mezzo grosso) ca. 1285.
 
Filippo IV di Francia: Maille tierce à l'O rond (1/3 grosso). Coniato 1306-1314.
 

Gli inizi modifica

Il nome francese denier tournois o semplicemente tournois deriva dal basso latino turonus, corruzione di turonensis, cioè "di Tours". Nei documenti medievali la moneta veniva comunque indicata con il nome corretto di denarius turonensis o semplicemente turonensis.

Il termine turonus fu usato già prima del IX secolo per indicare le monete coniate nella cittadina francese di Tours (+ TVRONVS•CIVIS) nella legenda intorno alla croce.

Dopo la chiusura della zecca comitale agli inizi dell'XI secolo, i monaci dell'Abbazia di San Martino di Tours decisero di aprire una zecca nella loro sede, a Saint Pierre le Peullier, subito fuori dalle mura cittadine.

Inizialmente furono scelti tipi con la rappresentazione dell'effigie reale, usati al tempo di Carlomagno e Ludovico il Pio ed in seguito da altri re francesi come Carlo il Calvo (843-877) o Luigi IV d'Oltremare (936 - 954).

Al posto del nome reale l'abbazia pose la legenda CAPVT SCI MARTINI (Caput Sancti Martini, testa di San Martino). Al rovescio la croce e la legenda "+ TVRONVS CIVIS".

In seguito questi tipi furono adottati dai conti della Touraine a Chinon e di conseguenza, al tempo di Lotario (941-986) a Tours si decise di cambiare il tipo e si scelse il cosiddetto tipo del tempio.

Questo tipo era già stato usato in precedenza in particolare al tempo di Ludovico il Pio (814-840) e rappresentava un tempio cristiano, o forse un battistero, circondato dalla legenda XRISTIANA RELIGIO.

Questo tipo era stato usato anche al tempo di Carlo il Calvo nella stessa Tours.

Con gli anni il tipo del tempio fu gradualmente deformato ed assunse la caratteristica forma del cosiddetto châtel tournois.

Il "castello tornese" caratterizzò le monete di Tours e le loro imitazioni fino al tempo di Carlo il Saggio che fu re di Francia dal 1364 al 1380.

L'affermazione modifica

Tra la fine del XII secolo e gli inizi del XIII Filippo Augusto (1165-1223) conquistò, tra gli altri, i territori della valle della Loira e con essi Tours.

Il denaro tornese, e la sua lira che ne costituiva il multiplo nominale, entrò quindi nell'orbita reale e si affiancò al denaro parisino che sino a quel momento era stato la moneta ufficiale dei Capetingi.

Fino ad allora il denaro tornese era stato considerato solamente una moneta locale ed era tollerata nel territorio dei Plantageneti come equivalente all'angevino.

In questo periodo la società subisce un'esplosione demografica, si sviluppa una classe di salariati che si affianca ai mercanti ed ai proprietari terrieri. Aumenta di conseguenza la richiesta di moneta ed in particolare di moneta minuta.

Era già diffusa l'abitudine di tagliare in due i denari, che ancora costituivano l'unico tipo di moneta coniata, per ricavarne delle maglie, cioè dei mezzi denari.

Il valore del tornese era inferiore al denaro parisino: per quattro parisini si avevano cinque tornesi.

Questo minor valore lo faceva preferire nelle transazioni di minore importanza, ma frequenti, mentre il denaro parisino aveva un valore troppo elevato per i commerci minuti.

Filippo Augusto fece quindi pressione sui monaci per aumentare la produzione dei tornesi che inizialmente mantennero i tipi tradizionali. Poi nel 1191 il tipo "TVRONVS CIVIS - croce" fu sostituito dal tipo "PHILIPVS - croce".

In seguito Filippo decretò che il denier tournois fosse l'unica moneta nei territori occidentali del regno.

Negli ultimi anni del regno ci fu un altro cambiamento dei tipi che divennero: "PHILIPVS REX - croce" e "TVRONVS CIVIS - castello".

Sotto Luigi VIII e Luigi IX si completò la penetrazione del tornese nel resto del regno.

Luigi IX, imitando le città italiane che da anni coniavano i "grossi", emise a sua volta un "grosso tornese" dal valore di 12 denari.

Oltre al grosso furono coniata la "maglia bianca" (maille blanche), la moneta da mezzo grosso e la "maglia terza" (maille tierce) da 1/3 di "grosso".

La "lira tornese" del valore di 240 denari fu coniata solo più tardi. Una delle prime monete con questo valore è il famoso Franc à cheval di Giovanni il Buono (1350 - 1364).

Il denaro tornese fu imitato dai fratelli di Luigi IX di Francia, nei regni franchi dell'Oriente Latino, in Germania (Turnos, Turnose, Weißpfenning), nei Paesi Bassi, in Portogallo (tornez).

In Italia il "tornese" fu coniato a Napoli dal regno di Alfonso V d'Aragona fino alla fine del Regno delle Due Sicilie.

La fine modifica

Dopo Carlo V i tipi cambiarono e sparì lo chatel tournois. La livre tournoise rimase la moneta ufficiale del regno di Francia fino alla rivoluzione francese, quando fu creato il "franco".

Stranamente i rivoluzionari scelsero per la nuova moneta che sostituiva la lira, la parola "franco", che era stata usata per indicare una moneta d'oro dal valore di una lira tornese, al tempo di Giovanni il Buono.

Mediterraneo modifica

La moneta fu imitata anche nel Vicino Oriente crociato, dove fu conosciuto come "tornese del Levante" o "dell'Oriente Latino".

In seguito alle crociate il tournois era diventato popolare nel Mediterraneo orientale e in poco tempo divenne la moneta nazionale.

Nel 1249 Luigi IX concesse a Guglielmo II di Villehardouin, principe d'Acaia, il diritto di coniarne nel suo principato.

Denari tornesi furono coniati un po' ovunque: a Tebe; a Chiarenza nel principato d'Acaia; nella Grecia continentale dai Baroni franchi; in Epiro, Grecia e nelle Isole Ionie dai Napoletani; nelle varie isole dai Signori latini; a Scio dai Genovesi.

Venezia coniò per le sue colonie varie pezzature, tra cui il tornesello.

I tornesi furono coniati anche dagli Imperatori bizantini nel XIII e nel XIV secolo.

Italia modifica

In Italia ebbero questo nome alcune monete, tra cui:

  • Tornese dei Savoia: denaro coniato dal conte Aimone di Savoia (1330 – 1343) imitante il "doppio tornese" di Filippo IV il Bello. Aveva il tipo dello châtel tournois.
  • Tornese di Campobasso: moneta coniata dal conte Nicolò II (Conte Cola) (1450-1462) ad imitazione dei coevi denari coniati in Acaia.
  • Tornesello (piccolo tornese): era una moneta d'argento emessa a Venezia dal doge Andrea Dandolo (1343-1254) e dai successori con gli stessi tipi del "soldino". Imitava i tornesi dell'Acaia.

Il più noto tornese coniato in Italia è il "tornese napoletano". Fu una moneta di rame emessa dagli Aragona a Napoli alla metà del XV secolo e battuta fino al 1861.

Le prime monete emesse recavano l'immagine del re seduto di fronte sul trono e la croce di Gerusalemme al rovescio. Furono emessi anche in altre zecche del regno: Barletta, Gaeta, Capua, Cosenza, Isernia, Lecce ecc.

Valeva 1/20 di carlino o 6 cavalli.

Il sistema completo era così articolato:

1 ducato = 5 tarì
1 tarì = 2 carlini
1 carlino = 10 grana
1 grano = 2 tornesi
1 tornese = 6 cavalli.

Il tornese di Carlo di Borbone (1734-1759) recava al rovescio le scritta "HILARITAS" su tre righe. La moneta da tre tornesi era chiamata anche "Publica" per la scritta "PVBLICA LÆTITIA" che recava al rovescio.

La moneta da tre tornesi di Ferdinando IV aveva invece la scritta "PVBLICA COMMODITAS". Sulla moneta da un tornese era scritta l'indicazione del valore "TORNESE CAVALLI VI" su quattro righe. Furono coniate anche monete da 10, 8, e 5 tornesi, tutte di rame.

Durante la Repubblica Napolitana del 1799 furono coniate due monete da 6 e 4 tornesi. Entrambe recavano al diritto il fascio consolare sormontato dal berretto frigio.

La seconda monetazione di Ferdinando IV (1799-1805) presenta monete da 6 e 4 tornesi. Sulla moneta da un tornese c'era l'indicazione del valore in cavalli.

 
Tornese di Campobasso (1459-1463)

Durante i regni di Giuseppe Bonaparte (1806-1808) e di Gioacchino Murat (1808-1815) non furono emessi tornesi.

Con il ritorno al trono di Ferdinando e con la sua terza monetazione, quelle del 1815 e del 1816, furono coniate monete da "OTTO TORNESI" e da "CINQUE TORNESI".

Con la quarta monetazione, emessa dopo il 1816, quando Ferdinando riunì i due regni e prese quindi il nome di Ferdinando I, furono emesse monete da dieci, otto, cinque e quattro tornesi. La moneta da un tornese fu emessa solo nel 1817 ed era la moneta di minor valore coniata.

Francesco I (1825-1830) emise solo le monete da 10, 5, 2 tornese e quella da "TORNESE UNO", mentre Ferdinando II (1830-1859) coniò quelle da 10, 5, 3, 2, 1 1/2 da 1 e da 1/2 tornese. Su tutte le monete il valore era espresso in lettere.

L'ultimo Borbone di Napoli, Francesco II (1859-1861), durante il breve regno, coniò monete da 10, 5 e 2 tornesi.

Fonti modifica

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

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