Variazioni territoriali e amministrative della Toscana

Questa pagina riassume le variazioni territoriali e amministrative[1][2] della Toscana dal 1860 al 1992.

La Toscana dal 1860 al 2009

Antecedenti storici modifica

La regione italiana della Toscana deriva territorialmente dal Granducato di Toscana, annesso al Regno d'Italia con il plebiscito dell'11-12 marzo 1860. Lo Stato toscano si estendeva anche alla Romagna toscana, che sarebbe stata ceduta all'Emilia in epoca fascista. Non includeva invece la Lunigiana e l'Alta Garfagnana.

Il Granducato aveva conosciuto numerose variazioni amministrative. A seguito delle Guerre d'Italia e del Trattato di Cateau-Cambrésis, Cosimo I de' Medici ottenne in feudo i territori della Repubblica di Siena, andando a controllare lo Stato “Vecchio” di Firenze e lo Stato “Nuovo” di Siena sotto forma di due diversi Ducati, che andarono a formare nel 1569 il Granducato di Toscana e costituendone la suddivisione amministrativa primaria. I due Ducati a loro volta erano suddivisi al loro interno in numerosi capitanati (tra cui quelli di Pisa, Livorno, Grosseto e Pistoia), vicariati, contee e podesterie.

Il 18 marzo 1766 la provincia senese venne divisa in due parti, superiore e inferiore: quest'ultima costituì il nucleo originario della futura provincia di Grosseto. Le province divennero cinque con la prima suddivisione in compartimenti (1º novembre 1825), che elevò a capoluogo anche Arezzo attribuendo alla sua giurisdizione comuni fiorentini e senesi.[3]

Il 9 marzo 1848 il Granducato fu suddiviso ex novo in 7 compartimenti, più i governi di Livorno e dell'Isola d'Elba. I compartimenti e governi erano a loro volta suddivisi in 36 distretti e 246 comunità.[3] Non si trattò tuttavia del riparto definitivo, poiché il neoistituito compartimento di Pistoia fu soppresso tre anni dopo.[4] All'epoca dell'annessione dunque la Toscana si presentava ripartita nelle seguenti province:

Alcune comunità mutarono provincia: la Val di Cornia (Campiglia,[8] Piombino e Suvereto nel 1834, Monteverdi e Sassetta nel 1837) da Pisa a Grosseto,[3][9] poi di nuovo a Pisa;[3] Cetona, Chianciano, Chiusi, Montepulciano, Sarteano, Sinalunga e Torrita da Arezzo[9] a Siena.[3]

1871 modifica

La provincia di Massa e Carrara, nata dalla fusione dei territori della Lunigiana e dell'Alta Garfagnana che avevano fatto parte dal 1829 del Ducato di Modena e Reggio, era stata inserita dal 1861 nel neonato Regno d'Italia in un primo tempo nel Compartimento territoriale di Modena, Reggio e Massa[10] e solo a partire dal censimento del 1871 venne considerata provincia toscana.

1923 modifica

 
Fino al 1923 la provincia di Firenze includeva la Romagna toscana

Nel 1923 all'interno della Toscana si ebbe un'importante variazione amministrativa tra le province di Massa e di Lucca e anche una doppia modifica territoriale. La provincia di Massa subì un drastico ridimensionamento in seguito al distacco del circondario di Castelnuovo di Garfagnana[11]. La regione perse inoltre i comuni di Calice al Cornoviglio e Rocchetta di Vara (ceduti alla Liguria)[12], e inoltre il circondario di Rocca San Casciano, ossia gran parte della Romagna toscana (alla provincia di Forlì, in Romagna)[13].

Variazioni territoriali modifica

Comune Dalla regione Alla regione
  Bagno di Romagna Toscana
Firenze
Romagna
Forlì-Cesena
  Dovadola
  Galeata
  Modigliana
  Portico e San Benedetto
  Premilcuore
  Rocca San Casciano
  Santa Sofia
Sorbano[14]
  Terra del Sole e Castrocaro
  Tredozio
  Verghereto
  Calice al Cornoviglio Toscana
Massa e Carrara
Liguria
Spezia
  Rocchetta di Vara

Variazioni amministrative modifica

Comune Dalla provincia di Alla provincia di
  Camporgiano Massa e Carrara Lucca
  Careggine
  Castelnuovo di Garfagnana
  Castiglione di Garfagnana
  Fosciandora
  Gallicano
  Giuncugnano
  Minucciano
  Molazzana
  Piazza al Serchio
  Pieve Fosciana
  San Romano in Garfagnana
  Sillano
Trassilico[15]
  Vagli Sotto
  Vergemoli
  Villa Collemandina

1925 modifica

Nel 1925, per interessamento diretto del gerarca fascista livornese Costanzo Ciano, la piccola provincia di Livorno - erede del compartimento granducale - fu ingrandita da 17 comuni della provincia di Pisa e dall'isola di Capraia. Quest'ultima variazione ampliò il territorio toscano (l'isola apparteneva infatti alla provincia di Genova).[16] Pisa fu tuttavia compensata con l'acquisto di alcuni comuni del circondario di San Miniato (provincia di Firenze).

Variazioni territoriali modifica

Comune Dalla regione Alla regione
  Capraia Isola Liguria
Genova
Toscana
Livorno

Variazioni amministrative modifica

Comune Dalla provincia di Alla provincia di
  Bibbona Pisa Livorno
  Castagneto Carducci
  Cecina
  Collesalvetti
  Campiglia Marittima[8]
  Piombino
  Rosignano Marittimo
  Sassetta
  Suvereto
  Castelfranco di Sotto Firenze Pisa
  Montopoli in Val d'Arno
  San Miniato
  Santa Croce sull'Arno
  Santa Maria a Monte

La città di Prato, nonostante il suo notevole sviluppo demografico ed economico, non aveva mai ottenuto autonomia amministrativa nel Granducato di Toscana. I pratesi iniziarono a rivendicarla nel 1919, e nel 1925 fu istituito il circondario di Prato con i comuni di Calenzano, Cantagallo, Montemurlo, Prato, Tizzana e Vernio[17]. Il nuovo ente autonomo ebbe però vita brevissima: solo due anni dopo i circondari vennero aboliti.

1927 modifica

Nel 1927 fu istituita la provincia di Pistoia, che riunì vari comuni della provincia di Firenze, tra cui Tizzana (già compresa nell'ex circondario di Prato)[18]. L'abolizione del circondario e la contemporanea elevazione a capoluogo dell'eterna rivale furono sentite dai pratesi come una vera beffa: il regime fascista cercò allora di placare gli animi con la prassi di nominare spesso un pratese a capo della provincia di Firenze. Il 1927 vide anche la cessione di due comuni aretini all'Umbria.

Variazioni territoriali modifica

Comune Dalla regione Alla regione
  Monterchi Toscana
Arezzo
Umbria
Perugia
  Monte Santa Maria Tiberina

Variazioni amministrative modifica

Comune Dalla provincia di Alla provincia di
  Agliana Firenze Pistoia
  Cutigliano
  Lamporecchio
  Larciano
  Marliana
  Montale
  Pistoia
  Piteglio
  Sambuca Pistoiese
  San Marcello Pistoiese
  Serravalle Pistoiese
Tizzana

1928 modifica

Nel 1928 la provincia di Pistoia si ingrandì ulteriormente con l'acquisto di dieci comuni distaccati dalla provincia di Lucca.

Comune Dalla provincia di Alla provincia di
  Buggiano Lucca Pistoia
  Massa e Cozzile
  Monsummano Terme
  Montecatini Terme[19]
Montecatini Val di Nievole[20]
  Pescia
  Pieve a Nievole
  Ponte Buggianese
  Uzzano
  Vellano

1936 modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Variazioni dei comuni della Toscana.

Nel 1936, in occasione dell'istituzione del comune di Abetone, vi fu aggregata una zona oltre il passo, già parte del comune emiliano di Fiumalbo. Una delle numerose variazioni territoriali dei comuni toscani comportò pertanto un piccolo acquisto di territorio per la regione.

1939 modifica

Nel 1939, in seguito alle proteste della popolazione, il comune di Monterchi tornò in provincia di Arezzo.

1992 modifica

Il progetto di istituzione della provincia di Prato riprese vigore nel dopoguerra. Nel 1956 il consiglio comunale della città avanzò la richiesta ufficiale, cui seguirono le adesioni di vari comuni, inclusi alcuni enti della provincia di Pistoia (Agliana, Montale e Tizzana). La provincia pratese fu infine istituita nel 1992, ma acquistò solo sette comuni dalla provincia di Firenze e nessuno da quella di Pistoia. I comuni di Carmignano e Poggio a Caiano furono assegnati alla nuova provincia sebbene un referendum popolare avesse espresso parere contrario al distacco da Firenze.

Comune Dalla provincia di Alla provincia di
  Cantagallo Firenze Prato
  Carmignano
  Montemurlo
  Poggio a Caiano
  Prato
  Vaiano
  Vernio

Modifiche territoriali e amministrative dei comuni della Toscana modifica

Note modifica

  1. ^ Variazione territoriale di un ente è la modifica del suo territorio. Si prendono quindi in considerazione gli acquisti e le cessioni di comuni o province da parte della regione. Variazioni amministrative sono invece l'istituzione, la soppressione, la ridenominazione, la modifica dell'appartenenza all'ente di livello amministrativo superiore. Si prendono quindi in considerazione le variazioni di questo tipo che interessano comuni e province nell'ambito della regione.
  2. ^ Variazioni amministrative e territoriali dei comuni nella definizione dell'ISTAT, su istat.it. URL consultato il 31 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2011).
  3. ^ a b c d e Compendio storico della città di Firenze. 1849.
  4. ^ La storia di Pistoia Archiviato il 18 aprile 2010 in Internet Archive.
  5. ^ Il compartimento di Lucca includeva la Piana di Lucca, la Valdinievole e la Versilia.
  6. ^ Il compartimento di Pisa si estendeva in massima parte ai territori già appartenenti alla repubblica marinara di Pisa.
  7. ^ Alla città di Livorno faceva capo il dipartimento del Mediterraneo istituito durante l'occupazione napoleonica. In seguito il territorio livornese restò però limitato al solo comune capoluogo.
  8. ^ a b Campiglia includeva il futuro comune autonomo di San Vincenzo, istituito nel 1949.
  9. ^ a b Statistica dell'Italia. 1842.
  10. ^ Raccolta officiale delle leggi e dei decreti pubblicati dal governatore delle regie provincie dell'Emilia. 1860.
  11. ^ Regio Decreto 9 novembre 1923, n. 2490
  12. ^ Regio Decreto 2 settembre 1923, n. 1913
  13. ^ Regio Decreto 4 marzo 1923, n. 544
  14. ^ Comune soppresso nel 1964 e aggregato al comune di Sarsina.
  15. ^ Ex sede del comune ridenominato Fabbriche di Vallico nel 1948. In seguito la frazione di Trassilico fu aggregata al comune di Gallicano.
  16. ^ Cronistoria di Rosignano Marittimo
  17. ^ Regio Decreto 15 novembre 1925, n. 2013
  18. ^ Regio Decreto Legge 2 gennaio 1927, n. 1
  19. ^ Il comune di Bagni di Montecatini fu ridenominato Montecatini Terme proprio nel 1928.
  20. ^ Comune soppresso nel 1940 e aggregato al comune di Montecatini Terme.