Arcidiocesi di Benevento

arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia
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L'arcidiocesi di Benevento (in latino Archidioecesis Beneventana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2022 contava 258.000 battezzati su 261.980 abitanti. È retta dall'arcivescovo Felice Accrocca.

Arcidiocesi di Benevento
Archidioecesis Beneventana
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaCampania
 
Mappa della diocesi
Diocesi suffraganee
Ariano Irpino-Lacedonia, Avellino, Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti, Montevergine, Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia
 
Arcivescovo metropolitaFelice Accrocca
Vicario generaleFrancesco Iampietro
Presbiteri201, di cui 129 secolari e 72 regolari
1.283 battezzati per presbitero
Religiosi77 uomini, 145 donne
Diaconi60 permanenti
 
Abitanti261.980
Battezzati258.000 (98,5% del totale)
StatoItalia
Superficie1.691 km²
Parrocchie116
 
ErezioneI secolo, elevata ad arcidiocesi il 26 maggio 969
Ritoromano
CattedraleSanta Maria de Episcopio
Santi patroniSan Bartolomeo apostolo
IndirizzoPalazzo Arcivescovile, Piazza Orsini 27, 82100 Benevento, Italia
Sito webwww.diocesidibenevento.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La basilica della Madonna delle Grazie a Benevento.
La basilica della Santissima Annunziata di Vitulano, chiamata popolarmente "chiesa di Sant'Antonio".
La cattedra arcivescovile.

Patrono modifica

Il santo patrono principale è san Bartolomeo apostolo.

Territorio modifica

L'arcidiocesi comprende la città di Benevento e i comuni di Arpaise, San Bartolomeo in Galdo, Montemiletto, Pietradefusi, Pietrastornina, Reino, Fragneto l'Abate, Santa Croce del Sannio, San Giorgio la Molara, Cervinara, San Giorgio del Sannio, Roccabascerana, San Nicola Manfredi, Paduli, Petruro Irpino, Lapio, Foglianise, Torre Le Nocelle, Vitulano, Sant'Angelo a Cupolo, Pago Veiano, Torrecuso, Calvi, Colle Sannita, Ceppaloni, San Lupo, Montefusco, Baselice, San Leucio del Sannio, Morcone, San Marco dei Cavoti, Pannarano, Altavilla Irpina, Apollosa, Montefalcione, Montesarchio, San Nazzaro, Tufo, Apice, Pietrelcina, Molinara, Paupisi, Cautano, Colle Sannita, Venticano, Sant'Arcangelo Trimonte, San Martino Sannita, Sassinoro, Torrioni, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Buonalbergo, Castelpoto, Castelvetere in Val Fortore, Santa Paolina, Chianche, Montecalvo Irpino, Paolisi, San Martino Valle Caudina, Tocco Caudio, Fragneto Monforte, Circello, Rotondi, Foiano di Val Fortore, Campolattaro, Castelpagano, Pesco Sannita, Pontelandolfo.

Sede arcivescovile è la città di Benevento, dove si trova la cattedrale di Santa Maria de Episcopio.

Il territorio si estende su 1.691 km² ed è suddiviso in 116 parrocchie, raggruppate in 9 zone pastorali o foranie: Benevento, Miscano, Belvedere, Irpina, Sabatina, Caudina, Vitulanese, Tammaro e Fortorina.

Provincia ecclesiastica modifica

La provincia ecclesiastica di Benevento comprende le seguenti suffraganee:

Storia modifica

Soltanto da circa quattro secoli si è accertato che la Chiesa beneventana abbia avuto origine apostolica.

Lo scrittore ecclesiastico beneventano, Mario La Vipera, arcidiacono della Metropolitana, nel Catalogus Sanctorum Ecclesiae Beneventanae (1635) e nella Chronologia episcoporum et archiepiscoporum metropolitanae ecclesiae beneventanae (1636), afferma, che, antiqua traditione et ex maiorum nostrorum traditione, il primo vescovo sia stato san Fotino, greco, mandato da san Pietro nell'anno 40. Tuttavia non tutti i vescovi tramandati ex antiqua traditione hanno un fondamento storico e documentario.

L'ordinario di Benevento Landolfo fu il primo che ricevette il titolo di arcivescovo metropolita con la bolla Cum certum sit di papa Giovanni XIII del 26 maggio 969.[1] L'arcivescovo godeva di particolari privilegi: sigillava i suoi diplomi con il bollo di piombo, come avviene nella Curia romana, e come lo stesso pontefice, usava il camauro e si faceva procedere nelle visite dal Santissimo Sacramento.

L'uso del camauro, e la prerogativa di farsi precedere dall'eucaristia, sono cessati nell'anno 1466, con l'arcivescovo Niccolò Piccolomini e sotto Paolo II.

L'arcidiocesi ebbe nel tempo fino a 32 chiese suffraganee: Acquaputrida, Sant'Agata dei Goti, Alife, Ariano, Ascoli, Avellino, Boiano, Bovino, Dragonara, Fiorentino, Frigento, Guardalfieri, Larino, Lesina, Limosano, Lucera, Montecorvino, Montemarano, Ordona, Quintodecimo, Sepino, Sessola, Telese, Termoli, Tocco Caudio, Tortivoli, Trivento, Trevico, Troia, Viccari, Volturara. Per un certo periodo, dal 668 al 1034, la cura pastorale della chiesa di Siponto fu affidata agli arcivescovi di Benevento.

Poi i vescovi suffraganei si ridussero a 24, sul cominciare del XII secolo o meglio nel concilio provinciale di Ugone Guidardi del 1374, come sono scolpiti sulla porta di bronzo del duomo di Benevento.

Di questa vasta regione ecclesiastica, che andava dal mar Tirreno all'Adriatico, entravano a far parte paesi attualmente appartenenti a cinque province: Benevento, Caserta, Campobasso, Foggia e Avellino, cosicché esso rappresenta quasi il ducato di Benevento, dopo la scissione di quelli di Salerno e di Capua.

Le chiese suffraganee poi, furono ridotte a tredici, rimaste in vigore fino alla fine della seconda guerra mondiale: Sant'Agata de' Goti, Ariano, Ascoli e Cerignola, Avellino, Boiano, Bovino, Cerreto (Telese), Larino, Lucera, Montevergine, Piedimonte (Alife), San Severo e Termoli.

Il 23 febbraio 1916 in forza del decreto Archidioecesis Beneventana della Sacra Congregazione concistoriale cedette la parrocchia di Casalnuovo Monterotaro alla diocesi di Lucera e le due parrocchie di Lesina e di Poggio Imperiale alla diocesi di San Severo.[2]

Il 15 ottobre 1979 in forza del decreto Quo uberius della Congregazione per i vescovi ha ceduto all'abbazia territoriale di Montevergine il comune di Sant'Angelo a Scala[3].

Il 21 gennaio 1983, per effetto del decreto Ad uberius della stessa Congregazione per i vescovi, ha esteso la sua giurisdizione al comune di San Bartolomeo in Galdo, che prima era appartenuto alla diocesi di Lucera e al comune di Sassinoro, che prima era appartenuto all'arcidiocesi di Campobasso-Boiano; nel contempo ha ceduto alla stessa arcidiocesi di Campobasso-Boiano la giurisdizione sui comuni di Sant'Angelo Limosano, Limosano, Matrice, Campolieto, Monacilioni, San Giovanni in Galdo, Toro, Campodipietra, Jelsi, Gildone, Cercemaggiore, Riccia, Gambatesa, Tufara, Pietracatella, Macchia Valfortore e Sant'Elia a Pianisi.[4]

Il 6 marzo 1997 con il decreto Ad uberius della medesima Congregazione per i vescovi, l'arcidiocesi di Benevento ha ceduto i comuni di Greci e Savignano Irpino alla diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia ottenendo in cambio il comune di Sant'Arcangelo Trimonte.[5]

Il 25 gennaio 1998 con un altro decreto Ad uberius della medesima Congregazione per i vescovi ha acquisito inoltre dalla diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia il comune di Buonalbergo.[6]

Due cardinali, arcivescovi della città, salirono al trono pontificio: Paolo III e Benedetto XIII. La città di Benevento, inoltre, ha dato i natali a due papi: Gregorio VIII e Vittore III.

Diocesi soppresse modifica

Cronotassi dei vescovi modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche modifica

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 261.980 persone contava 258.000 battezzati, corrispondenti al 98,5% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 333.500 335.000 99,6 371 267 104 898 187 370 161
1959 333.500 333.900 99,9 326 220 106 1.023 180 435 163
1970 319.495 321.114 99,5 317 193 124 1.007 192 469 163
1980 285.194 287.423 99,2 261 156 105 1.092 129 377 165
1990 266.000 270.000 98,5 209 118 91 1.272 3 119 208 120
1999 263.000 265.744 99,0 244 117 127 1.077 16 210 320 117
2000 263.100 265.800 99,0 250 130 120 1.052 18 197 324 116
2001 263.100 265.800 99,0 243 132 111 1.082 19 186 314 116
2002 263.100 265.800 99,0 250 142 108 1.052 19 179 291 116
2003 263.100 265.800 99,0 249 151 98 1.056 20 150 280 116
2004 265.000 266.300 99,5 251 154 97 1.055 20 150 280 116
2006 265.000 267.000 99,3 231 153 78 1.147 32 116 249 116
2012 270.000 272.000 99,3 216 142 74 1.250 46 116 250 117
2015 265.000 267.000 99,3 217 146 71 1.221 53 112 193 116
2018 264.600 268.600 98,5 213 142 71 1.242 59 74 193 116
2020 263.800 267.790 98,5 206 134 72 1.280 59 78 163 116
2022 258.000 261.980 98,5 201 129 72 1.283 60 77 145 116

Note modifica

  1. ^ La bolla è riportata dal Cappelletti, op. cit., pp. 59-63.
  2. ^ (LA) Decreto Archidioecesis Beneventana, AAS 8 (1916), pp. 102-103.
  3. ^ (LA) Decreto Quo uberius, AAS 71 (1979), pp. 1363-1364.
  4. ^ (LA) Decreto Ad uberius, AAS 75 I (1983), p. 662
  5. ^ (LA) Decreto Ad uberius AAS 90 (1998), pp. 58-60.
  6. ^ (LA) Decreto Ad uberius AAS 90 (1998), pp. 239-240.
  7. ^ a b Un racconto agiografico medievale, riferisce del trasferimento delle reliquie di san Modesto a Benevento nel 591, con il beneplacito di Gregorio Magno, all'epoca del duca Arechi II (sic) e del vescovo Liniano huius nominis secundo, ossia secondo con questo nome (Acta Sanctorum octobris, vol. I, pp. 326-327, nº 6). Secondo Lanzoni, esistendo un vescovo Liniano II, è stato inserito nella cronotassi beneventana anche un Liniano I, attribuito senza alcun fondamento all'anno 369. Entrambi questi vescovi tuttavia, secondo il medesimo autore, sono sospetti «attesa la qualità del documento donde provengono» (Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, pp. 257-258).
  8. ^ Nei tradizionali cataloghi episcopali beneventani di Mario de Vipera e Pompeo Sarnelli (XVII secolo), il vescovo Giovanni I è collocato nella prima metà del V secolo. È tuttavia da identificare con Giovanni II, più correttamente inserito da altri autori tra VII e VIII secolo, dopo san Barbato.
  9. ^ La vita di san Cadoc, soprannominato in gaelico doeth, ossia il saggio, monaco, abate e vescovo gallese, scritta nella seconda metà dell'XI secolo, racconta che ad un certo punto l'abate Cadoc venne nominato vescovo di Beneventum, da identificarsi probabilmente con Bannaventa, città fortificata della Britannia romana, nella contea inglese del Northamptonshire. Secondo Lanzoni, questa leggenda agiografica è all'origine di san Sofio, vescovo di Benevento; il nome deriverebbe dalla traduzione in greco del termine "saggio", sophia, soprannome del santo. (Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. I, pp. 260-261).
  10. ^ Il nome di questo vescovo deriverebbe dalla leggendaria Passio Placidi et sociorum, falso storico di Pietro Diacono, nella quale si racconta che il discepolo di san Benedetto, inviato in Sicilia, si fermò a Benevento, accolto dal vescovo Marciano. De Vipera gli assegna l'anno 533. Acta Sanctorum ordinis S. Benedicti, vol. I, Parigi, 1668, p. 59. Pietro Diacono, Dizionario biografico degli italiani, vol. 83, 2015.
  11. ^ L'esistenza di questo santo non è attestata da nessun documento antico; il De Vipera (Chronologia episcoporum et archiepiscoporum metropolitanae ecclesiae Beneventanae, Napoli 1636, pp. 22-23) lo assegna all'anno 543, ma senza alcun solido fondamento storico; questo dato viene poi ripetuto negli elenchi successivi dei vescovi beneventani. A Benevento la sua festa era celebrata il 17 ottobre. Lanzoni ritiene possa trattarsi in realtà di san Sossio, presente nel martirologio geronimiano il 16 ottobre, il cui nome appare nella forma Sosso o Zosimo e legata alla figura di san Gennaro. Giovanni Mongelli, v. Zenone (Zosimo) di Benevento, in Bibliotheca Sanctorum, vol. XII, 1969, coll. 1473-1474.
  12. ^ Secondo le cronotassi tradizionali, avrebbe consacrato la cattedrale di Benevento all'epoca di Arechi I (ca. 591-641). Secondo Lanzoni, questo Davide I non è mai esistito; si tratterebbe infatti dello sdoppiamento del vescovo Davide, documentato nell'VIII secolo, che consacrò la chiesa di Santa Sofia al tempo di Arechi II (758-787).
  13. ^ La critica storica non è unanime nell'attribuzione della sede episcopale di Barbaro. Infatti, come documentano Lanzoni (Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII, vol. I, Faenza, 1927, p. 263) e Pietri (Charles Pietri, Luce Pietri, ed., Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne 313-604, vol. I, École française de Rome, Roma, 1999, pp. 254-255, Barbarus 3), l'epistolario di Gregorio Magno comprende due lettere del mese di novembre 602, una indirizzata a Barbaro e l'altra al clero e ai fedeli di Palermo; Barbaro tuttavia non è indicato come vescovo di Benevento, ma di Carini. La medesima indicazione di Carini è riportata nell'edizione delle lettere gregoriane edita dalle Monumenta Germaniae Historica (M.G.H., Epistolae. Gregorii I papae Registrum epistolarum Archiviato l'8 novembre 2016 in Internet Archive., Berlino 1899, vol. 2.2, XIII, nnº 16 e 17, pp. 383-384).
  14. ^ Luca Bellingeri, Davide, vescovo di Benevento, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 33, 1987.
  15. ^ Questo vescovo è documentato storicamente in due occasioni: nell'831 fu destinatario di una lettera del monaco Ildemaro (Monumenta Germaniae Historica, Epistolae, V, p. 320, nº 15): nell'839 consacrò la cappella di San Bartolomeo della cattedrale. Si presume un suo episcopato durato dall'831 all'853 (probabile anno di consacrazione di Aione), con esclusione degli improbabili Ermericco, Giovanni IV e Giovanni V. Giuseppe Gianluca Cicco, La scuola cattedrale di Benevento e il vescovo Urso (secolo IX), in Rivista di storia della Chiesa in Italia, 2 (2006), pp. 341-373.
  16. ^ Giovanni Araldi, Roffredo, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 88, 2017.
  17. ^ Umberto Longo, Landolfo, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 63, 2004.
  18. ^ Giovanni Araldi, Roffredo, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 88, 2017.
  19. ^ Stefano Palmieri, Enrico, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 42, 1993.
  20. ^ Francesco Panarelli, Lombardo da Piacenza, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 65, 2005.
  21. ^ Documentato per la prima volta come vescovo eletto nel settembre 1179. Giancarlo Andenna, Gli arcivescovi di Benevento, la tiara e l'imitazione della simbologia del papato: tra equivoci "involontari" e strategie di legittimazione, in Rivista di storia della Chiesa in Italia, 2 (2005), p. 366.
  22. ^ Norbert Kamp, Capoferro, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 18, 1975.
  23. ^ Rafael Lazcano, Episcopologio agustiniano, Guadarrama (Madrid), Agustiniana, 2014, vol. I, pp. 613-632.
  24. ^ Marcello Simonetta, Griffi Leonardo, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 59, 2002.

Bibliografia modifica

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