Diocesi di Pavia
Diocesi di Pavia Dioecesis Papiensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Milano | ||
Regione ecclesiastica | Lombardia | ||
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Vescovo | Corrado Sanguineti | ||
Vicario generale | Luigi Pedrini | ||
Vescovi emeriti | Giovanni Giudici | ||
Sacerdoti | 140 di cui 113 secolari e 27 regolari 1.285 battezzati per sacerdote | ||
Religiosi | 31 uomini, 118 donne | ||
Diaconi | 4 permanenti | ||
Abitanti | 192.891 | ||
Battezzati | 180.000 (93,3% del totale) | ||
Superficie | 782 km² in Italia | ||
Parrocchie | 100 (4 vicariati) | ||
Erezione | III secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santo Stefano e Santa Maria Assunta | ||
Santi patroni | San Siro Sant'Agostino | ||
Indirizzo | Piazza del Duomo 11, 27100 Pavia, Italia | ||
Sito web | www.diocesi.pavia.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2017 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia |
La diocesi di Pavia (in latino: Dioecesis Papiensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Milano appartenente alla regione ecclesiastica Lombardia. Nel 2016 contava 180.000 battezzati su 192.891 abitanti. È retta dal vescovo Corrado Sanguineti.

TerritorioModifica
La diocesi è sommariamente compresa tra il Ticino a ovest, il Po a sud, i colli del Lodigiano a est e il Lambro meridionale a nord. Il suo territorio è costituito dai comuni del Pavese, ad eccezione di Casorate Primo, Siziano e Miradolo Terme, a cui si aggiungono i comuni di Casarile e Binasco nella città metropolitana di Milano.
Sede vescovile è la città di Pavia, dove si trova la cattedrale di Santo Stefano e Santa Maria Assunta, che ricorda nella doppia intitolazione l'esistenza delle due cattedrali medievali (estiva e invernale). A Pavia sorgono pure le basiliche di San Pietro in Ciel d'Oro, che custodisce i resti di sant'Agostino e di san Severino Boezio, e di San Michele Maggiore, chiesa che ospitò nei secoli X - XII le incoronazioni dei re italici.
Parrocchie e vicariatiModifica
Il territorio si estende su 782 km² ed è suddiviso in 100 parrocchie, raggruppate in 4 vicariati:
- Vicariato I della Città
- Vicariato II della Bassa Pavese
- Vicariato III
- Vicariato IV
Le parrocchie di Torrevecchia Pia, Vigonzone e Zibido al Lambro, fino al 1979 appartenenti all'arcidiocesi di Milano, seguivano il rito ambrosiano anziché quello romano. Per esigenze pastorali, con lettera vescovile nel 2006 fu introdotto anche qui ad experimentum il rito romano.
StoriaModifica
L'attestazione più antica dell'esistenza di una comunità cristiana in Pavia è nella Vita Martini[1], la biografia di san Martino di Tours scritta dal suo discepolo Sulpicio Severo. In essa si narra che Martino, che a quel tempo era ancora fanciullo e viveva a Ticinum (nome latino della città), fuggì di casa e ad ecclesiam confugit (si rifugiò nella chiesa): l'episodio si collocherebbe negli anni intorno al 325-330 (essendo Martino nato nel 316 o 317) e pur con tutte le cautele interpretative del caso, indicherebbe l'esistenza di una "chiesa" (una comunità cristiana o un edificio di culto) a Pavia negli anni immediatamente successivi all'Editto di Milano (313) e al Concilio di Nicea (325)[2].
Il primo vescovo pavese documentato da fonti antiche è Invenzio o Evenzio, che compare tra i vescovi che parteciparono al concilio di Aquileia del 381, guidato da Ambrogio di Milano, il quale inoltre parla di Evenzio nella sua opera De officiis ministrorum, scritta verso il 390.[3]
Secondo la tradizione locale, tuttavia, il fondatore e protovescovo della città fu Siro, vissuto nella prima metà del IV secolo. Una leggenda di epoca tardo-medievale lo identificava con il fanciullo che, nel capitolo 6 del vangelo secondo Giovanni, offre a Gesù i pani e i pesci per il miracolo della loro moltiplicazione: da qui l'iconografia consueta del santo, che lo raffigura in abiti episcopali con ai piedi un cesto contenente, appunto, pani e pesci.[4]
Nel 451 Pavia è menzionata come suffraganea del patriarcato di Aquileia.
Nel VI secolo papa Ormisda concesse al vescovo sant'Ennodio e ai suoi successori il privilegio del pallio, che sarà confermato il 24 agosto 877 da papa Giovanni VIII al vescovo Giovanni II.
Capitale del regno dei Longobardi ariani, Pavia visse per decenni con un duplice episcopato, cattolico ed ariano, situazione che ebbe termine con un atto del re Ariperto I († 661), che pose fine alla gerarchia ariana; in questa occasione il vescovo ariano Anastasio si convertì al cattolicesimo. Fino alla conversione longobarda le chiese ed i monasteri cattolici erano gestiti da chierici e monaci colombaniani dell'abbazia di San Colombano di Bobbio con sede primaria nel Monastero di San Pietro in Ciel d'Oro, che attuò a Pavia e nel territorio un rinascita della cristianità e l'evangelizzazione di aree ancora pagane.
Nel 679 il vescovo di Pavia partecipò al concilio provinciale di Milano, indizio molto probabile dell'appartenenza di Pavia alla provincia ecclesiastica milanese.
Verso l'inizio dell'VIII secolo l'elezione del vescovo sant'Armentario suscitò alcuni contrasti per la giurisdizione metropolitica, da cui si deduce che in questo tempo la diocesi di Pavia non era soggetta all'autorità metropolitica dell'arcidiocesi di Milano, probabilmente a causa dell'emancipazione politica durante il dominio longobardo. Forse da questo momento inizierà l'indipendenza ecclesiastica della Chiesa pavese dalla giurisdizione metropolitica di Milano e la sua immediata soggezione alla sede romana[5].
Tra il X e l'XI secolo si formò il territorio dipendente dal vescovo di Pavia con l'acquisizione o la cessione alla mensa episcopale di pievi dotate dello ius baptizandi; in una bolla di papa Onorio III del 1217[6] viene offerta una panoramica delle dipendenze del vescovo all'inizio del XIII secolo.
Nel 1423 fu indetto a Pavia un concilio, che fu poi traslato a Siena, ma le sue conclusioni tacciate di eresia, furono rifiutate e lo stesso concilio non fu riconosciuto come concilio ecumenico.
Subito dopo il Concilio di Trento il vescovo Ippolito Rossi eresse il seminario diocesano. Lo stesso vescovo sostenne vigorosamente e vittoriosamente una controversia con san Carlo Borromeo, che voleva assoggettare la sede di Pavia alla potestà metropolitica dell'arcidiocesi di Milano. Inoltre ebbe da papa Sisto V una nuova conferma delle antiche prerogative della diocesi, fra cui l'uso del pallio.
Il 15 febbraio 1743 papa Benedetto XIV con la bolla Ad supremam equidem[7] concesse ai vescovi di Pavia di aggiungere al proprio il titolo di arcivescovi di Amasea.
Il 1º giugno 1803 fu assegnata come suffraganea alla provincia ecclesiastica milanese e tale fu confermata il 16 febbraio 1819 con la bolla Paternae charitatis di papa Pio VII[8], con la quale si stabiliva che la suffraganeità sarebbe cominciata con la morte del vescovo in carica, Paolo Lamberto D'Allègre, avvenuta nel 1821. Con la stessa bolla Paternae charitatis fu revocata l'unione del titolo di Amasea con quello di Pavia.
Il 2 gennaio 1809 la diocesi rinunciò alle parrocchie piacentine[9] della pieve di Fontana Fredda e di Roveleto di Cadeo e della pieve di Val Nure[10] con Bettola e la pieve di Revegozzo[11], San Bernardino, Bramaiano, Groppoducale, Rigolo, S. Giovanni, Cogno San Bassano (oggi sotto Farini), Leggio, Monte Ossero, Santa Maria, La Costa, Olmo, Vigolo che passarono quindi alla diocesi di Piacenza.
Nel 1817 la diocesi cedette tutte le parrocchie a destra del Ticino alla diocesi di Vigevano.
Il 20 giugno 1859 Pietro Maria Ferrè fu trasferito dalla diocesi di Crema alla sede episcopale di Pavia, ma dopo l'unità incontrò l'opposizione del governo italiano perché nell'elezione erano stati osservati i privilegi della corona austro-ungarica. Il vescovo non poté prendere possesso della sede e ritenne la sede di Crema come amministratore apostolico. La situazione si risolse il 27 marzo 1867, quando fu trasferito alla diocesi di Casale Monferrato.
Nel 1979 la diocesi si ingrandì con l'acquisizione dall'arcidiocesi di Milano dell'intero territorio del comune di Torrevecchia Pia.[12] Contestualmente cedette alla diocesi di Lodi le frazioni di Camporinaldo (comune di Miradolo Terme) e di Corte Sant'Andrea (comune di Senna Lodigiana), acquisendo dalla stessa parti dei comuni di Marzano e di Bascapè.[13]
Cronotassi dei vescoviModifica
Un catalogo di vescovi pavesi, scoperto ex vetere libello ed inserito in un registro del capitolo della cattedrale dal canonico Alessio Beretta (XVI secolo), è ritenuto attendibile e derivante dagli antichi dittici. Così si esprime Lanzoni: «Si può ritenere che il catalogo dell'archivio capitolare di Pavia, benché non anteriore al XVI secolo, derivi da fonte antica e degna di fede… Del resto il catalogo viene largamente confermato dai documenti sincroni».[14]
- San Siro † (prima metà del IV secolo)
- San Pompeo I † (inizio seconda metà del IV secolo)
- Sant'Invenzio † (prima del 381 - circa 397 deceduto)
- San Profuturo † (397 - circa 402[15])
- Obediano † (prima metà del V secolo)
- Sant'Ursicino † (prima metà del V secolo)
- San Crispino I † (prima del 446 - circa 466 deceduto)
- Sant'Epifanio † (466 - circa 496 deceduto)[16]
- San Massimo † (menzionato nel 501)
- Sant'Ennodio † (prima dell'estate 515 - 17 luglio 521 deceduto)
- San Crispino II † (521 - 30 ottobre 541 deceduto)
- Paolo † (541 - 566 ?)
- Pompeo II † (seconda metà del VI secolo)
- Severo † (fine VI - inizio VII secolo)
- Bonifacio † (inizio VII secolo)
- Tommaso † (metà del VII secolo)
- Sant'Anastasio † (658[17] - 28 maggio 680 deceduto)
- San Damiano † (680 - 12 aprile 710 deceduto)
- Sant'Armentario † (710 - 722)
- San Pietro I † (circa 722 - circa 740)
- San Teodoro † (circa 740 - inizio seconda metà dell'VIII secolo)
- Agostino † (inizio seconda metà dell'VIII secolo)[18]
- San Girolamo † (menzionato nel 769)
- Ireneo † (seconda metà dell'VIII secolo)
- Gandolfo † (seconda metà dell'VIII secolo)
- Pietro II † (781 - 790)
- Waldo di Reichenau, O.S.B. † (795 - 802) (amministratore)[19]
- San Giovanni I † (812 - 825)[20]
- Sebastiano † (IX secolo)
- Adeodato † (829 - 841)[21]
- Liutardo dei Conti † (841 - 864)[22]
- San Litifredo I † (864 - 874) [23]
- Giovanni II † (874 - 911)
- Giovanni III il Buono † (912 - 924 deceduto)
- Leone † (925 - 930 o 943)
- Litifredo II † (930 o 943 - 971)
- Pietro Canepanova † (971 - novembre 983 eletto papa con il nome di Giovanni XIV)
- Guido (forse Corti) † (984 - 1008)
- Rainaldo (forse Catassi) † (1008 - 1056)
- Enrico (Olderico) Astari † (1057 - 1068)
- Guglielmo d'Este † (1068 - 1104)
- Guido Pescari † (1104 - 1118)
- Bernardo Lonati, C.R.S.A. † (10 dicembre 1118 - 1130)
- Pietro Rosso † (1130 - 1139)
- Alfano Confalonieri, C.R.S.A. †
- Pietro Toscani, O.Cist. † (febbraio o marzo 1148 - 20 maggio 1180 deceduto)
- San Lanfranco Beccari † (1180 - 23 giugno 1198 deceduto)
- Beato Bernardo Balbi † (8 agosto 1198 - 18 settembre 1213 deceduto)
- Rodobaldo de' Sangiorgio † (1213 - 1215 deceduto)
- Gregorio Crescenzi † (1215 - 1216)
- San Folco Scotti † (1216 - 26 ottobre 1229 deceduto)
- San Rodobaldo Cipolla † (16 giugno 1230 - 12 ottobre 1254 deceduto)
- Guglielmo da Caneto † (prima del 1256 - 1272)
- Guido Zazzi, O.S.B.Clun. † (1272 - 1294 deceduto)
- Guido Langosco † (18 aprile 1295 - prima del 10 giugno 1311 deceduto)
- Carante Sannazzari † (15 giugno 1326 - 1328 deceduto)
- Giovanni Fulgosi † (16 dicembre 1328 - 1342)
- Matteo Riboldi † (7 ottobre 1342 - 27 giugno 1343 nominato vescovo di Verona)
- Pietro Spelta, O.Hum. † (27 giugno 1343 - 1356 deceduto)
- Alchiero Alchieri † (9 dicembre 1356 - dopo il 1361 deceduto)
- Francesco Sottoriva † (5 maggio 1363 - 18 settembre 1386 deceduto)
- Guglielmo Centueri, O.F.M. † (27 settembre 1386 - 26 giugno 1402 deceduto)
- Pietro Grassi † (27 settembre 1402 - 28 settembre 1426 deceduto)
- Francesco Piccolpasso † (26 febbraio 1427 - 7 giugno 1435 nominato arcivescovo di Milano)
- Enrico Rampini † (7 giugno 1435 - 23 agosto 1443 nominato arcivescovo di Milano)
- Sede vacante (1443-1446)[24]
- Giacomo Borromeo † (18 luglio 1446 - 4 agosto 1453 deceduto)
- Giovanni Castiglione † (3 ottobre 1453 - 14 aprile 1460 deceduto)
- Giacomo Ammannati Piccolomini † (23 luglio 1460 - 10 settembre 1479 deceduto)
- Ascanio Maria Sforza Visconti † (17 settembre 1479 - 1505 dimesso)
- Francesco Alidosi † (26 marzo 1505 - 24 maggio 1511 deceduto)
- Antonio Maria Ciocchi del Monte † (30 maggio 1511 - 13 marzo 1521 dimesso)
- Giovanni Maria Ciocchi del Monte † (13 marzo 1521 - 3 giugno 1530 dimesso)
- Giovan Girolamo de' Rossi † (3 giugno 1530 - 1541 deposto)
- Giovanni Maria Ciocchi del Monte † (4 giugno 1544 - 7 febbraio 1550 eletto papa con il nome di Giulio III) (per la seconda volta)
- Giovan Girolamo de' Rossi † (22 febbraio 1550 - 5 aprile 1564 deceduto) (per la seconda volta)[25]
- Ippolito de' Rossi † (4 settembre 1564 - 28 aprile 1591 deceduto)
- Sant'Alessandro Sauli, B. † (10 maggio 1591 - 11 ottobre 1592 deceduto)
- Francesco Gonzaga, O.F.M.Obs. † (29 gennaio 1593 - 30 aprile 1593 nominato vescovo di Mantova) (vescovo eletto)
- Guglielmo Bastoni † (30 aprile 1593 - gennaio 1609 deceduto)
- Giambattista Biglia † (19 gennaio 1609 - 1617 deceduto)
- Fabrizio Landriani † (17 luglio 1617 - 1642 deceduto)
- Giovanni Battista Sfondrati † (1º dicembre 1642 - 1647 deceduto)
- Francesco Biglia † (10 febbraio 1648 - 4 giugno 1659 deceduto)
- Girolamo Melzi † (22 settembre 1659 - ottobre 1672 deceduto)
- Lorenzo Trotti † (12 dicembre 1672 - 29 settembre 1700 deceduto)
- Jacopo Antonio Morigia, B. † (24 gennaio 1701 - 8 ottobre 1708 deceduto)
- Sede vacante (1708-1711)
- Agostino Cusani † (14 ottobre 1711 - 12 luglio 1724 dimesso)
- Francesco Pertusati, O.S.B.Oliv. † (11 settembre 1724 - 17 novembre 1752 deceduto)
- Carlo Francesco Durini † (23 luglio 1753 - 25 giugno 1769 deceduto)
- Bartolomeo Olivazzi † (11 settembre 1769 - 14 settembre 1791 deceduto)
- Giuseppe Bertieri, O.E.S.A. † (26 marzo 1792 - 15 luglio 1804 deceduto)[26]
- Sede vacante (1804-1807)
- Paolo Lamberto D'Allègre † (18 settembre 1807 - 6 ottobre 1821 deceduto)
- Luigi Tosi † (16 maggio 1823 - 13 dicembre 1845 deceduto)
- Sede vacante (1845-1850)
- Angelo Ramazzotti, O.SS.C.A. † (20 maggio 1850 - 15 marzo 1858 nominato patriarca di Venezia)
- Pietro Maria Ferrè † (20 giugno 1859 - 27 marzo 1867 nominato vescovo di Casale Monferrato)
- Sede vacante (1867-1871)
- Lucido Maria Parocchi † (27 ottobre 1871 - 12 marzo 1877 nominato arcivescovo di Bologna)
- Agostino Gaetano Riboldi † (12 marzo 1877 - 15 aprile 1901 nominato arcivescovo di Ravenna)
- Francesco Ciceri † (15 aprile 1901 - 2 giugno 1924 deceduto)
- Giuseppe Ballerini † (26 luglio 1924 - 22 giugno 1933 deceduto)
- Giovanni Battista Girardi † (8 maggio 1934 - 17 aprile 1942 deceduto)
- Carlo Allorio † (4 luglio 1942 - 2 luglio 1968 ritirato[27])
- Antonio Giuseppe Angioni † (6 luglio 1968 - 2 aprile 1986 ritirato)
- Giovanni Volta † (2 aprile 1986 - 1º dicembre 2003 ritirato)
- Giovanni Giudici (1º dicembre 2003 - 16 novembre 2015 ritirato)
- Corrado Sanguineti, dal 16 novembre 2015
Persone legate alla diocesiModifica
- Ferdinando Rodolfi, vescovo di Vicenza
- Pietro Maffi, cardinale, arcivescovo di Pisa
- Giovanni Cazzani, arcivescovo, vescovo di Cremona
- Antonio Poma, cardinale, arcivescovo di Bologna
- Ernesto Civardi, cardinale
- Mario Picchi, fondatore del Centro italiano di solidarietà
- Virgilio Noè, cardinale, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
- Paolo Magnani, vescovo di Treviso
- Carlo Maria Viganò, arcivescovo, nunzio apostolico negli Stati Uniti d'America
- Vittorio Lanzani, vescovo, delegato papale per la basilica di San Pietro in Vaticano
- Davide Albertario, sacerdote e giornalista
- Cesare Angelini, sacerdote, scrittore e critico letterario
- Riccardo Pampuri, religioso, santo della Chiesa cattolica
- Benedetta Cambiagio Frassinello, religiosa, santa della Chiesa cattolica
- Contardo Ferrini, laico, beato della Chiesa cattolica
- Luigi Bardone, sacerdote
- Carlo Bellisomi, cardinale
- Antonio Anastasio Rossi, patriarca latino di Costantinopoli e prelato di Pompei
- Carlo Ambrogio Mezzabarba, diplomatico, vescovo di Lodi
- Francesco Magani, vescovo di Parma
- Bernardino da Feltre, religioso, beato della Chiesa cattolica
- Michele Pio Fasoli, religioso, martire, beato della Chiesa cattolica
- Lanfranco di Canterbury, vescovo, beato della Chiesa cattolica
- Belbello da Pavia, artista
- Enzo Boschetti, sacerdote, venerabile della Chiesa cattolica
- Luigi Maverna, arcivescovo di Ferrara
StatisticheModifica
La diocesi nel 2016 su una popolazione di 192.891 persone contava 180.000 battezzati, corrispondenti al 93,3% del totale.
anno | popolazione | sacerdoti | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per sacerdote | uomini | donne | |||
1950 | 141.298 | 141.348 | 100,0 | 208 | 182 | 26 | 679 | 26 | 697 | 97 | |
1969 | 153.000 | 154.215 | 99,2 | 212 | 179 | 33 | 721 | 39 | 640 | 96 | |
1980 | 150.322 | 170.322 | 88,3 | 190 | 160 | 30 | 791 | 37 | 435 | 104 | |
1990 | 162.029 | 162.370 | 99,8 | 179 | 151 | 28 | 905 | 33 | 348 | 99 | |
1999 | 159.689 | 161.610 | 98,8 | 170 | 132 | 38 | 939 | 54 | 237 | 99 | |
2000 | 162.236 | 162.897 | 99,6 | 176 | 136 | 40 | 921 | 53 | 238 | 99 | |
2001 | 167.135 | 168.102 | 99,4 | 175 | 137 | 38 | 955 | 51 | 689 | 99 | |
2002 | 157.226 | 168.379 | 93,4 | 168 | 131 | 37 | 935 | 43 | 219 | 99 | |
2003 | 167.450 | 170.458 | 98,2 | 166 | 131 | 35 | 1.008 | 46 | 246 | 99 | |
2004 | 158.711 | 161.562 | 98,2 | 157 | 129 | 28 | 1.010 | 31 | 222 | 99 | |
2013 | 173.000 | 185.161 | 93,4 | 134 | 110 | 24 | 1.291 | 5 | 27 | 131 | 100 |
2016 | 180.000 | 192.891 | 93,3 | 140 | 113 | 27 | 1.285 | 4 | 31 | 118 | 100 |
FontiModifica
- Annuario pontificio del 2017 e precedenti, in (EN) David Cheney, Diocesi di Pavia, su Catholic-Hierarchy.org.
- Sito ufficiale della diocesi
- (EN) Diocese of Pavia, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
- (EN) Diocesi di Pavia, su GCatholic.org.
- Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (an. 604), vol. II, Faenza, 1927, pp. 981–991
- Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, vol. XII, Venezia, 1857, pp. 395–518
- Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia, 1851, vol. LII, pp. 16–28
- Francesco Magani, Cronotassi dei vescovi di Pavia, Pavia, 1894
- Alberto Arecchi (a cura di), Mille nomi nella storia di Pavia, Pavia, Associazione culturale Liutprand, 1998.
- Storia della provincia ecclesiastica di Milano
- Storia della diocesi
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig, 1931, pp. 800–801
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 389–390; vol. 2, p. 212; vol. 3, p. 269; vol. 4, p. 273; vol. 5, p. 306; vol. 6, p. 328
NoteModifica
- ^ Patrologia Latina, XX, cc. 95-150
- ^ V. Lanzani, Dalle origini della città cristiana all'arrivo dei Longobardi, in "Storia Religiosa della Lombardia", vol. 11: "Diocesi di Pavia", La Scuola, Brescia, 1995, pp. 14-18.
- ^ Lanzani cit., p.20
- ^ M.P. Billanovich, San Siro. Falsificazione, mito, storia, in «Italia medievale e umanistica», 29 (1986), pp. 1-54; A. M. Orselli, La città altomedievale e il suo santo patrono.(Ancora una volta) il campione pavese, in L'immaginario religioso della città medievale, Ravenna 1980, pp. 243-353. Secondo Francesco Lanzoni l'aver anticipato di tre secoli l'esistenza di san Siro costrinse autori locali ad inserire i nomi di una quindicina di vescovi fittizi per colmare il vuoto temporale venutosi a creare nel catalogo episcopale.
- ^ F. Besostri, La città, il re, il vescovo, in «Cultura Religiosa e Scuola», Anno II, n, 3 (luglio-dicembre 2011), pp. 69-84.
- ^ Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 454-456.
- ^ Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 492-495.
- ^ Cappelletti, op. cit.. p. 509.
- ^ Eleonora Destefanis, Paola Guglielmotti, La diocesi di Bobbio. Formazione e sviluppi di un’istituzione millenaria, Firenze 2015 – Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”, www.retimedievali.it - pag. 15 Fig. 2: I territori diocesani di Piacenza e Bobbio
- ^ Storia della Diocesi di Pavia (sec. IV - 1989) su Lombardia Beni Culturali
- ^ La Pieve di Revigozzo di Val Nure
- ^ Decreto Quo aptius del 15 gennaio 1979, AAS 71 (1979), pp. 377-378.
- ^ Decreto Quo aptius del 20 gennaio 1979, AAS 71 (1979), pp. 378-379.
- ^ Lanzoni, op. cit., pp. 981-982.
- ^ Mauro Bonato, San Profuturo di Pavia, su www.santiebeati.it. URL consultato il 20 aprile 2020.
- ^ La cronologia è incerta; altre date proposte dagli storici sono il 467-497.
- ^ Francesco Corvino, Sant'Anastasio, su Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 20 aprile 2020.
- ^ Il suo episcopato durò pochi giorni e non prese possesso della diocesi.
- ^ Assente nel catalogo episcopale riportato da Gams e dal sito della diocesi.
- ^ Mauro Bonato, San Giovanni I di Pavia, su www.santiebeati.it. URL consultato il 20 aprile 2020.
- ^ Mirella Ferrari, Dungal, su Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 20 aprile 2020.
- ^ Giuseppe Caraci, Sesto Calende, su Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 20 aprile 2020.
- ^ Mauro Bonato, San Litifredo (o Liutfredo) di Pavia, su www.santiebeati.it. URL consultato il 20 aprile 2020.
- ^ Il 4 settembre 1443 Bernardo Landriano, vescovo di Asti, fu eletto alla sede pavese, ma non accettò il trasferimento.
- ^ Secondo Eubel si dimise il 4 settembre e gli succedette Ippolito.
- ^ Lazcano, Rafael, Episcopologio agustiniano. Ed. Augstiniana. Guadarrama (Madrid) 2014, vol. I, 1046-1049.
- ^ Nominato vescovo titolare di Formia.
Voci correlateModifica
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Collegamenti esterniModifica
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