Arcidiocesi di Praga

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L'arcidiocesi di Praga (in latino: Archidioecesis Pragensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica nella Repubblica Ceca. Nel 2021 contava 565.150 battezzati su 2.344.800 abitanti. È retta dall'arcivescovo Jan Graubner.

Arcidiocesi di Praga
Archidioecesis Pragensis
Chiesa latina
 
Stemma della diocesi Mappa della diocesi
Diocesi suffraganee
České Budějovice, Hradec Králové, Litoměřice, Plzeň
 
Arcivescovo metropolita e primateJan Graubner
AusiliariVáclav Malý[1],
Zdeněk Wasserbauer[2]
Arcivescovi emeriticardinale Dominik Duka, O.P.
Presbiteri306, di cui 163 secolari e 143 regolari
1.846 battezzati per presbitero
Religiosi196 uomini, 264 donne
Diaconi36 permanenti
 
Abitanti2.344.800
Battezzati565.150 (24,1% del totale)
StatoRepubblica Ceca
Superficie8.765 km²
Parrocchie147
 
Erezione973
Ritoromano
CattedraleSan Vito
IndirizzoHradčanské nám. 56/16, 119 02 Praha 1, Česká Republika
Sito webwww.apha.cz
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Repubblica Ceca
Il palazzo vescovile di Praga.
La sede del capitolo dei canonici della cattedrale di San Vito.
L'imponente edificio del seminario arcivescovile di Praga; in primo piano il memoriale al cardinale Josef Beran.

Territorio modifica

L'arcidiocesi comprende parte della regione ceca della Boemia Centrale.

Sede arcivescovile è la città di Praga, dove si trova la cattedrale di San Vito.

Il territorio è suddiviso in 147 parrocchie.

Storia modifica

La diocesi di Praga fu eretta nel 973, ricavandone il territorio dalla diocesi di Ratisbona. Inizialmente il territorio comprendeva la Boemia, la Slesia con Cracovia, la Lusazia, la Moravia, l'Ungheria occidentale fino ai fiumi Váh e Danubio e la Bassa Austria fra i fiumi Thaya e Kamp. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Magonza (oggi diocesi).

Thietmar, un monaco benedettino di Magdeburgo che aveva una vasta conoscenza della lingua slava, fu il primo vescovo di Praga nel 973.

Nel 1063 cedette la Moravia a vantaggio dell'erezione della diocesi di Olomouc.

A partire dal regno di Ottocaro I (1198 - 1230) il capitolo della cattedrale ebbe il privilegio dell'elezione del vescovo, mentre al re di Boemia spettava il diritto a conferire l'investitura. Nel primo quarto del XIII secolo vi furono gravi contrasti tra il vescovo Ondřej e il re di Boemia, che voleva abrogare i privilegi del clero, al termine dei quali il vescovo scagliò l'interdetto sul regno. Si arriverà ad un concordato nel 1220. Il resto del secolo vide una fioritura di ordini religiosi a Praga e in Boemia, ma già verso la fine del secolo fanno la comparsa sette ereticali, che propagandavano la comunanza di spose e di beni.

All'inizio del XIV secolo una disputa oppose il vescovo Jan z Dražic agli ordini mendicanti, a cui fu proibito di predicare nelle chiese parrocchiali e di ascoltare le confessioni. Lo stesso vescovo stabilì il tribunale dell'Inquisizione, ma dopo il primo processo che vide la consegna all'autorità statale di quattordici eretici e la loro condanna al rogo, cacciò il tribunale e liberò i detenuti.

Il 30 aprile 1344 papa Clemente VI elevò la sede di Praga al rango di arcidiocesi metropolitana in forza della bolla Ex superne providencia, con suffraganee Olomouc e Litomyšl; quest'ultima diocesi fu eretta lo stesso giorno con territorio dismembrato dalla diocesi di Praga. Il 25 agosto dello stesso anno in virtù della bolla Attendentes Pragensem ecclesiam dello stesso papa Clemente VI fu concesso agli arcivescovi di Praga il pallio. All'arcivescovo spettava il diritto di conferire unzione e incoronazione al re di Boemia, quindi godeva delle prerogative di un primate.

Nel 1348 Carlo IV fondò l'università, di cui il vescovo era di diritto cancelliere (Protector studiorum et Cancellarius).

La diffusione degli ussiti coincise con una crisi dell'arcidiocesi, che rimarrà vacante per ben centoquarant'anni dal 1421 al 1561. Anche la diocesi di Litomyšl visse un periodo di declino, ebbe il suo ultimo vescovo nel 1474 e fu retta da amministratori fino alla metà del XVI secolo, quindi fu soppressa e parte del suo territorio ritornò all'arcidiocesi di Praga. Nel 1556 i gesuiti stabilirono a Praga un prestigioso collegio e dopo cinque anni dal loro arrivo Praga riebbe un arcivescovo.

Tuttavia i rapporti con le autorità politiche, inclini al protestantesimo, rimasero tesi. Nel 1618 l'arcivescovo ordinò la chiusura di due chiese protestanti e quando il re sanzionò la decisione, scoppiarono i tumulti della terza defenestrazione di Praga, che darà inizio alla Guerra dei Trent'anni.

Nel 1627 Ferdinando II concesse alla Chiesa ampi privilegi e all'arcivescovo di Praga il titolo di primate.

Il 3 luglio 1655 l'arcidiocesi cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Litoměřice; il 10 novembre 1664 a vantaggio dell'erezione della diocesi di Hradec Králové.

Nella seconda metà del XVII secolo il collegio dei gesuiti fu unito all'università carolina.

Nel 1712 le chiese della città rimasero chiuse per due anni a causa della peste, ma nel 1729 vi furono splendide celebrazioni per la canonizzazione di san Giovanni Nepomuceno.

A partire dagli anni '70 del XVIII secolo, Maria Teresa adottò una politica restrittiva verso i privilegi ecclesiastici, che giunse a proibire gli studi teologici a Roma, a subordinare l'accettazione di dignità ecclesiastiche della Santa Sede all'approvazione imperiale e perfino a limitare il numero delle candele nelle funzioni.

Nel 1777 la sua provincia ecclesiastica si ridusse per l'elevazione al rango di arcidiocesi metropolitana della diocesi di Olomouc, già sua suffraganea.

Il 20 settembre 1785 l'arcidiocesi cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di České Budějovice.

La politica ecclesiastica di Maria Teresa trovò la sua evoluzione nel giuseppinismo, che impose la chiusura di molti monasteri e la loro confisca. Un risvolto positivo fu che i fondi così confiscati furono parzialmente impiegati per l'erezione di nuove parrocchie. Anche l'erezione della diocesi di České Budějovice fu finanziata in questo modo.

Un periodo difficile per la Chiesa iniziò con la costituzione della Cecoslovacchia. Nel novembre 1918 l'arcivescovo Pavel Huyn dovette abbandonare il territorio del nuovo Stato (e a dimettersi l'anno seguente), poiché il nuovo governo accusava la Chiesa di essere rimasta fedele al deposto Carlo I d'Austria e di favorire troppo i germanofoni. I rapporti tra la Chiesa e il governo erano difficili anche per il progetto di nascita della nuova Chiesa nazionale cecoslovacca, a cui il governo stesso assegnò molti luoghi di culto cattolici in tutto lo Stato.[3]

Il 28 luglio 1921 in forza del decreto Incolae cuiusdam della Congregazione concistoriale acquisì dalla diocesi di České Budějovice il villaggio di Dolní Kamenice presso Holýšov.[4]

Il 26 novembre 1965, con la lettera apostolica Praga urbs, papa Paolo VI ha proclamato Sant'Adalberto patrono principale dell'arcidiocesi.[5]

Nel 1972 ha ceduto all'arcidiocesi di Breslavia quella porzione di territorio che dopo la seconda guerra mondiale, a causa della variazione dei confini di Stato, si trovava in Polonia.

Il 31 maggio 1993 l'arcidiocesi ha ceduto un'altra porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Plzeň. Contestualmente sono stati rivisti i suoi confini con le vicine diocesi di Litoměřice, České Budějovice e Hradec Králové.[6]

Cronotassi modifica

Statistiche modifica

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 2.344.800 persone contava 565.150 battezzati, corrispondenti al 24,1% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1949 2.052.154 2.943.868 69,7 921 607 314 2.228 348 1.710 604
1970 1.600.000 2.620.000 61,1 59 59 27.118 59 486 835
1980 1.365.000 2.740.000 49,8 426 329 97 3.204 97 381 579
1990 1.190.000 2.810.000 42,3 327 261 66 3.639 66 169 579
1999 604.000 2.144.000 28,2 293 160 133 2.061 14 228 366 380
2000 600.000 2.140.000 28,0 345 193 152 1.739 17 238 311 379
2001 604.500 2.140.000 28,2 338 183 155 1.788 17 228 292 376
2002 604.500 2.144.000 28,2 339 191 148 1.783 18 224 328 378
2003 485.614 2.062.189 23,5 377 216 161 1.288 20 227 284 378
2004 488.000 2.069.585 23,6 376 201 175 1.297 21 245 328 378
2013 373.800 2.066.000 18,1 328 180 148 1.139 31 200 335 140
2016 558.800 2.319.000 24,1 334 180 154 1.673 37 220 320 145
2019 559.800 2.322.700 24,1 305 167 138 1.835 36 203 283 148
2021 565.150 2.344.800 24,1 306 163 143 1.846 36 196 264 147

Note modifica

  1. ^ Vescovo titolare di Marcelliana.
  2. ^ Vescovo titolare di Butrinto.
  3. ^ Ľuboslav Hromják, Pietro Gasparri, il governo cecoslovacco e la Slovacchia, in: Laura Pettinaroli, Massimiliano Valente (a cura di), Il cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato (1914–1930) Archiviato il 28 luglio 2023 in Internet Archive., Heidelberg University Publishing, 2020, pp. 185-206.
  4. ^ (LA) Decreto Incolae cuiusdam, AAS 13 (1921), p. 433
  5. ^ (LA) Lettera apostolica Praga urbs, AAS 58 (1966), pp. 283-284.
  6. ^ Congregazione per i vescovi, Decreto Maiori animarum, AAS 86 (1994), pp. 106-107.
  7. ^ Nominato arcivescovo titolare di Sardica.
  8. ^ Nominato arcivescovo titolare di Amasea.
  9. ^ Già amministratore apostolico dal 18 febbraio 1965: fino al 17 maggio 1969 sede plena, in seguito sede vacante.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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