Viktor Ėl'pidiforovič Borisov-Musatov

pittore russo

Viktor Ėl'pidiforovič Borisov-Musatov (in russo Виктор Эльпидифорович Борисов-Мусатов?, e nella traslitterazione anglosassone Victor Elpidiforowitch Borissov-Moussatov; Saratov, 2 aprile 1870Tarusa, 26 ottobre 1905) è stato un pittore russo.

Viktor Borisov-Musatov
Autoritratto

Biografia modifica

Nacque il 2 (o forse il 4) aprile 1870 da El'pidifor Borisovič Musatov, impiegato delle ferrovie, e da Eudoksija Gavrilovna, piccoli borghesi russi provenienti da una famiglia di servitori. Viktor assunse anche il nome di Borisov perché era quello di suo nonno Boris Aleksandrovič Musatov a cui era molto legato.

All'età di tre anni cadde malamente e il trauma lo condannò a rimanere gobbo per tutta la vita. Nel 1884 entrò nella scuola secondaria di Saratov, dove già il suo talento nel disegno fu notato dagli insegnanti Fëdor Vasil'ev e Konovalov, che gli consigliarono di continuare sulla strada dell'arte. Terminata la scuola, Viktor si iscrisse infatti alla "Scuola di pittura, scultura e architettura" di Mosca, per giungere infine all'"Accademia imperiale di San Pietroburgo", dove ebbe come maestro Pavel Čistjakov. Ma, dopo appena un anno, nel 1893, tornò a Mosca, perché il suo fisico non tollerava il clima umido della capitale imperiale.

In seguito, a partire dal 1895, si recò a studiare a Parigi, nel celebre atelier di Fernand Cormon dove erano allievi numerosi pittori il cui talento avrebbe segnato un'epoca. Viktor fu particolarmente affascinato dalle opere di Puvis de Chavannes e apprezzò molto anche la pittura di Berthe Morisot. Rimase a Parigi per tre anni.

Rientrato in Russia alla fine del 1898 si accostò al movimento Mir iskusstva ("Il mondo dell'arte") e, inoltre, rimase coinvolto in quella che fu chiamata la nostalgia di fine secolo, un modo pessimista e grigio di giudicare il mondo contemporaneo criticandone la noia, la sporcizia, i costumi decadenti e lo spirito materialista che lo dominava. Questa malinconia, questa tristezza profonda gli derivava anche dallo stato di disagio materiale in cui viveva e che si risolse però rapidamente qualche anno più tardi, non appena i collezionisti cominciarono ad acquistare le sue opere.

Tornò allora ad abitare a Saratov, soggiornò poi nella tenuta dei principi Galicyn a Zombrilovka[1], per poi stabilirsi, alla fine del 1903, a Podol'sk e infine a Tarusa.

Viktor Borisov descrisse nei suoi quadri un universo onirico e nostalgico di aristocratici russi nelle loro dimore e nelle loro terre. Questo mondo gli fu suggerito in parte dalla dimora dei Galicyn, in parte dalla sua immaginazione sognante. Più tardi abbandonò la tecnica ad olio, preferendo una combinazione di pastello, acquarello e tempera, che egli stimò più adatta a realizzare quegli effetti visivi sottili e sofisticati che tentava di ottenere. Il suo stile seppe fondere, o meglio coniugare, l'accademismo realista con un vago simbolismo post-impressionista, anche se la sua pennellata restò sempre fondamentalmente impressionista.

Borisov fu membro dell'Unione degli artisti russi e cofondatore e presidente dell'Associazione degli artisti moscoviti.

Espose nel 1904 in molte città tedesche, e l'anno dopo anche al Salon della "Società degli artisti francesi", della quale divenne poi membro.

La sua opera più famosa è La piscina, in cui ritrae le due donne della sua vita: la sorella, Elena Musatova, e la moglie, Elena Aleksandrova, anch'ella artista. Il suo ultimo quadro, invece, fu Requiem, dedicato alla memoria di Nadežda Stanjukovič, sua grande amica.

Ma la salute di Viktor era da tempo irrimediabilmente minata. Nel 1905, all'età di 35 anni, una crisi cardiaca mise fine alla sua esistenza.[2] Borisov fu sepolto nei pressi di Tarusa, su una collina che domina l'Oka. La sua tomba fu decorata con una scultura realizzata dal suo vecchio amico e discepolo di Aleksandr Matveev. Essa reca la scritta: Il ragazzo addormentato.

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Note modifica

  1. ^ Durante questo periodo Viktor dipinse il castello della tenuta per Gobelins nel 1901, I fantasmi nel 1903 (questi due quadri suscitarono l'ammirazione dei poeti simbolisti Valerij Brjusov e di Andrej Belyj). E inoltre: Passeggiata al tramonto nel 1903 e Il sogno della divinità nel 1905
  2. ^ Anche la data della sua morte non è certa. Al 26 ottobre si contrappone l'8 novembre.

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