Villa Gradenigo Sabbatini

villa a Pozzuolo del Friuli (UD)

Villa Gradenigo Sabbatini è una villa veneta nel comune di Pozzuolo del Friuli (UD).

Villa Gradenigo Sabbatini
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneFriuli Venezia Giulia
LocalitàPozzuolo del Friuli
Indirizzovia Sabbadini, 5 Pozzuolo del Friuli
Coordinate45°59′16.81″N 13°11′39.37″E / 45.988002°N 13.19427°E45.988002; 13.19427
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVIII
StileNeoclassico
Usouffici
Realizzazione
ProprietarioFondazione co. Stefano Sabbatini

Storia modifica

L'area della Villa è stata abitata fin da tempi antichissimi: nei terreni della Villa sono state scavate due necropoli. L'area è inserita nelle aree di interesse archeologico del Piano Paesaggistico Regionale[1].

 
Villa Gradenigo Sabbatini a Pozzuolo del Friuli

Il complesso di edifici fu costruito nel Settecento dai conti Treo di Udine e acquistata successivamente dalla famiglia Sabbatini nel 1732. Stefano Sabbatini (o Sabbadini per consuetudine udinese) morì senza discendenza nel 1851, dopo avere nominato con testamento del 1843 erede universale la moglie, la contessa di origine veneziana Cecilia Doralice Gradenigo (1780-1864).[2] La proprietà rimase della famiglia Sabbatini fino al 1881, in quanto la contessa Cecilia Doralice Gradenigo, mediante atto testamentario, costituì un lascito per l'istituzione di una “Scuola Agraria pei figli orfani del contadino povero a base di cristiana educazione”, con sede nella villa di campagna della famiglia, presso la tenuta di Pozzuolo del Friuli dopo venti anni dalla sua scomparsa.

Nel 1881 fu costituita l'Opera Pia Sabbatini, proprietaria dei beni immobili afferenti al lascito testamentario e amministratrice della "Scuola pratica di Agricoltura per la provincia di Udine", istituita con Regio Decreto del 2 gennaio 1881[3].

Nel 1960 l'istituto venne chiuso, la villa venne restaurata e dal 1980 è stata destinata a sede di diversi enti pubblici di ricerca e sperimentazione agraria, oggi confluiti nell'Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale ERSA FVG.[4] Il complesso ospita inoltre la biblioteca "Luigi Chiozza" dell'ERSA.[5]

Il complesso è dichiarato bene di interesse culturale a seguito di procedimento ai sensi della L. 1089/1939 (Sulla tutela delle cose di interesse artistico e storico), art. 3, oggi sostituito da artt. 10 e 12 del D.Lgs 42/2004, con notifica da parte della Soprintendenza Archeologica di Trieste in data 05 maggio 1978, con la seguente motivazione: “…Antichissimo e importante esempio di cortina fortificata di valore monumentale per l'imponenza ed eleganza. Il complesso [è] sorto in origine come rifugio agli abitanti del luogo per proteggersi dalle frequenti scorrerie degli Ungari …”. Il complesso di immobili è catalogato dal servizio Patrimonio Culturale FVG.[6]

Il giardino è citato nel censimento dei parchi e giardini storici del Friuli Venezia Giulia[7].

Oggi l'originaria istituzione benefica si è trasformata in "Fondazione Co. Stefano Sabbatini", mentre la Scuola agraria è divenuta l'Istituto Professionale Agrario “S. Sabbatini”, sito in via delle Scuole 10 a Pozzuolo del Friuli.[8]

Descrizione modifica

Il complesso di edifici è costituito dall'edificio padronale, affiancato da due barchesse laterali cui risulta collegato da corpi di fabbrica retrocessi, e da una serie di edifici che li circondano. La villa padronale assieme alla due barchesse, rimaneggiate negli anni in ragione della funzione rurale iniziale, risultano pertanto poste in una conformazione planimetrica a “U”, tipica della Villa Veneta, che racchiude il cortile d'onore. L'accesso al compendio è preceduto da un cancello monumentale in ferro battuto, con pilastri in mattoni decorati da sfere in pietra, e da un viale, che separa le due ali di giardino e si trova in asse con il brolo retrostante.

Sul lato destro della villa si trova la cappella gentilizia intitolata alla "Santa Croce", costruita nel 1707, e inglobata da un annesso. Nella cappella era conservata una delle versioni della "Madonna del Pannolino" attribuita a Bernardino Luini, oggi conservata al Museo diocesano di Udine (una ulteriore versione si trova al Louvre).

La villa è costituita da un volume compatto articolato su tre ordini di finestre, e composto simmetricamente rispetto a un asse centrale, ha pianta rettangolare e il tetto a padiglione. La facciata principale è arricchita sopra al balcone centrale dagli stemmi della famiglia Gradenigo e della famiglia Sabbatini. Il portale centrale di accesso all'edificio padronale è articolato in un arco a tutto sesto in bugnato, con soprastante balaustra. Le aperture sono speculari rispetto al fronte principale. Il prospetto è diviso orizzontalmente da una fascia in pietra in leggero rilievo che collega i davanzali delle finestre dei vari piani. Diverso il prospetto sul retro, caratterizzato alla sommità da un timpano centrale con oculo.

Internamente gli spazi hanno la classica conformazione della villa veneta, con i saloni passanti al piano terra e primo, e la ripartizione delle stanze laterali. La sala di ingresso conserva alcuni stucchi raffiguranti le Arti. Lo scalone di accesso al primo piano occupa l'angolo posteriore destro. Dallo scalone è possibile inoltre accedere alla sala di preghiera privata, preceduta da un monumentale accesso decorato con testa di moro, con affaccio diretto alla cappella gentilizia. Le barchesse che racchiudono il giardino si elevano su due piani e non presentano caratteristiche di pregio. L'edificio padronale e le barchesse sono state notevolmente modificate al loro interno, in relazione all'esigenza di ospitarvi prima una scuola con annesso convitto e successivamente uffici e laboratori.

Il complesso è circondato da numerosi edifici rustici, anche essi rimaneggiati nel tempo, dai caratteri semplici che originariamente erano dedicati alle lavorazioni agricole della tenuta.

Note modifica

  1. ^ ZONE DI INTERESSE ARCHEOLOGICO. V24 - Complesso insediativo di Pozzuolo (PDF), su simfvg.it. URL consultato il 24 agosto 2022.
  2. ^ GRADENIGO SABBATINI (SABBADINI) DORALICE CECILIA (1780-1864), su dizionariobiograficodeifriulani.it. URL consultato il 19 agosto 2022.
  3. ^ Villa Gardenigo Sabbatini, su sericus.it. URL consultato il 24 agosto 2022.
  4. ^ ERSA FVG : Homepage, su ersa.fvg.it. URL consultato il 19 agosto 2022.
  5. ^ Anagrafe delle Biblioteche Italiane Ricerca, su anagrafe.iccu.sbn.it. URL consultato il 19 agosto 2022.
  6. ^ ERPAC - Ente Regionale PAtrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, su ipac.regione.fvg.it. URL consultato il 19 agosto 2022.
  7. ^ Patrimonio culturale Friuli Venezia Giul, su ipac.regione.fvg.it. URL consultato il 24 agosto 2022.
  8. ^ Istituto Professionale Agrario, su linussio.edu.it. URL consultato il 19 agosto 2022.

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